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Autore: lacrima96    30/01/2012    3 recensioni
Come può una bambina superare il trauma di un uomo che si approfitta di lei, della sua fragilità, del suo sguardo innocente.
Questa è una storia inventata, ma quante bambine ogni giorno devono soffrire perchè un uomo vile sfoga i suoi desideri su una bambina innocente
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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pensieri di una bimba stuprata

La pioggia cade senza ritegno come le mie lacrime. Non so quando ho iniziato a piangere, forse quando mi sono affacciata alla finestra e ho visto che pioveva, forse quando ho sentito un’altra presenza anche se stavo sola in casa. È difficile convivere con il terrore, il terrore che ricapiti di nuovo.
Mi sento debole, i pensieri si rincorrono senza fermarsi e immagini dolorose attraversano la mia memoria. Sembra passato un secondo da quando mi ero ritrovata in quella strada buia, isolata, spaventosa. Stavo tornando a casa da sola, ma come ero solita fare ho preso le strade più isolate per poter correre e saltare nelle pozzanghere bagnandomi tutta. Mi ricordo ancora quell’uomo viscido spuntato dal nulla, vestito di stracci… non l’avevo notato immerso come era tra i rifiuti, probabilmente in cerca di cibo, ma per dir la verità lo avevo notato ma come la solita bimba di dieci anni non ci avevo badato, continuavo a cimentarmi nel mio stupido gioco e a bagnarmi sempre di più ad ogni salto. Si era avvicinato silenziosamente, oppure erano le mie risate allegre ad aver cancellato il rumore dei suoi passi dietro di me. Solo ora pensandoci capisco che era zoppo, solo ora capisco che se avessi fatto un po’ di attenzione sarei tornata a casa sorridendo come sempre. Ma invece ero stupida, incosciente, immatura… pensavo solo a giocare, ma come posso accusami in fondo avevo solo dieci anni. Ma questo non ha fermato quell’uomo, lo sguardo innocente che vedeva nei miei occhi non avevano frenato i suoi istinti. Inizialmente non riuscivo a ricordarmi cosa fosse successo, il mio subconscio negava tutto, ma col tempo i ricordi si sono fatti più vivi. In questo momento, anche se sono sicura in casa mia, sento le sue mani ruvide e fredde sul mio corpicino , le sue labbra sul mio corpo. Non capivo cosa stava succedendo, come potevo? Sentii solo un dolore lancinante all’inguine, come se fossi caduta dalla bicicletta e mi fossi sbucciata il ginocchio. Ma il dolore non finii dopo un poco ma continuava mentre cercavo di proteggermi chiudendo le gambe, ma lui era più forte, si impadroniva del mio corpo come se fossi una bambola. Allora chiusi gli occhi e piansi, non sapevo cosa fare, volevo urlare ma non riuscivo ad aprir bocca. Ero un giocatolo, un semplice giocattolo nelle mani di quell’uomo crudele. Non riesco a ricordare il viso di quell’uomo, è oscurato come se la mia mente avesse cancellato di lui solo quello.
Quando tutto finii rimasi in quella strada a piangere, il vestitino sporco di fango e sangue, le mutandine stracciate a terra, le calze sfilacciate. Fu così che mi trovarono, tremante su una strada sperduta. In seguito i miei genitori hanno fatto di tutto per farmi superare il trauma, ma niente può far dimenticare una cosa del genere. Ancora oggi quando cammino per strada sento ancora il suo sguardo addosso mentre si approfittava della mia estrema fragilità, quando un uomo mi tocca anche per sbaglio inizio a tremare dalla paura senza un preciso motivo.
E ora, ora che sono sola in casa e nessuno mi può far del male, mi raggomitolo nel plaid caldo vicino alla finestra, osservando il cielo che piange per me.

  
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