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Autore: Evan88    10/09/2006    14 recensioni
Sembrava la solita serata in Sala Comune con Grattastinchi che sonnecchiava accanto al camino ed una montagna di compiti arretrati che raggiungeva un’altezza quantomeno inquietante dalla sua posizione regale al centro del tavolo.
Ma poi, all'improvviso, accadde l'imprevisto!
Come dovranno comportarsi, adesso?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non si inserisce con precisione sulla linea temporale; può essere ambientata verso la fine del quinto o del sesto anno, ma non è importante ai fini della trama.
Ringrazio tanto tutte le ragazze che hanno commentato Le Parole Perfette, mi ha fatto davvero tanto piacere!


SOLO UN BACIO, CHE SARA’ MAI..!
Prima Parte.


Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
Don't tell me it's not worth tryin' for
(Bryan Adams)



Ai pochi passanti di Weighting Street doveva presentarsi un bizzarro spettacolo a quell’ora di notte. Nella via completamente immersa nelle tenebre e avvolta dalla tradizionale quiete estiva un po’ piacevole e un po’ afosa, si accendeva a intermittenza la debole luce di una lampadina elettrica, proveniente da una finestra aperta al secondo piano di un’ordinata bifamigliare assolutamente identica a quelle tutt’intorno.
Dalla strada si vedeva la luce di quella stanza accendersi e spegnersi… e riaccendersi e zac! si spegneva di nuovo cullandosi nel buio.
E tutto daccapo.

Un filo di brezza notturna filtrò dai vetri aperti facendo ondeggiare candidamente le lunghe tende bianche e una ragazza mugugnò di piacere quando i suoi capelli si mossero lievemente a quel soffio fresco.
Poi niente. Hey, dov’era finita quell’arietta deliziosa?
Hermione tese la mano contro l’interruttore cercando con l’irriducibile pigrizia di chi è deciso a dormire a tutti i costi di sbirciare la finestra senza muovere un muscolo più del necessario.
Niente da fare: la finestra era già spalancata.
Con uno scatto secco spense di nuovo la luce.

…zzZZzzzZz…

Cos’era quella!? Una zanzara!? Hermione si drizzò a sedere di scatto tendendo l’orecchio e lanciando occhiatacce nel buio. Nel dubbio afferrò silenziosamente un giornale per accingersi a compiere la sua vendetta.
Hum, però forse non c’erano zanzare. Tanto valeva accendere la luce per vedere l’ora.

Grattastinchi miagolò infastidito dal fondo del letto e la luce si riaccese. Le 02:00.
Da quel momento erano ufficialmente 45 ore che non dormiva, esaltante!
Ed erano 14 ore da che era scesa dall’Hogwarts Express, 14 ore da che aveva finito l’anno, 14 ore da quando aveva giurato a Ronald Weasley che non gli avrebbe rivolto mai, mai, mai più la parola!
- 14 e un minuto… - mormorò seccata Hermione. Ma non arrivava nessun Herrol trascinandosi dietro una lettera di scuse lunga come la muraglia cinese dove Ron le chiedeva umilmente perdono dalla sua abietta posizione di peccatore.

Guardò male un libro che torreggiava sull’alta pila di volumi sul suo comodino.
- il signor Darcy si scusa! – e con l’atto di chi compie una profanazione spinse con un gesto nervoso il libro che dopo aver vacillato un po’ cadde a terra con un tonfo.
- Heathcliff si scusa! – e più convinta spinse a giù anche Wuthering Heights.
- perfino Dracula si scusa! Perché accidenti non può farlo anche lui!? – e con entrambe le mani spinse giù dal comodino tutta la letteratura inglese ottocentesca facendo il più assurdo, maledetto e delizioso baccano immaginabile.
Per un attimo la vista dei libri sfracellati a terra le fece dimenticare il respiro di Ron sul suo volto, le sue labbra che la sfioravano e poi lui che diceva quelle cose orribili per sciogliere la situazione.

Ma forse pensa davvero quello che ha detto…?


***

Come al solito era ormai così tardi che in Sala Comune erano rimasti solo loro tre, Grattastinchi e una montagna di libri e pergamene che raggiungeva un’altezza quantomeno inquietante dalla sua posizione regale al centro del tavolo.
- Era ovvio che l’avreste fatto di nuovo –
- Hermione, il quidditch è più importante di Incantesimi… -
- Lascia perdere, Harry, lei è una ragazza
- Essere una ragazza non ha mai impedito a nessuno di notare quanto siate indietro, Ron! Domani è l’ultimo giorno
- ..e studiare è superfluo. Dici così solo perché è da ieri che non fai che ponzare sui libri, diventerai una zitella acida! –
- Si? Non la pensavi così quando eri ossessionato da Viktor… –
- Non ero ossessionato proprio da nessuno, io! –
Ron alla sua destra, Hermione alla sua sinistra, Harry cominciava a credere di aver scelto una postazione poco favorevole.
- Ecco, io andrei… il manuale di incantesimi… di sopra –
Nessuno si degnò di rispondergli. Eh, queste sono le cose che ti fanno felice!
Con cautela si alzò dal divano e Grattastinchi si affrettò a seguirlo quatto quatto. Da buon felino, sapeva fiutare il pericolo quand’era nell’aria.

Hermione fece un gran sorriso incoraggiante sfoggiando un’irritante aria materna:
- Fai progressi, Ron. Stavolta non mi hai chiesto di quale Viktor stiamo parlando –
- Spiritosa… questa faceva proprio ridere, chi te le scrive? –
Lei sbuffò. Era vero che in quei giorni non faceva altro che studiare, era veramente stanca e quei litigi assurdi erano estenuanti.
- Oh, smettila! – e molto babbanamente lo colpì alla spalla. Lui scoppiò a ridere.
- Ma cosa credi di fare, non fai niente a nessuno così! Scommetterei una scopa che ti sei anche fatta male! –
Le sue mani corsero al pugno ancora chiuso di Hermione, che si morse le labbra incollerita. Si era veramente fatta male.
- Non mi fa né caldo né freddo. Lasciami –
- Ma smettila, sei tanto deboluccia che se uno ti dà uno spintone ti sgretoli – lei alzò un sopracciglio. Ron continuava imperterrito a tenere stretta la sua mano e la fissava sogghignando.
- Convinto? –
- Eh?-
Ron non fece in tempo a guardarla in faccia che la mano libera di Hermione l’aveva spinto violentemente giù dal divano. Sentendo mancare l’aria sotto di sé le rivolse uno sguardo di puro panico e agguantandosi a lei se la trascinò dietro in caduta libera verso il tappeto. Accidenti quant’era duro quel pavimento.
- Wow… -
- Beh, sono ancora intera, visto? – Hermione, sdraiata a terra accanto a lui e ancora notevolmente perplessa ridacchiò. Era il suo turno.
- Non avrei mai pensato di vederti fare una cosa così infantile –
Ron si era alzato su un gomito e la guardava dall’alto, apparentemente sconcertato. Lei stava per ribattere qualcosa di poco simpatico quando si accorse che lui non la guardava più. Cioè, non la guardava in faccia come fa una persona normale che sta parlando con un’altra. Sentendosi come se il volto le andasse in fiamme si rese conto che Ron era come ipnotizzato a fissare i suoi capelli, quei suoi brutti, disordinati capelli che si erano sciolti sul tappeto e le circondavano il volto come un’aureola piuttosto bizzarra.
Di botto si sentì inchiodata al suolo e qualcosa cominciò a formicolarle con forza nello stomaco. Non sarebbe riuscita a muovere un dito, forse neppure a respirare.
Ron si mosse ancora e come se non se ne rendesse conto ruotò su di lei, sempre senza nemmeno sfiorarla. Seguendo il movimento dei suoi capelli e poi il disegno di un orecchio tornò infine a fissarla negli occhi.
Hermione sentì che un dito tremante le si posava sulla guancia e che lì cominciava a tracciare dei piccoli cerchi. Infine, come se fosse stato ovvio fin dall’inizio che sarebbe finita così, lui la baciò. Sul serio. Posò le sue labbra sulle sue. Poteva sentirlo respirare, poteva sentire il suo cuore battere talmente veloce da sembrare un treno in corsa. E poteva sentire finalmente quel bacio che aveva sognato tante di quelle volte che ora si chiese se non si trattasse di una stupida illusione. Stava succedendo davvero.

- Ma dove siete..? –

Nell’udire la voce di Harry il cuore di Hermione perse un battito, e probabilmente anche quello di Ron. Scattarono come saette e in modo confuso fecero per rialzarsi, inciampando l’uno nella divisa dell’altra per riuscire infine ad ergersi in piedi di nuovo.

- Che… facevate? – Harry li fissò piuttosto allarmato chiedendosi se non avesse appena fatto una colossale stupidaggine o se ne avesse sparata una anche peggiore.
- Chi? – la voce di Ron, roca e piuttosto atona sembrò essere una risposta piuttosto eloquente. Ma non successe quello che doveva succedere.

Ron non aggiunse altro, Hermione non disse niente. Harry a disagio decise brillantemente di non dire più niente. Probabilmente avrebbe preferito trovarsi in qualunque altro luogo, fosse pure ad un concerto delle Sorelle Stravagarie o a ballare un valzer con Voldemort a una serata di beneficenza a favore del C.R.E.P.A.
Nel silenzio più mostruosamente glaciale nella storia della loro amicizia, Ronald Bilius Weasley borbottò un ‘buonanotte’ e salì senza voltarsi le scale del suo dormitorio.

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