Soul
pensava
davvero che Maka fosse cambiata, poiché non riusciva a
spiegarsi come mai
tollerasse maggiormente alcuni suoi atteggiamenti, probabilmente la
ragazza
ricambiava davvero i suoi sentimenti. Quell’accenno di un
primo appuntamento
gli era piaciuto parecchio, poiché aveva scoperto un aspetto
della sua compagna
che fino ad ora lei non gli aveva mai mostrato, la dolcezza.
L’albino
desiderava davvero che Maka comprendesse quanto profondo fosse il
sentimento
che provava per lei, perciò se doveva organizzarle un primo
appuntamento degno
di questo nome, avrebbe dovuto agire con stile, se proprio doveva
perdere la
faccia, almeno l’avrebbe persa con dignità e da
maschio cool, come era solito
definirsi. Era quello che più innervosiva Maka,
evidentemente quello era uno di
quegli atteggiamenti che lei reputava infantili e che le facevano
dubitare
seriamente di aver compiuto la scelta giusta restando a Death City al
suo
fianco. L’unico con cui si confidava era forse la persona
meno adatta, eppure
lui era stato il primo a capire che tra lui e la sua meister
c’era qualcosa di
più di una semplice amicizia.
Non
si sarebbe mai
aspettato che un giorno la sua ancora di salvezza in quella situazione
sarebbe
stato proprio lui, quello che gli aveva creato parecchi problemi,
ovvero
l’incarnazione della sua follia, il diavoletto rosso in
doppio petto. A volte i
suoi consigli non erano molto utili, infondo era pur sempre il sangue
nero, ma
in certe occasioni i suoi consigli gli erano davvero utili. Lui lo
aveva
soprannominato Antuan, poiché gli ricordava molto il suo
insgnante di piano di
quando era bambino. Il diavoletto non gradiva affatto, così
gli rivelò che il
suo nome era Red e non voleva assolutamente essere chiamato con un
altro nome
che non fosse stato quello. Non sopportava di essere trattato quasi
come un
animale, lui infondo era un essere vivente, non umano, ma vivente e
voleva
essere considerato come tale. Egli non riusciva a spiegarsi come Soul
potesse
essere così tonto, se voleva stupire Maka doveva
organizzarle qualcosa di
eccezionale, e chi meglio di lui poteva aiutare Soul in
quell’impresa, che
pareva essere impossibile data l’ottusaggine del suo
“coinquilino”.
Il
consiglio di Red
lo aveva sconvolto, ma era davvero cool. Gli sarebbe bastato soltanto
chiedere
il simmetrico aiuto di quella zebra
fissata con la simmetria, pieno di soldi e soprattutto molto influente
e
finalmente avrebbe potuto invitare Maka a cena fuori in uno dei
migliori
ristoranti della città, il Deathourant. Nessuno riusciva ad
ottenere un tavolo
in terrazza, se non dopo mesi di attesa, ma grazie al figlio del Sommo
Shinigami, quel tavolo lo avrebbe ottenuto subito. Quando si
recò alla Villa
del Patibolo, rimase scioccato, poiché infuriava una
battaglia di cuscini tra
le sorelle Thompson e Ragnarock, che sotto minaccia, aveva costretto la
povera
Crona a partecipare a quella stramba sfida. Kid dal canto suo era
sconvolto e
Black*Star che lo prendeva in giro, sottolinenando la totale assenza di
simmetria presente in quell’ambiente, non contribuiva di
certo a migliorare la
situazione. Infatti Tsubaki non era presente lì per vegliare
sul proprio ragazzo,
infatti era in biblioteca con Maka per terminare un progetto
extracurricolare
assegnato loro dal professor Stein e dalla professoressa Marie, sulle
origini
di Death City.
Soul
rimase scioccato,
quando Kid tra i suoi tanti deliri, avvenuti in camera sua, unico posto
dove la
simmetria era rimasta immutata ammise di voler fare
un’importante proposta alla
sua amata. I tre erano stati costretti a
rifugiarsi in camera dello Shinigami, poiché quello era
l’unico luogo dove la
simmetria non era stata infranta. Proprio in quella stanza, davanti a
lui e
Black aveva confessato di voler organizzare una grande festa per
festeggiare il
suo fidanzamento con Crona. Infatti il
giovane Dio della morte, voleva chiederle di sposarlo,
poiché data la forza del
loro amore, lui riteneva che chiederle di diventare la sua compagna per
la
vita, fosse la scelta giusta. L’albino non riusciva
a comprendere come
fosse nato quell’amore strampalato, ma erano pur sempre
entrambi suoi amici e
se si amavano era giusto che compissero quell’importante
passo.
Forse
non era molto
corretto, ma era decisamente il momento giusto per chiedergli quel
dannato
favore, perché oramai la sua priorità
era solo la felicità della sua amata
Maka. Così con molta calma e pazienza,
rassicurò l’amico per poi
chiedergli: “Senti Kid, ho un enorme favore da chiederti e ho
bisogno che tu
acconsenta. Lo so non è il momento giusto, ma è
necessario che tu mi presti
attenzione e che mi dia il tuo aiuto. Solo tu puoi risolvere questo
problema!”.
Il giovane dai capelli corvini e gl’occhi d’ambra,
rimase un po’ perplesso, per
poi rispondere all’amico dicendogli: “Non
preoccuparti Soul! Dimmi pure, farò
il possibile per aiutarti, siamo amici e tra amici è normale
darsi una mano
quando serve. Perciò chiedimi pure questo favore e io
farò il possibile per
aiutarti!”. L’albino abbracciò forte
l’amico per poi chiedergli: “Kid il favore
è questo: Ho bisogno che tu mi prenoti un tavolo al
Deathourant, per domani
sera, possibilmente sulla terrazza. Lo so che sono un approfittatore,
ma è
molto importante che tu mi aiuti. Qui non si tratta di me, ma di Maka.
Voglio
offrirle un vero primo appuntamento coi fiocchi. Lei crede che io non
sia
serio, vorrei solo poterle dimostrare che si sbaglia, perciò
ho bisogno del tuo
aiuto!”.
Kid
accettò
immediatamente di aiutare Soul, così chiamò il
ristorante e prenotò il miglior
tavolo possibile per i suoi amici. Doveva assolutamente aiutarli, solo
così la
sua amata Crona sarebbe stata fiera di lui. La sua dolcezza e le sue
premure
erano per lui il dono maggiore che potesse ricevere, per questo voleva
donare
alla sua compagna la più grande felicità
possibile, perché solo così sarebbe
stato felice anche lui. Quella sera sarebbe stata la migliore in
assoluto,
aveva riunito i suoi amici per un’occasione speciale, che
però si era premurato
di tenere nascosta alla sua amata. Voleva che per lei fosse
un’immensa sorpresa
quella proposta di matrimonio. Doveva assicurarsi che fosse tutto
perfetto e
degno di lei, che aveva reso la sua vita decisamente
più simmetrica e degna di essere vissuta, ma soprattutto il
suo merito maggiore
era stato quello di renderlo per la prima volta completo.
Ammirava
la sua
decisione e la sua dolcezza, soprattutto perché con quella
rivelazione, le
aveva decisamente migliorato la giornata. Lo studio e le faccende di
casa erano
faticosi, ma quella notizia le aveva decisamente migliorato la
giornata. Non
solo quella sera avrebbero festeggiato il fidanzamento della sua
più cara
amica, ma soprattutto la sera successiva avrebbe cenato nel miglior
ristorante
della città. Tutto grazie a lui. Maka non sarebbe mai potuta
essere più felice
di com’era quel pomeriggio. Dopo aver ricevuto la splendida
notizia da Soul lo
abbracciò come mai prima di allora e l’albino
rispose di conseguenza, prendendola
fra le sue braccia e rubandole un bacio a fior di labbra.
La
serata era stata
piuttosto tranquilla, e Kid si era premurato di chiedere a Crona di
sposarlo,
senza che nessuno li intralciasse. Per Kid quello era un passo
importante e
conoscendo la sensibilità e la timidezza della sua
fidanzata, la accompagnò in
camera sua e dolcemente le propose di sposarlo. Inizialmente la meister
dai
capelli rose ebbe un attimo di puro terrore, poiché non
sapeva come comportarsi
in tale circostanza, ma poi intervenne la sua arma, nonché
scurrile ed
irascibile “coinquilino” a risolvere la situazione.
Non gli ci volle molto per
convincere la sua partner, che se era
attratta dalla fottutissima zebra fissata colla simmetria, era giusto
che
accettasse di sposarlo, se lei era innamorata di lui perché
avrebbe dovuto
essere terrorizzata dall’idea di sposarlo? La
giovane comprese quale fosse
il suo desiderio ed accettò la proposta dello Shinigami, che
mai prima d’allora
era stato così felice.
Il
mattino dopo il
risveglio era stato tranquillo per tutti o per quasi tutti. Infatti
Soul si era
svegliato cadendo dal letto, accompagnato da una serie di rumori
molesti
provenienti dalla cucina. Svegliarsi in quel modo era decisamente poco
cool,
soprattutto per il genere di sogno che aveva fatto. La sua mente aveva
immaginato di poter osservare la piccola Maka in desabigliè,
senza essere
disturbato. La sola idea per lui rappresentava un’utopia, sia
per la visione
“celestiale” che per il trattamento alquanto
doloroso che avrebbe ricevuto dall’oggetto
delle sue attenzioni, o meglio dalla persona a cui rivolgeva le proprie
attenzioni. Infatti in sogno, veniva scoperto e malmenato per poi
essere
spedito con un calcio fuori dalla finestra. Osservata la sveglia che
riportava
le 12 in punto, si arrese all’idea di doversi alzare e
raggiungere la cucina
per scoprire cos’altro, oltre alla caduta avessero rovinato
il suo sonno.
Quando entrò in cucina, per poco non gli venne un colpo.
Maka
era appena
tornata da un’estenuante corsa di 5 kilometri, per poter
scaricare le troppe
energie accumulate in quei giorni. Era tardi e doveva incominciare ad
organizzarsi per il pranzo, altrimenti Soul al suo risveglio, che
probabilmente
sarebbe avvenuto entro un’ora circa, non avrebbe trovato
nulla in tavola.
Conoscendo il suo coinquilino, sapeva che quando dormiva fino a tardi
si
svegliava sempre molto affamato e pretendeva di poter almeno iniziare a
mettere
qualcosa sotto i suoi denti aguzzi da squalo. Così stanca e
sudata, con addosso
solo una corta canotta nera, che le
lasciava scoperto l’ombelico, e dei semplici leggins bianchi leggermente trasparenti, lunghi fino a
poco sotto il ginocchio, stava iniziando ad organizzarsi per il pranzo.
Mentre
era intenta a sistemarsi, si sentì improvvisamente stringere
da dietro. Il
calore di quella stretta misto alla dolcezza ed al profumo di menta
erano dei
chiari indizi su chi la stesse abbracciando. Ogni volta si stupiva
della
dolcezza di Soul, ma in quell’occasione più che
stupirsi per le attenzioni che
le rivolgeva, si sorprese più di quanto si fosse mai
immaginata quando il suo
sguardo smeraldino incrociò quello fiammante di lui. Il suo
viso andò a fuoco
quando si accorse che l’albino addosso aveva solo un paio di
pantaloncini da
basket neri.
Vestita
così Maka
era davvero sensuale, gli faceva un effetto totalmente diverso dal
solito.
Sensuale. Quel termine accostato a Maka per tanti anni gli era parso
assurdo,
ma ora non era poi così inverosimile. Era cresciuta e anche
parecchio e le sue
curve erano tutte al punto giusto. Il leggins bianco semi trasparente e
la
canotta, che lasciavano intravedere le gambe ed il decoltè
della ragazza, erano
decisamente uno spettacolo molto gradito per gl’occhi
dell’albino. Non
resistette alla tentazione e la abbracciò da dietro, per poi
stringerla
sensualmente tra le sue braccia. La reazione della ragazza lo fece
ghignare di
soddisfazione. Era arrossita come un pomodoro. Voleva riuscire a far
comprendere a Maka quanto desiderio nutrisse nei suoi confronti.
Consocendo la
sua partner, sapeva di dover procedere con i piedi di piombo, in quanto
non
solo lo avrebbe riempito di botte, gli avrebbe dato anche del maniaco
pervertito ed allora la situazione sarebbe stata irrisolvibile. Quella
era
un’opzione decisamente poco cool. Così decise di
mettere a suo agio la ragazza
che stringeva tra le braccia, baciandola prima dolcemente e poi quando
ebbe
sondato la possibile reazione della compagna, divenne più
passionale.
Una
volta separatisi, le
rivolse un dolce
sorriso e la posò in piedi di fronte a lui. Messa
giù la compagna le si
avvicinò e le sussurrò con voce roca, ma con
un’evidente dolcezza ed una punta
di sensualità, mista ad un pizzico di malizia le disse:
“Sai Maka, devo
ammettere che vestita così non sei niente male! Devo
ricredermi, allora un po’
d’attrattiva ce l’hai anche tu a quanto vedo. Le
gambe e il sedere di
sicuro. Sai, mi
sbagliavo, infondo non
sei messa così male, dovrò rivedere le mie
considerazioni, non sei più una senza-tette!”.
Detto ciò le baciò una guancia e filò
dritto in camera sua a rifare il letto ed
a riordinare la stanza.
Maka
rimase senza
parole quando Soul la lasciò rossa in volta e totalmente
sconvolta, per
andarsene in camera sua. Assurdo, semplicemente sconvolgente. Da quando
Soul
era così strano nei suoi
confronti. Era
la prima volta che le si rivolgeva così. Gatta ci
covava, qualcosa gli era
successo e lei doveva scoprire la causa di quello strano comportamento
del
ragazzo. Se di gatti si doveva occupare, c’era solo uno di
loro, o meglio una
di loro, che sebbene a malincuore, le avrebbe fornito le risposte che
cercava.
Blair. La colpa era sua, o meglio, lei era l’unica che poteva
darle una mano in
quella bizzarra situazione che si era verificata poc’anzi.
Non avrebbe mai
pensato di rivolgersi proprio alla sua coinquilina, ma a mali estremi
occorrevano estremi rimedi. Quello di Soul era un male estremo che
andava
drasticamente corretto, perciò la sua unica scelta era
quella di rivolgersi
alla stregatta. Non l’aveva mai considerata
un’amica, anzi era stato a causa
sua se Soul ci aveva impiegato molto più del previsto per
diventare una Death
Scythe. In quel caso però una sua consulenza
l’avrebbe aiutata non poco a
gestire quella situazione complicata.
Blair
dopo
un’estenuante serata di lavoro ed una nottata trascorsa ad
intrattenere la
Falce della Morte, era davvero esausta ed in barba
agl’impegni si era
addormentata. Era consapevole che al suo risveglio Maka se la sarebbe
presa a
morte con lei, ma era preferibile dormire e non fare danni, piuttosto
che
distruggere tutto con la stanchezza addosso. Sfortunatamente il suo
sonno fu
interrotto da un profumino, che però le provocò
un immenso sorriso. Infatti sul
tavolino del salone erano stati sapientemente serviti da Maka una
ciotola di
latte fresco e un piatto di sardine, le pietanze predilette dalla gatta
nera.
Riprese la sua forma umana per gustare meglio lo squisito pranzetto che
le era
stato servito dalla sua coinquilina, che qualche secondo dopo comparve
dinnanzi
a lei con un’espressione alquanto sconvolta. Era raro vederla
con quell’espressione,
perciò la invitò cordialmente a sedersi accanto a
lei affinchè le rivelasse
cosa la tormentava.
Maka
non aveva mai
considerato Blair come una possibile confidente, ma in quel caso era
l’unica su
cui potesse contare. La ragazza dai capelli viola, conosceva bene Soul
e sapeva
come interpretare i suoi svariati atteggiamenti. Il tempo in cui
l’aveva odiata
perché rappresentazione del suo fallimento e per la sua
mania di corteggiare
l’albino, si era concluso da un po’ di anni. Dopo
l’esperienza del libro di
Eibon l’aveva vista sotto una luce diversa. I suoi costumi
erano
discutibilissimi e la strana relazione che aveva con Spirit non
migliorava la
considerazione che aveva di lei, ma nonostante ciò
l’aveva accettata per ciò
che era. Blair domandò alla piccola bionda cosa la turbasse:
“Maka-chan, che ha
combinato Soul-kun stavolta? Dalla tua espressione direi qualcosa di
grosso!”.
Ovviamente la strega felina aveva perfettamente centrato il punto, ma
come al
solito la maestra d’armi cercò di portarla fuori
strada: “Cosa ti fa pensare
che c’entri lui?”. Sarebbe stata convincente se il
suo viso non si fosse tinto
di un delizioso rosso fragola, che strappò a Blair un
sorriso divertito: “Ok
Maka-chan, adesso ti decideresti a dirmi che ha combinato
Soul-kun?”. La
ragazza dagl’occhi verdi si arrese alla coinqulina felina e
le raccontò per
filo e per segno quanto accaduto prima: “Mi ha mandata in
confusione! Mi ha
abbracciata da dietro, mi ha sollevata e poi mi ha baciata in modo poco
consono. Fin qui è abbastanza normale trattandosi di quel
tonto! Quello che ha
detto dopo mi ha scioccata! Ha detto qualcosa del tipo… Sai Maka, devo ammettere che vestita
così non sei niente male! Devo
ricredermi, allora un po’ d’attrattiva ce
l’hai anche tu a quanto vedo. Le gambe
e il sedere di sicuro. Sai,
mi
sbagliavo, infondo non sei messa così male, dovrò
rivedere le mie
considerazioni, non sei più una senza-tette!”.
Blair
aveva
immediatamente compreso il significato delle parole
dell’albino, infondo non ci
voleva molto per trovare la risposta. Soul era attratto da Maka, ma
questo lei
lo aveva sempre saputo, l’unico problema era
l’evoluzione di quella sensazione.
Già, l’albino voleva che la sua partner si
sentisse apprezzata e potesse
percepire tutto l’affetto che nutriva nei suoi confronti e
quanto
effettivamente la desiderasse accanto. Così la risposta che
doveva alla sua
coinquilina non si fece attendere: “Semplice Maka-chan! Io
non gli ho fatto
nessun incantesimo, quella che lo ha stregato sei tu! E’
attratto da te carina!”.
Dopo aver chiarito alla ragazza accanto a lei il suo dubbio,
scoppiò in
un’altra sonora risata quando il viso di lei andò
a fuoco e le si rivolse in
malo modo: “Ascoltami gatta dei miei stivali, sono stufa di
te! Ho accettato
che tu abbia avuto una strana relazione con Soul, sopporto di vederti
accanto a
mio padre, mentre fate i vostri strani giochetti, ma questo non lo
tollero! Fa
tornare Soul normale o giuro che entro domani ti caccio di
casa!”. Maka era
proprio cieca, a tal punto da non riuscire nemmeno ad accorgersi dei
sentimenti
del ragazzo che tanto le stava a cuore. A chiarire la faccenda
ulteriormente
c’avrebbe pensato lui.
Maka
entrò in bagno
sbattendo la porta molto violentemente. Proprio non sopportava quei
loro
atteggiamenti. Negl’ultimi tempi si domandava se avesse fatto
bene a restare a
Death City accanto a lui, piuttosto che servire Shinigami a Londra,
istruendo
una nuova arma senza maestro che aveva tutten le carte in regola per
diventare
una Death Scythe. Era stata stupida come sua madre, poiché
aveva preferito
l’amore al lavoro. Mentre era sotto la doccia,
scippiò in un pianto di rabbia.
Perché Soul doveva essere così idiota,
perché non cercava di essere più chiaro,
ma soprattutto perché continuava a prenderlo in giro, era un
mistero. Non era
mai stata sfiorata dall’idea che Soul avesse apprezzato i
cambiamenti fisici
che aveva subito nel corso del tempo. Ripensando alle parole di Blair
dubitò di
se stessa e le lacrime di rabbia sgorgarono più forti.
Possibile che non
riuscisse a fidarsi di Soul? Lei lo amava allora perché
dubitava delle sue
parole? Possibile che non riuscisse ad accettare l’idea che
gli piacesse
relamente? Di quei suoi dubbi in futuro avrebbe riso assieme al diretto
interessato, perché tanti altri sarebbero stati i dolori, ma
con essi ci
sarebbero state le gioie. Ma di questo narreremo quando sarà
il momento
opportuno, per ora basti sapere che una volta uscita dalla doccia Maka
decise
di ignorare quanto accaduto e riprendere a rapportarsi con Soul
normalmente.