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Autore: Little D    01/02/2012    6 recensioni
Una ragazza assolutamente normale, tanto normale da non essere notata da nessuno, la classica ragazzina timida che pensa solo a superare le sue difficoltà, non preoccupandosi del giudizio degli altri.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti quanti!!
Ebbene sì sono di nuovo qui con un'altra storia.
Prima di lasciarvi al capitolo volevo fare una piccola premessa, volevo scrivere una storia un pò diversa, senza seguire lo schema lui e lei che si incontrano, si innamorano, figli, famiglia etc.. Forse ci sono comunque ricaduta nella solita trama, però volevo scrivere qualcosa di più vero, diciamocelo nella realtà la vita non è mica tutta rose e fiori, le difficoltà, che siano piccole o grandi, ce le abbiamo tutti. Ecco io ho voluto proprio riportare i problemi della vita in questa FF, visti dagli occhi di una teenager. Io tengo molto a questa storia, ci sto lavorando da tempo, non mi ritengo una scrittrice e sicuramente non sarà il capolavoro dell'anno, però non vi aspettate la solita FF allegra, è nella categoria "Drammatico" per un motivo, ovviamente non sarà tutto cupo quello che leggerete, ho lasciato anche spazio per l'amore e le risate.
Spero comunque di trasmettervi emozioni e farvi divertire. 
Credo di essermi dilungata troppo, ma ci tenevo!
Un'ultima cosa...tutto quello che leggerete proviene dalla mia mente, gli eventi non rispecchiano la realtà, anche il protagonista, Joe Jonas, cambia molto e capiterà che gli attribuirò canzoni che non sono sue, ma come ho già detto è tutto inventato.
Bene, godetevi questo primo capitolo, è un piccolo assaggio e spero vi piaccia, buona lettura!


1 - Just the beginning


 

 

Una ragazza assolutamente normale, tanto normale da non essere notata da nessuno, la classica ragazzina timida che pensa solo a superare le sue difficoltà, non preoccupandosi del giudizio degli altri.

Daphne, 18 anni, frequentava l'ultimo anno di scuola, quell'ultimo anno che lei aspettava da moltissimo tempo, odiava la sua scuola, era piena di ragazzini viziati, con un sacco soldi, il suo opposto, lei sapeva apprezzare quello che aveva, di certo non poteva definirsi una che navigava nell'oro. Era finita in quella “prigione”, come la definiva lei, grazie o forse è meglio dire a causa di alcune conoscenze di sua madre, fosse stato per lei avrebbe frequentato una scuola di basso livello, ma la donna aveva fatto molti sacrifici per mandarla lì e lei non ha potuto rifiutare.
L'unica amica che aveva trovato era Chelsea, una ragazza che non si era preoccupata da che famiglia provenisse Daphne, aveva voluto fare amicizia con lei e basta.
Driiinnn ecco il suono più atteso da tutta la scuola, la campanella che segnava la fine della giornata scolastica, Daphne andò subito al suo armadietto, prese tutti i libri, li infilò nella sua tracolla, la stessa che usava da cinque anni e si affrettò ad uscire.
Mentre scendeva le scale delle mani le presero i fianchi facendola spaventare, si girò di scatto
Cavolo Chelsea, mi hai fatto morire di paura” disse la ragazza portandosi una mano sul petto per riprendere fiato
ehi Daph sei troppo tesa, cerca di tranquillizzarti un pò”
dai smettila, adesso devo andare a casa”
no dai, facciamo un giretto?”
ma...”
niente ma, hai sempre qualcosa da fare, io voglio passare un po' di tempo con la mia amica” disse Chelsea assumendo un'espressione più seria che mai
ok, però non posso stare molto” rispose Daphne con un grande sorriso.
Le due ragazze si avviarono verso una gelateria e ordinarono due gelati, mentre mangiavano si sedettero su una panchina e chiacchierarono, parlarono di ogni cosa che sfiorasse le
loro menti, anche della più stupida, mentre le ore passavano e il sole calava, solo quando la luce stava per sparire
oddio Chels dovevo essere a casa almeno un'ora fa!” urlò la ragazza alzandosi di corsa dalla panchina e dirigendosi verso casa, anche l'amica si alzò e la raggiunse
dai vengo con te, almeno spiego che è stata colpa mia” le due ragazze cominciarono a correre, era gennaio e a New York faceva freddo, ma il sole era caldo e quando arrivarono a destinazione erano piuttosto accaldate.
Arrivarono nel Queens, quartiere dove abitava Daphne, un quartiere di periferia dove c'erano case che costavano poco e dove girava brutta gente ad una certa ora. Arrivarono di fronte a casa, un grosso condominio dove vivevano per la maggior parte anziani e famiglie, forse il condominio più tranquillo della zona, Daphne si fece coraggio e andò verso il portone, non fece in tempo ad aprirlo che già qualcun altro uscì, era un ragazzo, le sbatté contro la spalla, lei lo guardò fissandolo, lui biascicò un veloce “scusa” e continuò per la sua strada, Chelsea passò una mano davanti agli occhi dell'amica
ehi Daph, sono anni che hai una cotta per quello”
lui non è quello, lui è Joseph Jonas”
sì certo come vuoi, ma perché non glielo dici?”
“ma va, non ci siamo mai parlati e mai succederà, poi lui è conosciuto a scuola”
manco fosse il più popolare”
“beh almeno ha più amici di me, io ho solo questa scema che è qui davanti”
ah grazie eh, però lui potrebbe essere il tuo principe azzurro per il ballo di fine anno”
“sì come no, mi verrà a prendere con la sua macchina, ci divertiremo e poi mi darà anche un bacio”
“certo cara mia e tu avrai il vestito più bello del mondo, lascerai tutti senza fiato” le due ragazze si persero nei sogni ad occhi aperti mentre salivano quelle infinite scale per arrivare al quinto piano senza ascensore, ma la magia da sogno si spezzò quando Daphne aprì la porta di casa sua e ritornò a contatto con la sua realtà
Daphne sei tu?” urlò la madre dall'altra stanza, la ragazzina si girò, fece segno all'altra di andarsene, non era un bel momento, si chiuse la porta alle spalle, venne raggiunta dalla
madre furiosa
Daphne! Dovevi tornare ore fa, dovevi badare a tua sorella, meno male che c'era tua nonna, se no io rischiavo di non andare a lavoro”
scusami” rispose la figlia con tono flebile e sottomesso
e scommetto che i compiti non li hai ancora fatti” la donna ricevette un no come risposta “lo sai quanti sacrifici faccio per mandarti li? Adesso vai a studiare, per oggi alla cena ci penso io, ma domani dovrai stare con tua sorella e poi fare la spesa” Daphne senza fiatare si infilò in camera sua, continuò a pensare alle parole della madre, sembrava che ogni volta le rinfacciasse il fatto che ha dato tutto per farle frequentare una scuola di prestigio, dove lei non voleva neanche andare.
Dopo poche ore Daphne poté finalmente chiudere i libri di scuola, era stanca ma non aveva tempo per riposarsi, si cambiò, si mise qualcosa di più comodo e andò in cucina ad aiutare sua madre.
Dopo cena lavò i piatti, mise a dormire la sua dolce sorellina di tre anni, fissò sua madre guardare la tv e si ritirò di nuovo in camera sua, più che una stanza era uno stanzino, era molto piccola, c'era un letto, una scrivania e un piccolo armadio, l'arredamento si concludeva così, c'era una finestra che forniva la luce, adesso faceva passare alcuni raggi della luna che toccavano il letto su cui Daphne si sedette, accese una piccola lucina e prese in mano il suo portatile, l'unico oggetto di cui le importasse sul serio, lì dentro c'era la sua vita, c'erano i racconti che scriveva ogni sera, sognava di diventare una famosa scrittrice e ogni sera dava sfogo alla sua creatività, aveva risparmiato a lungo per comprarselo.
Le ore passarono e sua madre decise di andare a dormire, era tardi e anche Daphne avrebbe dovuto mettersi a dormire, ma non ce la fece, si sentiva scoppiare, aveva bisogno di sfogarsi, così prese una coperta, aprì lentamente la porta di casa e andò sul tetto dell'edificio, si avvolse nella coperta per restare calda, trascinò i piedi e si portò vicino al cornicione, i suoi capelli castani raccolti in una coda scompigliata vennero mossi dall'aria fredda di gennaio, osservò dall'alto il Queens illuminato, poi si abbandonò ad un pianto disperato e liberatorio, non riusciva a sopportare tutto quanto, aveva troppe pressioni, piangere le serviva per buttare fuori tutto quello che aveva dentro, lo faceva da sola perché aveva paura di annoiare gli altri con i suoi stupidi problemi, pensava sempre prima agli altri e poi a se stessa, le sarebbe servito qualcuno che avesse pensato a lei per una volta.
La ragazza continuò a piangere sino a quando non sentì
ciao” alle sue spalle, si girò di scatto e tolte le lacrime dagli occhi riconobbe il ragazzo che la stava fissando, senza pensarci due volte scappò, ritornò nel suo appartamento e si infilò nel letto per dormire.
Joe era ancora sul tetto che non riusciva a capire, era la prima volta che alla sera saliva lì sopra e credeva di non trovarci nessuno, invece c'era quella ragazza, era sicuro di averla già vista, ma non riuscì a collocare il volto, non la riconobbe perché era piena di lacrime, con il trucco sbavato e mezza coperta da ciuffi di capelli, poi era buio, si vedeva molto poco, ma la visione di quella ragazza disperata lo sconvolse, non riusciva a smettere di chiedersi chi fosse e che cosa avesse.  
 

Eeeee bom!
Ecco che cosa ho partorito, spero sia un inizio promettente
E spero che la curiosità sia salita
Spero di trovare le vostre recensioni e...
Ok spero troppe cose, sono un tipo speranzoso ahahahha
Basta la finisco...ancora una cosa
Che ne pensate della foto all'inizio? L'ho fatta io
Se non otterrò qualche recensione non continuerò, non è una minaccia
Ma solo un avviso :)
Peace and Love
Un bacio Debby!

   
 
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