Libri > Il Circo della Notte
Ricorda la storia  |      
Autore: Payne    01/02/2012    4 recensioni
«Nonna?» la bambina si voltò a guardarla, per metà coperta dal piumone azzurro.
«Si, Isy?»
«Cosa c'era scritto in quel cartello?» chiese «quello sul cancello, non ce lo hai detto»
«Oh» sorrise divertita la donna «Il Circo dei Sogni, piccolina»
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

«Nonna, una storia, l'avevi promesso!»

Il bambino tirò la gonna di sua nonna, cercando di attirare la sua attenzione. La guardava con un broncio sulle piccole labbra.

«Si, Adam ha ragione, voglio la storia nonnina»

la sorellina diede manforte al fratello maggiore, usando un tono meno petulante e più angelico, tanto che la nonna sorrise.

«Va bene, bambini ma solo se vi mettete a letto» acconsentì lei, mettendosi a sedere su di una sedia a dondolo, in mezzo ai due lettini dei suoi nipoti.

I bambini, di corsa, si infilarono sotto le coperte, tirandosele fin sotto il mento.

La guardarono impazienti.

Nella stanza si espanse il suono gracchiante di quella vecchia sedia di legno in movimento, la nonna sembrava pensierosa e guardava fuori dalla finestra la neve scendere lievemente. Senza fretta.

«Nonna?» la chiamò la piccola Isabel.

Venne riscossa dai suoi pensieri, si voltò verso di loro con un sorriso sulle labbra.

«Questa sera, vi racconterò di qualcosa che mi successe quando ero poco più grande di voi»

I bambini si illuminarono.

le storie che iniziavano così di solito dovevano essere vere, fu il loro pensiero comune.

«Racconta nonna» mormorò Adam, come a darle il permesso di continuare.

Lei annuì ed iniziò la sua storia.

 

 

Era una notte d'inverno, fredda esattamente come questa sera.

Sarei dovuta essere in un bel letto caldo, a dormire tranquillamente.

Ed invece ero nel bel mezzo di un prato, insieme a tante altre persone ferme davanti ad un cancello in ferro battuto.

Il sole calava all'orizzonte, spegnendo ogni colore, lentamente.

Mi strinsi di più nel mio cappotto di una taglia più piccola del dovuto, insistevo a metterlo, era il mio preferito.

Ma sapevo che, tempo qualche altro mese, e l'avrei dovuto dare in beneficenza. Era vecchio, ma perfettamente tenuto, sembrava quasi nuovo.

L'aria era fredda, il naso era congelato e non me lo sentivo più.

Lessi ancora una volta la scritta sul cancello “Apre al Crepuscolo, Chiude all'Alba”

La gente intorno a me era impaziente, anche se qualcuno borbottava che se ne sarebbe andato, non lo aveva mai fatto.

Anche io avevo avuto un intenzione simile, quando i miei guanti furono diventati una protezione indifferente per il freddo. Ero tentata ad andarmene, ma ogni qual volta ero sull'orlo di farlo mi dicevo

e se? E se avesse fosse un luogo speciale? E se avesse aperto solo qualche minuto dopo che io me ne fossi andata?

Così aspettai ed aspettai, fino a quando il sole non era diventato che una mezza arancia all'orizzonte.

 

 

 

 

«E alla fine, ha aperto?» la interruppe Adam impaziente «Cosa c'era dentro?»

«Lasciami finire» ridacchiò la nonna per la curiosità del bambino, così simile alla sua.

«Shh Adam!» borbottò la sorellina, un po irritata da quella interruzione.

«E poi....accadde» riprese la nonna con gli occhi che le brillavano.

 

 

 

 

Il sole non fu più l'unica fonte di luce, ben presto qualcos'altro catturò l'attenzione delle persone, tanto da farle ammutolire. Dimenticarono il freddo e la stanchezza dell'attesa.

Tutti guardarono il circo illuminarsi di lucciole, come se si fosse risvegliato da un incantesimo.

Le stesse luci colsero anche il cancello, molti bambini allungarono le mani verso di loro nel tentativo di sfiorarle, ma quelle sfuggirono al tocco come se fossero timide. Iniziarono a fare dei ghirigori contorti su di un cartello, uno dietro l'altro fino a formare una frase che fece sorridere in molti.

I cancelli si aprirono, come delle braccia, invitandoci ad entrare.

Nessuno spingeva nessuno, non fu come le altre volte, quando andando al circo tutti cercavano di accaparrarsi i posti migliori, urtando tra loro.

Tutti camminavano lentamente, come se l'impazienza febbrile fosse sparita, dissolta come quelle luci all'entrata.

Avevo il cuore che batteva nel petto, più mi avvicinavo, più il mio cuore fremeva di curiosità.

I tendoni del circo si aprirono in contemporanea per farci entrare, ma non ci fu nessuno a tirarli su.

Superai la soglia e mi ritrovai in una stanza nella penombra, illuminata giusto quel poco che serviva per prendere posto.

Un esclamazione di sorpresa da parte di una donna, mi fece voltare, notai che alcune persone guardavano in alto meravigliate.

Un bambino indicava qualcosa sopra di se emettendo dei suoni stupiti.

Alzai lo sguardo anche io, e quasi mi persi in un immensità che non avevo mai conosciuto.

 

 

 

La nonna si interruppe un momento, come immersa nel ricordo.

Continuò a dondolare sulla sedia, producendo quel suono forte ma confortante.

«Che cos'era nonna?» Adam si era messo seduto, non riuscendo a stare fermo un momento.

«Stelle, piccolo mio»

«Stelle?» Isabel aveva un sorriso radioso e stupito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stelle,ce n'erano a centinaia. Piccole e grandi, rosse blu e bianche.

Pulsavano sul soffitto come se fossimo a cielo aperto. La volta celeste non era mai stata così vera e viva.

«La via lattea!» sentii esclamare qualcuno accanto a me.

È vero, c'era una scia che divideva il cielo, come in un fiume di stelle bianche.

Una cometa solcò la volta ed io mi ritrovai a bocca aperta per questo...sogno!

Qualcuno ci fece accomodare su delle comode panchine, poste una dietro l'altra in file ordinate.

Tutt'intorno c'era odore di zucchero.

Un uomo girava per gli spalti, non aveva niente tra le mani, ma quando un bambino chiese alla madre un lecca lecca all'arancia, lui magicamente lo formò da una bell'arancia matura che teneva fra le dita.

Non c'era bisogno di dire che ebbe l'acclamato apprezzamento generale, credevano fosse un trucco.

Lo spettacolo cominciò. Sparirono le stelle, ma apparvero luci fantasma ad illuminare il palco.

Vidi cose mai viste, udii cose mai ascoltate.

Non c'erano musicisti, ma c'era la musica. Dritta nella mia mente, in un carillon di sinfonie.

Cavalli senza domatore, fecero il loro numero con una maestria mai vista prima. Contorsionisti sfavillanti, più flessibili di serpenti, facevano numeri assolutamente impossibili, annodandosi tra loro come se fossero semplici lacci di scarpe.

E farfalle, tante farfalle che uscirono dal berretto del mago invece che di un coniglio bianco. Una di loro si posò sulla mia spalla, per poi volare via, verso il soffitto e sparire come le stelle.

E poi ancora mangiatori di fuoco che sputavano fuoco anche dalle dita, ballerine che danzavano leggiadre come piume, ballando su di un sottile strato di polvere d'argento che fluttuava a mezz'aria, Trapezisti senza trapezio si lanciarono ad esercizi spericolati nel vuoto del tendone, senza avere corde a cui aggrapparsi come si era solito fare .

«Forte!»diceva qualcuno.

«Non riesco a capire il trucco, sono davvero bravi» bisbigliò qualcun altro.

Ma non c'era trucco, ne inganno.

 

 

 

La nonna smise di raccontare, guardò i suoi due nipotini con un sorriso sulle labbra.

Era contenta di aver potuto condividere con loro il suo piccolo segreto.

«E poi?» domandò Adam, volendone sapere di più.

«E poi... quando tutto finì all'alba, me ne ritornai a casa, sgattaiolando nella mia cameretta»

«E la tua mamma?» ridacchiò Isabel «Non ti ha sgridata?»

«La mia mamma non se n'è mai accorta» spiegò divertita la nonna.

«E il circo che fine ha fatto?» insistette Adam.

«Non lo so» ammise lei pensierosa «Sparì, se ne andò così come era venuto. Dal nulla. Ed ora a dormire, su»

La nonna si alzò dalla sedia, andando a baciare i nipoti sulla fronte, rimboccando poi loro le coperte.

«Notte tesori miei»

Ma prima di sparire oltre la soglia, venne richiamata da una voce.

«Nonna?» la bambina si voltò a guardarla, per metà coperta dal piumone azzurro.

«Si, Isy?»

«Cosa c'era scritto in quel cartello?» chiese «quello sul cancello, non ce lo hai detto»

«Oh» sorrise divertita la donna «Il Circo dei Sogni, piccolina» 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Circo della Notte / Vai alla pagina dell'autore: Payne