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Autore: _Melian_    10/09/2006    14 recensioni
Ron e Hermione, come in una favola.
Prima FF, siate clementi ç_ç
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Favola

 

 

 

Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
E di un cavaliere che
In sella al suo cavallo bianco
Entrò nel bosco
Alla ricerca di un sentimento
Che tutti chiamavano amore...

 

Ron si rigirò nel letto, ormai sveglio.

Nella sua testa c’era soltanto lei, e le parole che doveva dirle, prima di partire per quel viaggio alla ricerca degli Horcrux. Un viaggio da cui, non era sicuro che sarebbero tornati tutti.

Si alzò. A quel punto era inutile restare a letto.

Scese le scale lentamente, per evitare di attirare l’attenzione su di sé dalle migliaia di persone che giravano per la Tana. Anche se sarebbe stato pressoché impossibile, dal momento che i preparativi per il matrimonio erano arrivati al loro massimo svolgimento.

“Buongiorno Ron”disse Harry Potter dal tavolo, dove stava facendo colazione.

Il rosso rispose con un grugnito e si sedette pesantemente sulla sedia vuota di fronte al suo migliore amico.

“Siete ancora in pigiama?”chiese la sua voce...non troppo dolcemente, arrivando dalla porta che dava sul giardino. Aveva le guance rosse e gli occhi accesi per il caldo, e i capelli ricadevano, indomabili, sulle spalle minute.

“Insomma, possibile che dobbiate sempre essere così lenti? Fra un ora inizia il matrimonio, e voi due che fate? Vi alzate alle dieci, non date una mano a nessuno e state ancora in pigiama!”disse Hermione con la sua solita parlantina da so-tutto-io. Poi si voltò e corse ad aiutare Tonks con le sedie, prima che combinasse un disastro.

Ron continuò a fissare il punto in cui pochi attimi prima c’era Hermione, e poi, alzandosi meccanicamente si alzò e fece per salire le scale.

“Ehi, che fai, non mangi?”chiese Harry con lo sguardo stupito.

“Non ho fame”rispose Ron senza voltarsi, salendo.

Camminò lentamente verso la sua stanza, e una volte che fu dentro, chiuse la porta e si sedette con la schiena poggiata su di essa, e la testa sulle gambe. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento avrebbe potuto pensare che avesse corso per 1000 chilometri senza mai fermarsi. Ed era esattamente quella la sensazione che provava Ron, nonostante il più grande movimento che avesse fatto quella mattina era stato quando aveva sceso le scale.

Rimase immobile per quella che gli sembrò una vita, poi si alzò e infilò rapidamente i pantaloni neri, la camicia bianca e le scarpe. Prese la giacca in mano e uscì dalla stanza.

“Hai già fatto?”chiese Harry strabuzzando gli occhi quando vide Ron vestito di tutto punto scendere le scale. Di solito era sempre l’ultimo a svegliarsi, a finire la colazione e a vestirsi, ma quella mattina sembrava che avesse le ali ai piedi.

“Si, e ti conviene sbrigarti”disse Ron facendo l’occhiolino e mettendo la giacca sulla sedia.

Detto ciò aprì la porta e uscì nell’aria afosa del giardino della Tana, che era tutto agghindato per l’occasione.

C’erano tantissime sedie sistemate di fronte ad un bell’altare bianco e dorato che aveva comprato la famiglia di Fleur.

Ron fece girare lo sguardo per tutto il giardino, fino a che non la vide. Hermione stava ancora sistemando le sedie assieme a Ginny e Tonks, ed era bellissima, come sempre.

Non era propriamente bella, ma per Ron superava ogni canone di bellezza che esisteva sulla faccia della terra.

 

Prese un sentiero che portava
A una cascata dove l’aria
Era pura come il cuore di quella
Fanciulla che cantava
E se ne stava coi conigli
I pappagalli verdi e gialli
Come i petali di quei fiori che
Portava tra i capelli…

 

“Ron, finalmente sei arrivato!”esclamò Ginny, ed Hermione si voltò a guardarlo.

Il rosso sbuffò “Sono stato più veloce di quanto le mie gambe consentissero”disse, irritato dal fatto che avesse interrotto il suo contatto visivo.

“Metti a posto le sedie, che noi andiamo a vestirci”continuò Ginny, e impedendo a Ron di ribattere, corse via, insieme a Hermione, che, mentre correva, si voltò un paio di volte indietro, rischiando addirittura di cadere a faccia avanti.

Ron sbuffò e iniziò, con la magia a mettere le sedie l’una accanto all’altra, rivolte verso l’altare. Ogni tanto alzava lo sguardo quando vedeva le persone entrare nel giardino, ma erano solo gli invitati, che lentamente prendevano posto.

Hermione arrivò soltanto quando Ron aveva ormai finito di mettere le sedie al proprio posto, e controllava che fosse tutto in ordine.

Indossava un vestito semplice, azzurro, con le spalline sottili, e i capelli erano pettinati in morbidi e ordinati riccioli, tenuti perfettamente da spille azzurre. Ron rimase senza fiato, perchè non si aspettava che potesse diventare bella a quel modo.

Entrò nel giardino timidamente, temendo chissà cosa, e si avvicinò a lui. Ogni suo passo era come se una scossa elettrica passasse nel corpo del rosso.

“Ciao Ron”disse Hermione sorridendogli “Hai dimenticato questa dentro”aggiunse dandogli la giacca.

Lui sorrise “Grazie Herm”disse. Poi raccolse tutto il coraggio che c’era dentro di lui e disse “Sei davvero bella

Hermione arrossì violentemente “Grazie”disse, poi toccò la gonna “Il vestito fa effetto”aggiunse

“No”disse Ron “Tu. Sei tu ad essere bella”disse, con le orecchie in fiamme.

Lei lo guardò fra il compiaciuta e la stupita, e, non sapendo cosa dire, optò per un semplice “Grazie”

“Lo sposo! Lo sposo!”mormorarono gli ospiti, mentre Bill faceva il suo ingresso, assieme al testimone, Charlie, e si metteva sull’altare con parecchio nervosismo. Ron e Hermione si affrettarono a sedersi, imbarazzati.

 

La cerimonia continuò e si concluse nel migliore dei modi, anche se la signora Weasley assomigliava parecchio ad una fontana, e arrivò il momento che tutti aspettavano: il buffet.

C’era cibo dappertutto, su ogni tavolo, e mangiavano tutti con allegria. Quel giorno non c’era nessun Voldemort che potesse rovinare la giornata.

Ron era rimasto parecchio tempo a fissare Hermione, e miliardi di pensieri si erano affacciati nella sua testa, quando, in uno scatto di coraggio le si avvicinò.

 

Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco
E piano piano le si avvicinò
La guardò per un secondo
Poi le sorrise

 

“Herm”la chiamò, e lei si voltò a guardarlo “Ti va di andare via da questa confusione?”le chiese, con le orecchie che arrossivano di nuovo.

Lei sorrise e annuì, mentre Ginny ridacchiava. Ron la odiò in quel momento.

“Bel matrimonio”dissero all’unisono, e poi ridacchiarono. Avevano scelto lo stesso momento per tentare di sciogliere il ghiaccio.

 

E poi pian piano iniziò a dirle
Queste dolci parole:

Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella...

 

Continuarono a camminare, restando in silenzio.

E’il momento pensò Ron, e pregò che il coraggio non lo abbandonasse proprio in quel momento.

“Perchè succede così Herm?”fu l’unica cosa che riuscì a dire

Lei lo guardò un momento “Succede cosa?”chiese quasi timidamente. Aveva intuito ovviamente di cosa parlava Ron.

“Non riusciamo più a parlare”borbottò il rosso “E lo odio”aggiunse

Hermione arrossì violentemente “Non lo so”disse

Ron sbuffò “Non dirmi che non lo sai”disse fermandosi, immobile quasi come una statua “Perchè lo sai benissimo”aggiunse

Lei si voltò a guardarlo, con gli occhi velati di lacrime e le guance violentemente rosse “Ron io...

“Basta Hermione”disse Ron “Non si tratta di te, ma di noi, di noi due!”

La ragazza ebbe un sussulto, e lo fissò. Dopo lunghi istanti disse, mormorando “Noi due”

Ron sospirò “Si...noi due”disse, poi la guardò negli occhi. In quei meravigliosi occhi color cioccolato e quelle due parole uscirono, quasi come per magia, dalla sua bocca “Ti amo”

 

La principessa lo guardò
Senza dire parole
E si lasciò cadere tra le sue braccia
Il cavaliere la portò con se
Sul suo cavallo bianco...

 

Hermione rimase immobile, mentre una sola, semplicissima lacrima percorreva la sua guancia “Come?”chiese in un sussurro.

“Cos’è, sei anche sorda adesso?”chiese Ron, con quel sorriso da ragazzino che non lo abbandonava mai.

La ragazza fece un sorriso enorme e gli gettò le braccia al collo, come faceva sempre. Solo che Ron non rimase imbambolato, non le carezzò la testa. La strinse a sé, semplicemente, come se fosse il suo tesoro più prezioso.

“Ti amo anche io”mormorò Hermione sul collo di lui.

Ron la scostò dolcemente da sé “Cos’hai detto?”chiese, mentre l’emozione si impadroniva anche della sua voce.

“Sei sordo?”chiese Hermione facendo una risata, e Ron fece l’unica cosa che potesse fare in quel momento. La tirò a sé e la baciò, con una dolcezza infinita.

Era tutto come sarebbe dovuto essere.

 

E seguendo il vento
Le cantava intanto
Questa dolce canzone:

Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella...

  
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