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Autore: bulma_89    01/02/2012    12 recensioni
Caroline Forbes si sentiva strana.
Era passata circa una settimana da quel suo pessimo diciottesimo compleanno e lei non riusciva a lasciare andare le sensazioni e le emozioni che aveva provato quel giorno.
...Da quel momento in poi non aveva potuto fare a meno di pensarci. Klaus era sempre nei suoi pensieri, ogni volta che accarezzava distrattamente il bracciale di diamanti...
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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Caroline era incantata ed affascinata dalla “ Vergine delle Rocce” di Leonardo da Vinci. Da circa mezz’ora era ferma di fronte a quel quadro e non riusciva a staccarvisi.

― Bellissimo dipinto, non trovi? Credo sia semplicemente perfetto ―.

Caroline sobbalzò quando sentì qualcuno rivolgerle la parola. Si voltò verso il suo interlocutore e la sorpresa le rimbalzò nella gola.

Dietro di lei c’era Klaus, le mani infilate nelle tasche del giacchetto lasciato aperto, una borsa a tracolla che gli pendeva da un braccio.

― Che ci fai tu qui… ―, chiese Caroline quasi senza voce, il corpo e la mente pervasi da un tumulto indescrivibile.  ― Come hai fatto a trovarmi ―.

― Beh, speravo in un saluto un po’ più caloroso. Davvero mi merito solo questo?

Perché sei fuggita, Care ―, rispose Klaus.

Caroline si allontanò da lui, dandogli le spalle.

― Non avresti mai dovuto cercarmi. Ogni singola cosa con te è stato un errore ―.

― Di cosa stai parlando ―, rispose Klaus seguendola. Si inoltrarono in mezzo a dipinti storici di cui in quel momento ignorarono entrambi la presenza.

Caroline non rispose e prese l’uscita del Louvre.

― Caroline ―, riprese Klaus con voce irata. ― Fermati immediatamente ―.

La ragazza si fermò e si voltò verso di lui.

― Ma cosa vuoi da me Klaus? Si può sapere perché mi cerchi? Vuoi rovinarmi? Beh ci sei riuscito. Per colpa tua ho penso la fiducia delle mie più care amiche e l’amore e il rispetto di colui che amavo. Sono stata terribilmente sciocca, così idiota a cedere a te… ―, Caroline scosse la testa, non voleva che l’emozione le si rivelasse con lacrime sul viso; ― Per cosa poi? Se stai cercando di portarmi dalla tua parte, beh non ci riuscirai. Avrò forse anche perduto il rispetto degli altri, ma non arriverei mai a tradirli ―.

La persone intorno a loro si muovevano davanti alla piramide di vetro del museo; ogni tanto qualcuno dava un’occhiata alla giovane coppia che sembrava in preda dei tormenti dell’amore.

― Caroline smettila immediatamente di usare questo tono con me ―, rispose Klaus a denti stretti.

― Altrimenti? Mi ucciderai qua e forse nessuno se ne renderà neppure conto ―; Caroline riprese a camminare, a testa bassa.

― Ho sempre desiderato visitare questa città. Fin da bambina Parigi è stata la città dei miei sogni e pensavo che un giorno ci sarei sicuramente venuta, o in compagni di amici o in fuga romantica con il mio ragazzo. Ma niente di tutto questo si è avverato e si avvererà mai. Nessuno si fiderà mai più di me ―.

Klaus in un attimo fu davanti a lei e le bloccò il passo. Le inchiodò gli occhi ai suoi.

― Ma io si Caroline. Non ti basta quello che ho io da offrirti? Con me puoi avere tutto ―.

La ragazza scosse la testa. ― A quale prezzo? Rinunciare per sempre a tutto quello in cui credo, all’amicizia, ai sentimenti veri? ―.

― Quelle sono solo debolezze Caroline. Con me avrai il potere, ma non capisci? Sopra di noi non ci sarà nessun altro ―. L’ibrido passò una mano candida sul viso di Caroline. Bastò quel contatto a fargli desiderare di avere di più, da lei.

Caroline si scostò freddamente; i suoi occhi divennero gelidi. ― Non mi interessa affatto tutto questo. Io voglio qualcosa che tu non sarai mai in grado di darmi ―.

― Di cosa stai parlando? ―, chiese Klaus, ferito.

― La felicità e l’amore ―.

Caroline fissò il viso dell’ibrido che rimase immobile. I suoi occhi tradirono però un tic nervoso e una strana lucentezza.

La ragazza si allontanò poi da lui; ― Addio Klaus ―, disse, poi staccò qualcosa dal suo polso.

Il braccialetto di diamanti che lui le aveva donato ondeggiò tra le sue mani. Caroline glielo lanciò; ― Questo è tuo ―. Detto questo si allontanò svelta, mischiandosi al traffico cosmopolita di quella magica città europea.

 

 

Caroline fece in fretta e furia i bagagli, asciugandosi di tanto in tanto le lacrime che non accennavano a smettere di scendere. Le era costato tanto dire quelle cose a Klaus quando in realtà avrebbe soltanto voluto abbracciarlo e sentire ancora la sua pelle vicina alla sua. Le era mancato terribilmente ma la medicina era necessaria per dimenticalo; lei forse lo amava ma da lui non avrebbe mai ricevuto nulla di simile. Era contro la sua natura, era contro ciò che era stato per secoli.

Si infilò gli occhiali da sole per schermare gli occhi pesti e si diresse alla reception dell’hotel. Non poteva rimanere un secondo di più in quella città, il sapere che era li anche lui avrebbe potuto farle compiere atti folli e avrebbe potuto farle distruggere tutte le difese che si era costruita negli ultimi giorni.

― Lascio la mia stanza ―, disse all’impiegato.

― Di già signorina Forbes? Aveva detto che si sarebbe trattenuta per una settimana ―.

― Ho cambiato idea, tenga ―, porse all’uomo la sua carta di credito per pagare.

Questi osservò stranito la bella ragazza bionda che si trovava davanti e scrollò le spalle.

“ Tipica americana milionaria”, pensò poi, strisciando la carta di credito.

 

Klaus aveva passato la notte nella stanza d’albergo che aveva preso in affitto. A terra e su un tavolino di legno erano sparse diverse bottiglie vuote di Jack Daniel. L’ibrido era steso su un divanetto color ruggine e teneva in mano un’altra bottiglia ormai mezza vuota.

Aveva pensato a lei tutta la notte.

Come aveva fatto a ridursi così? Come aveva potuto quella ragazzina ferirlo così tanto da fargli sanguinare il cuore? Lui pensava di averla in pugno invece lei si era rivelata più in gamba e più forte. Lui la desiderava ardentemente mentre lei aveva saputo rinunciare a lui.

Io voglio qualcosa che tu non sarai mai in grado di darmi”, aveva detto lei quel pomeriggio.

Era vero, lui non era in grado di amare come gli altri desideravano essere amati eppure amava in modo molto più distruttivo. Amava la sua famiglia, i suoi fratelli, ma loro non l’avevano mai compreso; desiderava sinceramente l’amicizia di Stefan ma era riuscito soltanto a farsi odiare profondamente da lui.

Voleva Caroline, ma lei non era disposta a stare con lui. Lasciò cadere a terra il bicchiere di cristallo che si ruppe in mille schegge taglienti.

Si alzò e tentennando si diresse alla finestra; Parigi si stendeva sotto di lui in tutta la sua magnificenza. Il dolore per la mancanza di Caroline era qualcosa di fisico, in ogni momento desiderava che lei fosse li con lui per baciarla e per fare ancora l’amore.

L’alba tagliò il cielo, eliminando i residui di quella notte disperata.

Klaus guardò la città risvegliarsi e decise che l’avrebbe trovata.

 

All’ennesimo hotel stava quasi per perdere le speranze.

― Alloggia qui una ragazza bionda di nome Caroline Forbes? ―.

L’impiegato alla reception guardò l’uomo davanti a lui con interesse. Aveva la faccia di uno che doveva aver sofferto le pene dell’inferno nelle ultime ore ma il suo abbigliamento era impeccabile. Decise quindi di dargli l’informazione che aspettava.

― Esattamente, o meglio, alloggiava. La signorina Forbes ha lasciato l’albergo ieri, nel tardo pomeriggio ―.

Klaus socchiuse gli occhi; ― Come, se n’è andata? ―.

― Proprio così signore, mi dispiace ―.

― Non sa dove possa essere andata? ―.

L’impiegato scosse la testa, ― Ovvio che no signore, buona giornata ―.

Klaus lanciò un’occhiata penetrante all’impiegato dell’albergo e finalmente decise di andarsene.

Uscì fuori e estrasse il suo cellulare dalla tasca.

Lei se n’era andata senza dagli il tempo di un ulteriore confronto, senza dagli il tempo di dirle quello che voleva.

“ Non prova niente per me, è evidente”, pensò l’ibrido componendo un numero di telefono.

Al sesto squillo qualcuno rispose alla sua chiamata.

― Tyler era ora. Devi venire immediatamente a Parigi. No, non accetto obiezioni, è un ordine. Alloggio all’Hotel de Vigny ―. Detto questo Klaus chiuse la conversazione.

Con passò strascicato entrò in un bar.

 

Era mattino presto quando Tyler bussò alla porta della stanza in cui alloggiava Klaus.

L’ibrido aprì immediatamente.

― Era ora ―, disse serio.

― Ho fatto il prima possibile. Cosa c’era di così urgente da farmi spostare dall’America a qua? ―.

Klaus con un cenno della mano invitò Tyler ad entrare.

― Caroline. E’ stata qua ―.

Tyler scrollò le spalle. ― E perché dovrebbe importarmi? Vuoi umiliarmi ulteriormente raccontandomi di come te la sei spassata con la mia ragazza? ―.

Klaus afferrò Tyler per il bavero del giacchetto e lo sbatté contro al muro.

― Stai attento Tyler. Caroline è venuta qua da sola e non certo per vedere me. E’ fuggita da Mystic Falls per colpa mia ―.

― Non so cosa vuoi da me, amico ―.

― Voglio che tu la trovi, voglio che la riporti a casa ―.

― Scordatelo ―, rispose Tyler ancora attaccato al muro, ― Lei mi ha tradito con te e adesso mi dispiace ma non mi interessa più. Ci sono stato troppo male ―.

Klaus lasciò Tyler ma non si scostò da lui.

― Io l’ho soggiogata Tyler. L’ho soggiogata a venire a letto con me ―.

Tyler rimase a bocca aperta.

― Cosa dici… Non è possibile, non ti facevo così disperato ―.

Klaus si voltò, trattenendo a stento la voglia di uccidere qualcuno.

― Adesso tu la troverai. La chiamerai fino a che lei non ti risponderà e non ti dirà dove si trova ―, disse l’ibrido.

Si voltò poi verso Tyler.

―Questo è un ordine ―.

 

   
 
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