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Autore: Alexxassa    31/01/2012    3 recensioni
Nuova storia, spero vi piaccia:
Alessandra è una ragazza che non sa cosa pensare del suo amico Francesco, uno dei tanti stronzi della terra a cui vuole bene.
Dal terzo capitolo:
“Ti posso parlare un attimo?”
“Muoviti però perché altrimenti perdo la corriera!” dice avviandosi verso gli spalti, era il posto più tranquillo per parlare…
[...] “Ok, senti… sei strano va bene? Non so cos’è o perché non sei più stronzo ma questo tuo lato improvvisamente gentile non mi dispiace. Ma visto che bastava così poco a farti diventare sopportabile, anche se non so cos’ho fatto, te lo devo chiedere… perché prima eri così stronzo? Perché ogni volta che ti vedevo dopo mi facevi sentire una vera merda? Ti piaceva così tanto farmi soffrire?” mi sentivo una vera cretina a dirglielo, però in tutti questi anni avevo sofferto per colpa sua, era tempo che lo sapesse.
[...] Mi sorpresi nel sentire che mi stringeva la mano, era la prima volta che lo faceva, o meglio la prima volta che lo faceva sinceramente.
“Mi dispiace!” ripeté, questa volta guardandomi negli occhi. Gli credetti, e mi sentii stupida per aver fatto un tale polverone solo per delle scuse. Ma ero felice di averlo fatto.
Gli strinsi la mano.
“Ci vediamo domani!” mi disse, io gli sorrisi e corsi in classe.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono due giorni in fretta, vidi Francesco solamente la mattina per salutarlo, non era cambiato molto tra noi, scherzavamo ancora tra di noi ma lui non era più così pesante. La ricreazione ogni tanto veniva nella mia classe a salutarmi visto che nel pomeriggio non ci saremmo visti… era sempre gentile e la cosa mi sembrava ancora strana, ma per fortuna la sua gentilezza non durava tantissimo. Infatti in meno di due minuti già aveva fatto almeno una delle sue battutine. Per la prima volta da anni, insieme stavamo serenamente.

Venerdì pomeriggio decisi di aspettare la corriera con lui, finivamo a l’una questo significava che era quasi impossibile trovare posto, ma lui in un modo o in una altro lo trovava.

“Ciao, arrivi a trovare un posto anche per me in corriera?” gli dico avvicinandomi.

“Wow, neanche due secondi e già mi chiedi un favore? Comunque va bene, oggi però saliamo d’avanti.”

“Perfetto!” dico sorridendogli, ormai era un’abitudine, stare in sua compagnia mi faceva sorridere, mi faceva sentire bene. La cosa strana però era che averlo lontano mi faceva sentire abbandonata.

Arrivò la corriera e ci sedemmo vicini.

“Voglio farti leggere una cosa, però non ridere!” gli dico prendendo un piccolo quadernino dalla cartella.

“Ti prometto che qualunque cosa sia non riderò!” dice prendendolo.

Incomincia a leggere: “ ‘Potresti essere la mia scelta, involontaria di vivere la mia vita offerta. Potresti essere colui che amerò sempre. Potresti essere colui che ascolta le mie inquisizioni più profonde. Potresti essere colui che amerò sempre.‘Nulla dura per sempre, ed entrambi sappiamo che i nostri cuori possono cambiare, ma è difficile far durare una candela nella fredda pioggia di Novembre.’  ‘ Niente di tutto quello che Dio o Satana potevano infliggerci, niente avrebbe potuto separarci!’ Ok mi fermo perché sono troppe, ma cosa sono? Le hai scritte tu?”

“Scherzi?! No non le ho scritte io! Sono frasi di canzoni, libri o film che mi piacciono particolarmente…” era una specie di mio segreto quel libricino, mi ero messa davvero d’impegno per scriverlo e non sarebbe mai finito perché sapevo che esistevano ancora persone che sapevano dire cose fantastiche, e io volevo ricordarle.

“Sei innamorata?” mi chiede interrompendo i miei pensieri.

“Cosa?!” quasi grido per lo shock della domanda.

“Queste frasi sono bellissime, davvero, ma praticamente tutte sono dediche d’amore… magari era perché sei innamorata…”

“No, non sono innamorata! Sono solo un inguaribile romantica… non voglio innamorarmi…”

“Perché?!” mi guardava intensamente negli occhi, con tutta l’attenzione del mondo. Il suo sguardo mi metteva leggermente in soggezione.

“Fin da quand’ero piccola i ragazzi che mi piacevano non mi ricambiavano, a quei tempi non mi interessava, ma adesso… adesso non voglio soffrire!”

“Come sarebbe a dire fin da piccola?! Ti sei già dimenticata? Prima elementare… noi due… il cappello…” disse con un sorrisetto divertito.

“Sai come si dice… il primo bacio non si dimentica mai…” dissi sorridendogli di rimando, ricordavo sempre con un sorriso la prima elementare. Era vero ero piccola, e non era una cosa che contava molto… Ma era stato il mio primo bacio.

Me lo ricordo ancora oggi come fosse stato ieri.

In prima elementare noi due eravamo molto amici, davvero uniti, anzi ci piacevamo. Eravamo piccoli, non sapevamo neanche come si diceva, ma ci eravamo messi insieme, o morosati, come dicevamo noi… il primo bacio me lo aveva dato lui, per farmi sorridere.

Ero arrabbiata con una mia amica, così mi ero nascosta dietro delle scale, lui mi aveva trovato e voleva che andassi a giocare con lui, ma io non volevo farmi vedere dalla mia amica. Così per farmi tornare a sorridere mi diede un bacino, leggero sulle labbra e poi incominciò a scappare, così lo inseguii e voglia o non voglia giocai con lui. Mi imbarazza dirlo, ma quello non fu l’ultimo, eravamo piccoli ma ci volevamo bene, e avevamo già trovato un modo per dimostrarcelo. Un mia amica ci aveva sposato un milione di volte durante una ricreazione, e ogni volta che ci baciavamo dopo il ‘lo voglio’ lei ci metteva un cappello davanti alle facce, in modo che nessuno ci vedesse.

 

“Anche i maschi non lo dimenticano…” disse lui risvegliandomi dai ricordi.

“Io una cosa che non mi dimenticherò mai è che per colpa tua, in prima elementare la maestra mi aveva buttata fuori dalla porta, era stata la prima ed ultima volta, per fortuna, ma me la ricorderò sempre!”

“Perché colpa mia? Che cosa avevo fatto?!” disse con lo sguardo disorientato.

“Mi avevi buttato giù dalla sedia…”

“Hai ragione… non sona cambiato di molto vero?” mi disse, sembrava un po’ triste per questo.

“Certo che sei cambiato, solo che ti piace ancora adesso Fare l’idiota…”

“Grazie” disse girandosi verso la finestra, sembrava pensieroso…

“Di cosa???” non lo capivo.

“Di quando mi hai difeso con i nostri compagni, quando hai zittito le voci su mio padre e di quando hai chiesto a Federico di farmi sorridere quando pensavo che non avrei rivisto mio padre per sempre.” Disse. Non sapevo fosse a conoscenza di queste cose, ero sicura che non se ne fosse mai accorto, ho sempre cercato di stargli vicino, di aiutarlo ma soprattutto di ascoltarlo. Ma negli anni lui si era allontanato da me, ma a quanto pare non quanto pensavo.

“Sono tua amica, ti starò sempre vicina!” gli dico stringendogli la mano, sembrava un gattino ferito in quel momento.

“Ora ne ho davvero bisogno.” Dice girandosi di nuovo verso di me e appoggiando la testa sulla mia spalla, stringendo ancora la mia mano. Era strano ma non volevo lamentarmi.

“Ti ascolto.” 







NdA:
Vi avviso non abituatevi a trovare i capitoli così presto, oggi avevo la giornata libera quindi sono riuscita a scrivere ma non sarà sempre così...
detto questo... spero che questo capitolo vi piaccia... e un po' un viaggio nei ricordi anche per spiegare meglio il rapporto che c'è tra loro e per mostrarvi un po' come è nato...
Srivetemi una recensione per dirmi cosa ne pensate, mi basta che scriviate 'mi piace' oppure 'trova qualcos'altro da fare, perdi tempo a scrivere' perchè mi piache leggere recensioni!
Ringrazio tutte le persone che seguono la storia e chi l'ha messa tra Preferiti/seguiti/da ricordare!!! vi adoro e spero continuiate a leggere!

  
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