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Autore: Fflang    01/02/2012    2 recensioni
Fare sesso per la prima volta e rimanere incinta,decidere di andare avanti come se niente fosse. La paura di non farcela, la voglia di lasciare tutto e tutti. La storia di un piccolo segreto destinato a diventare sempre più grande.
Le cose cambiano, a volte talmente in fretta che non ci accorgiamo di nulla... però dobbiamo essere pronti, dobbiamo essere pronti a pagare le conseguenze delle nostre azioni. Perché le persone nascono e muoiono, gli amori finiscono e il mondo va avanti.
Storia rimessa con questo nuovo account. :)
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

PovIan

-Che diavolo ti succede?- mi urla Freddi mentre un altro pugno mi butta a terra. Mi rialzo, scendo dal ring e senza rispondere mi dirigo verso gli spogliatoi. Matt è dietro di me, lo sento. -Che hai oggi?- chiede fissandomi preoccupato. -Non lo so..- dico scuotendo la testa. In realtà lo so perché sono ridotto così. Per lei. Per quella ragazza che amo da morire, che con il suo sorriso ha fatto smettere di piovere facendo tornare il Sole, Lei che è diventata il mio Sole. La mia luce. È io da emerito coglione lo persa. Lo persa perché non mi sono accorto di cosa mi è caduto dal cielo. Matt mi fissa in attesa che io dica qualcosa. - Ho incontrato una ragazza in campeggio...- dico senza guardarlo. -E?- domanda. -E ci sono andato a letto..- continuo. -E dov'è la novità?- dice prendendo la bottiglietta dell'acqua e bevendone un pò. -E' Charlie.- rispondo facendogliela sputare. -Che cosa hai fatto?Ti sei rincoglionito tutto di un colpo??- mi urla asciugandosi la bocca con la mano. Mi alzo, prendo la mia roba e me ne vado. -Aspetta scemo... c'è qualcosa che non mi vuoi dire vero?- dice facendomi bloccare. Non mi volto così continua a parlare. -Il fatto che è Charlie, è che le vostre famiglie si odiano vuol dire che tu, brutto figlio di tua mamma che ti sopporta ti sei innamorato di lei. Vero?- dice mi volto di scatto fissandolo sbalordito. -Non guardarmi così, ti conosco da quando ci rubavamo il ciuccio nella culla. Ti conosco.- sorrido. -Grazie.- dico. -Quindi la domanda è...Perché sta mattina non vi siete rintanati a scopare come conigli nel bagno?- chiede scoppiando a ridere. -Ho fatto una cazzata...una grossissima cazzata.- rispondo abbassando la testa. -Dovevo immaginarlo che Ian Stanford non sa stare per più di un ora senza fare cazzate. Che hai fatto sentiamo.- dice sedendosi su una sedia. -Dopo che siamo stati insieme le ho detto che era stata solo una scommessa...che era solo un gioco estivo.- dico. -Ehi amico?- dice. -Si?- rispondo stranito dal suo comportamento. -Forse te lo sarai già detto ma...SEI UN GRANDISSIMO COGLIONE!- mi dice dandomi uno schiaffo e scuotendo la testa. -Aio! Lo sapevo già,grazie!- dico uscendo dallo spogliatoio seguito da lui che ride come un deficiente alle mie spalle. Evitando i richiami del allenatore usciamo dalla palestra incamminandoci alla macchina. -Che farai adesso?- mi chiede. -Che razza di domande fai? Me la vado a riprendere è ovvio!- dico e insieme ci dirigiamo verso casa di Matt.

PovCharlie

E' passato un quarto d'ora da quando io e Alex ci siamo chiuse in camera mia con un busta piena di test di gravidanza. Per il semplice fatto che Alex non si fida dei cinque fatti da me. -Allora?Questo che dice?- mi chiede seduta per terra con il PC sulle gambe. -Quello che dicono gli altri dieci che ho fatto prima...sono incinta Alex. E non smetto di esserlo se smetto di parlarne.- dico buttandomi sul suo letto. -Ti serve un medico...uno che non lo dice ai tuoi sia chiaro. -Forse il problema è proprio dirlo ai miei...- dico prendendo il cuscino e mettendomelo sulla faccia. -Il suicidio non risolverà la cosa.- dice togliendomelo dalla faccia. -Ho fame D: Voglio i nachos- dico alzandomi di scatto e facendola allontanare di poco. -O mio dio!! il mio incubo si è appena avverato..- dice fissandomi depressa. -Sarebbe?- chiedo. -Tu con gli ormoni sulla fascia del ozono e le voglie di cibo assurde, ecco cosa!- risponde scoppiandomi a ridere in faccia. Prendo il cuscino e glielo tiro beccandola dritta in faccia. Scoppio a ridere e corro di sotto inseguita da lei mentre ridiamo come due pazze. Per fortuna che i suoi non ci sono. -Ok, basta!- esclamo dopo aver terminato il secondo giro della casa. -Hai ragione...hai ancora fame?- domanda dirigendosi in cucina seguita a ruota da me. -E me lo chiedi?- dico prendendo il sacchetto dei biscotti al cioccolato e iniziando a rosicchiarli. -Charlie?- mi chiama. -shi?- rispondo a bocca piena. -Chi è il padre?- dice facendo la domanda a cui non avrei mai voluto dare una risposta. -io...ecco...beh...uhm...beh...forse..ehm..- Alex mi fissa indecisa se tirarmi il mandarino che si sta sbucciando o scoppiare a ridermi in faccia. -Charlie? Credi che sia diventata improvvisamente cieca o stupida durante l'estate?- dice scoppiando a ridere mettendo il mandarino da parte. -Ma certo che no...Che cosa hai fatto questa estate?- rispondo tentando di sviare la domanda ma un suo sguardo inceneritore mi fa tornare seria e dopo un po' di silenzio mi decido a rispondere. -Ian.- sussurrò ma sono sicura che lei lo abbia sentito benissimo. Come? Beh ha sputato il mandarino direttamente sulla mia faccia. -Charlie? Le vostre famiglie si odiano!- esclama. Lo so, penso. Beh forse dovrei spiegare perché le nostre famiglie si odiano. Quando io avevo sei anni e Ian sette, eravamo quasi amici. Ma la famiglia Stanford era ed è tutto ora una famiglia molto ricca. Mentre la mia non è ne ricca ne povera. Ma questo a suo padre non è mai importato. Così ha spedito il suo unico figlio in un istituto privato per allontanarlo dalle, come dice lui, 'Cattive strade'. E il bello che non si è tenuto i suoi pensieri per se. No! È venuto a casa nostra, dopo aver spedito suo figlio come se fosse un pacco postale, a dirci che per colpa nostra suo figlio non avrebbe vissuto con la propria famiglia e che noi eravamo gli unici responsabili. Da quel giorno non vidi più Ian, e quando otto anni dopo lo rividi alle superiori...beh il suo carattere completamente cambiato non mi fece ritornare la voglia di stare con lui come quando eravamo piccoli. Beh questo fino a questa estate.

-Charlie?- merda mi sono incantata di nuovo. -Oh scusa, mi sono persa...dicevi?- chiedo sorridendo. -Devi dirlo ai tuoi.- dice. -Quando sarà il momento, se lo riterrò opportuno lo farò.- rispondo. -Ma che stai sparando? Non vorrai abortire spero?- urla alzandosi in piedi. - Non lo so, e comunque non sono affari tuoi, ne di nessun altro. Devo andare a casa.- mi alzo in piedi e prendendo la mia roba mi precipito fuori incamminandomi verso casa.

PovMatt

Arriviamo davanti a casa mia e una scena alquanto strana si mostra davanti ai nostri occhi. Charlie che esce di corsa da casa di Alex in lacrime mentre quest'ultima le corre dietro. Ian si mette in mezzo e ferma Charlie per le spalle. -Che succede?- le chiede sorreggendola per le spalle. Lei non risponde abbassa solo la testa iniziando a guardarsi le scarpe. -Charlie scusami! Non avrei dovuto dirti quella cosa! Non mi sono comportata da amica...mi dispiace.- Alex arriva in quel momento parlando di non ho la minima idea di cosa al amica che si volta verso di lei sorridendole. -Non importa. Hai ragione tu, è per il mio bene. E tu lo hai detto per questo. Io non l ho capito è..ho paura Alex. Tanta.- dice e in pochi secondi Charlie è tra le braccia di Ian svenuta. -Charlieee!- urla Alex correndole incontro. -Andiamo portiamola da me.- dico avviandomi seguito da tutti dentro casa. Ian la poggia delicatamente sul divano accarezzandole la fronte. -Prendo dell'acqua...- dice Alex e io la seguo in cucina. -Cosa ha?- le chiedo e alla mia domanda s'irrigidisce. -Alex?- la chiamo avvicinandomi a lei. -Non posso.- dice guardandomi negli occhi. Ho sempre adorato i suoi occhi. Ho sempre adorato lei. Ma non sarà più mia. Non più. -Alex, ci conosciamo da un po'...puoi dirmelo.- le dico accarezzandole la guancia. -No! Non sono affari tuoi, stanne fuori.- dice scostandosi da me. - E' sempre stato così tra me e te vero? Tutto quello che mi riguardava non era mai affare mio...ma se tu stavi male era sempre e comunque colpa mia... sei solo una stupida egoista.- dico tenendola per un polso. -Io? Ogni volta che ti cercavo, Matt, tu non c'eri, tu non ci sei mai stato! Lo capisci?- mi urla contro iniziando a piangere. Odio vederla piangere. Ma è il momento di risolvere le cose. -Non c'ero? Ma ti senti quando parli? Ero io che veniva a prenderti quando piangevi, ero io quello che ti portava via quando i tuoi litigavano, ero io che ti portava la colazione ogni mattina, ero io che mollava i suoi amici per stare anche solo due minuti con la sua ragazza, ero io lo stupido ragazzino innamorato! E tu adesso mi dici che non ci sono stato?!Dimmelo Alex...perché io non riesco a capire in cosa non ci sono stato.- dico scuotendola per le spalle. - Perché continui a mentire?- chiede. -Mi spieghi di cosa stai parlando?- le chiedo spostandomi di poco da lei. -Quel giorno, Matt! Tu mi hai scaricata per andare a prendere lei! Te ne rendi conto? Sei andato a prenderla solo perché tua mamma ha sempre preferito lei a me. Lo hai fatto! E non mentirmi.- dice. -Alex...io..- non so che dire. Mi avvicino a lei e l'abbraccio. Lei inizia a divincolarsi. -No, non lo fare. Non puoi tornare dopo un anno e dirmi 'Alex io' come se tu non ne sapessi nulla. Perché io ti amavo davvero Matt. Tanto. E tu sei andato via. Senza dire nulla. Non ti sei più fatto sentire. Nessuna parola, nessuna spiegazione.- la guardo e ha fottutamene ragione. Perché l' ho lasciata sola. Sono stato mandato via, arrendendomi senza combattere. Senza combattere per lei. L'unica persona, che mi ha amato per quello che sono. E non per quello che rappresenta la mia famiglia.

Mi avvicino a lei e le asciugo le guance ormai completamente bagnate dalle sue stesse lacrime. Poggio la fronte sulla sua. -Perdonami piccola, fallo. Perché senza di te non sono nulla. Non sono mai stato niente senza di te.- dico abbracciandola. -Se senza di me non sei mai stato nulla...perché sei andato via?- chiede guardandomi. -Perché mi hanno costretto...mi hanno ingannato. E io sono stato uno stupido a credergli e a non pensare con la mia testa.- rispondo stringendola a me e sorridendole.

-Ragazzi?- domanda Ian entrando in cucina seguito da Charlie. - Alex, se avessi dovuto aspettare la tua acqua nel deserto non mi avresti mai trovata...avrei fatto prima a diventare sabbia anch'io -.- dice Charlie sospirando. -Vedo che ti sei ripresa?- dice Ian dandole il bicchiere d'acqua. -Oh semplice stress da inizio scolastico...- risponde Charlie, dicendo la bugia più grossa del secolo. E infatti io ed Ian scoppiamo a ridere come due deficienti. -Se avessi detto di avere il ciclo ti avremmo creduto di più..- dice Ian scoppiando a ridere. Io che dal canto mio ero ancora abbracciato ad Alex mi accorsi di come alle parole di quel deficiente si irrigidii, come del resto Charlie. Nessuno disse niente. -I tuoi non ci sono?- mi chiese Alex sorridendomi. Scossi la testa. -Vivo da solo...- risposi facendole l'occhiolino. -Che fortuna.- disse Alex andando a sedersi sul tavolo della cucina e tirando fuori il cellulare che aveva iniziato a squillare. -Pronto?- rispose. -Oh ciao...Tu sei?- chiese fissando Ian in modo strano. -Tomi?Quello del campeggio?- Ian le si avvicina accostando l'orecchio al telefono per sentire anche lui. -Oh..non lo so..non credo di riuscirci...- Charlie inizio a rispondere a una qualche domanda fatta da quel tipo ma Ian le strappo il telefono dalle mani e inizio a parlare al suo posto. -Ciao Tomi! Sono Ian. Volevo dirti che noi due ci siamo...e portiamo anche due amici.- disse e dopo averlo salutato attaccò e ripassò il telefono a Charlie. -Non ne avevi nessun diritto.- dice lei avvicinandosi a lui e puntandogli un dito contro. -dai sarà bello passare una settimana insieme!- esclama lui sorridendo. -Io non voglio passare le mie vacanze di natale con te! Ok?- risponde lei infuriata. -Perché?Paura forse?- domanda Ian. Amico mio, stai sbagliando tattica. Così invece di farti perdonare... ti fai uccidere! Scossi la testa e prendendo la mano di Alex, alquanto preoccupata devo dire, mi diressi in camera mia. -Non dovremo evitare che si uccidano a vicenda?- mi chiede. -Hahaha tranquilla. Non succederà.- rispondo. -Non le fa bene..-la sento sussurrare. -Cosa?- chiedo chiudendo la porta della camera. -Eh?- Alex si volta verso di me come se dalla sua bocca non sia uscito nulla. -Ho sentito Alex...dimmi che succede. Non lo dirò a nessuno.- dico sedendomi sul letto e battendo la mano sul materasso per farla sedere. -Nemmeno ad Ian? Anzi sopratutto ad Ian?- mi chiede fissandomi seriamente. -Promesso.- rispondo serio. -E va bene.- risponde iniziando a parlare.

PovCharlie

-Di che cosa dovrei avere paura sentiamo?- chiedo incrociando le braccia sotto il seno. Dannazione questa non ci voleva. Per dicembre sembrerò già un ippopotamo e sarà difficile che qualcuno non faccia 2+2. -Di nulla...- risponde Ian fissandomi serio. Lentamente si avvicina a me. Mette le mani sui miei fianchi...vicine alla pancia. Inconsciamente mi irrigidisco e lui lo nota. -Che cos'hai Lii?- domanda usando il sopranome che mi ha dato lui stesso quest'estate. Ricordandomi di quello che mi ha fatto una rabbia incontrollata inizia a crescermi dentro. Come può parlarmi così dopo quello che mi ha fatto? E infatti. -Mi chiedi cosa ho? Bene ti accontento subito perché di sicuro ti sei dimenticato.- mi allontano velocemente da lui. -Questa estate mi hai fatto innamorare di te! Ci sei? Bene! Mi hai portato al mare, mi hai fatto conoscere, quello che tu dicevi, essere il vero te. E dopo? Ah si! Mi hai scopato e poi lasciata! Come una cazzo di batteria usa e getta. E adesso tu! Stupido pezzo di merda, mi vieni a chiedere cosa ho? Ma sei coglione?- ho detto tutto talmente in fretta da avere il dubbio di non essere stata capita. Lo guardo in faccia ma e coperta dai suoi capelli. -Hai ragione.- sussurra. Rialza la testa e mi si avvicina. -Sono stato uno stupido. Non avrei mai dovuto farlo. Lii.. ti ho mentito.- inizia a dire, e io non ho la forza di muovere un muscolo. -Tu, non sei mai stata un gioco. È solo che avevo paura, tu eri sempre così perfetta, così dolce, così Tu! Mentre io, beh io ero, e sono, il solito coglione che pensa solo a se stesso. Certo questo finché non ti ho rincontrato. Quando mio padre mi ha portato via eravamo piccoli, tu eri piccola. Mentre adesso sei quasi una donna. Una quasi donna bellissima. Non avrei mai voluto andarmene, avrei voluto crescere con te...fare i giochi che facevano tutti i bambini..ma non è stato così. Ho inventato quella storia perché per un momento ho avuto paura, paura di quello che avrebbe pensato mio padre scoprendo che mi ero innamorato perdutamente di Te, di quella ragazza che anche sette anni prima aveva rapito come adesso il cuore del suo unico figlio. Quando mi sono reso conto della cazzata appena fatta...beh ho cercato di dimenticarti. Ma tu, il tuo corpo, il tuo odore, tutto di te era impresso come fuco nel mio cuore e nella mia testa. Ogni volta che provavo a dimenticare un pezzetto di te, mi tornava in mente il tuo splendido sorriso e perdevo la voglia di portarti via da me stesso. Ti amo Charlie, ti amo più della mia stessa vita.- per tutto il tempo aveva tenuto i suoi splendidi occhi blu puntati nei miei. E non vi avevo visto dentro neanche una piccolissima traccia di bugia. Non so che dire. Sono paralizzata dallo stupore. Lui mi ama. Ma mi avrebbe amato ancora sapendo del bambino... e che cosa farò? Come farò da sola? -Charlie?- mi chiama. -Uhm?- rispondo alzando il viso. -Dì qualcosa.- dice sorridendomi agitato. -Ian, io ti amo..ma.- inizio a dire. All'improvviso vedo Alex che corre verso di me con il suo telefono in mano. -Che succede?- chiedo. -Tua madre!- dice terrorizzata. Guardo l'orologio. Merda! Avrei dovuto essere a casa un ora fa! Prendo il telefono in mano. -Ehm pronto?- inizio a parlare e appena mamma sente la mia voce inizia a sbraitare come una pazza. -Charlotte Margareth Moore dove caspita sei finita!- esclama incazzata nera. -Mamma scusami ti prego...ecco io mi sono addormentata con Alex...e ho perso la cognizione del tempo scusa. Torno subito a casa.- dico facendo segno ad Alex di prendermi la roba. -Sono davanti a casa di Alex...sbrigati ad uscire.- risponde rassegnata e riattaccando il telefono. Sospiro sollevata. -Tieni, pazza!- dice Alex dandomi la mia roba. -Ciao a tutti...ehm ci vediamo a scuola.- dico e velocemente esco dalla casa. -Charlie!- urla Alex correndomi incontro. -Diglielo.- dice solo ed io annuisco. La saluto con la mano e mi avvio verso la macchina. Mia madre non ha nulla contro Ian e la sua famiglia. Beh perlomeno non contro di Ian. D: sono fottuta e sono qui a fare la deficiente.

Il cellulare vibra. Un messaggio.

Charlie...sto con Matt *-*

Hahaha ma brava! Che cosa avete combinato su in camera?

Tu che hai combinato giù in cucina? Eravate sconvolti O.O

Oh abbiamo parlato...

Lo sa?? Glielo hai detto??

Ma nooo!! abbiamo parlato di questa estate!

E adesso??? State insieme??

No! Sei arrivata tu, grazie al cielo!

Perché grazie al cielo?? non lo ami?

Certo che lo amo...ma ho una fottuta paura di dirgli che fra otto mesi diventerà padre!

Avrei paura anche io... credo che tu debba dirlo...più aspetti più la situazione diventerà un enorme problema!

Hai ragione...adesso vado, ci vediamo domani a scuola...Notte :3 ti voglio bene!

Notte! Ti voglio bene anche io! :) riposati e non divorare nessuno ;)


 

Sono appena arrivata a casa e vedo mio padre che sta caricando delle valige nella sua macchina. -Papà?- lo chiamo e lui si volta sorridendomi. -Principessa!- mi saluta chiudendo il bagagliaio. -Che stai facendo con le valige?- domando stralunata. -Oh ehm...vado fuori per lavoro.- mi dice. -Ah..e quando torni?- gli chiedo. -Tra una settimana,credo.- mi risponde. Annuisco e lo abbraccio forte. -Ti voglio bene piccola mia...non dimenticarlo mai.- dice stringendomi forte. -Anche io papà...tanto.- rispondo sorridendogli. Rimango fuori fino a che la sua macchina non è scomparsa in fondo alla strada. Entro in casa con il sorriso sulle labbra che si spegne vedendo mia madre in lacrime seduta in cucina. -Mamma! Che succede?- le chiedo abbracciandola. -Oh tesoro! Nulla, va a cambiarti...la cena e quasi pronta.- risponde asciugandosi gli occhi e sorridendomi. La fisso e non sapendo cosa dire o fare salgo in camera mia. Deve essere successo qualcosa, qualcosa tra mamma e papà. Merda! Di bene in meglio devo dire. Ma che ho fatto di male??! -.-

Scendo in cucina e questa volta la trovo sorridente che mette la pasta nei piatti. -Spero tu non abbia fame...non mi andava di cucinare.- dice ridendo.

Ah mamma! Tu puoi dire di conoscermi...ma posso dire lo stesso di te! Scuoto la testa sorridendole. -Nono, tranquilla ma! Non ho fame così è perfetto – rispondo. Mangiamo in silenzio, e in silenzio ci dirigiamo nelle nostre stanze dopo aver lavato i piatti. Entrambe con i propri problemi...che molto presto sarebbero cresciuti, per tutti!

 

 

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

   
 
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