“You’ve dazzled my heart!”
Hai incantato il mio cuore
Bella era stretta ad Edward, i loro corpi si toccavano e fremevano nel buio
della stanza. Era così da mesi, ormai. Ma non potevano fare altro che stare
l’uno accanto all’altro, oltre non sarebbero andati.
Edward alzò una mano, fredda e glaciale come il marmo, per sfiorare la guancia
bollente di Bella.
Al suo tocco, Bella balzò e sbiancò completamente. Edward si accorse subito che
qualcosa non andava.
La chiamò.
“Bella, svegliati” le disse. Preso dal panico, cercò di scuoterla per farla
rinvenire. Ma gli occhi di lei restavano fermamente chiusi.
A niente valsero le suppliche di Edward che lentamente stava impazzendo dal
dolore, Bella non si svegliava. Non capiva cosa le stesse succedendo, altre
volte era svenuta al suo tocco, ma mai per così a lungo.
Accostò l’orecchio al suo cuore, ed ebbe un moto di terrore. Il cuore di Bella
non batteva come doveva battere un cuore umano. Sembrava aver perso il ritmo.
In quell’istante Edward capì che doveva portare Bella in ospedale, ciò che
aveva, era più grave di uno svenimento dovuto all’emozione.
La prese tra le sue braccia ancora esanime, e la portò all’ospedale nel tempo
più breve che le sue abilità da vampiro gli permisero. Non gli importava che
qualcuno vedesse. Era in gioco la vita della persona che per lui era più
importante. Se l’avessero scoperto non sarebbe stato nulla in confronto a ciò
che sarebbe accaduto se avesse perso Bella.
Arrivò all’ospedale e si precipitò al pronto soccorso.
Fortunatamente Carlisle era di turno.
“Cosa è successo?” esclamò preoccupato vedendo lo stato in cui si trovava Bella.
“Non lo so, eravamo in casa e stava bene. Da un secondo all’altro, il suo cuore
ha iniziato a battere in maniera strana” esclamò Edward con la voce strozzata
dalla disperazione.
“Va bene” disse Carlisle “ora la portiamo a fare degli esami, tu rimani qui, sei
troppo nervoso per essere di alcun aiuto.”
Edward rimase li, completamente distrutto dalla preoccupazione. Non poteva
perdere Bella in quel momento, sarebbe stato troppo.
Un'altra opzione attraversò la sua mente, ma non la degnò di alcuna attenzione.
Era contro tutto quello in cui credeva. Non l’avrebbe fatto. Ma perderla sarebbe
stato qualcosa a cui non voleva neanche pensare.
Dopo un tempo che gli sembrò infinito Carlisle tornò. Ma Edward non ebbe bisogno
di sentire le parole. I pensieri di Carlisle furono abbastanza eloquenti.
Bella stava male. Avrebbero dovuto fare altri esami. Ma era indubbio. Il suo
cuore aveva una malformazione, che per una sfortunata serie di circostanze non
era mai stata scoperta ed ora era troppo tardi.
Un trapianto di cuore non sarebbe arrivato in tempo. Le restavano poche
settimane di vita.
Edward non poteva crederci. Non stava accadendo a lui. L’amore della sua vita
stava morendo. L’unica cosa che in cento anni l’aveva reso completamente e
totalmente felice stava svanendo.
“Voglio vederla” disse con fermezza Edward.
Carlisle gli fece cenno di seguirlo e aggiunse che non doveva farla agitare, era
cosciente ma ancora non sapeva cosa le stava accadendo.
Quando arrivò nella stanza e la vide, pallida e debole, che gli sorrideva, una
lacrima scese dai suoi occhi, e sperò che lei non l’avesse notata.
“Come stai?” le disse avvicinandosi sfiorandole i capelli.
“Ora sto meglio” rispose “ma ancora non so cosa mi è accaduto.”
“Non te ne devi preoccupare ora, Bella. Ci sono io con te, niente potrà farti
del male” aggiunse Edward e si sporse per porgerle un bacio delicato sulle
labbra.
Nello stesso istante in cui le loro labbra si toccarono, i strumenti collegati a
Bella iniziarono a lanciare suoni allarmanti.
Il suo cuore andò in aritmia e lei venne scossa da profondi brividi prima di
tornare nell’incoscienza.
Carlisle si precipitò nella stanza.
Bella giaceva immobile sul letto. Il suo cuore era tornato a battere
normalmente, ma per sicurezza le diede una dose di calmanti.
Edward era al lato opposto della stanza. Completamente terrorizzato. Aveva
capito. La sua presenza, che aveva sempre scatenato in Bella reazione molto
forti, ora aveva provocato un emozione talmente potente che aveva fatto perdere
un colpo al suo già fragile cuore.
Si girò verso Carlisle e gli spiegò cosa era successo. Sembrò comprendere, ma
Edward non gli diede il tempo di rispondere. Si precipitò fuori dalla stanza e
si allontanò nella nebbia.
Bella si svegliò in un letto d’ospedale, non sapeva cosa le fosse successo, si
girò, sentendo una presenza vicino a lei.
“Edward” mormorò.
“Bella, sono Alice” le rispose una voce dolce.
“Dov’è Edward?” chiese Bella “eravamo insieme, ma cosa è successo dopo non lo
ricordo.”
“Sei svenuta, ed Edward ti ha portato qui, poi se ne è andato, è convinto che
quello che ti successo è colpa sua.” Disse Alice.
“Ma cosa mi è successo Alice?” chiese allarmata Bella.
“Non so come dirtelo, il tuo cuore non funziona come dovrebbe, hai una
malformazione dalla nascita, che ora si è manifestata. Non si può guarire”.
Non c’era bisogno di dire altro. Bella comprese. Stava per morire. E Edward non
era con lei.
Avrebbe preferito morire in quello stesso istante, più che vivere un anno in più
senza di lui.
“Alice, ma dov’è?” Chiese.
“Nessuno di noi lo sa, è scomparso, in questo momento potrebbe essere dovunque”
disse “non sai quanto mi dispiace Bella, ma ci siamo noi con te, non ti lasciamo
sola”
In quel momento arrivarono Jasper e Emmett, che le si avvicinarono e cercarono
di starle vicini, ma lei era lontana, non li ascoltava.
L’unico viso che voleva vedere era quello di Edward.
La sera arrivò presto. L’unica rimasta con lei era Alice, le aveva tenuto la
mano per ore.
Durante la notte Bella pianse, pianse tutte le lacrime che le erano rimaste. Non
riusciva a capire cosa Edward stesse facendo, perché l’aveva lasciata così. Non
riusciva a farsene una ragione.
Quando Alice si allontanò per tornare a casa a prendere delle cose per Bella,
lei sentì un rumore ma non vide nessuno.
Ma il suo cuore capì. Era Edward, era tornato. Lo chiamò. In un istante si
materializzò al suo fianco.
“Edward” mormorò “sei tornato”.
Lui la strinse forte a se, poi si allontanò.
“Bella, io non so come spiegarti quanto sia stato difficile per me lasciarti in
questo stato, ma io penso che sia la mia presenza che ti ha provocato questa
crisi e non voglio che tu muoia, non posso perderti”
“Ma mi perderai comunque comportandoti così! Non capisci che tanto morirò
comunque, preferisco averti accanto quando succederà, che sia adesso domani o
tra un anno, lo sai che rinuncerei a tutto tranne che a te” esclamò.
Si alzo dal letto, e si avvicinò a lui e lo baciò, convinta che se la sua vita
doveva finire, sarebbe successo tra le braccia dell’uomo che amava.
Edward la strinse a se e la baciò.
Non poteva lasciarla andare, doveva trovare un modo per salvarla. Quell’idea che
tanto odiava, ritornò. Questa volta non riuscì a scacciarla. Il desiderio di
continuare a vivere accanto a Bella in quel momento era più forte dei suoi
ideali.
In quell’istante la sua vita cambiò. Mentre la teneva stretta a se, Bella
svenne. Il battito del suo cuore era quasi impercettibile.
Edward capì di non poter aspettare oltre. Le strinse forte e fece l’atto che per
anni aveva giurato di non compiere.
La morse sul collo e lasciò che il veleno contenuto dai suoi denti entrasse in
circolo.
Entro pochi istanti il dolore avrebbe iniziato a tormentarla.
Ma per ora la sua faccia era serena.
Lui la contemplò, era bella come mai l’aveva vista. Cercò di fissare nella sua
mente i tratti che tanto amava. Mai più l’avrebbe rivista così.
Lentamente l’espressione di Bella cambiò, Edward capì.
La trasformazione era iniziata.