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Autore: Lilla Wright    31/01/2012    6 recensioni
"..Alla fine, un messaggio tirava l’altro. Tra ricordi, stupidate e messaggini zuccherosi, i due amanti aveva passato quasi due ore a parlare, chi seduto sul divano e chi in mezzo a ospiti illustri del mondo del cinema."
Una serata lontani, tanti sms, una telefonata e...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro, altrimenti non sarei qui ma a Londra dove vorrei essere da una vita <3
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica
Buona lettura :D

 

 

 

- Voglio mantenerla quella promessa, Dom -

La voce di Matthew era bassa ma nel silenzio della stanza risuonò come fosse stata urlata e, a quelle parole, Dominic cercò gli occhi del compagno, volendo capire cosa lo affliggesse ancora.

- La voglio mantenere – ripeté ancora il moro – non voglio mai più lasciarti solo -

Il biondo gli sorrise, non credendo a una sola parola. Più volte il compagno gli aveva fatto simili promesse e non le aveva mai mantenute, perché illudersi ancora?
Matthew notò in quel sorriso la menzogna e lo fece alzare da sé per poterlo guardare dritto negli occhi.

- Non sto mentendo – esclamò con voce ferma – voglio restarti vicino e non lasciarti più -

- So che non sarà così – gli rispose il batterista – lo sappiamo entrambi, Matt. Non promettere ciò che non puoi mantenere -

Dominic si alzò da divano e andò in cucina, lasciando Matthew ai suoi burrascosi pensieri e a un senso di vuoto che avanzava al centro del suo petto, per poi propagarsi in tutto il corpo.

Il suo compagno non si fidava di lui, delle sue parole e gli faceva male, malissimo. Ma ragionandoci con calma, non poteva fargliene una colpa. Quante volte gli aveva promesso qualcosa per poi gettare, poco dopo, quelle promesse al vento? Gli avvenimenti di quella sera ne erano la prova lampante. Gli aveva promesso una serata insieme e l’avevano passata separati, con le conseguenze ben visibili sul viso di Dominic.

Come poteva fidarsi di lui? Lui non si sarebbe fidato di sé stesso.

Si alzò dal divano e andò in camera da letto, desideroso di togliersi quell’abito di dosso. Lanciò la giacca e i pantaloni nel cesto sotto la piccola scrivania, pronto a buttarli alla prima occasione, mentre mise la camicia nel cesto della biancheria sporca, in fondo quella gli piaceva.

Aveva bisogno di una doccia calda, magari lo avrebbe rilassato e gli si sarebbero schiarite le idee, così aprì il getto dell’acqua calda e, tolto il resto dei vestiti, ci si ficcò sotto.

Ma a cosa doveva pensare? A niente!

C’era solo da capire cosa voleva fare. Bisognava dare alla sua vita delle priorità e la sua priorità era Dominic. L’aveva illuso per troppo tempo con false promesse di una vita insieme e forse la bastonata più grande era stata l’annuncio del futuro nascituro.
Matthew ricordava ancora il momento esatto in cui gliel’aveva detto. Dominic aveva accennato un sorriso e con la voce rotta gli aveva semplicemente detto: “Sono felice per te” prima di andarsene, con gli occhi velati di pianto.

- Che gran bastardo che sei, Bellamy – si era detto quel giorno e se lo diceva tutt’ora, ripensando a quel giorno.

Uscì dalla doccia e, indossati i boxer, si diresse in camera alla ricerca di qualcosa da indossare.
Nella fitta nube dei suoi pensieri non si rese conto del mobiletto e ci sbatté contro, facendo cadere un paio di cornici. Passato il momento dolore e imprecazione, Matthew mise a posto le cornici e ne prese in mano una dai contorni argentati, contenente una foto scattata in Italia di lui e Dominic abbracciati e sorridenti in riva al lago.
Il cantante sorrise. Gliel’aveva regalata lui quella foto, senza un motivo preciso, era bella e voleva che il compagno l’avesse. Con suo grande stupore, Dominic non la mise insieme alle altre sulla mensola in salotto ma lo prese per mano e lo portò in camera, mettendo la cornice vicino a una che conteneva una foto della famiglia Howard al completo. Quando gli chiese spiegazioni, Dominic sorrise e rispose:
- La mia famiglia –

Ancora sorridendo, ripose la foto vicino alle altre, dove adesso stava anche una foto dei Muse al completo. L’intera famiglia di Dominic.

Quel ragazzo sapeva essere estremamente dolce.

E la sua di famiglia? Matthew non ci aveva mai pensato concretamente, eppure una cosa la sapeva: nella sua famiglia, il compagno era presente e gli stava vicino come nessun’altro.

Aprì l’armadio e frugò tra gli appendiabiti e i cassetti, alla ricerca di qualcosa da mettersi.
Mentre frugava, un pensiero si fece spazio nella sua mente. Dormiva lì ogni notte, abbracciato al compagno, nel loro letto, nel loro appartamento, tutti i suoi vestiti stavano lì, in quell’armadio, condiviso anche dagli abiti del biondo, il suo pianoforte, con cui aveva composto tantissime canzoni, dava mostra di sé in salotto e tutte le loro foto erano sparse in giro, ricordando i loro momenti insieme.

Cosa c’era da pensare ancora? La sua vita era lì e voleva che continuasse a essere lì, insieme a Dominic.

La decisione era presa e, sta volta, non sarebbe tornato indietro.

Prese un paio di pantaloni dall’armadio, un vecchio paio, larghi rispetto ai soliti e chiazzati in alcuni punti dove il colore stava sbiadendo, e li indossò. Gli sembrò di tornare indietro di 10 anni.

Stava per prendere una delle tante magliette dal mucchio quando ai suoi occhi fece mostra di sé una delle tante camice leopardate del compagno, per l’esattezza quella blu. Adorava quella camicia e, da drogato qual’era, portò l’indumento al naso per potersi riempire i polmoni di quel dolce profumo di cui era impregnata, il profumo di Dominic.

La indossò e, guardandosi allo specchio, sorrise. Al biondo stava d’incanto, a lui stava uno schifo.

Voleva mostrare anche al compagno quella differenza e ridere con lui di questo, così uscì dalla camera da letto e tornò in salotto.
Trovò Dominic sdraiato sul divano che dormiva placido, una tazza di caffè fumante sul tavolo e niente per coprirsi. Matthew sbuffò di tanta incoscienza, Londra e il suo freddo non perdonavano tali leggerezze, e, preso un plaid, lo coprì per bene.

Gli accarezzò piano i capelli, pensando fosse meglio portarlo a letto, quel divano per quanto comodo fosse non andava bene per i dolori del biondo. Stava per prenderlo in braccio quando il suo cellulare prese a vibrare sul tavolo.

Un messaggio di Kate.

Non lo aprì, non gli interessava sapere cosa vi fosse scritto, ma forse era arrivato il momento di risolvere la questione anche con lei e prima lo faceva, meglio era per tutti.

Mise il cellulare in tasca, insieme alle chiavi di casa, prese la giacca e, prima di uscire, diede un bacio a Dominic.

Una volta in strada, fermò un taxi e diede al conducente l’indirizzo dell’appartamento londinese dell’attrice.

Non sapeva ancora cosa le avrebbe detto ma di una cosa era certo: sarebbe stato schifosamente sincero.

Venti minuti più tardi era davanti alla porta del suo appartamento e bussò più volte, prima che la bionda venisse ad aprirgli. Indossava ancora il vestito della festa, quel piccolo abitino dorato che metteva in risalto le sue forme, ma niente trucco, tanto da poter vedere a occhio nudo le piccole imperfezioni del suo viso.

Kate lo squadrò dall’alto al basso, notando nel suo abbigliamento un miscuglio di stili che poco gli donavano, poi si spostò, invitandolo ad entrare.

- Vado a togliermi sto coso – disse, indicando il vestito e sparendo per il corridoio.

Matthew avanzò nell’appartamento, girovagando nel piccolo salottino spoglio, se non qualche soprammobile qua e là, ma non c’era da stupirsi di tanta sobrietà; la giovane donna raramente soggiornava per lunghi periodi nella capitale britannica ma, ripescando alcuni vecchi ricordi di casa sua di Los Angeles, il moro ricordava comunque pochi oggetti intimi legati alla donna.

Kate tornò dopo 5 minuti, con indosso una tuta e una felpa larga, e lo invitò a sedersi sul divano con lei.

- Non mi aspettavo questa visita – esordì lei – a cosa devo l’onore? –

- Avevo bisogno di parlarti –

- Oh! Deduco allora che il tuo amato Dominic sta bene se l’hai lasciato solo per venire da me – veleno, veleno e ancora veleno in quelle parole.

- Kate, ti prego, non siamo bambini. Voglio solo parlare –

Lei annuì, più per rispetto alla loro maturità che per altro, ma comunque non riusciva a mandare giù quel boccone amaro di rabbia e frustrazione. Voleva parlare? Bene, lei sarebbe stata spudoratamente sincera.

- Ti ascolto – disse.

A Matthew tremavano le mani. Non sarebbe tornato indietro, no! Aveva promesso ma non era semplice iniziare un discorso del genere.

- Kate, non voglio girarci intorno, sarebbe uno spreco di fiato e, soprattutto, un insulto alla tua intelligenza – si girò verso la bionda, incrociando il suo sguardo – è meglio se la finiamo qui –

- La finiamo qui eh? – chiese lei, sorridendo beffardamente.

- Si – fu la risposta secca del cantante.

Lei distolse lo sguardo, continuando a sorridere ironica. Sapeva bene che lei e l’amore non erano migliori amiche ma doveva ammettere che, sta volta, ci aveva creduto veramente. Quello che non aveva capito era che aveva perso fin dall’inizio.

Aveva notato gli sguardi, i gesti, quei momenti di totale isolamento quando stavano insieme ma li aveva attribuiti alla profonda amicizia che li legava; solo dopo aveva compreso che tutto questo era qualcosa di molto più forte dell’amicizia e che i momenti di isolamento, come li chiamava lei, non erano altro che l’entrata al mondo dove per Matthew c’era solo Dominic e dove per Dominic c’era solo Matthew.

Credeva di averlo legato a sé con la nascita del piccolo Bing, e per un breve periodo era stato così, ma poi era tutto tornato come sempre: davanti ai fotografi sempre insieme, come una coppia felice, ma la notte lui tornava sempre tra le braccia del suo batterista.

L’unica cosa che non riusciva a comprendere era..

- Perché mi innamoro sempre degli uomini sbagliati? – chiese più a sé stessa che a Matthew.

- Neanche io voglio insultare la tua intelligenza, Matt – esclamò, riportando l’attenzione sul musicista – ammetto che i primi mesi in cui siamo stati assieme mi hai fatto davvero comodo, mai avuta tanta notorietà come allora. Ma devo anche dirti che poi ho iniziato a provare qualcosa di sincero per te, prima che tu mi sbattessi in faccia il tuo amore per il biondino – le mani del moro non stavano ferme un attimo, chiaro segno del suo nervosismo e la bionda continuò.

- Restando in tema di sincerità, rispondi solo a una mia domanda. Hai mai provato qualcosa per me o ti sono solo servita per aggiustare la tua coscienza quando non hai avuto le palle di stare con lui? –

Fu turno il turno di Matthew, sta volta, di sorridere delle sua ironia e a distogliere lo sguardo da quello della donna.

Stranamente quella situazione gliene ricordava una analoga di quasi 2 anni prima.

Lui se ne stava seduto sulla poltroncina del salotto di casa, lei sul divano di fronte, immobile, i suoi occhi castani fissi sulla piccola figura del cantante. Lei sapeva tutto! Era bastato guardare negli occhi azzurri di Matthew per scoprire la verità e solo una domanda aveva per la testa: “Mi hai mai amato?”. La risposta del moro le era arrivata chiara e sincera e la mattina dopo se n’era andata, lasciando un bigliettino sul tavolo della cucina: Amalo!

Probabilmente se l’avesse visto adesso, in quella stessa identica situazione, Gaia si sarebbe vergognata a morte del suo comportamento. Lo stesso Matthew si stava vergognando di sé ma sapeva anche che non sarebbe mai finita allo stesso modo, a partire dalla sua risposta.

- No Kate, non provo niente per te – più sincero di così! Sapeva che le aveva fatto del male ma le menzogne non avrebbero addolcito la situazione.
Convinto che la questione fosse chiusa, Matthew fece per alzarsi ma poi un pensiero bussò alle porte della sua mente con prepotenza, facendolo tornare tra i morbidi cuscini del divano.

- Che dirai ai giornali? –

- La verità – rispose lei, facendo impallidire il povero Matthew.

Non aveva paura che il mondo scoprisse la verità, ciò non avrebbe cambiato i suoi sentimenti per l’amato. Aveva paura che il mondo lo scoprisse ad opera di qualcun altro, era una cosa che doveva fare lui, non un estraneo.

- Dirò che sei un fottuto stronzo traditore e che, prima di rimanere ferita da uno come te, ti ho mollato – continuò lei, sorridendo giocosa di quell’espressione di panico.

Il moro sospirò riconoscente alla bionda e, istintivamente, l’abbracciò con affetto.

- Grazie Kate –

Lei ricambiò passivamente la stretta e, appena si staccarono, lui si avviò verso la porta ma lei lo fermò, richiamandolo.

- Un’ultima cosa. Hai faticato tanto per avere una famiglia e ora l’abbandoni. Perché? –

Matthew la guardò a lungo, non sicuro della risposta, ma ad un tratto un’immagine si stagliò davanti a lui: tre cornici argentate su un mobiletto in camera da letto.

- La mia famiglia è composta dai miei genitori, Marylin e George, da mio fratello Paul, dai miei amici Chris e Tom, da mio figlio Bing e dall’uomo che amo, Dominic. Tu non fai parte della famiglia –

- Schietto e sincero, eh? – rise lei – grazie per non aver detto balle, lo apprezzo –

- Kate, io.. – provò lui ma la bionda lo bloccò.

- Ora, però, togliti dalle scatole non farti mai più vedere, per favore –

Senza aggiungere altro, Matthew si incamminò verso la porta e , chiudendosela alle spalle, uscì per sempre dalla vita di Kate Hudson.

La bionda, invece, si alzò dal divano per andare a letto e, una volta sotto le coperte, con gli occhi lucidi di pianto, si addormentò pensando che l’indomani sarebbe stato l’inizio della sua nuova vita senza Matthew Bellamy.

Una volta in strada, il giovane cantante respirò a pieni polmoni l’aria londinese, sentendo un peso sul petto dissolversi; la chiamano libertà.

Chiamò un taxi per poter tornare a casa, voleva dare la buona notizia a Dominic il prima possibile, e una volta sceso 15 minuti più tardi, diede una sostanziosa mancia al taxista, ringraziandolo della rapidità.

Arrivato davanti alla porta di casa, Matthew aprì piano la porta, non volendo svegliare il compagno, che ancora dormiva sul divano, il caffè ormai freddo. Gli si avvicinò piano, dandogli un piccolo bacio tra i ciuffi biondi, per poi allontanarsi per sistemare la tazza in cucina e chiudere bene a chiave la porta. Quando tornò indietro, intenzionato a portare Dominic in camera da letto, lo trovò seduto, con il plaid ancora addosso mentre si stropicciava gli occhi come un bambino.

- Ciao – lo salutò Matthew con un sorriso.

- Ciao – biascicò il biondo, mettendo a fuoco la figura del compagno – ma.. è la mia camicia quella? – chiese subito dopo, indicando l’indumento che il moro aveva addosso.

- Ehm.. si – fu la ovvia risposta del cantante. Quanta gente avrebbe mai potuto avere la stessa camicia? Lui, no di certo!

- Oh! Ma sei andato da qualche parte? – chiese ancora il batterista, fissando la giaccia dell’altro.

Matthew sorrise divertito. Possibile che non si fosse accorto di nulla?

Si avvicinò al compagno e, sedendosi vicino a lui, lo strinse a sé.

- Forse è meglio che ti racconto un paio di cose –

Gli raccontò tutto, per filo e per segno. Gli raccontò di Kate, dei loro discorsi, delle foto, di Gaia, una cosa che in tutti quegli anni non aveva mai detto all’altro. Si sentiva bene ad aprirsi, specie se ad ascoltarlo era Dominic, nonostante quest’ultimo lo interrompesse spesso e volentieri. Passarono quasi un’ora a parlare e, a fine racconto, il biondo guardò il compagno serio.

- Così tra voi è finita – esordì dopo un paio di minuti di silenzio.

- Si ed è meglio così – fu la risposta del moro – almeno adesso posso mantenere la mia promessa ed evitare che ti succeda ancora qualcosa –

Si guardarono negli occhi, sorridenti, il moro dando particolare attenzione ai lividi sul viso del biondo, ancora dispiaciuto di quanto accaduto. Si diedero un tenero bacio, un altro e un altro ancora prima di staccarsi soddisfatti.

- Dom – lo chiamò il cantante – ma secondo te è tanto evidente il nostro amore? – chiese con il tono di voce più ingenuo del mondo, facendo ridere il batterista.

- Scemo! – gli disse Dominic, ancora ridendo e dandogli un leggero pugno sul braccio – Se ti può consolare, molti fanno il tifo per noi –

- Bene. Così non ci saranno problemi quando lo annunceremo –

- Annunciarlo? Sei sicuro? –

- Si. Sono stufo di dire bugie, a quale scopo? La verità è molto meglio –

Dominic sorrise, felice. Era tutto perfetto: l’uomo che amava gli aveva appena detto che sarebbero rimasto con lui e che si sarebbero amati apertamente, ma una cosa lo tormentava e, pensandoci, per il sorriso.

- Matt – chiamò il biondo – rimarrai davvero con me? –

- Che razza di domande mi fai?! – saltò sul divano il moro, stupito di quella domanda.

- Voglio solo farti sapere che se mi lasci ancora, non mi troverai più –

A quelle parole, Matthew strinse forte a sé Dominic. Pensare di perderlo lo spaventava a morte, non ci voleva neanche pensare. Aveva fatto le sue scelte e la più importante l’aveva prese quella sera stessa: restare con Dominic ed era quello che avrebbe fatto.

How do i live without the ones i love?

- Grazie dell’avvertimento – rise Matthew, tentando di sdrammatizzare, e facendo sorridere il compagno.

Si scambiarono un altro bacio più profondo, come a intendere che di stare lontani l’uno dall’altro non ci pensavano proprio.

Poco dopo decisero di andare a letto, “non fa bene alle tue ferite” era l’argomentazione di Matthew, trascinando per una mano il biondo in camera. Lo fece mettere a letto, come una mamma fa con il proprio figlio, non badando alle proteste del bambino della situazione.

Tempo neanche 10 minuti che il biondo dormiva tranquillo nel mucchio di coperte calde, stanco di tutte quelle emozioni, mentre il moro rimase sveglio, con un solo pensiero in testa.

Aprì il cassetto del suo comodino e ne tirò fuori una piccola cornice colorata, dentro una foto della sua famiglia, con un piccolo Matthew sorridente abbracciato alla madre e suo padre e suo fratello dietro di loro. Posizionò la foto vicino a quella della famiglia Howard, su quel mobiletto teatro di tante avventure.

Ecco la sua famiglia, la loro famiglia. Ne era estremamente felice.

Tornò a letto e abbracciò il compagno come ogni notte, stringendo a sé la sua famiglia.

 

 

 

 

Avevo promesso che questo capitolo sarebbe arrivato prima del 2012.. piccola bugia :D
Chiedo davvero scusa ma è stato un periodo un po’.. così! Ho avuto la brillante ispirazione 3 sere fa e ci ho lavorato ogni minuto libero dal lavoro. Spero possa essere apprezzato, in caso contrario non esitate a dirmelo ^^
Alla fine di questa avventura, vorrei ringraziare alcune persone in particolare.
MusicAddicted, Deathnotegintama e Dominil grazie infinite del vostro sostegno :3
E grazie anche a tutte voi che mi avete seguito!
Controllate la posta, ci sarà un risposta per voi (prima o poi xD)

Lilla :D

P.s. Il titolo del capitolo viene dalla canzone So Far Away degli Avenged Sevenfold (forever)

   
 
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