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Autore: Linn_CullenBass    31/01/2012    1 recensioni
- "Tu as un beau chien -. Era una vocina squillante, come un leggero scampanellio.
Tenera e piccolissima, una bambina di circa 5 anni, mi fissava con i suoi occhioni verdi scuro.
I capelli erano soffici, scuri, color cioccolato. Le ricadevano dolcemente come un’onda delicata sulla schiena. Con la pelle rosea e le labbra rosse, la bambina si era voltata verso di me, mostrandomi un delizioso baschetto rossiccio, il cappottino firmato, la sciarpa e gli stivaletti di vernice rossa. “Alta società”, pensai.
-merci- le risposi, accennando un debole sorriso. E lei mi rispose altrettanto.
E in un attimo tutto ciò che avevo intorno di fece nitido.
Il cuore, freddo, ghiacciato, di pietra, di “Charles Bass” tornò quello di “Chuck”, preso da un piacevolissimo torpore, non fastidioso. E io mi sentii bene. "
5 anni dopo
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Capitolo13:


MORNING.





« La mattine estive, in ogni parte del mondo, non sono mai belle come quelle invernali»













 

POV CHUCK.
Non avevo proferito parola. Non volevo, non potevo. Blair aveva detto di non darmi retta. E se lei, alla fine, non voleva farlo, allora sarebbero stati soltanto affari suoi.
Poco importava che io l’amassi.
Poco importava che io volessi a tutti i costi che ricambiasse.
Perciò, quella mattina, non parlammo granchè. E anche con Dan, non ci fu un grande dialogo. Preferivo rimanere da solo, con me, per pensare un po’, sebbene negli ultimi tempi l’avessi già fatto troppo. Pensare era una cosa che mi fregava. Uscivano troppe cose che nascondevo a me stesso. E non sapendole, forse, vivevo anche meglio. Ma, ogni tanto, faceva bene.
Ero intento a sfogliare un giornale, mentre i miei simpatici “coinquilini teporanei” erano in giro a fare spese. Io, nonostante di me si fidassero poco, ero colui che gestiva la faccenda, e s’ impegnava per risolverla.
Più tardi, però, sarei stato io quello che avrebbe preso il cane e se la sarebbe svignata. Ovviamente, non avrei permesso loro di porre resistenza.
Ma c’era un altro fattore, che avevo guardato poco. Il tempo. Louis non sarebbe stato a New York  ancora per molto, sicuramente. E quindi, dovevamo sbrigarci.
- Che pensi?-
Nate, che era entrato in casa, togliendosi la giacca, come abitasse lì, se ne stava ritto davanti a me, con le braccia incrociate.
- Nulla. Solo che…-
Mantenni in sospeso la frase.
- Dan, sai dov’era? All’Empire! Era nel tuo hotel con… ta-ta-ta- taaaa: La vostra amichetta!!-
Allargò le braccia.
- Non capisci, Chuck? La ricerca è finita! Adesso, ho trovato anche la bambina! -
Alzai gli occhi al cielo. Qualcosa mi diceva che era rimasto indietro con le informazioni.
- Non mi cogli impreparato, Nathaniel. L’ho sapevo. È ospite qui. E per quanto riguarda Evelyn… ci stiamo lavorando.-
I miei occhi cominciarono a guardare il pavimento.


POV SERENA.
Nemmeno una chiamata.
Avevo aspettato, nel cuore della notte, che Dan mi chiamasse. Nate mi aveva informato che l’aveva trovato e che, finalmente, lo avremmo sentito. Invece nulla. Non v’erano segnali. Niente di niente.
Perché?
Era una domanda che mi opprimeva il cervello. Dopotutto, ero la sua “ragazza”. Perciò, si partiva dal presupposto che mi amasse. E che la prima persona che avrebbe chiamato, quando e se fossero riusciti a trovarlo, sarei stata io.
A meno che…
A meno che non avesse un cellulare. Nate mi aveva detto che era all’Empire, fino a poco fa’. Perciò, il telefono c’era eccome. E allora per quale motivo nessuno mi chiamava?
Tra l’altro, proprio l’Empire. L’hotel di Chuck.
Quindi anhe Chuck mi aveva preso in giro, erano d’accordo. Blair non aveva tutti i torti, a non sopportarlo.  Ad odiarlo ed amarlo nello stesso tempo.  
Era normale.
Aveva ragione.  
Non avevo nemmeno il coraggio di chiamare lui o la mia amica. Sicuramente, avevano qualcosa di meglio da fare, da lì non si scappava.
Poi, il telefono trillò. E la foto di Dan Humphrey, mio fidanzato, se ne stava come schermo. Presa da un imminente shock, esitai. Poi, risposi cercando di mantere un contegno e la voce ferma.
- Pronto?-
Mi schiarii la voce.
- Serena Van Der Woodsen?-
Mi bloccai di colpo. Conoscevo quella voce. La conoscevo bene, anzi, benissimo. Ma non era Dan. Non era il MIO Dan. Era qualcuno che con me, aveva poco in comune.
- Si.-
La voce era un bisbiglio fin troppo silenzioso. Al punto che non sapevo se chi era dietro l’altra cornetta avrebbe sentito.
- Avrei un’ offerta da proporle.-
Non avrei accettato nulla, con lui. Niente, poteva farmi accettare qualcosa da questa persona. Era stata TROPPO.
- Dica.-
Parlai, quasi in tono di sfida.
- Io, posso darle notizie piuttosto scottanti sul suo fidanzato, Dan Humphrey. Dirle dov’è, ora. Dirle tutto su di lui. Ma lei , in cambio, deve farmi un favore.-
Indugiai. Davvero volevo sapere tutto su Dan? Era sbagliato. Sarebbe stato come se fossi un’ ossessionata. Quasi fossi pazza, ridicola. Non volevo apparire così. Non volevo.
Eppure…
Mi tentava.
Ma davvero, sarei stata in grado di far accordi con lui? Con chi aveva portato via mia nipote a sua madre? Magari, sarei anche potuta arrivare a lei.
Qualcosa, dentro di me, si accese.
Sicuramente, avrei visto Evelyn.
Avrei avuto un contatto con lei.
- Di cosa si tratta?-
Chiesi infine.
Se davvero volevo sapere, fidarmi di Dan e aiutare i miei amici a ritrovare la bambina, l’unico modo era quello di andare fino in fondo.
-Venga al Palace, domani. Troverà qualcuno che la porterà da noi. Le spiegheremo tutto.-
Lo sentii esitare, per via telefonica.
- Ah, Serena. Dev’essere top secret.-  
Non mi diede il tempo di salutare, che mise giù il telefono.



POV CHUCK.
Ormai, non arrivava nessuno. Erano passate ben 4 ore, e non c’era traccia di Dan o Blair.
Nate era rimasto per un po’, giusto il tempo di dirgli tutto, in modo che potesse aiutarci, ma poi era andato via. Monkey scalpitava, per uscire. Ormai voleva andare a fare un giro nel parco. Ed anche io.
Ero chiuso nelle pareti di quella suite. E volevo disperatamente aspettare i due per dire  loro cosa avevo scoperto.
Infatti, Louis, portava via la bambina per impedire a Blair di trovarla, in modo da tenerla con sé. E non aveva intenzione di lasciarla andare.
Il suo intento, rabbrividii nel pensarci, era quello di farla soffrire, portandogliela via, per sempre.
Perché?
Beh, semplicemente per vendetta. Vendetta per il fatto che Blair avesse dubitato del suo amore per lui, credendo sempre di essere innamorata di me.
Per il test del dna, perché l’aveva effettivamente “tradito”. Ed io, mi sentivo in colpa.  Perché effettivamente era stata colpa mia. Solo colpa mia.
Fottutamente colpevole.
Il silenzio che riempiva ogni angolo della stanza, ogni singolo buco, era talmente pesante da schiacciarmi. Come avevo già detto, non amavo particolarmente pensare. Ma la solitudine proprio…
Tutto quello che avevo nel cuore, perché sebbene lo nascondessi il cuore c’era, mi colpiva come lame affilate. E tutto cominciava a sanguinare, sanguinava veloce, quasi stessi morendo. Mi riducevo senza forze, per i ricordi.
La morte.
Mi aveva perseguitato per così tanto tempo, ma gli ero sempre sfuggito, quasi fossi più potente persino di questa. “ci sono cose più potenti di te”, aveva detto Blair. A me, sembrava che così non fosse.
Chuck Bass e la morte. Erano quasi amici.
Finalmente, sentii i passi di qualcuno provenire dalla porta. Blair, bella e perfetta, Era lì, ferma davanti a me.
Humphrey, invece, era dietro di lei. Mi sembrava il classico cagnolino.
- Chuck..-
Tranquilla, perfezione.
Era tutto quello che volevo dirle, quello che avrei voluto dirle.
Invece, mi limitai a scuotere la testa. Anche se avevo paura che fraintendesse i miei gesti.
- Ho incontrato Serena.-
La guardai. Che storia doveva raccontare, ora?
- Ora fai parte di questa storia, e devi sentire tutto quello che abbiamo raccolto.-
“Ora”? beh, giusto. Prima non facevo parte. Io ero solo quello “ di troppo”.
Dentro di me, un ringhio cupo si fece largo. E Dan, indietreggiò al solo mio sguardo.
- Che c’entra Serena ora?-
Esortai.
- Ha ricevuto una chiamata, da Louis. Ecco, lui le ha proposto uno scambio.-
Sembrava incerta.
Io non volevo spaventarla. Solo.. non accettavo determinati atteggiamenti che non meritavo di ricevere.
Mi sentii addirittura disgustato da me stesso.
- Serena incontrerà Louis. Lui le ha chiesto di vedere, per parlare. Per uno scambio.-
- Che tipo, di scambio?-
Respirò veloce, sbattendo le palpebre
- Non ne ho idea. Domani si incontreranno. -
Abbassai lo sguardo.
- Che cosa hai in mente, Chuck? Microfoni, cimici in stile “007”? -
Lo fulminai.
Non era sicuramente il mio stile. E comunque, era improbabile che Louis credesse sul serio che Serena non dicesse niente. Lui SAPEVA, o VOLEVA  che lei lo dicesse a noi. Era sicuramente un trabocchetto.
- No. E dite a Serena di non andare.-
Mi alzai dal divano, per afferrare la bottiglia bianca dal tavolo.
Humphrey però mi fermò. Alzai gli occhi al cielo e gli chiesi di smetterla. E Blair, poi, mi chiese il perché. Sembrava particolarmente confusa.
- Credete davvero che Louis cheda a Serena di andare da lui convinto che non lo dica a nessuno o che sia completamente pulita di quelle cose che quell’idiota di Humphrey prima ha elencato? Avanti, Blair. Ti credevo più intelligente. Di sicuro, passi troppo tempo con lui.-
Indicai il ragazzo vicino a me con disprezzo.
- Dove vuoi arrivare? Non abbiamo altra scelta, Chuck. È l’unico modo per sapere sul serio che cosa vuole!-
Scuotevo la testa, ritmicamente.
- Ma non capisci? È proprio quello che vuole lui!-
Ormai, le nostre grida erano addirittura udibili da fuori. E ce ne diede prova proprio lei, Serena, che entrò all’improvviso.
- Ma si può sapere che succede?-
-C’è che…-
Non le fece finire la frase che fu lei a parlare.
- Ho una cosa da proporvi.-
E il suo sguardo, quando incontrò quello di Humphrey, sconvolto, era qualcosa di simile al disprezzo mista rabbia.


Angolo autrice!:

Eccoci… 
Scusate il ritardo di un giorno, mi dispiace, ma ho anche la scuola a cui pensare (purtroppo).
In ogni caso, siamo arrivati ad un punto cruciale. Serena, chiamata da Louis, ha qualcosa da proporre.. ma cosa?
Lasciate un commentino, che mi fa piacere!
Ieri sera, l’episodio 100.
Beh, auguri GG, da tutti noi! 
XoXo,
C.

   
 
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