Per Hayley
Black. Perché sì. ♥
I’d lie ~
tutta colpa di un
Orecchio Oblungo
He’ll never fall in love, he swears
As he runs his fingers through his hair
I’m laughing
‘cause I hope he’s wrong
«
Odio il tuo gatto, Hermione. »
Insomma. Un conto è
quando glielo dice Ron. Il suo rapporto con Grattastinchi
non è mai stato dei migliori, e lei lo sa, e anche grazie a qualche
chiacchierata con Hagrid – e alla sua saggezza
dettata dall’esperienza – ha capito che non puoi farci niente se la
gente critica i tuoi animali: il pregiudizio è un ostacolo durissimo da
abbattere. E ‘Ron’ e ‘pregiudizio’ sono praticamente
sinonimi. Ma che a seguirla fino in camera sua per il puro gusto di ribadirle
la propria irragionevole animosità nei confronti di un povero micio
bisognoso di attenzioni sia Fred, no,
questo non le va proprio giù.
Hermione si volta di scatto,
stringendo Grattastinchi al petto con fare
protettivo, e lo incenerisce con gli occhi.
« Oh, scusa
tanto, Fred, se al mio gatto piace giocare. Eppure tu dovresti capirlo meglio di chiunque altro, dal momento che tu e
George non fate altro! »
Fermo sulla soglia, Fred apre la bocca e sembra
prepararsi una risposta pungente, ma all’improvviso la richiude, cambia
espressione e infine scoppia a ridere.
Hermione resta lì,
sconcertata al punto da dimenticare per un attimo la propria stizza. Grattastinchi pare intuire che il peggio è passato e
comincia a fare le fusa. E Fred si spancia.
« ... Fred? »
Risate a non finire. Hermione
inarca un sopracciglio, indispettita.
« Fred, saresti così gentile da
spiegarmi cosa diavolo hai da ridere? »
Si è appoggiato allo stipite, tenendosi
le mani sullo stomaco, e la guarda come se non l’avesse mai vista prima e
ride, ride, ride. Alla sua domanda si asciuga addirittura una lacrima da un
occhio.
« Oh, Merlino. Dovresti vederti. Soffi
così tanto che non si capisce più chi sia il gatto! »
Hermione lo fissa a bocca
aperta. Fred tace un istante, come per riflettere su quanto appena detto, e poi
riprende a sbellicarsi più che mai.
La cosa inaspettata è che lei si ritrova a ridere con lui.
Grattastinchi non gradisce il movimento
sussultorio del suo petto; si divincola e salta a terra, ma lei non riesce a
smettere di ridacchiare mentre lo guarda correre verso le caviglie di Fred e strusciarglisi contro, nel suo miglior atteggiamento da
cercatore di coccole. Ed è sempre ridendo che Fred abbassa lo sguardo e
– anche questo è sorprendente – lo lascia fare senza
ritrarsi.
« Lo sai, Hermione,
da quando siamo rinchiusi qui non ti avevo mai vista farti una risata. »
Hermione lo guarda. L’ha
detto in tono leggero, col sorriso sulle labbra; e allora perché a lei
quelle parole sembrano così serie – tanto serie da farle scemare
il riso in gola?
« Beh, non è che sia una vacanza
come tutte le altre... »
« E perché no? Ci siamo noi, ci sei
tu, ci sono io. È come alla Tana. E io e George ce la mettiamo tutta per
ricordarlo a voialtri miseri musoni. »
Hermione abbozza un sorriso,
concentrandosi su Grattastinchi che annusa i risvolti
dei pantaloni di Fred come in cerca di altre Orecchie Oblunghe.
Ha ragione lui. Per quanto ci provi, per quanto
si lasci coinvolgere dall’opera di bonifica intrapresa dalla signora Weasley, non riesce a dimenticare che il numero dodici di Grimmauld Place è in
realtà il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, un baluardo
di resistenza, e che questa potrebbe essere l’ultima estate relativamente
tranquilla prima di una guerra che durerà per chissà quanto
tempo. Harry non è il solo a sentirsi frustrato e impotente. Ma Fred non
ci pensa mai, a questo? Prende davvero tutta questa storia come un gioco? Come fa?
« Però adesso hai riso, e
parecchio, anche. » Di colpo Fred assume un tono trionfante. Le mani si spostano
nelle tasche e il sorriso si fa malizioso. « Ho capito. Hai una cotta per
me. »
Hermione si sente avvampare.
Istintivamente fa un passo indietro, pur sospettando che lui la prenderà
come una dichiarazione di arrendevolezza.
« Questo
non è divertente. »
« No, non direi. Io lo definirei
romantico. Tu no? »
« Fred!
»
« Oh, avanti, Granger!
Lasciati un po’ andare! Possibile che Grattastinchi
sia più affettuoso di te? »
Ma quelle parole devono riportargli alla mente
immagini recenti, perché dopo un attimo la risata ricomincia, ed
è contagiosa.
Accidenti a lui.
« Che avete da ridere, voi due? »
Alle spalle di Fred è comparsa Ginny, che li scruta con un’aria meravigliata che la
dice lunga. Hermione Granger
che partecipa spontaneamente ai sollazzi di uno dei gemelli Weasley
deve essere una di quelle scene che restano impresse nella memoria di un essere
umano per decenni. Ma non ha tempo di ricomporsi: con indicibile naturalezza,
Fred le va vicino, le circonda i fianchi con un braccio e rivolge a Ginny il suo sorriso più sbruffone.
« Succede che mi sono innamorato,
sorellina. Ti dispiace girare alla larga, diciamo per un minuto, diciamo per un
paio d’ore, diciamo per il resto dell’estate? »
Hermione si sente avvampare di
nuovo – l’unica speranza è che i capelli di lui la
mimetizzino – e il peggio è che la mano di Fred è
così calda e ferma che non le riesce di sottrarsi.
Dal canto suo, Ginny non fa una piega.
« Come no. Vi informo solo che siete in
ritardo per la cena. Ma forse avete di meglio da fare. »
« Ginny, non
è come...! »
Ma è già sparita in corridoio, e Hermione si ritrova a tendere una mano implorante verso una
porta vuota, mentre Fred le ridacchia nell’orecchio. Fa caldissimo, e non
per via della felpa verde che indossa sopra la maglietta.
« Ti ho già consigliato di imparare
a rilassarti? E comunque... » È
troppo vicino, si rende conto disperata, incapace di muoversi, mentre lui
si china ancora di più su di lei. « Mi piace un sacco la tua
risata. »
Quando la lascia andare, è come tornare a
respirare dopo una lunga apnea.
Fred le strizza l’occhio e fa per uscire
dalla porta lasciata aperta da Ginny, ma Grattastinchi, forse offeso dall’esser stato
così bruscamente messo da parte nelle loro discussioni, miagola
minaccioso e cerca di graffiargli un polpaccio. Fred lo scansa agilmente; lo
segue con lo sguardo mentre lui torna trotterellando da Hermione,
e un ultimo guizzo divertito passa nei suoi occhi azzurri – così azzurri: come ha fatto a non
accorgersene mai? – prima di lasciarla sola col suo cocente imbarazzo.
« Odio
il tuo gatto, Hermione. »
Grattastinchi ronfa soave.
And I could tell you his favorite color’s green
He loves to argue, oh, and it
kills me
His sister’s beautiful,
he has his father’s eyes
And if you asked me if I love
him, I’d lie
Spazio dell’autrice
Avevi
ragione, Hayley: da troppo tempo non scrivevo su di
loro. Ma in qualche modo mi hai ‘sbloccata’ tu e, anche se non mi
soddisfa del tutto, questa storia è tutta per te. Per ringraziarti delle
tue meravigliose parole cui non ho saputo rispondere altrimenti. Grazie. ♥
La
pillola d’ispirazione è stata I’d
lie di Taylor Swift, messa
in relazione alla scena del film Harry
Potter e l’Ordine della Fenice in cui Grattastinchi
gioca con un Orecchio Oblungo guadagnandosi l’eterno rancore di Fred e
George. Ho cercato di costruire il pezzo seguendo più o meno le strofe che
avevo scelto come punti di riferimento, ergo la presenza di Ginny,
della felpa verde e così via. Un biscottino se c’eravate
già arrivati :D
Lo
so che è stupido, come pretesto per farla ridere... Ma a me l’immagine
di Hermione che difende Grattastinchi
soffiando come un gatto sa troppo di
fluff :3
Aya ~