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Autore: mirie    01/02/2012    2 recensioni
Sakura non è pesante da portare sulle spalle, è molto più pesante doverla rincorrere mantenendo lo stesso passo delle sue emozioni.
Naruto adora sentire che il profumo della ragazza rimane immutato nonostante gli odori troppo forti delle feste.
Mentre il cielo diviene sempre più chiaro, mentre Sakura dorme abbracciata alle sue spalle, mentre Sasuke cammina al suo fianco, Naruto per una volta non si sente così triste.
[accenni a una solita e banalissima threesome]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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          Welcome to my place: orbene, ammetto che dopo aver scritto di getto tale fanfict mi sento un'po scema. Io e la mia banalità conviviamo da ormai troppo tempo. Non posso neanche più chiedervi scusa, caro popolo di efp, per scrivere e postare certe idiozie.
Volevo mettere in luce le incertezze di una ragazza come Sakura, ma credo di aver esagerato troppo nel rappresentarla fin troppo fragile ed esigente. Volevo descrivere il rapporto tra Sasuke, Sakura e Naruto senza discorrere troppo sui loro sentimenti, ma mi sono fatta prendere dall'ispirazione del momento.
Spero che voi possiate trovare meno difetti. (mission impossible)
Buona lettura (:
                                                                                                                        
 


 



Nulla di troppo
 




Usare preposizioni avversative in frasi già di per sé deprimenti non è l’ideale. Formulare interrogative dirette è dannoso, soprattutto se la risposta rimane incerta, tendente al negativo o ancora peggio verso visioni future più drammatiche ed esagerate.
A Sakura veniva da piangere. Ma questa volta non per amore, non per i propri sentimenti calpestati dal conoscente di turno, né tanto meno per le solite discussioni portate a termine in malo modo.
A Sakura veniva da piangere. Il suo piccolo mondo composto da inconsapevolezze ed agi era stato stravolto dall’ ipotesi aberrante di un futuro incerto.
Sakura, lei povera innamorata confusa, come poteva combattere contro le crisi dei valori e dell’economia per ottenere un futuro più roseo?
Sì, sconsolata senza certezze non sapeva in chi rifugiarsi.
Sasuke non era lì. Naruto non avrebbe capito.
Sasuke avrebbe sminuito i suoi problemi, ferendola. Naruto avrebbe dipinto un quadro composto di zucchero, mentendo.
Perché le persone delle quali era innamorata sembrava che fossero state create solo per amarla fino a confonderla e usare parole mai confortanti?
Sakura, sola e pazza d’amore, avrebbe voluto prendere quei due ragazzi che amava e rifugiarsi nell’angolo meno conosciuto del mondo, macchiando dello stesso amore i due amici.
 
 
Era proprio una brutta festa. Il temine corretto sarebbe stato merda. Quella festa era una merda.
Niente da fare, se ti senti una merda, vedi solo merda. Chiaro e conciso. Scontato.
I capelli neri di Sasuke spuntarono in mezzo a quella folla sbraitante, superba e in preda alle convulsioni – in realtà si chiamava “ballare”, per sfruttare il verbo corretto.
Sakura si buttò tra quei corpi accaldati, sudati, brucianti di emozioni e tirò Sasuke per la maglietta. Lo portò verso il bagno, incurante dell’odore acre del vomito e della vasca contenente dell’acqua usata chissà per quale mansione. Chiuse la porta, girò a fatica la chiave due volte e si buttò ancora una volta su Sasuke, abbracciandolo.
Solitamente si divertiva durante quelle feste organizzate a casa. Il senso di colpa si presentava il giorno seguente, quando si accorgeva di aver perso la giacca o aver rotto per sbaglio un mobile.
Quella maledetta sera il futuro era troppo pesante da poter essere cancellato con un po’ di musica e di alcolici.
Per un attimo interminabile a Sakura sembrava di sprecare il suo tempo e aveva bisogno di nuovo di rifugiarsi in qualcuno.
Sasuke, lui doveva proteggerla in quel momento dal mondo.
Eppure la mano del ragazzo scese fino al suo sedere e tutto diventò ancora incerto.
 
Le labbra non si toccano neanche. Le mani sbottonano solo i jeans. Sakura si lascia toccare. Non muove nemmeno le braccia, viene spinta nella vasca da bagno e sente l’acqua insinuarsi nei vestiti e inumidirle la pelle. L’acqua s’infila nelle orecchie, la musica diventa lontana.
Sasuke tira l’elastico delle sue mutande, non le sfila completamente e le abbandona sulla caviglia della ragazza, facendo sì che galleggino sull’acqua.
Sakura vorrebbe che Naruto sfondasse la porta e le accarezzasse la testa, dicendole che in quel preciso istante Sasuke non se ne sta fregando dei suoi sentimenti, ma la sta amando a modo suo.
La rosa si sente incontentabile. Le dispiace sfruttare così i due ragazzi, le dispiace cercarli solo per stabilizzare i suoi sentimenti. Non ha capito ancora niente dell’amore e finché si rifugerà in loro solo per proteggersi non comprenderà mai nulla.
Intanto Sasuke si spinge in lei, come sempre, inconsapevole delle sue incertezze. O forse ha capito tutto dell’insicurezza di Sakura ed è per questo che spinge sempre più forte, quasi a volerle lacerare i pensieri col dolore e il piacere.
Sakura è grata di essere sopportata così tanto da entrambi i ragazzi, per quanto rimanga sempre esigente finché continuerà a trattarli in quel modo.
 
Sakura non è pesante da portare sulle spalle, è molto più pesante doverla rincorrere mantenendo lo stesso passo delle sue emozioni.
Naruto adora sentire che il  profumo della ragazza rimane immutato nonostante gli odori troppo forti delle feste.
Mentre il cielo diviene sempre più chiaro, mentre Sakura dorme abbracciata alle sue spalle, mentre Sasuke cammina al suo fianco, Naruto per una volta non si sente così triste. Per una volta non prova la malinconia per il futuro come Sakura, per una volta non prova rabbia per la propria relazione come Sasuke.
Sa solo che i suoi sentimenti cambiano a una velocità così improvvisa che non può che rimanerne intrappolato e confuso.
E così, sotto un cielo che cancellava le stelle, prese la mano di Sasuke, anche lui innamorato e incerto sul proprio destino, eppure pronto ai dubbi.
Sasuke non sorrise, ma capì.
Non esiste età migliore e allo stesso tempo peggiore della loro.
 
  
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