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Autore: londra555    30/01/2012    8 recensioni
Universo parallelo. Questa volta Santana non ha problemi ad accettarsi. Cosa succede se chi si nasconde è Brittany?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Penultimo capitolo! E grazie a tutti!
CAPITOLO 18

Quando il treno si fermò alla stazione di Charlotte Brittany prese la piccola sacca che aveva portato con se e scese. Si guardò intorno e vide Josh che le andava incontro con un piccolo sorriso sul viso. Aveva uno sguardo strano, un misto tra tristezza e preoccupazione, la strinse con dolcezza. Brittany lo guardò confusa, era strano che lui non l'avesse baciata.
Si sedette nella macchina di Josh con un sospiro stanco. Aveva assolutamente bisogno di dormire per poter mettere in ordine i suoi pensieri e abbassare il livello di stress che si stava accumulando in lei. Quella cena a sorpresa non era l'ideale in quel momento. Avrebbe voluto essere nel suo dormitorio per cercare di convincersi ad andare a parlare con Santana!
-Josh mi spieghi perché i miei sono qui?
Il ragazzo spalancò la bocca stupito e le rivolse un'occhiata interrogativa.
-Cosa? Pensavo fosse un'idea tua questa cena! Mi hanno chiamato ieri dicendo che dovevamo festeggiare e che saresti arrivata stasera alla stazione.
-Ieri? Ma se mia madre mi ha chiamata solo oggi pomeriggio. Ho dovuto correre per prendere il treno! Mi ha parlato solo di una cena a casa tua. Pensavo l'idea fosse tua.
-No, non avrei mai potuto fare una cosa del genere con te in queste condizioni!
Brittany ebbe un sussulto e iniziò a sussurrare.
-Si, sai lo stress, gli esami che si avvicinano, sono molto stanca e...
-Britt! Smettila! - lui si voltò e le sorrise per tranquillizzarla, poi le prese la mano con dolcezza -Non c'è niente di cui ti devi scusare! Credo che dovremmo parlare, ma non adesso! Adesso cerchiamo solo di sopravvivere a questa cena!
Lei lo guardò con la coda dell'occhio mentre sentiva la sua stretta sicura che le dava un po' di coraggio e allentava, almeno un po', quel nodo che le stringeva la gola.
La casa di Josh era a poco meno di venti minuti di distanza dalla stazione. Una volta a casa il ragazzo tornò in cucina per preparare le ultime cose mentre Brittany apparecchiava la tavola. Non era particolarmente preoccupata, probabilmente la madre aveva vinto qualche premio annuale per il suo immancabile sostegno alle attività della parrocchia, o qualcosa del genere. Sospirò quando sentì il campanello e vide che Josh le sorrideva incoraggiante mentre apriva la porta.
Il signor e la signora Pierce stavano li fuori. Michael, il padre, aveva una strana espressione confusa, come se nemmeno lui fosse sicuro di sapere cosa ci faceva li. La signora Susan Pierce sorrideva come se non esistesse domani. Abbracciò Josh con foga chiamandolo “figliuolo” cosa che fece rabbrividire irrazionalmente Brittany. Poi il padre le si avvicinò guardandola con affetto e rivolgendole un sorriso.
Josh li fece accomodare a tavola e iniziarono a parlare del più e del meno e la signora Pierce sembrava particolarmente eccitata. Parlava allegramente e rivolgeva ampli sorrisi a Josh che guardava la sua fidanzata con la coda dell'occhio come a cercare una spiegazione allo strano comportamento della donna. E non era il solo visto che anche il signor Pierce sembrava perso e completamente fuori luogo.
Al momento del dolce Susan si alzò per prendere una bottiglia di champagne che aveva portato e Josh la aiutò prendendo quattro bicchieri.
-Allora finalmente è il momento di festeggiare!
Gli altri tre sollevarono un sopracciglio. Sperando che la donna spiegasse cosa stava succedendo.
-Ho parlato con il reverendo Talling!
Brittany sospirò, sapeva che c'entrava qualcosa la chiesa nella quale andava la madre, l'aveva fatta arrivare sin li solo per festeggiare qualche sua stupida, nuova, presunta “buona azione”.
-Abbiamo una data! Quest'estate, alla fine di agosto! L'ha fatto solo come favore personale per me perché la chiesa è praticamente prenotata sino al 2015 ma io ho insistito tanto, perché non sarebbe la stessa cosa all'aperto. Ho sempre sognato di vederti percorrere quella navata, tesoro.
Josh tossì fortemente cercando di non soffocarsi con lo champagne che stava bevendo, diventava più rosso ogni momento che passava. Brittany al contrario stava sbiancando pericolosamente, non poteva essere, ovviamente aveva capito male. La madre non stava parlando di quello che sembrava stesse parlando. Il signor Pierce guardò per un attimo la moglie con sguardo interrogativo poi si concentrò sulle reazioni dei due ragazzi davanti a lui. Quello che non gli piacque davvero fu lo sguardo terrorizzato della figlia. I secondi di silenzio che seguirono furono infiniti, ma poi la voce allegra di Susan, che non sembrava essersi accorta dell'atmosfera che si era creata o forse semplicemente non voleva, risuonò nella stanza.
-Ho parlato con tua madre Josh e mi ha detto che saresti entusiasta di sposarti. In fondo hai un lavoro e siete grandi abbastanza per poter mettere su famiglia come Dio comanda. Quindi ho deciso di farvi questa sorpresa! Non preoccupatevi per i preparativi, faremo tutto noi!
-Aspetta, vuoi dire che loro non sapevano niente? - domandò il signor Pierce con voce insicura – Non credi che è una cosa che dovrebbero decidere loro quando e se – mise enfasi nell'ultima parola – si sentano pronti e sicuri?
-Non essere sciocco Michael! Certo che sono pronti! Brittany deve sposarsi con l'uomo che ama. E cosa importa se si sposano tra otto mesi o tra tre anni! I ragazzi sono d'accordo!
-No!
La madre serrò le labbra con violenza tanto che quasi sparirono e si volto per guardare la figlia con occhi semichiusi.
-Non è il momento per fare i capricci ragazzina.
Brittany deglutì vistosamente e spostò uno sguardo impaurito verso Josh. Non voleva fargli male più di quanto già gliene aveva fatto in quegli anni. Si sentì incredibilmente colpevole e orribile. Ma non ne poteva più. Non poteva stare in silenzio. Non di nuovo. E che fosse quello che doveva essere. Josh che stava ritrovando il suo colorito naturale le rivolse un sorriso di affetto e di incoraggiamento che le spezzò un po' di più il cuore. Lui non si meritava quello che stava per fare. Si maledisse per non aver trovato la forza e il coraggio per farlo prima.
-Io non posso sposarmi con te, Josh. - gli disse ignorando totalmente la madre.
-Lo so. - rispose solo senza che il suo sorriso sparisse nemmeno per un attimo.
-Tu lo sposerai! - la signora Pierce si alzò come una furia e si avvicinò alla figlia.
-Io, non posso. Non sarebbe giusto. Io amo un'altra persona.
Lo sguardo della madre divenne di odio puro. Poi tutto fu abbastanza rapido. Susan sollevò la mano destra e l'abbassò con forza per colpire la figlia. Il signor Pierce scattò in piedi facendo cadere la sedia al suolo. Ma Josh fu più rapido e riuscì ad afferrarle il polso prima che potesse raggiungere il suo obbiettivo. Strinse con forza mentre si avvicinava il più possibile alla donna che aveva davanti e la guardava con furia.
-Non si permetta di colpirla. Non si permetta nemmeno di pensarlo. - fu un sussurro carico di rabbia.
-Susan! Come ti viene in mente? - Michael si avvicinò a Brittany come a proteggerla.
-Come mi viene in mente? Non hai sentito? Perché non chiedi a tua figlia di cosa sta parlando? Sapevo che avrei dovuto mandarti a curare quando ne ho avuto il sospetto!
-Di cosa stai parlando, Susan?
-Tua figlia è una maledetta degenerata! Ma ti farai curare, te lo dico io! Oppure puoi pure andare a vivere sui marciapiedi! Preferisco avere una figlia puttana piuttosto che saperti con quella la! E' lei vero?
-Aspetta, cosa? - il padre si voltò verso Brittany con aria interrogativa – Cosa sta dicendo tua madre?
Brittany lo guardò con le lacrime agli occhi.
-Io... io sono innamorata di una ragazza... mi dispiace...
Quando vide lo sguardo del padre indurirsi immediatamente capì che tutto era perduto. Abbassò lo sguardo sconfitta, non riusciva a sentire nient'altro che un soffocante senso di colpa per la sofferenza che stava causando a Josh.
Michael si voltò verso la moglie puntandole un dito contro e con uno sguardo che avrebbe spaventato chiunque. La donna fece mezzo passo indietro sorpresa.
-Tu sei una dannata fanatica! Era questo? Hai terrorizzato tua figlia a tal punto da farla nascondere e farla star male per cosa? Per la tua reputazione nella chiesa? - si voltò inginocchiandosi mettendo le mani sulle ginocchia di Brittany che lo guardava con la bocca aperta – Tesoro, perché non me l'hai detto? No, scusa è colpa mia! Non c'ero mai, non ho mai cercato di starti vicino. Sembravi così indipendente e forte. Dio, sono stato cieco. Mi dispiace.
Brittany non riuscì a fermare un singhiozzo e poi gli si lanciò tra le braccia.
-Josh, per favore puoi accompagnare Susan alla porta? Sono sicuro che è in grado di chiamare un taxi che la riporti in hotel o in Ohio o all'inferno. Non mi interessa.
Il ragazzo fece un sorriso soddisfatto e lasciò andare il polso della donna che ancora stringeva.
-Sarà un piacere signor Pierce! Signora credo che abbia sentito, non è una persona gradita qui.
La donna spalancò gli occhi sorpresa e provò a balbettare qualcosa. Ma Josh la accompagnò verso la porta con decisione. L'ultima cosa che sentì prima di uscire fu la voce del marito che la informava che avrebbe ricevuto i documenti del divorzio appena possibile.
Brittany non riusciva a parlare, non riusciva nemmeno a pensare. Sentì la mano di Josh che si posava sulla sua spalla e si voltò per guardarlo. Sembrava così sereno e tranquillo. Lei non riusciva a capire, in fondo aveva appena detto al suo fidanzato che era innamorata di una ragazza. Lui le sorrise.
-Signor Pierce, credo che accompagnerò Brittany alla Duke adesso.
Brittany spalancò la bocca.
-Cosa? Adesso? - chiese Michael alzandosi ma tenendo la mano della figlia.
-Credo che abbia delle cose importanti da fare li! Andiamo?
Allungò la mano e Brittany si afferrò a lui.
-Signor Pierce faccia come se fosse a casa sua!
-Brittany?
I due ragazzi si fermarono sulla porta per voltarsi.
-Si?
-Appena hai sistemato le cose vorrei conoscerla se per te va bene.
Brittany solo sorrise con ancora le lacrime agli occhi e annuì piano.


Durante il viaggio in macchina Brittany non sapeva cosa sentire. Non sapeva quale sentimento fosse più forte. Ma soprattutto non sapeva cosa dire. Josh, da parte sua, parlava del più e del meno come se fosse una giornata normale. Alla fine la ragazza sospirò.
-Mi dispiace. - gli disse voltandosi verso di lui.
Josh solo scosse la testa.
-No, Britt. Non esserlo. Anche a me dispiace per come sono andate le cose. Ma non poteva essere altrimenti.
-Ma io ti ho fatto soffrire e tu non lo meriti.
-Tesoro ascoltami. Non puoi chiedermi scusa per quello che senti, non si può scegliere di chi innamorarsi! E si, starò male, per un po' almeno. Ma non era giusto stare insieme. E poi davvero voglio che tu sia felice e sono sicuro che lo sarò anch'io. E sai di cos'altro sono sicuro? Che Santana ti saprà rendere felice! - fece una pausa come pensando qualcosa – Meglio per lei che lo faccia, so benissimo dove trovarla in caso contrario!
Brittany annuì con un mezzo sorriso. Poi si congelò.
-Santana? Aspetta come fai a...
-Fidati Brit, non è così difficile saperlo!
Fece uno strano sorriso e Brittany pensò che forse non stava raccontando tutto ma, in quel momento non le importava. In quel momento si sentiva troppo sollevata.
Il resto del viaggio si trasformò in una piacevole chiacchierata tra amici e fu incredibilmente rapido, anche per l'assenza quasi totale di traffico a quell'ora. Quando scesero dalla macchina Josh l'abbracciò.
-Vai da lei adesso?
-No! Hai visto che ore sono? Non voglio perdere le pochissime possibilità che ho perché l'ho fatta innervosire per averla svegliata nel cuore della notte!
-Oh non credo che tu abbia pochissime possibilità, anzi! Ma immagino che tu abbia in mente qualcosa!
Brittany annui.
-Si, credo che sveglierò qualcun altro per chiedergli consiglio.
Il ragazzo la strinse di nuovo, Brittany avverti la sofferenza che provava in quel momento e si stacco appena. Si guardarono un attimo poi lei si avvicinò per dargli un lieve bacio sulle labbra e sussurrare un appena udibile “grazie”. Non era abbastanza ma non aveva le parole per dirgli tutte le cose che sentiva. Non le avrebbe mai avute. Lui le sorrise.
-Vai a prenderla!
  
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