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Autore: Corinne_Tizy    09/09/2006    2 recensioni
La storia inizia esattamente da dove terminava la settima serie di Buffy. Unica variante, Anya non è morta. All'improvviso accade un evento particolare, l'amuleto che Spike indossava nella bocca dell'inferno, spunta fuori dal centro del cratere, e Buffy si ritrova a tenere fra le braccia un bel bimbo biondo che sembra essere uscito proprio dallo stesso amuleto. Il bimbo è avvolto nello spolverino di Spike, dunque potrebbe essere lui. Lo è? Se leggerete questa storia lo scoprirete, e scoprirete le avventure che il piccolino dovrà affrontare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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baby Spike capitolo 5 Capitolo cinque: Biscotti?


Il mattino seguente, Buffy si svegliò di buon umore, soprattutto perché sentiva vicino a sé il calore del corpicino di baby Spike, ancora profondamente addormentato. Sorrise nel vedere come si era accucciato accanto a lei, ed alzando leggermente la testa, vide che anche Dawn, dormiva ancora, tendendo un braccio, come a proteggere il frugoletto.

Rilassandosi di nuovo contro il cuscino e guardando un raggio di sole, che penetrava dalla finestra, si costrinse a rivedere nella mente, la conversazione che aveva avuto la sera precedente, con Angel. Non gli piaceva doverci ripensare, ma c’erano cose che erano state dette, che ora che non era più stanca, ma riposata e serena, poteva analizzare. C’era qualcosa di strano in alcune frasi che Angel aveva esclamato, se ne era accorta immediatamente, ma non aveva avuto la forza di approfondirle.

Facendo uno sforzo mentale, richiamò a sé, ogni anche più piccola immagine, di quella spiacevole conversazione. Era cominciata subito male, fin da quando era uscita dal bagno, e aveva chiesto ad Angel, di seguirla fuori dalla camera. Seppur evidentemente contrariato, lui aveva accettato.

***************

<< Adesso mi spieghi che storia è questa. Spike è diventato un bambino umano e tu hai affermato di amarlo. >> l’aveva assalita a muso duro non appena erano usciti dalla camera.

<< E così non lo amavi, vero? Lui era solo nel tuo cuore!? Ed io…come uno scemo, sono rimasto lì ad ascoltare i tuoi vaneggiamenti su l’impasto per biscotti che eri….e che non eri ancora cotta! >> aveva aggiunto, quasi urlandoglielo in faccia.

<< Avrei dovuto capire subito, che preferivi lui a me, quando hai scelto lui per starti accanto nella lotta. Dio, come sono stato stupido. Era solo un modo per mandarmi via, illudendomi con false speranze, non è vero? >> urlò ancora, prendendola per le spalle e scotendola con forza.

Se Buffy all’inizio si era “quasi” sentita in colpa, vedendo la sua furiosa reazione, mano a mano che lui parlava, sentì crescere dentro di sé una rabbia cieca. Dandogli uno spintone che lo spedì violentemente contro il muro di fronte, lo affrontò con gli occhi che brillavano d’ira.

<< Tanto per cominciare, io non ti devo nessuna spiegazione. Dopotutto sono passati  molti anni da quando le nostre vite hanno preso direzioni diverse. E di questo devi ringraziare solo te stesso, non fui io a decidere di troncare la nostra relazione. Resta il fatto, che è andata così…ed ora non hai nessun diritto di comportarti come un fidanzato geloso. >> gli sbatté in faccia, senza preoccuparsi se le sue parole lo avrebbero ferito o no.

Angel cercò di riprendere la parola, ma Buffy continuò imperterrita.

<< Il signorino si sente preso in giro, per delle cose che ho detto? Beh…la vuoi sapere una cosa? Erano vere…e al tempo stesso non lo erano. Ho capito come stavano le cose solo questa mattina, nella bocca dell’inferno. Tu non hai idea di quello che ho passato nelle ultime ventiquattro ore. >> gli gridò furibonda.

<< E tu che ne sai, di ciò che è stata la mia vita negli ultimi anni? Di quello a cui sono stato costretto a rinunciare? A mio figlio, ai miei ideali, e tutto per cercare di fare la cosa giusta. >> gridò a sua volta Angel, non meno arrabbiato.

<< Ed ora vengo a sapere che anche l’ultima speranza che avevo di avere una vita normale, se ne è volata via….è ormai chiaro che è stato Spike ad ottenere lo Shanshu, e anche te…a quanto sembra. E questa volta, sei stata tu a prendere la decisione che mi ha privato di ogni cosa. >> aggiunse frustrato, dando un pugno nel muro alle spalle di lei.

<< Oh, è per questo allora che sei arrabbiato veramente! Perché non ho scelto te come campione. La vuoi sapere una cosa? Se l’ho fatto avevo le mie buone ragioni! Hai ragione…io non so cosa tu abbia fatto in questi anni, tu non eri accanto a me…ad aiutarmi, ma Spike invece c’era, lui c’è sempre stato. >> disse Buffy con un tono più calmo.

Improvvisamente si era di nuovo sentita addosso tutta la stanchezza e aveva lasciato che le spalle le si afflosciassero. Angel aveva immediatamente percepito il suo cambiamento di umore, ma prima che potesse dire o fare qualcosa, lei riprese a parlare con voce stanca.

<< Senti, non ho voglia di litigare…sono esausta. Se mi ascolterai senza interrompere, cercherò di spiegarti come sono andate le cose, altrimenti puoi scordartelo, perché non vedo l’ora di andare a dormire. >>

<< Parla. >> disse Angel sospirando.

<< Quando ti dissi che Spike era nel mio cuore, non mentivo. E’ solo che… l’ultimo anno è stato così…stressante, che non riuscivo a leggere dentro me stessa, non avevo il tempo materiale per farlo, ed ero così confusa. La notte prima che tu arrivassi a Sunnydale, io e Spike avevamo dormito insieme….e per dormito intendo proprio “dormire”, nient’altro. Io ero depressa, senza forze, perché gli altri mi avevano voltato le spalle, è una lunga storia che ha che fare con l’occhio ferito di Xander, ed ora non starò a raccontartela. Comunque sia, ero stata allontanata dal gruppo, Spike era fuori città quando è successo e al suo ritorno, mi subito cercata. Mi ha trovato in una casa, dalla quale avevo fatto sloggiare il suo legittimo proprietario. Noi abbiamo parlato, lui mi ha detto delle cose che non scorderò mai. Stava quasi per andarsene quando io l’ho fermato, avevo bisogno di conforto, del suo conforto. Lui mi era stato sempre accanto negli ultimi anni ed è stata l’unica persona, che sia mai riuscita a comprendermi fino in fondo. Mi fidavo e mi fido di lui come di me stessa, ecco perché ho scelto lui per starmi accanto nella battaglia, sentivo di aver bisogno del suo appoggio, della forza che riusciva a trasmettermi. Ti dissi che non sapevo ancora chi ero e cosa volevo, ed era vero, non lo sapevo, ma l’ho scoperto nel momento in cui ho di nuovo visto la morte in faccia, la mia faccia, che il Primo usava per prendermi in giro. In quel momento ho capito tante cose. Che quello che mi spingeva a combattere, non era solo un obbligo che mi era stato imposto dal destino. Essere la prescelta, la sola…IO volevo combattere, IO volevo distruggere con tutte le mie forze quell’essere, non la cacciatrice, ma la donna! E quando ho visto Spike, avvolto nella luce di quel maledetto gingillo, che stava distruggendo ogni cosa, ho anche capito chi era che volevo nella mia vita. Il solo che non mi avesse mai abbandonato, il solo che fosse riuscito a capirmi meglio di me stessa. Io avevo bisogno di lui, lui non era semplicemente nel mio cuore, lui “era ed è” il mio cuore, io lo amo. Quando ho preso la sua mano…quando le nostre mani unite,  ed hanno preso fuoco…ho capito tutto questo. Io non ero più un impasto per biscotti, ma ero pronta per uscire dal forno. La situazione sembrava disperata, quella forza che stava distruggendo tutto, stava distruggendo anche lui, stava lasciandomi, sacrificando la sua vita per salvare me e il mondo intero. Ma io sentivo che non era così, sentivo che non poteva finire così! Sentivo che sarebbe tornato da me, e ho trovato la forza per dirgli che lo amavo. E la vuoi sapere una cosa buffa? Lui non mi ha creduta, mi ha mandato via. Ed io l’ho fatto, sono scappata, ma solo perché ero certa che sarebbe tornato da me. E lui non mi ha deluso, è tornato! Ed ora la sola cosa che voglio, è fare in modo che torni normale, ecco perché siamo venuti qui, per saperne di più su quella maledetta profezia e su come possa aver influito l’amuleto!>> Buffy aveva parlato lentamente, fissando un punto lontano.

Angel era stato in silenzio, ad ascoltare quella lunga spiegazione, sentendo un dolore sordo nel petto, in quel cuore che non batteva, che aumentava mano a mano che lei parlava. Quando lei finalmente rimase in silenzio, non riuscì a trattenere un gemito.

<< Dunque, la colpa è solo mia…ho sbagliato, ho sbagliato a lasciarti…..ho sbagliato a venire a Los Angeles. Se solo fossi rimasto al tuo fianco, ora ci sarei io al posto di Spike, invece eccomi qui, incatenato mani e piedi in una situazione in cui non vedo una via d’uscita.>> ammise a capo chino, con la voce densa di dolore.

<< Penso che tu sbagli a pensarla così. Non possiamo sapere cosa sarebbe successo se avessimo fatto delle scelte diverse, è come mettere un dito nella piaga e rigirarlo per ottenere maggior dolore. Ti prego Angel non farlo, non torturarti in questo modo, piuttosto cerca di farti forza, è andata così, non credo che ci sia altro da dire. >> sussurrò Buffy con un tono di voce più dolce, mentre facendogli una carezza, tornava in camera.

*****************

Ora però a mente fresca e riposata, Buffy si rendeva conto che c’erano ancora molte cose di cui parlare. Che significava che era stato costretto a rinunciare a delle cose, compresi i suoi stessi ideali?

E suo figlio? Perché mai aveva dovuto rinunciare a lui? Si, lei sapeva di Connor, Angel stesso le aveva dato la notizia un anno prima, quando si erano incontrati a metà strada, dopo che era tornata in vita. All’epoca non l’aveva presa tanto bene.

Ora però sentiva come se tutto si fosse affievolito, sì, voleva ancora bene ad Angel, ma come un amico, nulla di più. Ora il suo universo, ruotava solo su Spike, quel tenero batuffoletto che le dormiva sereno accanto.

E poi, che significava che era legato mani e piedi in una situazione senza speranza? Doveva scoprire cosa c’era sotto, il suo stesso istinto di cacciatrice la stava mettendo in guardia. Aveva percepito una strana emanazione provenire da Angel.

Quando era venuto a Sunnydale non se ne era accorta, forse perché sovrastata dalla pressante presenza del Primo, che sembrava permeare ogni cosa, ma ora ne era certa, c’era qualcosa di strano in atto.

Come spiegarsi poi, che l’albergo fosse vuoto, eccettuato Angel stesso? Dove erano gli altri del suo gruppo? Avrebbero dovuto essere tutti lì, a preparare il fronte secondario, invece non aveva visto niente in giro, che facesse presupporre tali preparativi.

Sì, aveva molte domande da fare ad Angel, domande che esigevano una risposta. Un leggero movimento al suo fianco, la distolse però dai suoi pensieri, baby Spike si stava svegliando.

<< Buongiorno! >> gli disse Buffy, vedendo come si stropicciava gli occhi, per poi spalancarli e farle un grosso sorriso, riconoscendola.

Buongiorno a te, love! Dio sei così bella appena sveglia!

<< Bu! >> esclamò il piccolo, tendendo una manina per toccarle leggermente il viso.

Baciando leggermente le punte di quelle piccole dita, Buffy prese il piccolo e se lo mise sul grembo, stringendolo teneramente a sé. Entrambi poi fecero un lungo sospiro.

<< Buongiorno! Quando si mangia? >> chiese Dawn che si era svegliata a sua volta. Pur guardando intenerita quella scenetta, il suo stomaco brontolava troppo per essere ignorato.

Ridendo per l’uscita della sorella, Buffy, prese ad alzarsi, sempre tenendo in braccio Spike.

<< Dipende…quanto ci metti a vestirti? >> le rispose ghignando.

Non aveva nemmeno fatto in tempo a dirlo, che sua sorella si era alzata di scatto ed era corsa di filata in bagno, prendendo di corsa i vestiti posti sulla sedia. Erano gli unici che possedevano al momento, ma i soldi di Anya sarebbero venuti buoni per fare shopping. “Dolce suono” pensò Buffy che adorava andare a fare compere.

<< Ora ci vestiamo per bene, e poi andiamo a fare colazione…che ne dici Spiky? >> chiese dolcemente al bambino, mentre lo cambiava.

<< …cotti! >> le rispose baby Spike, con un sorrisone.

<< Certo! Biscotti! A te piacciono tanto i biscotti, vero Spike? >> rise lei, che aveva capito cosa intendesse dire. << Sai…un giorno ti racconterò una storia su dei biscotti, magari quando sarai un po’ più grande… >> aggiunse facendogli un sorriso malizioso.
  
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