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Autore: Recorded Butterflies    29/01/2012    8 recensioni
Avete mai visto Beyond e L in una lotta all'ultimo sangue?
Avete mai visto Near fuggire da un'assatanata in pijama a pois?
Avete mai visto Mello cercare in lungo e in largo il suo rosso amico per fare cose facilmente fraintendibili?
Ma soprattutto,
avete mai visto Matt pulire i cessi della Wammy House?
No?
Bene, allora questa è la fic che fa per voi!
Una nuova cavolata demenziale firmata Nyaa!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, L, Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Nyaa: Oh oh oh. Buon salve a tutti/e.
Dopo un lungo periodo di assenza eccomi tornata con la solita cavolata.
In questa fic vedremo lo stesso pomeriggio visto dai diversi punti di vista dei Wammy Boys (L, Mello, BB, Matt, Near).
E, per la gioia di Beyond Birthday che mi segue sempre, ho provato a usare anche BB *W*
A me non sembra molto OOC, ma poi giudicate voi.
Ora vi lascio, buona lettura =W=


+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

L sospirò, guardando il ragazzo davanti a sé.
Erano identici.
- Beyond- cominciò L - puoi ancora fermarti…-
- No. - fu la risposta secca che ottenne.
- Vendicherò A!- gridò d’un tratto il più piccolo.
L gemette, preparando la mano.
- Non è stata colpa mia… ha fatto tutto da solo.- tentò di discolparsi.
- Non è vero! Voglio rivederlo ma non posso! E tutto a causa tua! E ora regoleremo i conti.- un ghigno raggelante apparve sul suo volto.
- Eh sia. Ma ti avviso, non ho mai perso.- rispose L in tono cupo.
Questione di un attimo, L sgranò gli occhi, guardando le forbici che B teneva in mano.
Non poteva fare più niente.
Liquido vermiglio venne sparso ovunque, macchiando la maglietta candida del ragazzo.
-… avevo il 33,3% di probabilità di vincere.- sussurrò il detective.
- Sai, mi piaceva questa maglietta.- confessò poco dopo, guardando tristemente la macchia rossa allargarsi sul suo petto.
- L- sospirò BB - come diamine puoi anche solo pensare di metterti a fare percentuali?! E’ solo un gioco.-
- No, è molto di più B.- rispose triste il moro.
- Non starai esagerando?- domandò esitante l’altro.
- Esagerando? Esagerando?!- per un attimo l’altro perse la calma che lo distingueva.
- Ehm…L…. Guarda che ti ho solo battuto a morra cinese…- borbottò Beyond Birthday lanciando un occhiata perplessa al detective, che fissava insistentemente le sue mani.
- E che vuol dire?! Non avevo mai perso prima! Aaah!! Perché diamine ho fatto carta?!- Urlò tristemente Ryuzaki, constatando che non aveva possibilità contro le forbici di B.
- E mi hai pure sporcato la maglietta con la tua marmellata!!- mugugnò sempre più irritato.
Beyond ghignò: A era stato vendicato.


Near camminava in giro per l’orfanotrofio, ascoltando distrattamente i lamenti di L che era stato sconfitto a “sasso carta forbice”.
L’albino sospirò.
“Certo che B ha davvero esagerato. Insomma, fare tutto quel casino solo perché L aveva miseramente sconfitto 32 a 0 il povero A.
Anche se pure quest’ultimo non è stato da meno: chiudersi in camera per due settimane è stata una reazione davvero esagerata!” si ritrovò a pensare il tredicenne.
Camminando per il corridoio, o meglio, strascicando i piedi per il corridoio, vide casualmente il peggiore dei suoi incubi:
Capelli biondo chiaro, occhi grigi dall’aria vivace e ciglia lunghe.
Near deglutì.
Demens, così si chiamava la ragazzina, era una ragazza completamente fissata con lui.
Poteva essere definita una stalker, ma lei preferiva il termine “Osservatrice ravvicinata”.
Evitando accuratamente la sua figura, il giovane scivolò contro la parete bianca, e riuscì ad arrivare sano e salvo alla fine del corridoio.
Per una volta riuscire a mimetizzarsi coi muri candidi dell’orfanotrofio glie era tornato utile.
Scampato il pericolo, il bianco continuò la sua ricerca.
Sì, perché secondo voi Near si sarebbe alzato da terra per futili motivi, no?
No, era qualcosa di molto più importante.
... No, non stava cercando il bagno.
Era alla ricerca di Mello, il suo biondo rivale.
Che poi, rivale è una parola un po’ grossa, diciamo che Mello insultava Near che se ne sbatteva, perdonate il termine, altamente le palle del cioccolatomane.
Il motivo della sua ricerca è tutt’oggi ignoto, ma si presume fosse chiedergli dove diamine aveva nascosto l’ultimo tassello del suo puzzle.
Perché, dopotutto, “Se non riesci a completare il puzzle, sei solo un perdente.”
E Nate River non era un perdente.
Assolutamente.
Insomma, oltrepassati i vari corridoi che lo separavano dalla camera di Mello fissò esitante la grande porta che gli si presentava davanti.
Bussò.
Niente.
Ci riprovò.
Nulla.
Tentò ancora.
Nada.
Diciamo che bussò altre cinque o sei volte, ma io ho finito i sinonimi di “Niente” e “Bussare” e quindi salteremo a priori questa parte.
Visto che nessuno gli rispondeva, il tredicenne si fece coraggio entrando nella camera di Mello.
Ora, l’albino si aspettava di trovare cose come:
- Cartacce di cioccolata e cioccolatini vari.
- Sagome in gesso per terra (così, tanto per abbellire).
- Crocifissi e vari elementi gotici.
- Un revolver.
- Oggetti sadomaso.
Ma non trovò niente di tutto questo.
O meglio, c’era sì qualche cartaccia per terra, ma nessuna traccia di prove da scena del crimine.
Near sospirò rincuorato.
Improvvisamente dei suoni sospetti provenienti dall’armadio lo insospettirono.
Si avvicinò quatto quatto (era una vita che volevo dirlo *W* N.d.A) allo sgabuzzino e rimase in ascolto.
- M-Mello che vuoi fare?- a parlare era stato pel di carota, altresì conosciuto come Matt.
- Ma come Matt?! Muoviti, che non resisto!- ordinò imperioso Mello.
- Ma sei impazzito?! E’ enorme, non ce la posso fare!- fece scandalizzato il rosso.
Near sgranò gli occhi.
Loro due erano…
Ma come?! E poi aveva sempre sostenuto l’idea che Mello fosse uke!
….
Ma non era questo il punto.
Il punto era che quei due stavano… copulando, non gli venne in mente termine più adatto per descrivere la situazione, dentro ad un armadio.
- Matt, mi deludi: non dirmi che non lo hai mai fatto?!- chiese il biondo al compagno.
- O-ovvio, chi non lo ha mai fatto almeno una volta! E’ che è enorme.- uggiolò Matt.
- N-non resisto più Matt! Sbrigati o faccio da solo!- urlò Mello.
Mello segaiolo?
Adesso Near poteva affermare di aver visto e sentito, soprattutto sentito, proprio di tutto.
Così, evitando accuratamente di far rumore, uscì dalla camera del più grande e si defilò in fretta e furia nella sua linda e pinta camera.
Si sentiva sporco.

Forse c’entrava il fatto che, nella fuga, aveva spiaccicato i resti di un cioccolatino?
Misteri della vita.



Mello camminava in giro per l’edificio con fare impaziente.
Erano circa venti minuti che cercava Matt senza risultati.
Era passato dal bagno, dalla sua camera, dalla cucina, dalla sala giochi, dal cortile… ovunque!
Il biondo sospirò, vedendo arrivare dall’altra parte del corridoio due minute figure.
La prima, con capelli sciolti alle spalle color biondo fragola e un bizzarro ciuffetto sulla testa, la identificò come Cherry.
La seconda, leggermente più alta e con capelli biondi dall’aria morbida ma anche stopposa, come un letto di paglia, capì chiaramente trattarsi di Demens.
- Ciao ragazze!- salutò lui.
- ‘N giorno.- salutò svogliatamente C.
Solo allora Mello notò che erano entrambe in pijama.
- Perché siete conciate così?- domandò perplesso.
Cherry si guardò la lunga canottiera viola e i pantaloncini neri a sbuffo, prima di fissare Mello interrogativa.
- Così come?- chiese lei.
- Uhm… NeeChan, penso intenda perché siamo in pijama.- fece notare la piccola Demens, che indossava un pijama a pois blu e bianchi.
- Mi sono appena svegliata.- rispose semplicemente C muovendo annoiata una mano.
- E tu?- continuò Mello spostando lo sguardo verso D, decidendo saggiamente di ignorare che era mezzogiorno meno dieci.
- Ma che avete tutti oggi?! Se Near sta in pijama chissene, ma appena ci provo io tutti a puntare il dito, oh!- esplose la tredicenne.
Il biondo sospirò: lei e i suoi sbalzi di umore.
- Comunque- cominciò lui - avete visto Matt?-
Gli occhi verdi di Cherry ebbero uno strano bagliore.
- Matt Amore Tesoro?!- domandò lei facendo gli occhioni a cuore.
La più giovane sospirò.
- No, non ho visto niente.- disse facendo l’occhiolino a nessuno in particolare.
- Ahem… ok, allora io andrei.- borbottò il biondo facendo per defilarsi.
- Andiamo anche noi OneeChan, sia mai che mi diventi Pedo Bear.- saltò su C.
- Waa!! Non tirare in ballo Akuma-Demens!- urlò la piccola aggrappandosi al braccio della “sorellona”.
Mello sospirò, sbrigandosi a lasciare il corridoio.
Quelle due erano strane.
Ma, non per altro, Demens si chiamava così *.
Uscito in cortile si sedette su una panchina, dimenticandosi completamente anche il motivo per cui stava cercando Matt.
- Ciao. - disse una voce maschile sedendosi vicino a Mello.
- Mh. Ciao Matt, hai visto Matt?- chiese il biondo, senza rendersi conto dell’immane cavolata che aveva appena detto.
“Un momento…” pensò rimettendo in moto il cervello.
Scosse la testa per riprendersi, sotto lo sguardo divertito di Matt.
- Non muovere la testa così, guarda che il tuo unico neurone rimasto vomita.- lo provocò il rosso, che venne prontamente afferrato per la collottola da Mello.
- Ma si può sapere dove ti eri cacciato?! E’ tutta la mattinata che ti cerco!- urlò lui.
Matt cominciò a sudare.
-Ehm… stavo… scpdnrdo da cdyey- borbottò incomprensibilmente lui.
- Aaah!!! Lascia perdere!- sclerò il giovane Mello.
- Vieni con me, devo farti vedere una cosa. - cominciò trascinandosi dietro l’amico.
Passando per i corridoi videro Near cercare di scappare da Demens, e questo non portò che ha una risata mal soffocata da parte di Mello.
“Chissà dove mi starà portando” si chiese Matt.

Matt sospirò, sistemandosi meglio nel suo nascondiglio di fortuna dentro la vasca da bagno.
Ora vi chiederete: Perché Matt è nella vasca da bagno, per lo più completamente vestito e con un gameboy advance in mano?

Ok, quella sarebbe la risposta corretta se non avesse i pantaloni e se avesse in mano un giornaletto porno.
La risposta è che il nostro eroe (?) si stava nascondendo.
“Ma va?” direte voi. Ok, lo so che avevo già detto che era in un nascondiglio di fortuna, ma il punto è da cosa si stava nascondendo… o meglio, da CHI i stava nascondendo.

No, ripensandoci forse “Cosa” va più che bene.
Perché quella ragazzina non poteva essere definita umana.
Matt borbottò qualche imprecazione, prima di tirarsi in una posizione seduta ed uscire dalla vasca.
Sospirò.
Non poteva andare avanti così! Aveva bisogno di cibo! E videogiochi, aveva finito subito il suo Pokemon smeraldo, battere Adriano era stato uno scherzo, e aveva bisogno di recuperare rosso fuoco.
Quel fottuto doma draghi era una forza *.
Uscito dal bagno si guardò intorno, evitando attentamente qualunque cosa in movimento e che portasse gli occhiali.
Doveva essere rapido.
Doveva essere silenzioso.
Doveva essere Naruto Uzumaki.
… O in alternativa Kaito Kid.
Superando in corsa il corridoio arrivò in cucina.
Respirando affannoso per la corsa si aggiustò i googles sugli occhi.
Recuperò una seggiola e ci salì per prendere un pacchetto di grissini e della Nutella.
E magari anche del the alla pesca.
In quel momento si sentì osservato, e voltò lo sguardo verso un punto imprecisato alle sue spalle.
...
Vide quello che mai avrebbe voluto vedere in vita sua.

No, non Roger con indosso solo un asciugamano.

No, nemmeno Mello che stringeva il suo amato gameboy color, con cui aveva passato l’infanzia, in una mano e un martello nell’altra.

Ciò che si trovò davanti fu peggio di quando batti la lega in Pokemon dopo ore di gioco e ti si toglie la schedina *.
Demens.
Quella peste di una ragazzina dalla doppia personalità lo fissava incuriosita appoggiata allo stipite della porta.
- Ehm… c-ciao Deme-Chan.- salutò Matt.
- Ciao Matto!*- ricambiò allegramente lei.
Il rosso sospirò: l’unico “Matto” in questa in casa era lei!
- Dimmi, Lei è con te?- chiese lui calcando molto su lei.
- Hn? Lei chi? Parli di Cherry-NeeChan?- domandò la tredicenne.
Matt annuì spaventato.
Quella ragazza era una maniaca e, quando si metteva in testa qualcosa, bene o male la otteneva sempre.
Ed ora si era messa in testa Matt.
Per carità! Non che fosse brutta, ma era… insistente?
No, il fatto è che gli rovinava la piazza!
Insomma, un gran figo come lui semplicemente non poteva essere ingabbiato così.

Certo Matt, basta crederci…
Comunque.
Il rosso osservò meglio la bionda.
Si guardarono a lungo negli occhi, verde smeraldo contro grigio pioggia.
E alla fine Matt parlò.
- Hai fame?- domandò distruggendo in un istante tutto il patos che si era creato con quel gioco di sguardi.
- No grazie, sai che schifo sia il the che la Nutella.- rispose la più piccola scuotendo la testa.
- Perché sei in pijama?- chiese ancora Matt.
- Oh?- Demens si guardò, come se fosse stupita che qualcuno trovasse strano che fosse in pijama alle 11:10 del mattino.
Ok, la sveglia era alle 9:00 per tutti, ma dettagli…
- Bhe, vedi, non ho più vestiti puliti.- si giustificò lei.
- E i jeans? Quelli ce li hai vero?- domandò il rosso con fare indagatore.

- Sì, ma io li odio. - borbottò la tredicenne.
- Sono scoooomooodii!!- biascicò ancora lei.
- Non sono d’accordo, sono la migliore invenzione del secolo per me. - rispose sbrigativo Matt, conscio che iniziare una discussione con Demens era un suicidio.
Doppi sensi, paradossi, indovinelli, Demens era tremendamente brava a confondere la gente.
Fortunatamente quel giorno non sembrava in vena di parlare.
- Ok, io me ne vado. Ciao!- salutò allegramente la più giovane.
- A-aspetta!- la bloccò Matt - Devi andare da...- esitò un attimo
-Quella?- chiese preoccupato.
La piccola si irritò, facendo lampeggiare gli occhi grigio/azzurro.
- Guarda che Quella ha un nome! Lei è la mia Cherry-NeeChan!- disse arrabbiata, pestando un piede a terra in modo infantile.

- Uhm… certo, certo.- borbottò il rosso.
- Volevo dire: Stai andando da Cherry?- domandò.
- Sì! Se non la sveglio io sarebbe capace di dormire fino all’ora di pranzo.- sorrise la giovane, grattandosi la testa imbarazzata per il comportamento dell’ amica.
- Bhe, almeno poi si sveglierebbe.- rispose abbattuto lui.
- Certo, ma solo per mangiare! Oggi c’è la torta alle prugne.- disse allegra.
- Ah… giusto.- borbottò Matt, che odiava le prugne con tutto il cuore, l’anima e, ovviamente, lo stomaco.
E anche col fegato.
- Ascolta Deme-Chan- cominciò il rosso - tu non mi hai visto, chiaro?- fece lui, preoccupato che potesse rivelare la sua posizione a Cherry.
- Ma io ti ho visto, sei proprio qui.- controbatté Demens.
- Lo so, ma tu non mi hai comunque visto.- tentò di convincerla Matt.
La bionda aggrottò le sopracciglia, prima di annuire e andare spedita in camera della sua NeeChan.
Dopo aver fatto merenda, o colazione, dipende dai punti di vista, Matt scese in cortile, per prendere un po’ d’aria fresca.
Seduto, o meglio, letteralmente spaparanzato su una panchina stava Mello, con lo stesso sguardo di una donna che ha passato ore a farsi la ceretta all’inguine per poi scoprire che non sarebbe potuta andare al mare per via del ciclo.
Incazzato.
Ma anche tanto eh!
Matt gli si avvicinò da dietro, sedendosi vicino a lui.
- Ciao. - disse allegramente.
- Mh. Ciao Matt, hai visto Matt?- domandò il biondo, probabilmente sulle nuvole.
Dopo essersi conto dell’immane cavolata detta prese a scuotere la testa, come a voler riprendersi.
- Non muovere la testa così, guarda che il tuo unico neurone rimasto vomita.- disse Matt ghignando, mentre venne afferrato per la collottola da Mello.
- Ma si può sapere dove ti eri cacciato?! E’ tutta la mattinata che ti cerco!- urlò lui.
Matt cominciò a sudare.
-Ehm… stavo… scpdnrdo da cdyey.- borbottò incomprensibilmente lui.
Non poteva mica dirgli:
“Ehm…stavo… scappando da Cherry.” Che figura ci faceva?
- Aaah!!! Lascia perdere!- disse il biondo irritato.
- Vieni con me, devo farti vedere una cosa. - fece poi trascinandosi dietro il rosso.
Passando per i corridoi videro Near cercare di scappare da Demens, e questo non portò che ha una risata mal soffocata da parte di Mello.
“Chissà dove mi starà portando” si chiese Matt.
Le sue domande trovarono presto risposta, non appena varcarono la soglia della camera del biondo.
Mello portò il più piccolo dentro al su armadio, accendendo una lampadina attaccata al soffitto e chiudendo la porta a chiave.
- M-Mello che vuoi fare?- chiese Matt preoccupato.
“Sta a vedere che si vuole vendicare per non avermi trovato.” Pensò disperato il rosso.
Invece, al contrario di tutte le sue aspettative, Mello gli sventolò davanti alla faccia una barretta di cioccolato di dimensioni epiche.
Un cioccolatino OGM.
Matt deglutì: che diamine voleva fare il biondo con quell’affare?!
- Ma come Matt? Muoviti che non resisto!- ordinò Mello.
In quel momento Mail Jeevas realizzò:
Voleva che mangiasse quell’affare!
Era evidente: se se lo fosse mangiato da solo probabilmente sarebbe incappato nel più grande mal di pancia della storia dopo quella volta in cui L si era sbafato i dolci delle calze della Befana di tutti i bambini della Wammy.
- Ma sei impazzito?! E’ enorme, non ce la posso fare!- rispose scandalizzato il rosso che, tra l’altro, non era un amante dei dolci.
Eccetto quelli preparati con Cookie Mama.
Sul serio, Matt stimava quella donna.
-Matt, mi deludi: non dirmi che non lo hai mai fatto?!- fu la risposta irritata dell’amico.
“Certo che l’ho fatto, ma non con una tavoletta di dimensioni di un water!” pensò il rosso, leggermente inquietato dalla piega del discorso, e dal fatto che aveva appena paragonato una tavoletta di cioccolato ad un WC.
- O-ovvio, chi non lo ha mai fatto almeno una volta! E’ che è enorme.- protestò il più giovane.
- N-non resisto più Matt! Sbrigati o faccio da solo!- gridò allora Mello.
Matt sospirò.
Era un suicidio, sia per Mello (che sarebbe stato malissimo), sia per lui (che gli avrebbe fatto da crocerossina).
Prese un respiro profondo ed addentò mezza tavoletta.
Sentì subito un forte sapore amaro sulla punta della lingua, mentre il cioccolato gli si scioglieva in bocca.
Ingoiato il boccone uscì rapidamente prima dallo stanzino, e poi dalla stanza di Mello.
Uscito in corridoio vide Near seduto contro la parete che si arricciava una ciocca di capelli.
Non appena i loro sguardi si incrociarono l’albino arrossì e scappò via.
“Mah. Dovrà andare in bagno.” si disse Matt.
Uscì in cortile, per avere modo di rilassarsi e godersi una bella giornata di sole giocando all’aria aperta…
Seeee! Credeteci!
Aveva dimenticato Verde Foglia sulla panchina dove aveva trovato Mello, tutto qui.

E non guardatemi così! Stiamo parlando di Matt dopotutto.
Insomma, arrivato in cortile notò una cosa alquanto strana:
un’albero.
No, non era quella la cosa strana.
La cosa strana era che sopra all’albero vi era Demens.
Ancora in pijama.
Appesa a testa in giù.
Matt decise, saggiamente, di ignorare la cosa.
Prima o poi la forza di gravità avrebbe fatto il suo corso e la ragazzina si sarebbe spiaccicata a terra.
Dopo neanche cinque minuti gli si parò davanti Mello, che, pallone alla mano, sembrava volesse dare inizio al campionato internazionale di calcetto.
Il rosso sospirò, per l’ennesima volta in quella giornata.
- Ehi Matt! Ci facciamo una partita?- domandò il biondo, probabilmente credendosi la reincarnazione di Holly e Benji.
No, non Holly o Benji, proprio Holly E Benji.
Conoscete Mello, no?
O tutto o niente.
E lui preferisce tutto.
E subito.
- Devo proprio rispondere Mel?- chiese in tono retorico Matt.
- Eddaaaaiii!!!- continuò imperterrito il biondo, con tono pedante.
- Dai, sono così bravo da concederti il calcio d’inizio.- continuò Mello nel, vano, tentativo di convincere Matt.
Così dicendo gli lanciò il pallone, che venne prontamente bloccato dal rosso.
- Ho detto di no!- gridò lui, rispedendogli la palla.
- Facciamo così: se pari questo tiro ti lascio stare.- rispose il biondo, fregandosene altamente delle proteste di Matt.
Fu un attimo.
La palla sfiorò il rosso ed andò a scontrarsi contro la finestra.
Esatto, La finestra.
La finestra dell’ufficio di Roger.
Si narrava che là dentro capitavano cose orribili…
Sì sentì un sonoro *CRASH!* e in pochi secondi il vetro era in frantumi.
Ai due ragazzi si gelò il sangue nelle vene.
Il primo a scongelarsi fu Mello che gridò a squarciagola:
- SCAPPAAAAA!!!!- urlò lui, rivolto verso il povero Matt che era ancora per tre quarti un Polaretto umano.
Pochi secondi dopo dalla finestra si affacciò Lui.
Roger.
Il sadico vecchiobbastardo (rigorosamente tutto attaccato) che tiranneggiava alla Wammy da quando Watari se ne era andato in Cambogia.
O in Burundi.

Ok, lo ammetto, non so dove fosse Watari, ma che volete da me? Non sono mica un narratore onnisciente!

Ok, la regia (?) mi ha appena informato che in teoria dovrei esserlo.
Pasiensa.
Matt era ancora allo stadio Magnum ai frutti di bosco (?) per poter anche solo pensare di muoversi.
Il viso di Roger era, perdonatemi il termine, letteralmente incazzato.
Aveva una faccia da “Adesso ti strappo i testicoli e li uso per giocare a ping-pong.”

O a golf, dopotutto era un vecchio gentiluomo, lui.
Matt teneva lo sguardo fisso su Roger, ripetendosi che “Ha più paura lui di te che tu di lui”.
- Matt.- il pelato maledetto parlò, e l’aria si congelò.
- Sei stato tu?- era una domanda retorica, chiaramente.
In cortile in pratica c’era solo lui, quindi non poteva essere stato che il rosso.
Matt si guardò intorno, alla disperata ricerca di una fonte di salvezza.
E, la suddetta fonte di salvezza, stava appesa ad un albero a testa in giù.
- Demens!!- la chiamò lui, nella speranza che potesse testimoniare a suo favore.
La tredicenne scese con un movimento felino dall’albero (in pratica non si è rotta la testa per miracolo) e affiancò il ragazzo, completamente rossa in viso per essere stata una ventina di minuti a testa in giù.
“ Ma non le fa male la testa?” si chiese il rosso, ma evitò di porgerle la domanda.
- Che c’è Matto?- chiese lei.
- Ascolta, vero che non sono stato io a rompere la finestra?- cercò conferma Matt.
Roger li guardò inarcando un sopracciglio.
- Uhm… non lo so.- borbottò in risposta la bionda.
- Oh andiamo! Mi hai visto, no?!- chiese lui irritato.
Era impossibile che non l’avesse visto mentre Mello tirava.
Appunto, Mello, non lui!
Gli occhi azzurri di Demens si illuminarono.
- No, mi spiace, io non ti ho visto.- rispose ammiccando a nessuno in particolare.
Matt si passò una mano sul volto, sconsolato.
- Bene Matt, se è così…- cominciò Roger, il rosso seppe che per lui era la fine.


- Ci sono quasi.- sussurrò Matt, più concentrato che mai a finire il suo lavoro.
Certo, pulire il water personale di Roger non era esattamente una cosa bella.
E pulirlo con un cotton fioc era decisamente orribile.
Ma, tutto sommato, poteva andargli peggio…

Vai Matt! Continua a guardare in faccia alla vita in modo ottimista!
Dopo circa un’ora e mezza di lavoro aveva quasi finito.
Ringraziò mentalmente il “potere della stella di Super Mario” che lo aveva tenuto sano di mente in quell’ora.
Il water di Roger era qualcosa di osceno, insomma, neanche la latrina di Master Yo* arrivava a tanto!
Improvvisamente sentì delle mani afferrarlo per i googles e costringerlo a girarsi.
La seconda cosa che sentì furono due labbra morbide poggiate sulle sue.
Non ebbe neanche il tempo di muoversi che la persona si staccò.
- Ciao Matto Matto!- salutò allegramente Cherry.
- C-Cherry?! Che ci fai tu qui?!- chiese Matt scandalizzato dal bacio appena ricevuto.
- Ma come? Non morivi dalla voglia di vedermi?- domandò lei.
- Comunque- riprese senza aspettare una risposta – sono venuta ad avvisarti.- disse assumendo uno sguardo serio.
- Avvisarmi di cosa?- il rosso si stava cominciando a preoccupare.
- Bhe, mio caro Cenerentolo, ti volevo dire che oggi a mensa c’è la torta di prugne.- fece allegra, mentre si risistemava gli occhiali che le erano caduti sul naso.
- E allora?- Matt non capiva cosa ci potesse essere di così preoccupante.
A meno che…
No, non era possibile!!
Vedendo l’espressione allarmata sul volto di Matt, Cherry ridacchiò.
- Esatto honey- cominciò lei – Roger se ne è già preso tre fette. Buona fortuna caro.- disse sadicamente, prima di uscire furtiva com’era arrivata.
Ossia inciampando in un secchio, ma dettagli.
Matt sospirò.
Odiava le prugne.

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Nyaa: Muhahahah!! Fine :3
Allora, che ne pensate di codesta storia demenziale?
Sono riuscita a trattare bene i personaggi?
Cioè, non nel senso di trattarli bene, per carità, ma nel senso di essere rimasta IC.
Ohbè, vi lascio gli asterischi:

* Demens, almeno secondo Google traduttore, vuol dire “Pazza” in latino.
* Mi riferisco a Lance, ultimo superquattro di Rosso Fuoco e Verde Foglia.
* Non so se succede anche col game boy, ma a volte coi DS la schedina si “toglie” e ti si blocca il gioco, e sei costretto a spegnere e riaccendere <.< Una cosa MOLTO frustrante, ve lo assicuro.
* Matto si pronuncerebbe Metto, ma Matt ci gioca sopra. Alla fine Cherry in effetti lo chiama Matto Matto, e non Metto Metto ^^
* Master Yo è un panda del cartone Yin Yang Yo. E’ un vecchio che, in pratica, vive nella latrina. Bagno chimico in cui chiunque sia entrato non è mai uscito O.O
Pooooi.
Allora, Cherry sarebbe la mia Ambra-NeeChan a cui dedico la shot, perché mi ha aiutato in un periodo di depressione acuta ^^””
E poi la dedico anche a mia nonna *W*
La mia nonna emo <3
Ora, vi chiederete come si possa avere una nonna emo, ma fidatevi, la mia lo è <.< Non penso leggerà mai questa storia, ma spero che possa ridarle il sorriso ^^.
Spero in qualche recensionina **.
Salutoni!
Nyaa <3
  
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