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Autore: Bethan Flynn    31/01/2012    3 recensioni
-Hoshi, che cos’è?- sussurrò di nuovo il ragazzo, avvicinandosi a lei.
Gli sorrise, ma in quel sorriso non c’era gioia, e neppure odio.
C’erano paura, dolore, disperazione.
-E’ quello che potrei diventare io- mormorò solamente –la Caduta-.
Non tutti gli esperimenti sui non compatibili sono falliti.
Una ragazza è sopravvissuta.
E solo a lei spetta scegliere se la vita che le è rimasta sia la dannazione o la salvezza.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Sentiva le voci dal piano di sotto come se fossero distanti anni luce. Allen era seduto sul letto, pallido come al solito, e fissava fuori dalla finestra.
Al collo riluceva una sfera dorata identica a quella che portava lei. Gli occhi grigi intercettarono il suo sguardo –me l’ha data Tyki. Serve per controllare il Quattordicesimo ancora per un po’- sorrise mesto. Aster si avvicinò al letto lentamente. Sentiva come se le gambe le fossero diventate di piombo, la testa le girava.
-Scusami- sussurrò a voce bassissima una volta seduta. Bastò quella parola perché le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziassero a scendere.
Lacrime di dolore, perché sapeva che non avrebbe potuto far niente per impedire il corso degli eventi, lacrime di frustrazione, per non essere riuscita a mantenere la parola data ad Allen, lacrime di disperazione, perché non voleva continuare a vivere in un mondo buio com’era quello prima che Allen vi portasse la luce.
Le braccia del ragazzo la strinsero, portando la sua testa sul proprio petto.
Il ragazzo non disse niente, si limitò ad abbracciarla. Poco a poco i singhiozzi di Aster si calmarono, ma la sua tristezza era rimasta, intensa, palpabile nell’aria che la circondava.
-A dire la verità… sono contento che tu non l’abbia fatto, ancora- mormorò Allen a un tratto.
La ragazza si scostò un poco per guardarlo negli occhi, aspettando che continuasse.
-C’è… una cosa che voglio chiederti, Aster- iniziò abbassando lo sguardo.
-Dimmi- non sentì la propria voce rispondergli. Ogni suono le sembrava sovrastato dai battiti furiosi del suo cuore.
Allen la strinse di nuovo a sé e la ragazza si trovò all’improvviso con la testa appoggiata contro il suo petto.
-Sposami-.

---

Tyki esaminò il corpo di Lavi, in cerca della ferita dalla quale suo fratello doveva aver iniettato il parassita.
La trovò, profonda, alla base del collo.
-E’ qui- annuì sicuro, scansandosi per fare spazio a Linalee.
La ragazza avanzò tremando e si sedette di schianto di fianco a lui, rigida come un sasso.
-Che… che cosa devo fare?- chiese, gli occhi sbarrati. Tyki incrociò il suo sguardo, poi trasse dalla cintola un pugnale acuminato.
Miranda scattò verso Linalee, ma Marie la trattenne.
-Ora- disse il Noah gettandole un’occhiataccia –ti ferirò in modo che il tuo sangue possa entrare in questa ferita. Tu devi concentrarti- enfatizzò l’ultima parola –con tutte le tue forze per convogliare l’innocence in quel punto, in modo che passi nel corpo di Bookman. Hai capito?- Linalee annuì, tesa come non mai.
-Dammi la mano, allora- Tyki incise un piccolo taglio su un dito, poi lo poggiò sulla ferita di Lavi non appena il sangue iniziò a scorrere.
Linalee prese un profondo respiro, chiuse gli occhi ed entrò in una specie di trance.
“Innocence. Aiutami. Aiutalo”
Sentì l’energia fluirle nelle vene, in tutto il corpo, assieme al sangue, e pian piano convogliarsi verso la sua mano ed il suo dito.
Mano a mano che l’innocence la lasciava, avvertiva un freddo mai sentito prima impadronirsi del suo corpo. Quando anche l’ultimo residuo la abbandonò, tolse di scatto il dito dalla ferita del ragazzo e sarebbe caduta a terra se due braccia non l’avessero afferrata al volo.
-Razza di cretina! Ma che diavolo hai fatto?!- dietro il velo che le appannava la vista, scorse l’occhio di Lavi, aperto, vivo. Sorrise senza dire niente.
Si sentiva tremendamente debole, e aveva un freddo terribile.
-Lasciala a me, Bookman. Fra poco vomiterai anche l’anima- le mani del Noah afferrarono Linalee saldamente, mentre le proteste di Lavi furono immediatamente ammutolite dai conati che lo fecero schizzare in bagno.
-La tua innocence sta avendo effetto. Sta espellendo il parassita- disse Tyki, stendendo la ragazza sul letto e facendo cenno alla vecchia Ba-Ba di portargli delle coperte –adesso stai calma e dormi- ordinò. La ragazza annuì, poi chiuse gli occhi e sprofondò immediatamente nel sonno.
Nella stanza regnava un silenzio di tomba, rotto solo di tanto in tanto dal rumore della guarigione del povero Lavi.
Tyki li fissò uno dopo l’altro con aria scocciata –beh? Cosa sono quelle facce? Ce l’ha fatta, dovreste essere contenti!- esclamò alzandosi e stirandosi le braccia.
-Linalee… si riprenderà, vero?- Miranda lo fissava intimorita, ma anche determinata.
Il Noah sbuffò –certo. Guarda che trasferire l’innocence non è certo una cosa da poco, se poi pensi che ha anche perso una notevole quantità di sangue il fatto che stia così è perfettamente normale- rispose, suonando più sicuro di quanto non fosse in realtà.
Sperava che la ragazza non avesse esagerato e non rischiasse di morire dissanguata, ma pensò bene di tenere per sé questi dubbi.
D’un tratto, la vecchia padrona di casa battè le mani –bene. E’ stata una giornata snervante per tutti, credo che una dormita non ci farebbe male- Kanda stava per ribattere, ma lei lo interruppe –credi che conciati in questo modo sareste in grado non dico di fare, ma anche solo di pensare qualcosa? Hai idea di quello che hanno passato i tuoi compagni? Dammi retta, una nottata non ci rovinerà- malgrado la fretta, si trovarono tutti d’accordo.

---

Il vento spazzava implacabile la collina sabbiosa, sollevando nuvole accecanti di polvere e facendo volare ovunque sterpi secchi.
Il legno della vecchia casa scricchiolava in modo decisamente inquietante, facendo ad ogni istante sembrare che qualcuno si fosse introdotto nell’abitazione.
All’ennesimo schianto di una finestra, un uomo alto schizzò su dal letto imprecando a più non posso, afferrando un fucile.
Quando si fu reso conto che, come al solito, era stato un falso allarme, scese in cucina e si versò un bicchiere di whisky, senza che il fiume di maledizioni cessasse un attimo di scorrere dalle sue labbra.
Ormai si era installato lì da due mesi, durante i quali non aveva fatto altro che respingere attacchi di ogni tipo di akuma e bestia feroce che popolavano quel luogo dimenticato da Dio e dagli uomini.
Era esausto, il caldo lo faceva impazzire, la ferita ci aveva messo settimane a guarire del tutto e anche Maria iniziava a dare segni di cedimento, quando veniva invocata.
“Non posso più stare qui. Devo trovare una soluzione” pensò ingoiando il liquido ambrato tutto d’un fiato.
La sua mente volò ai ragazzini esorcisti. Non aveva la più pallida idea di come si fosse evoluta la situazione all’Ordine da quando era scappato, ma sentiva che le cose non potevano che essere precipitate.
Allen si sarebbe trasformato in Noah, che lo volesse o no, pensò sbuffando una nuvola grigia dalle labbra, mentre l’ennesima sigaretta si consumava più veloce che mai.
Uno scricchiolio decisamente simile ad un passo lo fece sobbalzare.
Stavolta non sbagliava.
Gettò via il mozzicone e si diresse cautamente verso l’angolo della veranda, dove aveva sentito il rumore.
-Non voglio combattere, Marian Cross. Posa quel fucile- la voce proveniva dalle sue spalle.
-Tu!- ringhiò, non accennando minimamente ad abbassare l’arma, nonostante sapeva che sarebbe stata utile quanto uno stuzzicadenti contro il corno di un rinoceronte.
-Si, io. Ti ho detto che non sono venuta per combattere. Ho un messaggio da parte di Aster- la bambina dagli ispidi capelli neri mosse un passo verso di lui, tendendogli una lettera. Cross la fissò più sospettoso che mai.
-Non ti aspetterai davvero che me la beva- disse sarcastico, senza prendere il foglio che Road gli stava porgendo. Notò che la Noah sembrava avere la carnagione più pallida del solito, e non aveva più quell’espressione di crudeltà infantile stampata in volto. Al suo posto, un sorriso amaro e rassegnato stendeva le sue labbra, facendola sembrare molto più adulta.
-Non è un trucco. Vuole vederti, siamo quasi alla fine della commedia. Anche Allen vuole che tu venga con me- gli disse, continuando a tenere gli occhi bassi.
Sempre scrutandola, il generale prese la lettera dalle mani della bambina.

“Marian,

il momento è giunto. Allen non può più aspettare, e io non continuerò a vivere dopo averlo ucciso.
Questa lettera non è un inganno di Road, lei è dalla nostra parte. Se la seguirai, ti spiegherà tutto.
Non so se faremo in tempo a salutarci, quindi comincio qui a dirti solo una minima parte di quello che vorrei.
Hoshi è libera, e non sconvolgerti se la vedrai persa dietro a Tyki Mikk. Il confine si sta sfaldando, la linea di distinzione fra luce ed ombra diventa sempre meno marcata, e in alcuni punti le nostre metà si stanno fondendo.
Quando per me sarà tutto finito, prenditi cura di lei, ma non tarparle le ali. Il tempo per il sospetto è finito, gli unici veri nemici sono coloro che pretendono di controllare due forze che nel corso dei millenni non hanno fatto altro che gravitare l’una attorno all’altra, a tratti attraendosi e a tratti respingendosi, ma che non sono mai state nemiche. Luce ed ombra, bianco e nero, sono necessari l’uno all’altro affinchè esistano.
Capisci cosa intendo, vero?
L’Ordine e il Conte sono i veri nemici. Nessuno di loro è Dio o un suo rappresentante, entrambi combattono per vendetta o per sete di potere.
Mi dispiace di averti sempre ingannato sulla mia natura. L’Ordine mi ha sempre impedito di confessarti qualunque cosa, pena il mio ritorno alla forma originaria.
La verità è che se avessi saputo prima quanta sofferenza avrei causato, forse sarei tornata mansueta a fare il cubo nella pancia di Hebraska.
Ma dal momento in cui ho aperto gli occhi, ho avuto percezione del mio corpo ed ho ascoltato i miei pensieri, ho amato la vita.
Ho amato il poter camminare, l’essere in grado di allenare il fisico e di viaggiare per il mondo, in me si è radicato un istinto vitale, e per niente al mondo avrei rinunciato a tutto questo.
Non ho mai minimamente pensato, fino a poco tempo fa, che a quell’esistenza di larva che a me è sempre sembrata tanto odiosa ho condannato un’altra persona.
Ma adesso basta, pagherò con la mia vita il prezzo per quella di Hoshi, e spero che questo basterà a farle capire che mi dispiace.
Volevo vivere, e trovando Allen ho scoperto che oltre che ad un motivo per vivere ne esiste anche uno per morire. Il non voler continuare a camminare su una terra dove in mezzo ai miliardi di persone non c’è l’unica che per te valga tutte le altre.
Per anni siamo stati fratelli, anche se per finta. Fra noi c’è stato più di quanto fra consanguinei non fosse consentito. Penso di poterti affidare questa specie di testamento a mo’ di spiegazione per le mie azioni, assieme ad una richiesta.
Sii fra i fautori del nuovo mondo. Comprendi il messaggio che ciò che sta accadendo urla con la forza di un uragano ogni minuto che passa e non rinchiuderti in una tradizione che non ha mai avuto alcun significato se non quello di essere di semplice comprensione.
Fonda una nuova organizzazione che faccia comprendere al mondo la verità, e non una dolce menzogna. Questa è la mia ultima volontà.
Ho sempre voluto bene a te e a tutti i compagni dell’Ordine, anche se non l’ho mai detto a nessuno. Fallo tu per me.

Addio.

Aster”

-Mi credi adesso?-
L’uomo non rispose. Infilò due dita sotto al bordo della maschera e se la strappò dal viso, rivelando un occhio nero come le tenebre della notte.
Si asciugò le lacrime col dorso della mano.
-Andiamo- disse.



Note dell'Autrice:

Ommioddiosanto che depressione T^T e se lo dico io che ho scritto la storia... tenetevi forte, gente, perchè i prossimi capitoli saranno (purtroppo) gli ultimi. Mi terrò il commento lacrimevole per la fine, non voglio tediarvi con le mie pippe mentali. Se scrivete, conoscete pure voi la depressione che si prova quando si arriva in fondo a una storia!
Volevo mettere il punto in cui compare Marian in un capitolo a sè, ma il tutto sarebbe risultato decisamente troppo corto. Va bene la suspance, ma non esageriamo!

Rispondiamo ai commenti (quanti, che felicità *____*):

DarkAngel_: ma ciao :D non sei da rinchiudere in un manicomio, anzi, direi che c'hai preso abbastanza con Tyki! Mi sembra sia la prima fanfiction in cui non solo non lo faccio crepare (lo ODIO), ma lo rendo anche buono! Mi sa che sono io da rinchiudere in un manicomio .___. non potevo assolutamente escludere KANDA dalla parte finale, quando nel manga l'ho visto tornare ho fatto un balletto di gioia! (?) Per Road devi pazientare ancora un po', ma poco, te l'assicuro ^^ continua a seguire, mi sto affezionando alle tue recensioni :D

bartandes89: sarò felicissima di sorbirmi tutta la vostra ansia, sennò che l'ho scritta a fare la fanfiction? XD per il dispiacere di tutti quelli che la odiano, Linalee NON si suiciderà X°D se te hai paura a leggere i prossimi... io ho paura a pubblicarli, pensa te :S a presto!! ^__^

risep4: che bello, sono contenta che ti piaccia la fanfiction! Grazie per i complimenti ^^ purtroppo la vena pessimistica che prenderà la storia coincide con i miei pensieri sulla fine del manga... speriamo di no T__T il personaggio di Hoshi è sorto in un periodo in cui io stavo esattamente come lei, pensa che elemento che sono °__°

Grazie a tutti e a presto! ^___^

Bethan <3
   
 
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