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Autore: frankyfitzgerald    30/01/2012    22 recensioni
La vita di Kathy viene completamente stravolta il giorno del suo compleanno,un incidente la porta a dimenticare completamente tutto il suo passato: amici,parenti,sentimenti,ricordi,è tutto un buco nero al giorno del suo risveglio in ospedale.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le luci bianche e rosse risplendevano sopra di me come se volessero rendermi partecipi di quella loro danza,non potevo fare a meno di fissarle perdendomi completamente nei loro movimenti e fermandomi a fantasticare sui loro passi segreti,sulla conversazione che sembravano avere l'una con l'altra e della quale volevo entrare a far parte,come se volessi scoprire i segreti che mi stavano tenendo nascosti.

Chiusi gli occhi per un secondo e ad un tratto le palpebre diventarono fin troppo pesanti per riuscire ad aprirle di nuovo,cercai di fare del mio meglio,volevo rivedere quelle luci,ma ogni volta che li aprivo di pochi centimetri loro continuavano a chiudersi in segno di protesta.

Lasciai che la mia bocca si aprisse nel tentativo di richiamare le luci,di far capire loro che io ero li,che non le avevo lasciate,ma tutto quello che mi uscii fu un grido muto,un suono che non riuscii ad emettere,un pensiero che non uscii dalle mie corde vocali.

Fu allora che capii,che sentii il cemento sotto di me e che mi resi conto che di sottofondo c'erano delle persone che parlavano,delle urla,dei suoni acuti provenienti da quella che sembrava una macchina rianimatrice,ma non riuscii a capire da chi provenisse ogni singolo suono,il mio udito era ovattato,ogni singolo suono sembrava troppo distante da dove mi trovavo io e anche quando sentii per qualche secondo un minimo di dolore questo si zittì velocemente così come fecero le voci intorno a me.

Ogni singola sensazione si ammutolì e i miei occhi si fecero sempre più pesanti insieme al mio respiro che si accorciava ogni secondo che passava, lasciai che le mie braccia si rilassassero e smisi di lottare contro quella forza invisibile che mi impediva di entrare in contatto con il mondo che mi circondava ormai consapevole del fatto che stavo per morire,che per uno strano motivo io,Kathy Wordsworth stavo per morire all'età di 19 anni lasciandomi alle spalle una vita che non avrei mai voluto lasciare.

 

************ ************ ************

Rumore di ruote e di gente che chiacchierava,furono questi i primi suoni che raggiunsero le mie orecchie. Cercai di aprire gli occhi,ma la mia vista era completamente appannata e non riuscivo a capire dove mi trovassi,che cosa ci facessi in quel luogo asettico e soprattutto per chi fossero tutti quei fiori che mi circondavano. Stavo sognando?

Vidi una donna vestita di bianco di fianco a me che mi sorrideva,le sue labbra si stavano muovendo,ma non riuscivo a sentire quello che mi stava dicendo anche se tutto ciò che mi bastava in quel momento era il fatto che la sua presenza su di me aveva un effetto calmante all'ennesima potenza.

Chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quella presenza per me silenziosa che si stava prendendo cura di me e mi concessi di tornare a riposarmi,ero stanca,stanca morta,quasi come se avessi fatto una maratona e non me ne fossi nemmeno resa conto: le mie gambe erano pesanti come il resto dei miei arti e la testa era abbandonata sul cuscino come se non avessi nemmeno la possibilità di decidere qualcosa riguardo i suoi movimenti. Aprii la mano giusto per controllare di avere ancora il controllo di tutti i muscoli e sentii le coperte fresche e morbide che coprivano il mio corpo e il copriletto sul quale ero stata adagiata da non so chi sentendomi rassicurata da quelle sensazioni che mi avevano confermato il fatto che non ero diventata un'ameba senza la possibilità di muoversi,cosa che mi era balenata in testa per quel micro-secondo di lucidità che aveva preceduto il silenzio tanto conosciuto. Rilasciai i muscoli motlo più tranquilla di prima e solo allora permisi alla mia mente di estraniarsi nuovamente da tutto ciò che ci circondava,di tornare in quel nulla nel quale mi ero trovata fino a pochi minuti prima nella speranza che una volta sveglia mi sarei sentita meglio di come mi sentivo in quel momento e sarei tornata a udire chiunque mi si rivolgeva.

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Sentii un leggero vento sulla mia pelle e fu quello che mi fece svegliare di nuovo,con l'unica differenza che ora riuscivo a sentire i suoni che mi circondavano,riuscivo a percepire ogni singolo rumore senza alcun problema di sorta. Sospirai e aprii gli occhi molto lentamente,terrorizzata all'idea che avrei potuto non vederci del tutto questa volta,ma anche questa si riverò essere una paura insensata dato che fortunatamente l'annebbiamento che aveva caratterizzato la mia vista era scomparso così come quell'accenno di sordità.

Alzai lo sguardo dalle coperte fino a raggiungere la parete di fronte a me e fu allora che vidi che in fondo al mio letto si trovava una poltrona sulla quale era seduto un ragazzo completamente addormentato e la cosa non mi stupì più di tanto dato che il cielo fuori mi lasciava intuire che fosse piena notte e che non avessi scelto il momento più giusto per svegliarmi. Guardai il ragazzo con fare incuriosito,non sapevo chi fosse,ma senza alcun dubbio si trovava li per la persona che doveva stare nel letto disfatto di fianco a me e che probabilmente era stata portata a fare un controllo dato che io non avevo la più pallida idea di chi fosse.

Lasciai che il mio sguardo vagasse ancora un po' per la camera alla ricerca di qualcosa che mi appartenesse,di qualcosa che riconoscessi come mio,ma tutto ciò che vedevo erano orsetti con le classiche frasi pre-stampate e mazzi su mazzi di rose bianche e di primule che mi erano state portate dalle persone che erano venute a trovarmi. Inspirai lasciando che il profumo delle primule penetrasse nelle mie narici e sorrisi quando quel magnifico odore mi circondò completamente facendo comparire sul mio volto un sorriso sincero,ma non esagerato.

Tutto d'un tratto vidi la stessa donna che avevo visto di fianco a me prima di allora entrare nella stanza con un sorriso caloroso sulle labbra. Indossava un camice bianco e il mini badge sulla sua uniforme riportava la scritta 'Dottoressa Palmer'.

Ci siamo svegliate,bella addormentata.” il suo accento texano mi fece sorridere e mi ricordò i vecchi film western in cui quasi tutti parlavano aprendo le vocali in maniera particolarmente forzata,solo che in lei non c'era nulla di forzato,sembrava particolarmente tranquilla e sincera in ogni suo singolo movimento. La sua voce a quanto pare non aveva avuto solo un effetto rilassante su di me,ma aveva anche svegliato il ragazzo che stava dormendo ai piedi del mio letto.

Il ragazzo si alzò in piedi e lei mi sorrise per poi farmi un cenno e lasciare la stanza abbandonandomi da sola con quello sconosciuto la cui espressione facciale era un misto di emozioni: gioia,stupore,terrore,tristezza e insicurezza dominavano ogni singolo centimetro del suo volto e i suoi movimenti mentre si avvicinava a me con fare alquanto impacciato.

Mi guardai intorno cercando di capire perchè avrebbe dovuto avvicinarsi a me,perchè avrebbe dovuto reagire in quel modo per il mio risveglio quando lui si trovava ormai di fianco al mio letto e la sua mano tremolante si avvicinava in modo incerto alla mia quasi come se volesse essere sicuro della mia reale esistenza. Nel preciso istante in cui la sua mano sfiorò la mia non riuscii a fare a meno di ritirare la mano portandola sotto le coperte,non sapevo chi fosse,che intenzioni avesse e soprattutto perchè avrebbe dovuto avvicinarsi così tanto a me cercando del contatto fisico.

E' troppo presto,capisco. Anche io sono rimasto traumatizzato per settimane dopo l'incidente” il suo accento fortemente inglese avrebbe dovuto ricordarmi qualcosa,ero sicura che avrebbe dovuto farlo oppure lui non si sarebbe rivolto a me in quel modo,con quel tono di voce e con quella preoccupazione negli occhi,ma non riuscivo a ricordarmi nulla,nessuna emozione,nessun evento che mi aiutare chi fosse quel ragazzo. “Preso lo superarai” il suo sorriso era forzato,aveva paura,paura di quello che mi sarebbe successo,paura di perdermi,ma come avrebbe potuto perdermi se non sapevo nemmeno se mi aveva mai avuta?

Scusami,ma tu...tu chi se?” le mie parole uscirono quasi a scatti,non volevo ferirlo,ma non appena pronunciai quella domanda lui fece due passi indietro fino a quando le sue spalle non raggiunsero il muro e così anche le sue mani che subito dopo essersi appoggiate sull'intonaco raggiungero il il suo viso per poi chiudersi in due pugni mentre sul suo viso si dipingeva sempre di più un forte senso di smarrimento.

Tu,tu non ricordi.. Tu non ricordi nulla. Tu..” vidi una lacrima scorrere lungo il suo viso rigando tutta la guancia prima di raggiungere il suo viso e per quanto una parte di me avrebbe voluto rassicurarlo dicendo che non era vero non potevo mentirgli: non avevo la minima idea di chi fosse,così come non avevo la minima idea di chi fossi io,di come mi chiamassi,della mia data di nascita,di chi fossero i miei parenti. Provai a ritrovare un ricordo che mi riportasse a un avvenimento del mio passato,ma non ce la feci: il buio più totale,il buio regnava in quella che avrebbe dovuto essere la parte del mio cervello dedicata ai miei ricordi.

Deglutii e iniziai a respirare sempre più a fatica come se stessi annaspando alla ricerca di un po' di aria mentre le onde mi stavano portando sempre più sott'acqua. Guardai il ragazzo che nel frattempo si era seduto per terra senza perdermi di vista e aprii la bocca cercando di formulare una frase,ma non riuscii a dire molto,ero completamente persa.

Io,io non ricordo più nulla” mormorai per poi scoppiare a piangere voltando la testa verso il soffitto e pregando di tornare a ricordare qualcosa,pregando per un aiuto senza nemmeno sapere se fossi credente o meno.

  
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