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Autore: chiofy    01/02/2012    0 recensioni
Le parole sono come un fogli di carta: puoi disegnarci sopra quello che vuoi, ma con il bordo ti puoi tagliare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole sono come un fogli di carta: puoi disegnarci sopra quello che vuoi, ma con il bordo ti puoi tagliare.


Alcune parole possono essere ancore nella vita, un bastone a cui appoggiarsi quando ci si trova in difficoltà, un aiuto a tenere la testa alta e i piedi per terra.
 Alcune parole possono essere minuscoli granelli di sabbia, dispersi in un deserto di altre parole inutili, superflue.
Alcune parole possono essere dolci, gentili; possono esprimere gioia, amore, e accarezzare con il tocco amorevole di una madre che rimbocca le coperte al figlio addormentato.
 Alcune parole possono essere sottili e affilate come lame, che non lasciano tracce ma che scavano profonde ferite, dure a guarire.
Alcune parole possono accendere una scintilla, dare inizio ad un amore, trasmettere passione.
 Alcune parole possono far scoppiare un incendio, far odiare qualcuno; possono incrementare la rabbia o creare una disputa.
Alcune parole possono esprimere serenità e augurare il meglio, altre parole possono far star male e maledire qualcuno.
Ma tra tutte queste parole, tra quelle essenziali, cortesi, brusche, gioiose, rabbiose o passionali, quelle che nessuno mai riuscirà a classificare sono quelle non dette.
Quante volte vi siete messi a pensare «se lo avessi detto», quante volte vi è venuto il dubbio di aver fatto male, a tenervi quelle parole per voi?
Quante volte, dopo aver preso coraggio e aver aperto bocca, non avete avuto la determinazione necessaria a dar voce a quelle parole, che sono rimaste lì, sospese nell'aria, dove solamente voi potevate vederle?
È meglio subire le conseguenze delle proprie parole, o della loro assenza? Non dire qualcosa è come mentire?
Io non so dirvelo. So solo che quando si dice qualcosa, automaticamente qualcos'altro succederà. Forse le parole dette verranno ignorate, ma anche il fatto che vengano ignorate dimostra qualcosa. Se non si dice nulla, nulla accadrà.
Ma è meglio che succeda qualcosa a me o agli altri per le mie parole, o è meglio che non succeda niente per colpa del mio silenzio o delle mie bugie? Questo è un quesito a cui tutti rispondono a modo proprio.
Ci sono alcuni che mentono su tutto, alcuni che mentono solo su qualcosa di cui si vergognano, altri che tacciono alcune cose a qualche persona. Solo due cose sono impossibili: dire la verità su tutto a qualcuno, e mentire a se stessi.
Nessuno può dire tutto di se stesso a tutti quelli che conosce, e neppure ad una sola persona. C'è sempre qualcosa che non si vuole che l'altra persona sappia, oppure semplicemente ci sarà sempre qualcosa di nuovo da scoprire di sé, che potrà venire a galla solo grazie a se stessi. Si possono rivelare le cose più importanti, ma non tutto. Si può pensare di conoscere perfettamente una persona, ma questa riuscirà comunque a sorprenderti, in un modo o nell'altro.
Non si può mentire a se stessi: si può tentare di farlo, certo, ma qualcosa, dentro, continuerà incessantemente a sussurrare che quello di cui ci si sta auto-convincendo non è vero, che una parte di sé si ribella a quelle inutili bugie. E infine ogni maschera crolla, e una persona finisce sempre per mostrarsi per quella che è.
È la propria reazione alla riscoperta di sé, quella che cambia.
Mentire è facile, ti aiuta a trovare piccole o grandi scorciatoie nella vita, a farsi amico qualcuno, a fingersi qualcun altro. Dire la verità, quello è difficile.
Ammettere le proprie colpe, prendersi le proprie responsabilità, ebbene sì, anche solo dire “ti amo”: è difficile, e molto anche.
Io, ora, non sono neanche sicura di essere innamorata per davvero, sono giovane, ma se l'amore è qualcosa che ti fa sorridere quando vedi quella persona, che ti fa piangere come un bambino, che ti pesa qua, nel petto, allora sì, sono innamorata. E so per certo che quelle parole non sfuggono dalla bocca in un momento di distrazione, bisogna avere il coraggio di dirle, di lanciare fuori quelle due, minuscole, sillabe, potenti come bombe ad orologeria, e sperare che le conseguenze non siano così dure.
Perché andare davanti ad una persona, guardarla negli occhi e dire la verità è tra le cose più difficili al mondo. C'è chi non lo farà mai.
Ma anche mentire, o tacere, dopo un po' stanca. Si cerca disperatamente qualcuno che abbia la voglia di ascoltare, qualcuno che non giudichi.
E così, in men che non si dica, ci si apre completamente ad una persona che si è neanche sicuri di conoscere per davvero. Che alla fine conosce voi quasi perfettamente, e di cui invece voi non sapete molto; che probabilmente non vi prenderebbe neanche in considerazione se ci fosse qualcosa che ha bisogno di dire a qualcuno.
Perché ogni tanto si ha voglia anche di ascoltare, di sapere se anche gli altri provano e pensano le stesse cose che provi e che pensi tu. E quando ti rendi conto che non c'è nessuno che penserebbe a te quando cerca qualcuno a cui parlare dei propri problemi, ti intristisci. O peggio, ti arrabbi.
Ed è quando ci si arrabbia che le parole sembrano trovare la strada più breve per venire fuori, è quando ci si arrabbia che si dicono le cose che in realtà non si aveva intenzione di dire, almeno non in quel momento o in quella maniera.
È quando ci si arrabbia, che le parole che si pensavano giuste e cortesi, si trasformano in orribili insulti o in enormi fraintendimenti. È quando ci si arrabbia che delle stupende relazioni di amicizia, o anche di amore, si frantumano, insieme ai cuori delle persone coinvolte.
Ed è dopo, con il cuore spezzato, quando la rabbia è svanita e solamente la tristezza è rimasta, che le parole sono più difficili da dire, che i sentimenti sono più difficili da esternare.
Le parole giuste per chiedere scusa, per ristabilire un rapporto, sono difficili da trovare, e non spesso vengono dette: ci vuole molto più coraggio a chiedere scusa o accettare le scuse di qualcuno, che ad urlare ed allontanare le persone.
E così ti ritrovi solo, senza nessuno di davvero importante, senza nessuna spalla a cui appoggiarti, senza nessuno che ti stringa forte la mano mentre piangi o che ti sussurri parole di conforto nell'orecchio. Ed è lì che capisci di aver sbagliato, di aver rovinato tutto. E mentre le lacrime scorrono e i ricordi ti attraversano la mente, cerchi di capire perché, perché sei arrivato fino a quel punto. E trovata la risposta, che sia stato per amore, per autodifesa, o per chissà quale altro motivo, ci si trova di fronte ad una scelta: o ricostruirsi, chiedere scusa a chi si deve e cercare di ristabilire i vecchi legami, oppure troncare del tutto i vecchi rapporti e ricominciare da zero.
E non è una scelta facile. È difficile sia ripartire, sia chiedere perdono.

  
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