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Autore: Sabriel    31/01/2012    2 recensioni
Sirius propone una sfida a Remus per rompere la noia. Chi perde sconterà una penitenza dettata dall'altro. Aggiungete due ragazzi innamorati e James che arbitrerà... ecco un nuovo delirio, vero che mi lasciate un commentino? ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ASPETTANDO NATALE


Tornai al dormitorio, e trovai Sirius ancora addormentato, placidamente.
Per un momento, valutai l’idea di andarmene, ma poi decisi che era una cosa davvero infantile e stupida, e mi sedetti sul mio letto, afferrando un libro.
Avevo detto che desideravo che le cose tornassero come prima, perciò, dovevo comportarmi normalmente, proprio come sempre. Aprii il tomo, ma dopo alcune righe il mio sguardo si spostò sul mio compagno, come se il suo corpo esercitasse sul mio viso come una sorta di attrazione.
Sentii le guance prendere fuoco. Beh, infondo anche prima lo guardavo, mentre dormiva. Adoravo farlo, anche perché era l’unico momento in cui le sue stupidaggini non mi guastavano l’umore.
Lui e James a volte mi facevano proprio innervosire. Era il loro passatempo preferito cercare di farmi perdere le staffe, e anche se non gli avrei mai dato la soddisfazione di saperlo, a volte ci andavano terribilmente vicini.
Tornai al libro, sperando che leggendo il mio cuore smettesse di pulsare così istericamente. Infondo, erano solo baci, proprio come aveva detto. Solo dei dannati, stupidi baci.
Mi portai una mano alle labbra, senza volerlo. Dalla sera prima mi bruciavano impercettibilmente, dandomi come un senso di solletico, fastidioso.
James aveva detto che Sirius poteva cambiare, con uno come me. Aveva detto che ero perfetto per lui, ma si sbagliava. Io non ero all’altezza di uno come Sirius. Perché mai avrebbe dovuto fare coppia fissa con me, quando avrebbe potuto avere tutti gli studenti di Hogwarts a sua disposizione?
Non c’era nessuno che non lo desiderasse, anche solo segretamente. Sospirai, lasciando ricadere la mano sopra la pagina. Non avevo letto nemmeno un paragrafo. Sbuffai, chiudendolo in un gesto secco, nervoso. Non riuscivo nemmeno più a studiare, per colpa sua.
“Moony…”
I miei polmoni si svuotarono di botto, lasciandomi boccheggiante. Mi voltai, e incrociando il suo sguardo lo stomaco mi si attorcigliò, traditore.
“Sirius, buongiorno” pregai che almeno la mia voce non mi tradisse, perché ero certo di essere arrossito.
Istintivamente riaprii il libro, e cercai di concentrarmi sulle lettere, che però sembravano aver perso il loro senso, per nulla collaborative. Se non altro, avevo una scusa per non guardarlo in faccia, perché non ero sicuro che il mio cuore potesse reggerlo.
“Buongiorno” rispose, e sentii il suo letto cigolare, e prima ancora che potessi realizzarlo il mio materasso si incrinò sotto il suo peso e la sua mano entrò nel mio campo visivo, per poi sparire insieme al libro.
“Moony, forse James ancora non te l’ha detto, ma fino a fine anno è vietato studiare. E vale anche per te”
“Abbiamo troppi compiti per iniziare tanto tardi” ribattei, concentrandomi sulla sua maglietta. Era nera, e vi era raffigurata una Harley Davidson. Mi chiesi come avesse fatto a sfuggire alla furia omicida di sua madre e trattenni un sorriso.
Sentii uno sbuffo. “Propositi per il nuovo anno: smettere di essere così schifosamente perfetto” sentenziò beffardo, ed io decisi di ignorarlo, alzandomi.
“Sai, dovresti vestirti, tra due ore c’è il pranzo, e dopo dobbiamo partire. Hai fatto la valigia?” domandai, pentendomene all’istante. Sicuro sarebbe toccato a me, prepararla.
Sbuffò, per la seconda volta. “No, adesso lo faccio” rispose di malumore, stupendomi. Sirius era spesso intrattabile la mattina, specialmente se era costretto a fare attività che non includessero il dormire.
“Vuoi… vuoi una mano?” chiesi, senza potermi trattenere.

Non risposi.
Sinceramente non l’avevo fatta perché avevo deciso di farla fare a lui, ma dopo quello che era successo il giorno precedente, mi era sembrata una pessima idea. Ma odiavo fare le valige, letteralmente.
Dovevo mettermi li a pensare a cosa portare, a cosa lasciare, e a dirla tutta, la mattina non avevo nemmeno i neuroni necessari a compiere le più elementari funzioni vitali.
Rimasi fedele al mio silenzio. Volevo si voltasse, volevo che mi guardasse negli occhi. Infatti, dopo qualche minuto mi scrutò in volto, con stampata in faccia un espressione interrogativa
. Sorrisi, soddisfatto. “Grazie, Moony. Non so proprio cosa farei, senza di te”
Lui alzò gli occhi al cielo, scetticamente. “Niente, non faresti un bel niente, come sempre.”
Si tuffò sul mio letto, afferrando il baule. Lo osservai mentre ci infilava i miei vestiti, rendendomi conto che era sempre stato lui a occuparsi di quelle cose.
In tutti quegli anni, sia io che James non avevamo mai sfatto o rifatto la valigia. Era sempre stato Remus a farlo per noi. Lui pensava sempre a noi, ancor prima che a se stesso. Era una delle cose che amavo di più. Mi alzai a mia volta, raggiungendolo.
“Che stai facendo?” domandai allarmato, notando che aveva preso ad infilare i libri.
“Sono i compiti, Felpato. Sai, quelli che finisci sempre per scordare, se io non te li infilo in valigia”
Sembrava così tranquillo… proprio come se i baci del giorno prima fossero stati solo un sogno. Afferrai la sua mano, bloccandolo. “E credi davvero che li farò, se me li porto dietro?”
“No, ma ci spero” rispose, e vidi il suo sguardo posarsi sulle nostre mani sovrapposte, imperscrutabile. “d’altronde puoi sempre farli fare a me, no?”
“E se invece li facessimo insieme?”
Il suo stupore fu così evidente che dovetti trattenermi, per non scoppiare a ridere.
“Farai i compiti delle vacanze?” domandò incredulo.
Finsi di indignarmi, anche se la sua reazione era più che lecita. “Ehi, guarda che se voglio li so fare, i compiti” risposi, valutando se togliere o meno la mia mano dalla sua.
Improvvisamente il mio specchietto si attivò, facendomi sobbalzare, decidendo per me. Lo sfilai dalla tasca e guardai il mio migliore amico, in attesa.
“Non dirmi che stavi ancora dormendo” si scandalizzò.
“No. Stavo facendo la valigia con Remus”
“Oh, cazzo, la valigia!!” esclamò, portandosi una mano fra i capelli, scompigliandoli.
Sentii Remus emettere uno sbuffo. “Te l’ho fatta io ieri sera, quando sono salito” comunicò, continuando a sistemare le mie cose, con cura.
“Grazie Moony, non lo so cosa farei senza di te!”
Non rispose, sorridendo tra il divertito e l’esasperato. Lo guardai un momento, incantato, poi tornai a fissare Ramoso, che mi rivolse uno sguardo eloquente. “perché mi cercavi?”
“Mh, niente.” rispose, iniziando a gesticolare come un perfetto idiota. Corrugai la fronte, chiedendomi cosa cercasse di dire e perché Remus non potesse saperlo. Lanciai un occhiata furtiva a Moony, che però non ci prestava minimamente attenzione, concentrato. Non trovava qualcosa, e vagava con lo sguardo per la stanza, assorto.
“Sei giusto in tempo per accompagnarmi a fare colazione, sto morendo di fame” esclamai, alzandomi. James non era portato per il mimo, decisamente.
“Sir, visto che scendi, mi porti giù il mantello dell’invisibilità?”
Remus si immobilizzò. “A che ti serve?” chiese, sospettoso.
“Voglio avvicinarmi al tavolo dei Serpeverde per scoprire che punizione si sono beccati per ieri sera” rispose, ed io rispecchiai il suo sorriso.

Il mio istinto mi diceva di cercare di dissuaderli, ma ci rinunciai in partenza. “Cercate di non mettervi nei guai, se vi riesce” intimai, e loro risposero in coro, con il tipico tono che usano i bambini per assecondare i genitori, condiscendente e vagamente scocciato.
Felpato lo salutò, ed afferrò il mantello appeso alla struttura del letto, ma ormai dalla porta si bloccò, interdetto.
“Remus…”
Mi voltai, e sorrisi. “Vai, finisco io” lo rassicurai, ma il suo sguardo mi fece capire che non era quello, il problema.
Aprì la bocca, e la richiuse subito dopo, ammutolendo. Respirai profondamente, cercando di calmarmi. Per tutto tempo il mio cuore aveva palpitato come un folle, lasciandomi quasi a corto di fiato.
“Grazie” disse infine, uscendo velocemente, richiudendosi la porta alle spalle.
Ero finalmente solo. Mi gettai prono sul suo letto, affondando il viso nel suo cuscino. Come avevo potuto pensare che le cose potessero essere come prima?
Io non ero capace a fingere, non lo ero mai stato. Aspettai che il mio cuore ed il mio respiro si regolarizzassero, per poi finire di fare la sua valigia.
Non l’avevo fatta di proposito la sera prima, perché credevo me l’avrebbe ordinato. Invece non l’aveva fatto. E non mi aveva nemmeno ordinato di fare i compiti…
Non ci stavo più capendo niente, davvero.
Prima si comportava da idiota, poi mi saltava addosso, e adesso si comportava in quel modo insolito, spiazzante.

Passavo il peso da una gamba all’altra, impaziente. Ma quanto ci metteva Felpato?!
Decisi di andargli incontro e quando lo vidi avanzare lungo il corridoio gli corsi incontro, con urgenza. “Abbiamo un problema!” esclamai spiccio, e lui posò il suo sguardo su di me, stranito.
“Che genere di problema?” si volle informare, pacatamente.
“Credo proprio che tuo fratello sospetti del tuo essere animagus, e credo che lo sospetti anche Mocciosus”
Spalancò gli occhi, chiaramente scioccato. “Cosa?! E’ impossibile! Non mi sono mai trasformato a casa, e poi… ma sei sicuro di quello che dici?”
Annuii, e mi sedetti per terra, posando la schiena contro il muro. “Stamattina sono stato fermato da tuo fratello”
“Eh?”
Guardai il suo viso totalmente esterrefatto, e mi passai una mano fra i capelli. “Mi ha detto di dirti che non dovresti giocare a fare il cane. Tu come la interpreti?”
Scrollò le spalle. “Anche sapendolo non può dimostrare niente. E poi non credo faremo altri scherzi simili, per cui non stiamo a pensarci troppo.Ma non diciamolo a Remus, o inizierà a dare di matto. Per quanto riguarda Mocciosus invece… beh, lui non è certo un problema. E giusto per curiosità… che hai risposto a Regulus?”
“Che passare troppo tempo chiuso nei sotterranei gli fa male, perché non ossigena il cervello come dovrebbe, e gli ho scompigliato i capelli, augurandogli buon natale. E lui mi ha dato uno schiaffo sulla mano, ha borbottato qualcosa di cattivo che mi è sfuggito e dopo avermi lanciato uno sguardo degno di tua madre quando ci ha trovati a quel concerto babbano, è andato via di corsa” ghignai.
Adoravo infastidire il fratellino di Sirius, decisamente.
“Dovresti smetterla di provocarlo. Sa essere davvero cattivo, quando vuole”
Scrollai le spalle come a dire che non m’importava, e scartai una cioccorana, gettando la carta davanti a me, beccandomi una sgridata da un quadro poco lontano. Sirius sospirò, andando a raccoglierla. La appallottolò perfettamente, iniziando a giocarci con indifferenza. “Allora mi accompagni o no in sala grande?”
Mi alzai, precedendolo. Felpato tendeva ad essere nervoso, a stomaco vuoto, ma ero quasi certo che non fosse quello il motivo del suo malumore.

Accidenti, ancora una volta non ero riuscito a dirlo! Erano due parole così semplici… decisi di affogare i miei dispiaceri nel cibo, sotto lo sguardo pensieroso di James.
Aveva la tipica faccia di quando stava architettando uno dei suoi piani disastrosi, e la cosa non mi piaceva affatto.
“A cosa pensi?” chiesi, fintamente noncurante.
“Non sei nervoso all’idea di passare tutte le vacanze con Remus?”
Corrugai la fronte, stranito. “Perché dovrei? Passiamo insieme tutto l’anno.”
“Beh, però saremmo a casa, senza alcun tipo di controllo.” continuò, fissandomi in un modo davvero snervante.
“Dove vuoi arrivare?” sbottai con la bocca piena, lanciandogli un occhiataccia.
Lui alzò le mani, in segno di resa. “Da nessuna parte, Felpato, tranquillo. Dico solo che dopo quello che è successo io sarei a disagio all’idea di passare le vacanze intere sempre in compagnia di Moony, senza contare che se non sfrutterai la storia della scommessa…”
“Lo so” tagliai corto, bevendo un lungo sorso di succo di zucca. Si, ero agitato, ma non l’avrei mai ammesso.
“Come bacia Moony?” domandò improvvisamente, malizioso, ed io sputai di getto il succo, tossendo nel disperato tentativo di non soffocare.
Dovevo aspettarmelo, da Ramoso.
“Che domanda idiota è?” protestai, e vidi il suo viso contrarsi in un espressione di puro stupore.
“Per Godric, è rossore quello sulle tue guance?” chiese incredulo, per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.
Cercai di ricompormi, irritato da morire. No, che non ero arrossito! Sirius Black non arrossiva, per niente e nessuno.
“No, è che stavo soffocando, idiota”
Aspettai con impazienza che si calmasse. Le sue labbra erano contratte nel sorriso più gongolante ed idiota che avessi mai visto sul suo volto.
“Secondo me divinamente, visto la tua reazione”
“Ti stai divertendo un sacco vero?”
Il suo sorriso si allargò. “Amico mio, tu non immagini quanto”
Gli dedicai un gesto decisamente poco elegante e ripresi a mangiare. A volte James era davvero stronzo, anche se quello probabilmente era solo il suo modo per cercare di aiutarmi. Dovevo sembrare davvero teso, e stupido.
“Felpato… andrà bene. Siete due idioti. Adorabili, ma davvero idioti. Per fortuna avete me”
“Che intendi dire? Sei pregato di non combinare casini, Ramoso”
Giurai di vedere le sue labbra contrarsi appena. “Sei paranoico” ribatté, alzandosi. “devo vedermi con Lily, ci vediamo a pranzo ok?”
Annuii, salutandolo distrattamente con la mano. Ero davvero felice per lui. Erano secoli che sbavava dietro la Evans, e sapevo che era quella giusta per lui. Quella che probabilmente avrebbe messo a posto la sua povera testa bacata.
Mi chiesi se sarei stato capace di essere fedele con Remus, se infondo fosse una buona idea, corteggiarlo.
Valeva la pena di rovinare un rapporto profondo e duraturo come il nostro per un qualcosa di confuso ed incerto?
Avevo cercato di resistere, ma stare vicino a lui mi era davvero impossibile, se non potevo anche solo toccarlo. Lo desideravo, ma non solo…
Moony mi faceva sentire felice, sereno come non lo ero mai stato. E poi provavo un forte senso di protezione, nei suoi confronti. E, con stupore, mi ero reso conto di esserne anche geloso.
Tipo quella Evelin del terzo anno, che non faceva altro che girargli intorno…
Mi faceva venire i nervi.
E la cosa più assurda era che lui non sospettava minimamente che quella gli sbavasse addosso.
Remus non si rendeva conto dell’effetto che faceva sugli altri.
Se quello non era amore… allora non mi sarei mai innamorato, mai.

Mancavano ancora due ore al pranzo, e non mi ero mai sentito tanto irrequieto ed annoiato in vita mia. Una flebile vocina dentro di me continuava a ripetermi che mi sarei dovuto alzare dal suo letto, e mettermi a fare qualcosa di costruttivo.
Magari studiare, visto e considerato che ero sicuro che non mi avrebbero permesso di toccare alcun libro fino al nuovo anno.
Eppure non riuscivo a muovermi, come se la perfetta staticità potesse aiutarmi a chiarire quel groviglio incasinato che era la mia testa.
Mi misi a sedere, lentamente, e guardai il libro di storia della magia nella borsa di Sirius. James aveva fatto sparire tutti i miei libri, escluso quello di Aritmanzia, semplicemente per il fatto che mi ci ero addormentato in cima.
Avrei dovuto prevederlo.
Lo fissai come se fossi in grado di leggere attraverso la copertina, e dopo un tempo che non seppi quantificare, mi allungai per afferrarlo. Non avevo niente di meglio da fare infondo.
Lo aprii e corrugai la fronte, contrariato. Era pieno di scarabocchi, conversazioni e disegnini di dubbio gusto.
Ecco allora cosa facevano durante le lezioni; si messaggiavano sopra i libri. Certo, quando non si mettevano a fare scherzi idioti o a parlottare così forte da impedire alle file vicino di seguire la spiegazione.
Se non altro, mi ritrovai a pensare, avevo trovato qualcosa di interessante con cui passare il tempo.

Guardai James, che mi fissava esaltato, con in mano quello strambo mantello. Cosa c’entrava con il fatto che dovessimo aiutare quei due a mettersi insieme?
“Oh, un vecchio mantello” constatai, senza poter celare la mia perplessità. Non ero del tutto sicura che ci stesse con la testa, ma accidenti, era così sexy che potevo anche chiudere un occhio.
Lui assunse un aria indignata. “Questo vecchio mantello, è un mantello dell’invisibilità, miss scetticismo”
Cercai di trattenere lo stupore. “Come quello della favola?”
“Esattamente” esclamò, e avvicinandosi ci avvolse entrambi.
Lo guardai dritto in viso. “Ecco come fai a passarla sempre liscia”
Sorrise, beffardo. “Sono un uomo pieno di sorprese, dolcezza”
Ignorai il suo commento, e aggiunsi. “Quindi il tuo piano geniale consiste nello spiarli?”
“Beh, no. Ma Remus è troppo vago riguardo i suoi sentimenti. Sai come è fatto. Spiarlo è l’unico modo per capirci qualcosa. E visto e considerato che ho fatto sparire tutti i suoi libri, avrà davvero tanto tempo per pensare.”
Lo fissai esterrefatta, e vagamente contrariata e lui mi sorrise divertito. “Abbiamo esattamente due ore per scoprire come far confessare Remus, e nel caso non riuscissimo, si rimanda a dopo le vacanze. Sempre ammesso che quei due non esplodano prima. Li attendono un paio di sorprese, a casa mia”

Camminavamo in silenzio, nascosti sotto il mantello, quando Lily esclamò, tesa.
“Ok, spiegami ancora una volta perché mi sto lasciando coinvolgere in questa cosa, e sto per spiare il mio migliore amico, a tradimento”
Si vedeva che, come Moony, era una ligia alle regole, e non potei evitare di ghignare, divertito.
“Perché vuoi che sia felice, con il ragazzo dei suoi sogni” risposi prontamente, e le scostai una ciocca ribelle dal viso, facendola arrossire. “Non ci scoprirà. Conosco Remus, sarà così in paranoia che a malapena saprà dove si trova. Ci sono dieci lunghi giorni con Sirius ad attenderlo, e ha scelto di fare un gioco che non è in grado di reggere. Non è capace a fingere che sia tutto normale.”
“Comunque questa è tutta colpa di Sirius” disse, piccata “non puoi saltare addosso alla persona che ti piace e poi dirgli che l’hai fatto per divertirti. Remus ha perfettamente ragione a dubitare della sua buona fede”
“Non è che sei un tantino di parte? Non mi sembra che Sirius ti stia particolarmente simpatico” buttai li, con indifferenza.
Lei ci mise un po’ prima di rispondere. “No. Certo, ammetto di essere partita con il piede sbagliato, con Black, però non provo antipatia nei suoi confronti. Credo semplicemente che sia un po’ troppo idiota, come qualcun altro di mia conoscenza”
“Ehi, così mi ferisci” esclamai, portandomi una mano al petto. “ammettilo che mi adori proprio per questo”
Lei non rispose, assumendo quel cipiglio indolente e vagamente severo che adoravo, e si bloccò proprio davanti alle scale, obbligandomi a fermarmi.
“Che cosa c’è?” domandai, preoccupato.
“Come faccio a salire? Le scale non mi faranno passare”
Ancora una volta mi ritrovai a sorridere, sornione. “Oh, io dico di si, invece. Infondo stai salendo per una giusta causa, credo che lo prenderanno in considerazione”
Lei mi guardò scetticamente, incrociando le braccia al petto. “James Potter, conosci l’incantesimo per disincantare le scale? Perché se si, ti vieto di salire nel mio dormitorio, intesi?!”
Non risposi, ma estrassi la bacchetta, disincantandole. Quando entrammo nel dormitorio trovai Remus sdraiato pancia sotto sul letto di Sirius, intento a leggere. No, stava proprio studiando! Accidenti a lui, avrei dovuto far sparire dalla circolazione tutti i libri presenti nel dormitorio.
Lily mi fissò eloquentemente e se mi concentravo potevo persino sentire la sua voce sussurrare. ‘In paranoia eh? Vedo Potter, vedo.’
Le feci cenno di avvicinarci ancora e quando mi accorsi cosa stesse realmente facendo le mie labbra si piegarono all’insù, in un sorriso di trionfo. Stava leggendo le cavolate che io e Sirius scrivevamo durante le ore di Ruf. Era impossibile, seguire una sua lezione. C’erano solo tre persone al mondo in grado di farlo, e due erano nella mia stessa stanza.
Indicai il libro e mi avvicinai al suo orecchio, sussurrando con un fil di voce. “Sta sbirciando nel libro di Sirius quello che ci scriviamo durante le ore di lezione, direi che è un buon segno”
Lei non sembrò ascoltarmi, e notai che i suoi occhi smeraldo stavano saettando da destra a sinistra, ritmici. Stava leggendo anche lei.
Fantastico, davvero fantastico.
C’erano un sacco di commenti poco decorosi su tutte le nostre compagne, lei compresa. Pensai ad un espediente per distrarla, e senza pensarci l’afferrai, unendo le mie labbra alle sue. Lei sussultò, colta alla sprovvista, poi ricambiò, stupendomi. Si scostò quasi subito, ed indicò Remus, come a dire che era lui la priorità, in quel momento.
Annuii, sorridendole. L’avevo scampata bella.
“Che idioti…”
La voce di Remus mi riportò alla realtà. Sembrava esasperato. Sapevo che avremmo avuto una ramanzina da manuale, sul fatto che i libri non si rovinano e bla bla bla, ma nei suoi occhi notavo anche un certo divertimento.
La verità era che, esattamente come Lily, anche lui infondo ci adorava proprio per la nostra puerilità.

Oh beh, mi aveva tolto le parole di bocca. Cercai di scorgere nei suoi occhi qualcosa che mi aiutasse a capire, ma James aveva ragione. Remus era davvero criptico. Improvvisamente la porta si aprì, e vidi Black entrare. Si fermò sulla porta, e sorrise nel vederlo nel suo letto, ma lui gli lanciò uno sguardo severo.
“Non si pasticciano i libri, Felpato. Dovreste prestare attenzione alle lezioni di storia della magia, perché per quanto tediosa possa essere, sarà nell’esame.”
“E tu perché hai preso il mio libro invece del tuo?” domandò, ignorando la ramanzina del compagno. Suppongo ci fosse abituato. Lui e James non facevano che fare idiozie. Non invidiavo affatto il povero Remus, che ci finiva sempre in mezzo.
Il castano mise il broncio. “Perché James ha nascosto i miei”
Il diretto interessato, al mio fianco, sorrise soddisfatto, e il suo compare non fu da meno. Sorrise impercettibilmente, ma il divertimento sul suo volto era inequivocabile.
“E tu non hai saputo comunque resistere? Abbiamo detto niente libri fino all’anno nuovo” gli disse, conciliante.
“Non avevo niente di meglio da fare” ribatté e gli sorrise.
Guardai James, che li osservava in un modo strano, e gli feci cenno di andare. Lui scosse il capo, sorridendo come un idiota, ed io gli pestai il piede, senza potermi trattenere. Trattenne un gemito di dolore e mi guardò con un espressione davvero ridicola.
Indicai la porta, perentoria, e lui alzò gli occhi al cielo, obbedendo.



Eccovi un nuovo capitolo!
So di aver aggiornato un po’ tardi, ma visto i miei standard di incoerenza, posso farmi i complimenti. xD
E’ che lassù qualcuno, complotta contro di me.
Mi viene l’ispirazione, inizio a scrivere, e lo schermo inizia a ballare ò.ò
Mi giro molto lentamente con fare circospetto e vedo il mio coniglietto fiondarsi molto coraggiosamente sotto il mobile. Resto un po’ interdetta, poi riprendo, e dopo due secondi, suona il telefono, e mio cugino mi comunica che c’è stato il terremoto lòl
E addio amata ispirazione. Il mio telefono sembrava quello di un call center.
Passano due giorni tra università e lavoro, e mi rimetto al computer, intenta a finire il capitolo. E di nuovo il terremoto D: ma… ??!
Lo giuro, non sto scherzando!
Me ne frego altamente e me ne resto stoicamente al pc, continuando a scrivere, e il mio ragazzo mi guarda e mi fa:

Che stai facendo?
Scrivo. Sono ispirata.
Ti sei accorta vero che c’è stato il terremoto e per poco non ti viene la vetrina addosso…
Si, ma il destino mi ha risparmiata perché sa che devo finire il capitolo.
Ambra, smetti di scrivere, e muovi le tue adorabili gambine, andiamo dai miei che è più sicuro.

E addio ispirazione. Più che altro addio pc.
Ho già iniziato il nuovo capitolo. Il lato positivo è che la catastrofe del momento è neve e gelo siberiano.
Neve =strade bloccate(magari in posti intelligenti no, ma io vivo a Genova, l’unica città dove per due centimetri di neve, parte la quarantena)=atenei chiusi=nessun motivo per uscire=moolto tempo da passare con il mio adorato pc*-*
Adoro la neve, decisamente.
  
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