Favola
Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
E di un cavaliere che
In sella al suo cavallo bianco
Entrò nel bosco
Alla ricerca di un sentimento
Che tutti chiamavano amore...
Ron si rigirò nel letto, ormai sveglio.
Nella sua testa c’era soltanto lei, e le parole che
doveva dirle, prima di partire per quel viaggio alla ricerca degli Horcrux. Un
viaggio da cui, non era sicuro che sarebbero tornati tutti.
Si
alzò. A quel punto era inutile restare a letto.
Scese
le scale lentamente, per evitare di attirare l’attenzione su di sé dalle
migliaia di persone che giravano per la Tana. Anche se sarebbe stato pressoché
impossibile, dal momento che i preparativi per il matrimonio erano arrivati al
loro massimo svolgimento.
“Buongiorno
Ron”disse Harry Potter dal tavolo, dove stava facendo colazione.
Il
rosso rispose con un grugnito e si sedette pesantemente sulla sedia vuota di
fronte al suo migliore amico.
“Siete
ancora in pigiama?”chiese la sua voce...non troppo dolcemente,
arrivando dalla porta che dava sul giardino. Aveva le guance rosse e gli occhi
accesi per il caldo, e i capelli ricadevano, indomabili, sulle spalle minute.
“Insomma,
possibile che dobbiate sempre essere così lenti? Fra un ora
inizia il matrimonio, e voi due che fate? Vi alzate alle dieci, non date una
mano a nessuno e state ancora in pigiama!”disse Hermione con la sua solita
parlantina da so-tutto-io. Poi si voltò e corse ad
aiutare Tonks con le sedie, prima che combinasse un disastro.
Ron
continuò a fissare il punto in cui pochi attimi prima c’era Hermione, e poi,
alzandosi meccanicamente si alzò e fece per salire le scale.
“Ehi,
che fai, non mangi?”chiese Harry con lo sguardo stupito.
“Non
ho fame”rispose Ron senza voltarsi, salendo.
Camminò
lentamente verso la sua stanza, e una volte che fu
dentro, chiuse la porta e si sedette con la schiena poggiata su di essa, e la
testa sulle gambe. Se qualcuno lo avesse visto in quel
momento avrebbe potuto pensare che avesse corso per
Rimase
immobile per quella che gli sembrò una vita, poi si alzò e infilò rapidamente i
pantaloni neri, la camicia bianca e le scarpe. Prese la giacca in mano e uscì
dalla stanza.
“Hai
già fatto?”chiese Harry strabuzzando gli occhi quando
vide Ron vestito di tutto punto scendere le scale. Di solito era sempre
l’ultimo a svegliarsi, a finire la colazione e a vestirsi, ma quella mattina
sembrava che avesse le ali ai piedi.
“Si,
e ti conviene sbrigarti”disse Ron facendo l’occhiolino e mettendo la giacca
sulla sedia.
Detto
ciò aprì la porta e uscì nell’aria afosa del giardino della Tana, che era tutto
agghindato per l’occasione.
C’erano
tantissime sedie sistemate di fronte ad un bell’altare bianco e dorato che
aveva comprato la famiglia di Fleur.
Ron
fece girare lo sguardo per tutto il giardino, fino a che non la vide. Hermione
stava ancora sistemando le sedie assieme a Ginny e Tonks, ed era bellissima,
come sempre.
Non
era propriamente bella, ma per Ron superava ogni canone di bellezza che
esisteva sulla faccia della terra.
Prese un sentiero che portava
A una cascata dove l’aria
Era pura come il cuore di quella
Fanciulla che cantava
E se ne stava coi conigli
I pappagalli verdi e gialli
Come i petali di quei fiori che
Portava tra i capelli…
“Ron,
finalmente sei arrivato!”esclamò Ginny, ed Hermione si voltò a guardarlo.
Il
rosso sbuffò “Sono stato più veloce di quanto le mie gambe consentissero”disse,
irritato dal fatto che avesse interrotto il suo contatto visivo.
“Metti
a posto le sedie, che noi andiamo a vestirci”continuò Ginny, e impedendo a Ron
di ribattere, corse via, insieme a Hermione, che,
mentre correva, si voltò un paio di volte indietro, rischiando addirittura di
cadere a faccia avanti.
Ron
sbuffò e iniziò, con la magia a mettere le sedie l’una accanto all’altra,
rivolte verso l’altare. Ogni tanto alzava lo sguardo quando
vedeva le persone entrare nel giardino, ma erano solo gli invitati, che
lentamente prendevano posto.
Hermione
arrivò soltanto quando Ron aveva ormai finito di
mettere le sedie al proprio posto, e controllava che fosse tutto in ordine.
Indossava
un vestito semplice, azzurro, con le spalline sottili, e i capelli erano
pettinati in morbidi e ordinati riccioli, tenuti perfettamente da spille
azzurre. Ron rimase senza fiato, perchè non si aspettava che potesse diventare
bella a quel modo.
Entrò
nel giardino timidamente, temendo chissà cosa, e si avvicinò a lui. Ogni suo
passo era come se una scossa elettrica passasse nel corpo del rosso.
“Ciao
Ron”disse Hermione sorridendogli “Hai dimenticato questa dentro”aggiunse
dandogli la giacca.
Lui
sorrise “Grazie Herm”disse. Poi raccolse tutto il coraggio che c’era dentro di
lui e disse “Sei davvero bella”
Hermione
arrossì violentemente “Grazie”disse, poi toccò la gonna “Il vestito fa effetto”aggiunse
“No”disse
Ron “Tu. Sei tu ad essere bella”disse, con le orecchie
in fiamme.
Lei
lo guardò fra il compiaciuta e la stupita, e, non
sapendo cosa dire, optò per un semplice “Grazie”
“Lo
sposo! Lo sposo!”mormorarono gli ospiti, mentre Bill faceva il suo ingresso,
assieme al testimone, Charlie, e si metteva sull’altare con parecchio
nervosismo. Ron e Hermione si affrettarono a sedersi, imbarazzati.
La
cerimonia continuò e si concluse nel migliore dei modi, anche se la signora
Weasley assomigliava parecchio ad una fontana, e arrivò il momento che tutti
aspettavano: il buffet.
C’era
cibo dappertutto, su ogni tavolo, e mangiavano tutti con allegria. Quel giorno
non c’era nessun Voldemort che potesse rovinare la
giornata.
Ron
era rimasto parecchio tempo a fissare Hermione, e miliardi di pensieri si erano
affacciati nella sua testa, quando, in uno scatto di coraggio le si avvicinò.
Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco
E piano piano le si avvicinò
La guardò per un secondo
Poi le sorrise
“Herm”la chiamò, e lei si voltò a guardarlo “Ti va
di andare via da questa confusione?”le chiese, con le orecchie che arrossivano
di nuovo.
Lei sorrise e annuì, mentre Ginny ridacchiava. Ron
la odiò in quel momento.
“Bel
matrimonio”dissero all’unisono, e poi ridacchiarono. Avevano scelto lo stesso
momento per tentare di sciogliere il ghiaccio.
E poi pian piano iniziò a dirle
Queste dolci parole:
Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella...
Continuarono
a camminare, restando in silenzio.
E’il momento pensò Ron, e pregò che il
coraggio non lo abbandonasse proprio in quel momento.
“Perchè
succede così Herm?”fu l’unica cosa che riuscì a dire
Lei
lo guardò un momento “Succede cosa?”chiese quasi timidamente. Aveva intuito
ovviamente di cosa parlava Ron.
“Non
riusciamo più a parlare”borbottò il rosso “E lo odio”aggiunse
Hermione
arrossì violentemente “Non lo so”disse
Ron
sbuffò “Non dirmi che non lo sai”disse fermandosi, immobile quasi come una
statua “Perchè lo sai benissimo”aggiunse
Lei
si voltò a guardarlo, con gli occhi velati di lacrime e le guance violentemente
rosse “Ron io...”
“Basta
Hermione”disse Ron “Non si tratta di te, ma di noi, di noi due!”
La
ragazza ebbe un sussulto, e lo fissò. Dopo lunghi istanti disse, mormorando
“Noi due”
Ron
sospirò “Si...noi due”disse, poi la guardò negli occhi. In
quei meravigliosi occhi color cioccolato e quelle due parole uscirono,
quasi come per magia, dalla sua bocca “Ti amo”
La principessa lo guardò
Senza dire parole
E si lasciò cadere tra le sue braccia
Il cavaliere la portò con se
Sul suo cavallo bianco...
Hermione rimase immobile, mentre una sola,
semplicissima lacrima percorreva la sua guancia “Come?”chiese in un sussurro.
“Cos’è, sei anche sorda adesso?”chiese Ron, con
quel sorriso da ragazzino che non lo abbandonava mai.
La ragazza fece un sorriso enorme e gli gettò le
braccia al collo, come faceva sempre. Solo che Ron non rimase imbambolato, non
le carezzò la testa. La strinse a sé, semplicemente, come se fosse il suo
tesoro più prezioso.
“Ti amo anche io”mormorò Hermione sul collo di lui.
Ron la scostò dolcemente da sé “Cos’hai
detto?”chiese, mentre l’emozione si impadroniva anche della sua voce.
“Sei sordo?”chiese Hermione facendo una risata, e
Ron fece l’unica cosa che potesse fare in quel
momento. La tirò a sé e la baciò, con una dolcezza infinita.
Era tutto come sarebbe dovuto essere.
E seguendo il vento
Le cantava intanto
Questa dolce canzone:
Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella...