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Autore: vampirellasperduta    31/01/2012    5 recensioni
Salve a tutti! questa è una fan fiction rigorosamente DELENA e parte dopo che Klaus viene sconfitto durante il rituale (modificato da me).
Stefan e Elena si sono lasciati molti mesi prima e sono molto amici ma Elena inizia a guardare Damon con occhi diversi e capisce di amarlo da sempre. I fratelli Salvatore non saranno gli unici vampiri che si vedranno nella fan fiction poichè arriverà una vecchia cara nostra conoscenza!
DAL TESTO:
Si il mio cuore mi dava la conferma. Lo amavo. Forse lo sempre amato e nascondevo i sentimenti ma erano sempre li. Nel profondo del mio cuore.
DAL CAPITOLO 24
POV DAMON
Avevo un disperato bisogno di un bicchiere di Bourbon dopo quel tumulto di emozioni. Emozioni così forti da avermi mozzato il fiato. Emozioni che mi avevano riempito l’anima di gioie indescrivibili, uniche e folgoranti allo stesso tempo.
Fissai quel vetro sottile che mi divideva dalla nursery dell’ospedale.
Appoggiai le dita affusolate su quella superficie liscia e fredda.
La mia attenzione era tutta su un esserino piccolo e fragile in mezzo ad altri.
Mio figlio.
L’esserino che dormiva innocentemente con le labbra già carnose leggermente socchiuse e un espressione rilassata in viso.
Pochi capelli.
Corvini. Come i miei.
Pelle leggermente olivastra. Come quella di sua madre.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bonnie era terrorizzata.
La mano di Damon stringeva forte la mia; solo quel contatto mi permise di non gridare disperata.
C’è Damon vicino a me. Pensai ripetutamente.
Mi voltai per guardare il viso del mio vampiro e notai che aveva la mascella contratta ed era serio e sotto quegl’occhi profondamente chiari nascondeva la paura e la preoccupazione per il suo piccolino.
“cos’hai scoperto Bonnie?” chiese duro Damon.
“ho trovato un altro libro dove spiega ancora meglio la questione del bambino” spiegò la strega.
“questione del bambino?” chiese amaramente il vampiro “stai parlando di mio figlio, strega.” Sputò duro. Non correva buon sangue tra di loro poiché Bonnie cercava sempre di mantenere l’equilibrio della natura e diciamo inoltre, che non guardava di buon occhio il mio vampiro. Per questo ci eravamo un po’ allontanate.
Vidi Bonnie deglutire. Avanzò nel salotto e prese un respiro lungo.
“il sangue di tuo figlio è più speciale di quello di Elena e quando si verrà a sapere del bambino i vampiri ritorneranno in città non per Elena ma per il bambino” spiegò guardandomi negl’occhi. Mi portai una mano sulla bocca per soffocare le urla che mi stavano salendo dall’anima.
Il mio bambino era in pericolo.
“puoi sempre fare quell’incantesimo che hai fatto ai vampiri che sono venuti per Elena tempo fa no?” chiese Alaric; era molto preoccupato.
Bonnie cominciò a piangere silenziosamente. Mi avvicinai, mi sedetti accanto a lei e le accarezzai le spalle per farla calmare.
“le streghe di Salem non vogliono che io faccia l’incantesimo” singhiozzò.
“perché?” chiesi debolmente. Se le streghe non volevano fare qualcosa significava solo per una cosa…
“il tuo bambino romperà l’equilibrio della natura Elena” mi disse coprendosi il viso con le mani.
Mi allontanai. Mi mancava l’ossigeno.
Il mio bambino non rompeva l’equilibro. Non rompeva un bel niente!
“come osano dire queste cose eh? Le solite streghe! Mio figlio non è un abominio capito strega?!” urlò Damon.
si avvicinò a me e tirandomi per le spalle mi portò alla sua altezza. Mi mise due dita sotto il mento per poterlo guardare negl’occhi.
“ehi tesoro, guardami” incatenò il suo mare nel mio cioccolato. “respira” scandì. Capii in quell’istante che avevo smesso di respirare. Presi un respiro profondo e notai che mi bruciavano i polmoni.
“Damon” e in quel nome c’era tutto il mio terrore.
“Bonnie ti prego fallo per il bambino di Elena” supplicò Alaric avvicinandosi alla strega.
“non posso” rispose continuando a piangere “le streghe mi hanno tolto i poteri” rivelò.
Calò un silenzio tombale. Io, Damon, Alaric e mia zia ci guardammo.
Bonnie aveva perso i poteri. Le streghe gliel’avevano tolto cosi che non poteva aiutarci a difendere il bambino.
Perché secondo loro il mio bambino non doveva venire al mondo.
“vorrà dire che lo proteggeremo noi Bonnie, non abbiamo bisogno del potere di una strega. Ammazzerò qualsiasi persona si voglia avvicinare a Elena e al piccolo” disse Damon con durezza e soprattutto amarezza.
Non ci saremmo mai aspettati questa decisione da parte delle streghe.
“Jenna porta Elena in camera e cerca di calmarla sennò il bambino inizia a calciare ed è l’ultima cosa che ci serve in questo momento, io chiamo Stefan e Caroline” sembrava solo lui in grado di pensare lucidamente. Anche Alaric era scombussolato.
“mi dispiace Elena” tentò di dirmi “ ma Emily mi ha rivelato che il tuo bambino romperà l’equilibrio tra vampiri e umani e non possono permetterlo”
“ed è per questo che sarebbe meglio che morisse vero?” chiesi amareggiata riferendomi al mio bambino. Nessuno poteva portarmi via la mia ragione di felicità in quel mondo pieno di tenebre. Nessuno.
 
 
Era sdraiata sul letto della mia stanza, con il viso rigato di lacrime amare. Zia Jenna mi cullava come se fossi una bambina sperduta.
“Elena calmati, ti prego..”bisbigliò dolcemente accarezzandomi i capelli.
Spalancai gli occhi dal dolore. Una fitta fortissima mi colpì il basso ventre. Urlai dal dolore stringendomi la pancia con le mani. Un’altra fitta e un’altra ancora.
Il bambino era agitato per via di quello che stavo provando e mi continuava a calciare in una maniera a dir poco disumana.
Respiravo a fatica.
“il bambino” tentai di spiegare a mia zia che mi guardava immobile terrorizzata.
“Damon!” urlò richiamando il mio vampiro e dopo pochi secondi sentii la porta sbattere e tre vampiri entrare. Damon mi fu subito vicino e cercò di calmarmi, invano.
Stefan e Caroline assistevano alla scena pietrificati.
“piccolo calmati, la mamma sta bene ok? Calmati perché le stai facendo male… ti prego scricciolo” supplicò il mio vampiro accarezzandomi il ventre. Un instante dopo aver finito la frase passò tutto il dolore. Il bambino non calciava più. Accarezzai anche io la rotondità che sporgeva dal mio corpo.
“ti piace la voce del papà?” chiesi dolcemente ma estremamente sfinita.
“penso che sia molto simile a me Elena” disse pensieroso il mio vampiro “odia vederti in questo stato” sorrise sghembo compiaciuto e un po’ orgoglioso, anche se non condivideva le conseguenze di tutto ciò.
“e per questo calcia?” Caroline ridendo si avvicinò a me. “mi sa che è altezzoso come il padre e vuole tutta l’attenzione su di se, il piccolino” rise ancora più forte.
“Barbie piantata”
“penso che hai ragione Damon” si intromise suo fratello Stefan “calcia solo quando Elena è agitata o è triste, evidentemente pensa di far sentire la sua presenza ma non sa che ti fa cosi male” riferendosi a me.
Sorrisi e guardai il mio ventre. Il mio piccolino mi voleva proteggere, come suo padre.
“ti voglio tanto bene piccolino mio” dissi colma di felicità.
“tesoro, Damon mi ha detto cosa hanno fatto le streghe a Bonnie” Caroline mi guardava dispiaciuta.
“il tuo bambino sarà il più bel bambino di questo mondo Elena, sarà forte come Damon e amorevole come te, e non è un abomino. Di questo ne sono certa.” Disse fiera di sé.
Sorrisi e l’abbracciai
“grazie Car, ti voglio davvero bene” e una lacrima solitaria scese sul mio volto.
 
 
 
Ritornammo alla pensione dopo aver pranzato a casa di mia zia e Alaric. Dopo quelle fitte era ritornato tutto normale e stavo bene come prima, almeno fisicamente; perché mentalmente ero distrutta. Il mio bambino, per le streghe, non doveva essere messo al mondo. Sospirai e mi accarezzai il ventre per l’ennesima volta. Mi dava la sicurezza che la mia piccola creatura c’era, era li, dentro di me.
“piccola tranquilla” e mi accarezzo una guancia “l’importante che state bene. Le streghe non toccheranno mai nostro figlio capito?” distolse lo sguardo dal mio per fissare un punto del salotto “dovranno passare sul mio corpo”
“no! No Damon! non dire queste cose ti prego!” risposi agitata. Solo il pensiero di perderlo mi faceva impazzire. “io ho bisogno di te! Noi abbiamo bisogno di te!” continuai.
Sorrise “Elena io starò sempre con te, te lo prometto” incastrò i suoi occhi cremisi nei miei.
Lo presi dal colletto della camicia e lo baciai violentemente. Lui ricambio dopo un attimo di esitazione. Avevo bisogno di lui. Era la mia quotidianità, ero la sua ombra e in quel bacio era resente tutto il mio bisogno di lui. La mia disperazione dopo le sue parole.
Dopo esserci staccati, entrambi sorridemmo.
“mi piaci quando fai cosi scricciolo” rise soddisfatto.
“sei sempre il solito” dissi unendomi alla sua risata. In sua presenza non esistevano altri problemi. C’eravamo solo io, lui e il nostro piccolino.
“ho bisogno di una doccia” disse maliziosamente. Alzai gli occhi capendo il suo doppio senso. Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra “ vieni con me?” chiese in tutto il suo fascino. Il mio cuore galoppava felice nelle praterie dell’amore profondo. Annuii con la testa e in un lampo mi ritrovai in braccio a lui su, in camera nostra.
Mi mise giù piano e sapevo che mi osservava attentamente.
“sai che sei estremamente bella da quando sei incinta Elena?” mi chiese circondando la mia vita con le sue braccia. Guardai i tendini tendersi nel suo avambraccio e una certa voglia si impossessò del mio corpo.
Ci baciammo dolcemente, ma per ben poco, poiché quel bacio diventò sempre più passionale e rovente come un fuoco in piena estate. Mi ritrovai in intimo e in bagno. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul lavandino. Lo circondai con le mie gambe per attirarlo ancora più vicino a me.
“non dovevamo fare la doccia?” chiesi innocentemente.
Passò a baciarmi tutto il mento con sensualità. Gemettii.
Con un solo braccio mi prese con se e si avviò verso la vasca. Aprì il rubinetto e ritornammo vicino al lavandino.
Quando la vasca fu riempita d’acqua ci immergemmo dentro e oltre a lavarci, facemmo ben altro. Molto più appagante.
 
A cena Damon invitò a mangiare alla pensione Alaric e mia zia Jenna, ovviamente c’era anche la mia amica Caroline che era un’ospite fissa oramai. E io non potevo che esserne felice.
“versamene uno anche a me Damon” chiese Alaric avvicinandosi al bancone degl’alcolici dove il mio vampiro già beveva un bicchiere di bourbon.
Stavo apparecchiando il grande tavolo assieme a mia zia e a Caroline. Quest’ultima era irrequieta e aveva sbuffato già parecchie volte da quando era entrata in casa.
“Car tutto bene?” chiesi.
“ho litigato con Tyler” rispose isterica.
“e perché?” chiesi. Di solito Car partiva a raffica spiegando tutto quello che le succedeva senza aver bisogno di domande altrue. Era strana.
“perché non sarà mai per sempre al mio fianco e per sempre intendo l’eternità Elena, e questo mi logora dentro” appoggiò la forchetta con tanta violenza che si piegò in due.
Cosa potevo dirle per assicurarla? In fondo è vero. Un licantropo non potrà mai vivere per sempre: morirebbe se Car provasse a trasformarlo.
Mi avvicinai e l’abbracciai.
“Car le cose vanno come devono andare e se ti dico che Tyler vivrà per l’eternità, ti mentirei e non voglio farlo. Caroline vivi le emozioni. Quando verrà il momento ci penseremo,insieme”
la mia amica vampira abbassò lo sguardo
“grazie Elena”
mangiammo tranquillamente e per un attimo mi dimenticai di quello che mi aspettava il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Eravamo li, io e la mia famiglia, che ridavamo e scherzavamo come qualsiasi altra famiglia e quella sensazione di calore e di affetto mi invase ogni poro della mia pelle e mi fece sentire davvero bene.
Mi chiedevo quando potevo vivere in quella calorosità perenne, senza vampiri cattivi e streghe fissate con l’equilibro. In quel momento capii che nessuno poteva battermi giù, nessuno poteva togliermi quella felicità che tanto aspettavo.
Avevo l’uomo che amavo accanto a me, i miei amici che mi stavano vicino in ogni momento e mia zia e Alaric che mi facevano da genitori.
Avevo sofferto troppo nella mia breve vita e questo oltre a rendermi fragile, mi aveva reso più forte, anche se poteva suonare strano.  Non potevo negarmi di vivere la mia felicità.
“ragazze perché domani non andiamo a fare un po’ di shopping per i due piccolini?” propose Caroline entusiasta.
Risi. Non vedevo l’ora di poter iniziare a comprare qualcosa per il mio piccolino.
“Barbie non comprare cose rosa per il mio scricciolo che te le strappo davanti agl’occhi!” Damon sghignazzò.
“Damon!” l’ ammonii “ se è una femminuccia?”
storse il naso ma continuando a sorridere. “ speriamo che sia un bel maschietto come il padre” disse modesto come sempre. Anche dentro di me speravo che fosse un maschietto perché sarebbe somigliato a lui. Gli sorrisi con tutto l’amore che provavo per lui.
“non ascoltare Damon, Elena. Domani si fa a fare shopping. Ne abbiamo tutti bisogno” aggiunse. Sapevo che il suo tentativo era quello di farmi vivere la gravidanza come qualsiasi altra madre al mondo. E la ringraziai mentalmente. Tutti, in quella stanza, si stavano impegnando a farci vivere in serenità dimenticando per qualche ora tutto quello che ci aspettava.
E ci erano riusciti.
Ero felice.
 
 
 
 






Ciao ragazze! Ecco un altro capitolo.. che ne pensate??? Spero che vi piaccia.
Ringrazio chi segue la mia storia capitolo dopo capitolo.
Un ringraziamento speciale a:
Sophia850
Elen91
Iansom
JenSalvatore
Per avermi recensito ogni capitolo e di avermi seguita da sempre! Un bacione particolare per voi!
Invito anche chi sta seguendo silenziosamente la mia ff di lasciarmi anche un piccolo pensiero di quello che pensate della storia perché per me è davvero importante!
Un bacione!
Jessy

  
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