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Autore: Carla Volturi    30/01/2012    4 recensioni
Bianca, giovane pittrice ventitreenne conosce Cristiano, trentacinqueenne ufficiale di marina. Un incontro casuale...un amore folle e travagliato. Due vite diverse, cosi come ambizioni e prospettive. Che ne sarà di loro?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Buon pomeriggio a tutti! Vi lascio il  mio nuovo capitolo, spero vi piaccia! Come vedete ho postato una nuova foto, in cui oltre a Bianca e Cristiano vi sono Lucilla e Adriano (almeno per come li immagino io!)
Un bacio da Carla

CAPITOLO 16- FELICE E SODDISFATTO


POV. LUCILLA

Adoro svegliare mio marito la mattina con un dolce bacio sulle labbra. So che gli piace esser destato dal sonno in questo modo, quindi l’accontento. Luca dorme nel lettone a pancia sotto. La sua piccola mano sul viso. Ogni tanto sbadiglia. Sfioro i suoi capelli: mi ci sono voluti cinque anni per averlo e ora che è qui voglio godere ogni singolo attimo della sua vita. Vado in cucina per preparare il caffè. Spalanco la finestra, cosi da far entrare un po’ d’aria fresca. Sento bussare al campanello, tre squilli per la precisione. Sbuffo, sorridendo. Apro la porta e gli do un paio di buffetti. Ricambia il mio gesto. E’ particolarmente raggiante oggi. Lo vedo cosi felice e rilassato.
Siamo contenti e soddisfatti oggi?”, affermo, mentre appoggio sul tavolo i biscotti per la colazione.
Si”, risponde, portando le mani sotto la mascella.
L’osservo stupita. Inclino la testa: “Cri?”.
Che c’è?”, mi chiede. Mangia e beve il caffè.
Tu mi fai paura. Non ti ho mai visto cosi”: mi siedo di fronte a lui.
Non mi hai visto mai innamorato”, replica.
Entra in scena quel guastafeste di mio marito. Sgrana gli occhi. Batte le mani una contro l’altra: “Non ci posso credere. Tu eri il mio idolo”.
Sguardo severo contro Adriano: “Idolo, piantala!”.
E’ sconvolto: “Sei sempre stato un grande per me ed ora ti ho perso!”.
Io: “Adri vai a svegliare i bambini, che è meglio. Vedi se vogliono andare a mare”.
Ascolta la mia richiesta. Poi punta di scatto il dito contro mio fratello: “Macho man ti tengo d’occhio con Bianca”.
Scuoto la testa: “Non lo pensare. Piuttosto che mi dici di te e Bianca?”.
Incrocia le braccia: “E che vuoi che ti dica. Stiamo benissimo insieme, sto benissimo con lei. Parliamo, ci divertiamo…mi fa sentire uomo. Sono felice che non ci sia stato solo un colpo di fulmine tra noi, ma anche un vero e proprio coinvolgimento sentimentale”.
Porto la mano sotto il mento: “Se tu sei felice, lo sono anche io per te e trattamela bene, che è davvero una ragazza d’oro”.
Annuisce: “Lo so ed è per questo che spero che duri a lungo. Mi conosci abbastanza per capire che sto facendo sul serio con lei”. Riflette per qualche secondo: “Sai che faccio? Ora organizzo qualcosa sulla barca…magari la porto in qualche posto carino”.
Gli do un consiglio: “Che ne dici della grotta?”.
Già fatto!”, asserisce, mentre si alza.
Spalanco gli occhi: “Se hai portato Bianca li significa che sei proprio cotto di lei”.
Te l’ho detto! Vado, cosi preparo per dopo”: mi da un bacio sulla guancia.
Lo vedo scappare, con sguardo luminoso. Dopo anni finalmente è felice. Prima l’abbandono di papà, poi il suo ritorno, gli anni in accademia, i vari spostamenti dovuti al suo lavoro…si è quasi sempre trovato da solo, senza avere qualcuno accanto. Ed è per questo che capisco il suo attaccamento a Bianca: per la prima volta sente di appartenere a qualcuno e vuole che sia per sempre. Spero che sia realmente cosi…in caso contrario sono convintissima che ne soffrirebbe a morte.

POV. BIANCA

Sono da mezzora a gironzolare per casa. Mani nei fianchi. Fischio. Mordo le labbra: devo inventarmi qualcosa… per me e il mio Cristiano. Intendiamoci, nulla di trascendentale, solo qualcosa per stare insieme. Per trascorrere del tempo felici. Peccato che io stia qui da solo un mese, non sono molto esperta della zona. Metto il broncio: magari potrei chiamare Lucilla e chiedere a lei. Scuoto la testa: no, non mi va di disturbarla continuamente. Affondo nel sofà: mi limiterò ad un pranzetto fatto con le mie mani, nonostante la semplicità, so che Cristiano apprezzerà molto lo sforzo. Sorrido e penso a lui: è da quando abbiamo fatto l’amore che lo guardo con occhi diversi. E’ vero che è un bellissimo uomo, ma ora come ora poco ci bado alla sua fisicità. Quando lo sfioro, quando lo bacio, quando lo sento mio tra le mie braccia mi rendo conto di avere una persona diversa da prima. O forse sono io ad esser cambiata nei suoi confronti. O sono i miei sentimenti a condizionarmi. Bhè se è cosi, che ben venga: non c’è cosa piu’ bella che abbracciare il proprio uomo e fargli capire quanto lo ami. Perché io amo tutto di lui: le sue mani, la sua pelle, i suoi sorrisi, quel modo strano di dormire con due cuscini, uno a destra e uno a sinistra, il prendermi in braccio prima di metterci a letto, le sue battute. Ho notato che quando si sveglia ha due diverse risate: la prima accennata, poiché ancora preso dal sonno, la seconda generosa, subito dopo aver bevuto il caffè. Il mio Cristiano…il mio uomo.
L’orologio segna le undici in punto. Sarà meglio uscire per la spesa. Oggi niente motorino: voglio godere a pieno del magnifico sole, della magnifica giornata. Apro e chiudo la porta dietro le mie spalle. Fisso la staccionata in legno: prima o poi l’aggiusterò e credo che Cristiano mi aiuterà ben volentieri. Già fremo sol pensando ai suoi muscoli contratti dallo sforzo. Ha la capacità di farmi impazzire. Cammino per il breve vicoletto di casa mia, giro verso destra ed urto contro qualcuno. Mi abbraccia: “Ti volevi già liberare di me?”.
Sorrido e scuoto la testa: “No mai amore. In realtà…”.  Stavo quasi per rivelargli tutto.
Con sguardo furbetto mi dice: “In realtà cosa?”.
Alzo gli occhi al cielo: “Volevo farti una sorpresa. Niente di che, solo un pranzo insieme”.
Mi da un bacio sulle labbra: “E ti pare poco? Comunque anche io avevo in mente qualcosa di speciale: avevo pensato alla barca”.
Umm magari potremo unire le cose, facendo un pranzo veloce sulla barchetta, che ne dici?”, affermo, portando le mie mani dietro la sua schiena.
Aggiudicato!”, risponde, voglioso delle mie labbra.
Come siete carini. Ma dimmi un po’ Cristiano la verginella qui presente non ti ha dato ancora niente?”: la domanda squallida, cattiva, impertinente viene posta al mio uomo da quella stessa donna della festa. Alta, mora, con fare da diva, ci osserva con sorriso malizioso sul viso. Cristiano diviene rosso dalla rabbia, ho come l’impressione che voglia darle un calcio nel sedere, cosa che farei molto volentieri anche io. Precedo la sua reazione, poggio la mano sul suo petto  e mi rivolgo alla sconosciuta: “Non deve interessarti ciò che facciamo”.
Tanto rientrerai facilmente nella sua lista”, afferma ridendo di gusto.
Cristiano non si contiene: “Se proprio vuoi saperlo tu fai parte della lunga lista, lei è una cosa a parte. E’la mia fidanzata e ora smamma, che sei ridicola”.
Scuote i capelli: “Addirittura fidanzato?”. Lo guarda schifata: “Che delusione che sei Cristiano Scala. Ti preferivo nella veste da bello e impossibile”.
Si avvicina a lei: “Io non ti ho mai preferito. Vattene e fai finta che non mi hai mai conosciuto”.
La ragazza si allontana immediatamente. Cristiano la fissa con occhi iniettati di sangue. Si volta verso di me. farfuglia qualcosa, ma lo precedo: “Non è niente”. Gli accarezzo il viso, sorridendogli. Lo vedo calmarsi. Lo vedo ritornare il Cristiano di dieci minuti fa. Sussurro al suo orecchio: “Sono felice con te”. Lo sono davvero tanto: è la prima volta che lo sento parlare di me come la sua fidanzata.
Decidiamo di ritornare a casa. Forse è meglio cosi, Cristiano è un tantino nervoso.
Apro la porta. Entriamo. Gironzola per il lato cucina. Inclina la testa. Sbuffa seccato. Mani nei fianchi.
Cri’?”: lo chiamo per catturare la sua attenzione.
Corre da me. Poggia le sue mani sul mio viso: “Te lo giuro, io ti amo”.
Rido: “Non c’è bisogno che mi rassicuri”.
Mi stringe a sé: “Impazzirei se ora ti perdessi”.
Scompiglio i suoi capelli: “Non accadrà, stai tranquillo”.
Restiamo per l’intera giornata sul divano: io distesa con la schiena contro il bracciolo, lui su di me, con il busto cinto dalle mie braccia. Mi stringe forte. Si addormenta. Gli do un bacio sulla fronte e l’accarezzo. Annuso l’odore dei suoi capelli. Osservo le sue labbra carnose, i suoi occhi chiusi, le sue spalle possenti. Le nostre gambe incrociate. Le sue mani sul mio ventre. Ogni tanto si muove, sfioro la sua pelle e capisce che sono li con lui. Per lui. Sono sincera: non avrei potuto organizzare momento piu’ dolce e romantico di questo. Poco conta l’effetto sorpresa, l’importante è che ci sia lui…il mio Cristiano!.
  
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