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Autore: Sery Black e SiJay    11/09/2006    31 recensioni
Non c’era dubbio, quello era il suo migliore amico. Si voltò in fretta verso Remus e Peter. - Ragazzi, sono un mito!!! Ho capito tutto! Quello è… - - … Sirius! - concluse Remus al suo posto. - Eh ma no! Mi rovini sempre tutto! Non c’è gusto con te, Lunastorta! – Il licantropo non gli badò affatto, voltandosi in tutta risposta verso il pupo e dicendo – C’è solo un piccolo insignificante problema: non dimostra più di cinque anni! – Il silenzio accolse quella rivelazione.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna piena ha ispirato le nostre menti pericolosamente inclini alla pazzia.

 

Per chi ama le one-shot lunghe.

Buona lettura.

 

 

 

Un problema di quattro anni e mezzo

 

 

 

 

 

Hogwarts, 1976

 

- Sei sicuro che vada bene così? – chiese Sirius preoccupato ad un alquanto teso Lunastorta durante la lezione di pozioni.

 

- Per la milionesima volta sì, Felpato! – replicò stizzito l’altro, che sembrava però piuttosto agitato, mentre mescolava febbrilmente la pozione che ribolliva (blop blop NdAutrici) nel calderone.

 

- Sarà…! – disse dubbioso Sirius osservando la loro pozione che era incline ad uno strano color m… ok, siamo in fascia protetta… uno strano color cacca. – Comunque mi pare che la tua concezione del giallo canarino sia un pochino distorta! –

 

Remus si girò piccato verso colui che disgraziatamente era, per quel giorno, il suo compagno di pozioni – Ah ah ah! Spiritoso! Vedrai che ci metterà pochissimo a diventare del colore giusto. In fondo ho seguito alla lettera le istruzioni del prof. Anche se… - prese in mano una radice dall’aspetto sinistro portandola davanti agli occhi per analizzarla – non ho la minima idea di cosa sia questa… -

 

- Hey, Felpato! – il sussurro… bhe più che altro era un quasi-urlo, di James arrivò forte e chiaro alle orecchie dei due.

 

Sirius si voltò di scatto, urtando inavvertitamente Remus, verso il tavolo occupato da James e Peter, per nulla interessati al destino funesto della loro pozione che ribolliva minacciosamente (blop blop blop blop NdAutrici).

 

Accadde tutto in un attimo. Un momento prima Sirius Black stava tranquillamente osservando il suo migliore amico blaterare qualcosa a proposito di Mocciosus, un momento dopo… la catastrofe!

 

Uno scroscio di risate si sollevò dal sotterraneo di pozioni. Ilarità causata dalla visione del giovane Black coperto dalla testa ai piedi di melma color… cacca.

 

Sirius si voltò lentamente verso Remus, che cercava invano di trattenere le risate (in fondo non è mica un monaco buddista! NdAutrici).

 

- Remus John Lupin! Tu sei un uomo morto! – esclamò con tutta la calma che lo contraddistingueva nei momenti di crisi.

 

- Ma io non ho fatto niente! – protestò Remus – Sei stato tu a spingermi facendo cadere nel calderone quella maledetta radice, ora non dare la colpa a me! –  incrociò le braccia al petto guardandosi intorno, e notando con sorpresa che l’amico era l’unico che aveva recato danni dall’accaduto.

 

- E a chi dovrei darla, sentiamo Mister –non-ci-capisco-nulla-in-pozioni-ma-sono-comunque-un-genio-o-almeno-credo-di-esserlo? –

 

- A…a… - si guardò disperatamente intorno alla ricerca di un capro espiatorio - … a James! – disse infine sorridendo soddisfatto della sua scelta.

 

Al che James fece un passo indietro allarmato – Io? E che diavolo centro io? E no miei cari, ora ve la vedete voi due! –

 

- Black! Lupin! – a salvare quello che sembrava vagamente l’inizio di una rissa ci pensò il caro e vecchio Slughorn (scusate, non so voi, ma a noi il nome Lumacorno fa veramente SCHIFO! NdAutrici) – Chi è stato a combinare questo disastro? –

 

- Lui! – esclamarono in coro i due indicandosi a vicenda con fare innocente.

 

- E va bene – replicò l’insegnate con un ghigno alquanto sadico che non piacque per niente ai due Malandrini – Dieci punti in meno per Grifondoro, e, alla fine della lezione rimarrete a pulire questo macello – e il suo ghigno, se possibile, si allargo ancora di più. Fece per tornare alla cattedra, ma si voltò nuovamente e firmò la loro condanna – ah, credo sia scontato che dovrete farlo… senza magia! –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Remus e Sirius entrarono tre ore dopo nella sala comune di Grifondoro. Ad accoglierli c’era, un festante James che corse loro incontro a braccia aperte esclamando – Era ora! Credevo che vi foste persi! Avete mancato la cena, ma io e il mio allegro compare Peter qui presente, vi abbiamo intelligentemente portato da mangiare e da bere! Non siamo grandi? Eh? Eh? – mostrò un sorriso ad 88 denti. Restò immobile quando un Sirius fiacco e abbattuto gli passò di fianco trascinando i piedi.

 

- Sirius? Felpato, dovresti abbracciarmi ed essermi grato per il resto della tua vita. Ti ho portato il pollo!!! È il tuo piatto preferito!!! – disse Ramoso come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

- Non ho fame – bofonchiò distrattamente Sirius in risposta. Quelle parole suscitarono scalpore in tutti i presenti, Lily Evans compresa, che alzò la testa dal libro che aveva in mano.

 

A quel punto, James si avvicinò e gli posò una mano sulla fronte, constatando che probabilmente aveva la febbre.

 

- Non sto bene – borbottò Sirius scostandosi, e sparì su per le scale del dormitorio maschile.

 

James si rivolse a Remus, perplesso – Che cavolo gli hai fatto??? –

 

- Io assolutamente niente. In ogni caso, io si che ho fame. Io ho molta fame. – e rivolse uno sguardo sognante al sacchetto pieno di leccornie su una poltrona.

 

- Non fare complimenti – esclamò James, tornando al suo classico sorrisone. Cominciò a spostare tutti i libri presenti sul tavolo davanti al fuoco, infastidendo così Lily, intenta a studiare per il test di Trasfigurazione.

 

- Cercate di non fare confusione, qui c’è gente che studia al contrario vostro. Quest’anno ci sono i M.A.G.O. –

 

- Non ti preoccupare! Mangiamo, non disturbiamo e ce la filiamo! – James si portò una mano al mento guardando trasognato un punto non definito della parete di fronte a lui – Che poeta!- Peter di fianco a lui si avvicinò e cominciò anche lui a fissare quello stesso punto, non capendo però cosa ci fosse di interessante (insomma, pensate a Franklin di ‘Tutto in famiglia’, ce lo avete presente? Bene, lui è James e Peter è l’idiota di turno… se non guardate ‘Tutto in famiglia’ bhe, cercate di immaginarvi la scena! NdAutrici).

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Londra, 1964

 

Quando Sirius Black si svegliò la mattina seguente capì subito che qualcosa non andava.

Primo, non avvertì l’oramai familiare russare di Codaliscia.

Secondo, non c’era traccia delle cortine, rigorosamente rosse attorno al suo letto.

Terzo, semplicemente non si trovava in dormitorio.

 

Si alzò a sedere sul letto e si guardò intorno, quella stanza non gli era nuova.

 

Armadio in legno massaccio finemente lavorato, scrivania imponente dello stesso materiale e pesanti tende verde scuro che coprivano le finestre.

 

La verità gli attraversò la mente come un fulmine. E la verità era a dir poco scioccante.

 

Si trovava al numero dodici di Grimmauld Place.

 

Non appena se ne rese conto, un urlo si disperse per la suddetta casa.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Hogwarts, 1976

 

Molto lontano da lì, sia nel tempo che nello spazio, un urlo di uguale intensità svegliò gran parte della popolazione studentesca e non, della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. E che, vista l’ora (le sei del mattino) non gradì particolarmente la cosa.

 

Questi toni soavi appartenevano niente meno che a Lily Evans. In effetti, quest’ultima, che si era addormentata sul divano della sala comune la sera prima, non appena aveva aperto gli occhi s’era ritrovata un viso non ben identificato a pochi centimetri dal suo.

 

Da qui, come potete ben capire, l’urlo.

 

Si alzò a sedere di scatto; e notò che la persona che l’aveva così bruscamente svegliata era un bambino.

 

 -Chi diavolo sei tu? Che ci fai qui??? – urlò, non contenta di aver svegliato solamente metà Hogwarts, decidendo che era meglio destare anche l’altra metà. Quando Lily Evans fa una cosa, o la fa bene, o non la fa!

 

A quel punto una scarpa proveniente dai dormitori le passò pericolosamente vicina, come avvertimento, che se non fosse stata zitta sarebbe arrivata anche l’altra.

 

- Ma che modi!!! – esclamò visibilmente seccato il bambino – Ma ti sembra normale urlare come una pazza isterica? – concluse incrociando le braccia al petto con fare saccente.

 

Lily lo guardò meglio, quel bambino aveva un che di familiare.

 

- Aspetta un attimo, tu – chi – diavolo – sei??? – gli richiese, temendo già la risposta.

 

All’improvviso Lily ebbe la netta sensazione che il bambino si stesse gonfiando sotto il suo sguardo.

 

Aveva infatti tirato fuori il petto con orgoglio, e con la testa alta e le mani sui fianchi, declamò con fare autoritario:

 

- Io, sono Sirius Black, figlio di Orion e Walburga Black, primo erede maschio della nobile e antichissima casata dei Black, destinato a diventare titolare dei molteplici possedimenti della famiglia Black, nonché uomo più prestigioso e importante della comunità magica e perfetto praticamente in tutto. –

 

Dire che Lily rimase scioccata è un eufemismo.

 

Tralasciando il fatto che del discorso del bambino aveva sentito solo le prime quattro parole, fu abbastanza per farle capire che qualcosa non andava.

 

- POOOTTEEEERRRRRR!!!! – anche l’altra scarpa volò giù dai dormitori.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

James Potter fissava con gli occhi ridotti a fessure il bimbo avvolto in un pigiamino di velluto blu, che si era seduto con non-chalance in una delle poltrone della sala comune.

 

Portandosi una mano al mento, decise di fare il punto della situazione.

 

Il piccolo aveva:

-          capelli corvini, che gli ricadevano distrattamente davanti agli occhi;

-          occhi azzurro mare;

-          un grazioso nasino all’insù;

-          carnagione olivastra;

-          tipica aria da strafottente.

 

Non c’era dubbio, quello era il suo migliore amico.

 

Si voltò in fretta verso Remus e Peter.

 

- Ragazzi, sono un mito!!! Ho capito tutto! Quello è… -

 

- … Sirius! - concluse Remus al suo posto.

 

-  Eh ma no! Mi rovini sempre tutto! Non c’è gusto con te, Lunastorta! –

 

Il licantropo non gli badò affatto, voltandosi in tutta risposta verso il pupo e dicendo – C’è solo un piccolo insignificante problema: non dimostra più di cinque anni! –

 

Il silenzio accolse quella rivelazione.

 

- A dire il vero, ne ho quattro e mezzo – precisò Sirius alzandosi dalla poltrona –Anche se è naturale che io ne dimostri di più! – scrutò le loro facce esterrefatte per un momento – Solo, non capisco come sono arrivato qui. Certo, questa è sicuramente una delle numerose residenze appartenenti alla mia famiglia, anche se non l’avevo mai vista prima… ma potreste cortesemente dirmi chi siete voi? E come fate a conoscermi? Ah, ho capito! – esclamò ad un tratto illuminato – Voi dovete essere i domestici! Ovvio! Però, strano: perché la mia mamma non ha usato gli Elfi Domestici come al solito? E a proposito, dov’è la mia mamma? –

 

Un rumore sinistro costrinse i presenti a voltarsi verso James, il cui mento sfiorava praticamente il pavimento.

 

I ragazzi erano indecisi se essere più stupiti per la parlantina che il bambino aveva ostentato senza degnarsi di aspettare le loro risposte o per il fatto che Sirius, che avrebbe dovuto avere diciassette anni, ora ne aveva cinq… ahem… quattro e mezzo.

 

Optarono per la seconda opzione, e Remus espresse ad alta voce quello che era stato il pensiero più sensato fino ad allora.

 

- Silente –

 

A quel punto, Lily si alzo dal divano annuendo convinta – è la cosa migliore –

 

Sirius si mise le mani sui fianchi, piazzandosi di fronte alla ragazza – Cosa avete intenzione di fare? Voi non potete fare nulla senza il permesso del padrone… che al momento sarei io… -

 

James approfittò della distrazione del piccolo per afferrarlo per la collottola e sollevarlo di peso.

 

- Hey, lasciami andare tu! Ti ordino di mettermi giù immediatamente! – gridò Sirius a pieni polmoni, dimenando braccia e gambe, nel tentativo di liberarsi.

 

- Ok: Remus prendilo per le gambe; Peter, tu tienigli le braccia; io gli tapperò la bocca; Lily indicaci la via! – esclamò con foga illuminato da una nuova luce Ramoso, sollevando il braccio libero ad indicare il buco del ritratto.

 

Remus si avvicinò a lui con un’aria da macho (immaginatevi Remus con l’aria da macho XD XD XD NdAutrici), estrasse la bacchetta, enunciò ‘Silencio’ e, un attimo dopo ‘Vincio’  (puramente inventato NdAutrici). Ora Sirius muoveva la bocca senza emettere alcun suono, legato da funi invisibili.

 

- Eh ridaje! Uffa, Lunastorta! Puoi anche darmela vinta ogni tanto, ti giuro, io non mi offendo! –

 

Remus gli rivolse un sorriso tra il dispiaciuto e lo scherno (e provateci voi a farlo XD NdAutrici).

 

- Ok, muoviamoci. – intimò Lily avviandosi verso il buco del ritratto – Mi hanno già minacciata con ben due scarpe – le indicò con un cenno del capo – non vorrei che arrivasse giù la terza e con essa, il proprietario. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Silente non stava facendo assolutamente niente, quando sentì bussare forte alla porta del suo ufficio.

 

- Avanti – disse con entusiasmo: finalmente avrebbe avuto qualcosa da fare.

 

Le persone che entrarono non erano nuove a quella stanza, anzi, passavano per di lì almeno due volte a settimana. Tanto da spingere Silente a comunicare ai Malandrini la parola d’ordine del suo ufficio, ogni qual volta essa cambiava.

 

- Salve professore! – esclamò un esagitato James Potter, reggendo ancora il pargolo, che aveva ormai smesso di dimenarsi.

 

Dopo di lui fecero il loro ingresso gli altri tre.

 

- Buongiorno ragazzi, qual buon vento vi porta qui? -  chiese invitandoli a sedere sui pouf appena evocati.

 

- Ecco, noi avremmo un piccolo problema – disse Remus accennando a Sirius.

 

- Un problema di quattro anni e mezzo – precisò Peter.

 

- Ma quello è mio nipote!!!

 

I ragazzi si guardarono intorno alla ricerca di chi aveva parlato.

 

La risposta si trovava attaccata alla parete, a parlare era stato infatti uno dei quadri. Più precisamente Phineas Nigellus. Silente si alzò dalla sua postazione e si avvicinò al dipinto.

 

- Cosa intendi dire, Phineas? – chiese gentilmente il preside.

 

- Intendo dire, che quello è Sirius Black, colui che era l’erede della famiglia Black! – rispose incredulo l’uomo.

 

Silente si voltò verso il bimbo e, vedendo che ricominciava ad agitarsi, lo liberò.

 

Il piccolo Black, si divincolò dalla presa di James, corse di fronte al ritratto, e riassunse la sua abituale posa da piccolo Lord.

 

- Come osi dire che io ero l’erede dei Black??? Io sono l’erede dei Black!!! – sbraitò rosso in viso – In ogni caso, cosa ci fai qui, bis – bis nonno? – concluse riacquistando un po’ della sua proverbiale calma. – Avevo ragione quindi, quando dicevo che questa era una delle tante ville dei Black! Ma ti rendi conto di che razza di servitù disponiamo? Non mi hanno dato ascolto e mi hanno pure lanciato una fattura! Robe da matti!!! – disse scuotendo la testolina contrariato.

 

- Credo che mi dobbiate qualche spiegazione – disse con calma Silente, ritornando dietro la scrivania.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Fatemi capire bene – disse il professore – Stamattina il signor Black era in queste condizioni, diciamo, ristrette, e voi non avete idea del perché… - congiunse le punta delle dita pensieroso. – Non è successo niente di strano che possa aver causato tutto ciò? –

 

- Porca…! – esclamò Remus battendosi una mano sulla fronte – La pozione! –

 

- Eh, no! Lo stavo per dire io! In futuro, se ci sarà da risolvere un caso, ricordami di starti alla larga! – esclamò James con aria risoluta.

 

Peter gli battè una mano sulla spalla con fare consolatorio.

 

Remus spiegò velocemente al preside, l’accaduto.

- Di che pozione si trattava? – chiese Silente

 

- Doveva essere una soluzione Rigira Tempo, anche se non sono mai troppo sicuro del contenuto del mio calderone… -

 

- Quindi quella che è caduta nel calderone doveva essere una radice di Strambaco (puramente inventatoNdAutrici). –

 

- Una radice di… che? – chiesero all’unisono i ragazzi, sbarrando gli occhi (persino Lily, il che è tutto dire, dato che lei in pozioni è praticamente la migliore).

 

- è una sostanza che, aggiunta alla pozione Rigira Tempo, provoca questo tipo di effetti collaterali – spiegò Silente – Non è che Sirius si sia rimpicciolito, semplicemente il Sirius del passato è qui con voi, mentre quello odierno è tornato indietro –

 

- NOOOOOOOOOO!!!!! – il grido di James fece trasalire tutti i presenti, quadri inclusi. – IL – MIO – AMICO – SIRIUS!!!!!! POVERO, POVERO RAGAZZO!!! – continuò James disperandosi.

 

- Oh non c’è da preoccuparsi – intervenne Silente – L’effetto è temporaneo, 24 ore, al massimo 48. – concluse tranquillo.

 

- Quindi io ora sono nel futuro? – chiese il piccolo Sirius – Dunque sono ad Hogwarts? E suppongo che questi siano i miei amici di scuola… non sembrano molto intelligenti, ma suppongo che io sia il loro leader – concluse ovvio.

 

James represse a fatica l’istinto di saltargli addosso. Quel piccoletto era insopportabile.

 

- Si sei nel futuro – annuì il professore – e sono certo che converrai con me che sia meglio per tutti che tu non ti faccia vedere in giro, per evitare domande. Per fare questo sarà necessario che lo controlliate. Farete dei turni per tenerlo d’occhio, avviserò io gli insegnanti, quindi non dovrete preoccuparvi in caso di assenza dalle lezioni (e chi si preoccupa XD NdAutrici). – concluse con un sorriso amabile.

 

Eh certo! Non era mica lui che si doveva occupare di un bambino petulante e rompi scatole come Sirius. Facile!

 

- Forse sarà meglio che io ora vada a colazione. Buona giornata ragazzi! –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- E ora che si fa? – chiese Peter una volta tornati in dormitorio.

 

Intanto Sirius aveva cominciato a guardarsi attorno.

 

- Un momento – esclamò ad un tratto – Questo non è uno dei dormitori di Serpeverde? Perché è tutto rosso e oro? –

 

- Ecco – Lily fece un passo verso di lui – in realtà, tu, sei finito a Grifondoro… - concluse stringendo gli occhi aspettando l’esplosione.

 

- CHE COSAAA???

 

Appunto.

 

- Non è possibile, un Black non può finire a Grifondoro!!!  Ora capisco perché mi sembravate così stupidi! D'altronde cosa si può pretendere dalla feccia che finisce a Grifondoro? Solo Babbanofili e Mezzosangue! Scommetto che tu – e indicò Lily – sei una di quegli sporchi Mezzosangue.. –

 

Non fece in tempo a finire la frase, che James gli fu addosso. Cominciarono a inseguirsi per il dormitorio, distruggendo ogni cosa che, disgraziatamente, si trovava nel loro tragitto (tipo Taz – mania! NdAutrici).

 

Remus si mise con forza tra loro, dividendoli.

 

- Calma è solo un bambino! – disse rivolto a James – La cosa di cui dobbiamo preoccuparci ora è, chi fa il primo turno di, se così si può definire, guardia? – concluse passando il suo sguardo sugli altri.

 

- Ahem – esordì Lily – ho studiato tutta la notte per il compito di Trasfigurazione di oggi, non vorrei proprio perderlo – e senza lasciare agli altri il tempo di ribattere uscì dalla stanza sollevando delle piume che si erano disperse durante l’inseguimento Sirius-James.

 

Remus sentì sbattere violentemente la porta, e vide le piume alleggiare nel luogo dove prima c’erano Ramoso e Codaliscia. Ma di loro neanche l’ombra.

 

- Brutti vigliacchi che non sono altro! – si girò verso Sirius, che ora ostentava un sorriso angelico ed innocente nella sua direzione.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Due ore dopo Remus avrebbe tanto voluto che la luna piena, prevista per quella notte, fosse sorta con, diciamo, dodici ore di anticipo, per dar libero sfogo alla bestia che era in lui.

 

Si trovava seduto su quello che rimaneva del suo letto, ad osservare Sirius che demoliva a poco a poco il resto della stanza, lamentandosi perché voleva uscire, aveva fame, voleva la sua mamma (cuccioloooo *o*  NdAutrici) e un'altra miriade di cose che Remus non afferrò.

 

- Ehm, Sirius? – lo chiamò incerto – non è che ti va, puramente per caso, di stare un po’ fermo? No perché, questo gioverebbe alla mia salute mentale – concluse supplichevole.

 

Sirius si bloccò nell’atto si rovesciare il baule di Peter.

 

- Cosa c’è, Bianco Perla? – rispose sprezzante del pericolo che stava per correre.

 

- Come – mi – hai – chiamato?? – si inalberò il licantropo ergendosi in tutta la sua altezza – Petrificus Totalus – puntò la bacchetta sul piccolo Black che s’irrigidì all’istante cadendo.

 

Remus non fece in tempo ad abbassare la bacchetta che vide gli occhi del piccolo riempirsi di lacrime e il suo viso farsi color magenta.

 

- Ok, no no no no !! Non piangere, su, dai! Stavo scherzando, eh? Ok? Era solo un gioco! – si affrettò a dire con finta allegria – Ora ti libero, ok?- agitò la bacchetta e pronunciò un controincantesimo per liberarlo.

 

Sirius si rialzò tirando su con il naso e mordendosi le labbra.

 

- Questa me la paghi Bianco Perla! – disse minaccioso.

 

Remus strinse i pugni per impedirsi di lanciargli un altro incantesimo.

 

Restarono altri dieci minuti a guardarsi in cagnesco, fino a che Sirius non riprese a lamentarsi sul fatto che aveva fame.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Era ormai l’una quando James e Peter fecero il loro ingresso trionfale con il pranzo.

 

James, per il solo motivo che aveva il cibo sottobraccio, fu attaccato da un furente e un molto affamato Lunastorta, che inveì poco amichevolmente contro di lui, portandosi via la sua parte di pranzo senza ringraziare, e continuando a borbottare a mezza bocca qualcosa su un complotto e un tradimento.

 

James fu ulteriormente preso di mira, questa volta più allegramente, da un festante Sirius, che quando vide quello che portava con sé, cominciò a saltellare qua e là.

 

- Voglio il pollo, voglio il pollo, voglio il pollo… - reclamò a gran voce con un sorrisone sulle labbra.

 

Ramoso si ritrovò a pensare che aveva avuto più soddisfazione con lui che con il suo equivalente diciassettenne la sera prima.

 

- Ecco qui il tuo pollo – gli disse senza poter fare a meno di sorridere a sua volta.

 

Rimase a guardare basito il piccolo, mentre con una delicatezza che raramente avevano visto in Sirius, sistemava il letto di Remus come se fosse un tavolo e cominciava a mangiare. La sua raffinatezza colpì anche Remus, che si bloccò nell’atto di addentare (piuttosto voracemente) una coscia di pollo, per fissare, a sua volta, il bimbo.

 

In poco più di dieci minuti Sirius aveva fatto piazza pulita di quello che James e Peter gli avevano portato, e girandosi con fare impettito disse:

 

- Ne voglio ancora – e sbattè un piedino a terra.

 

- Ma ceeerto!! Ovviamente dovresti mangiare ancora, sei piccolo, devi crescere! – intervenne Remus scattando in piedi, con improvviso entusiasmo, e avviandosi verso la porta.

 

- Vado io a prenderti il pollo – e con una velocità impressionante uscì dalla camera, seguito a ruota da Ramoso, che sembrava preoccupato quanto lui per la nutrizione del piccolo.

 

- Ragazzi…? – fece Peter incerto, ritrovandosi improvvisamente solo, non capendo come fosse successo.

 

Sirius si voltò verso di lui, e un ghigno si dipinse sul suo volto.

 

- Che c’è, Pivellino, paura di stare da solo con me? – disse, e il suo sguardo fu catturato dalla bacchetta di Peter, lasciata incustodita sopra il comodino, una delle poche cose rimaste intatte dopo il passaggio dell’uragano Sirius.

 

Peter seguì il suo sguardo, e tentò di evitare il peggio, ma il bambino fu più veloce di lui. E con uno scatto felino, o meglio, canino si avventò sulla bacchetta, e una volta impugnata cominciò ad agitarla sparando scintille a destra e a manca, rompendo qualsiasi cosa gli si trovasse sotto tiro.

 

- No, fermo, ridammela! È pericolosa ti farai male! – disse non del tutto convinto Peter, anche se in effetti, pensava, c’erano più probabilità che si facesse male lui piuttosto che Sirius.

 

Sirius correndo per la stanza si fermò davanti alla porta. Si girò nuovamente verso Peter, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

 

- La rivuoi? – disse canzonatorio – Prova a prenderla! –

 

Così dicendo spalancò la porta e si fiondò giù per le scale.

 

- Oh porca paletta! ODDIOODDIOODDIOODDIOODDIO!!!James mi uccide! Remus mi uccide! Persino la Evans mi ucciderà! Cavoli morirò tre volte! Aiutoaiutoaiuto!!! – disse mentre si metteva all’inseguimento di Sirius, con le mani tra i capelli.

 

L’inseguimento li portò in biblioteca dove Sirius creò ulteriore scompiglio tra gli studenti.

 

Peter arrancava dietro di lui. Il piccolo si voltò continuando a correre tra gli scaffali.

 

- Non mi prendi, non mi prendi… - lo canzonò e in quella andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, che si rivelò essere Lily Evans.

Il sorriso si congelò sulle labbra del piccolo.

 

- Bene bene, dove credi di andare tu? –

 

Sirius sfoderò il sorriso angelico già usato in precedenza.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

James e Remus avevano casualmente sbagliato strada più volte, per raggiungere la cucina e ritorno. Con lo scopo di tardare il più possibile.

 

- Quel bambino è insopportabile, come avete potuto lasciarmi da solo con lui per tutta la mattina – esclamò inviperito Lunastorta (che in quel momento aveva proprio la luna storta [Uahahahah NdAutrici]).

 

- Ti ricordo, carissimo, che è colpa tua se ci troviamo in questa situazione. – poi in un improvviso attacco di furia, James afferrò Remus per le spalle, e scotendolo cominciò a berciare.

 

- Io rivoglio il mio migliore amico!!! – si lasciò poi cadere in ginocchio, nel bel mezzo di un corridoio, con le braccia a cielo, o al soffitto, vedete voi, urlando – Sirius!!!!! Dove sei?????

 

Questa scena straziante fu interrotta dall’arrivo di un branco di ragazzine, che sembravano altrettanto disperate.

 

- Appunto! Dov’è il nostro Siriuccio!!! – esclamarono strappandosi i capelli.

 

A quanto pare si trattava del ‘Sirius Black Fan Club’  al completo, preoccupate dalla mancanza del loro idolo, che non vedevano da ben quindici ore.

 

Non ricevendo risposta, James era ancora troppo sconvolto per rispondere, se ne andarono mogie mogie.

 

A quel punto un altro branco di ragazzine, che urlavano a squarciagola il suo nome, ridestò James dai suoi cupi pensieri. Era questo il ‘James Potter Fan Club’.

 

- Salve ragazze – esclamò ergendosi un tutta la sua altezza – Sono contento che siate venuto a trovarmi, ma al momento sono molto occupato… - una delle ragazze scelse il momento sbagliato per saltare al collo di James, infatti proprio allora Peter, piuttosto fiacco, e Lily che trascinava per il polso Sirius, svoltarono l’angolo.

 

Sirius sentì la presa sul suo polso stringersi piuttosto dolorosamente.

 

- Hey, Pazza Isterica! Mi stai facendo mal… - ma si fermò a guardare la ragazza. Fissava James con gli occhi ridotti a fessure e le sue guance si erano pericolosamente arrossate. Per l’ira o… per qualcos’altro? Si ritrovò a chiedersi Sirius.

 

Si portò la mano libera al mento. Il suo sguardo tornò a James, sempre attorniato dalle ragazzine urlanti.

 

E Sirius cominciò a capire.

 

Lily mollò la presa dal polso di Sirius. E si avvicinò a passo svelto al gruppetto. Lo sguardo del bambino la seguì indagatore.

 

- Evans – esclamò contento James – Che bello vederti, vuoi unirti al mio personale Fan Club? –

 

- Toglietevi di mezzo, tutti quanti- ordinò Lily con un tono che non ammetteva repliche – State intralciando il corridoio, c’è gente che deve passare!-

 

James e Remus si voltarono perplessi, constatando che dietro di loro non c’era nessuno.

 

- Lily, che c’è?- chiese Ramoso con un sorriso – Sei per caso gelosa delle mie ammiratrici? Ma lo sai che per me esisti solo tu!-

 

- Io non sono affatto gelosa!- esclamò la ragazza, le guance sempre più rosse – è che tu dovresti occuparti di Sirius, e invece sei qui a fare il buffone come tuo solito! Non cambierai mai! - Detto questo, Lily girò i tacchi e prese ad allontanarsi.

 

- Non badare a lei, Jamie, non è affatto vero quello che dice!- esclamò la ragazza che si trovava ancora fra le braccia di James.

 

- Lasciatemi in pace, voi!- borbottò in risposta  il ragazzo, ora improvvisamente arrabbiato, divincolandosi.

 

Mentre le ragazze si allontanavano piangenti, il piccolo Sirius fissò James con uno strano sorriso sul visetto. Ora sì che aveva capito tutto.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

I quattro ragazzi, anzi, i tre ragazzi e il bambino, si stavano dirigendo verso il dormitorio di Grifondoro. Sirius stranamente aveva abbandonato ogni tentativo di fuga, e ora camminava pensieroso affianco a James.

 

- Come facciamo per stanotte?- chiese Remus a James in un sussurro. James si voltò verso Sirius, che sembrava non badare a loro.

 

- Bhe, chiederemo a Lily di tenerlo… - rispose con un po’ di astio nella voce.

 

- Ma sei sicuro…? Voglio dire… senza Felpato? – chiese titubante.

 

James lo guardò indignato.

 

- Hey, credi davvero che non riuscirei a tenere a bada – e qui abbassò la voce – un lupo mannaro da solo??? –

 

- Ok! Scusa se ho dubitato delle tue enormi capacità, se ti sbrano sono affari tuoi però, eh? – lo avvertì con un sorriso Remus.

 

Intanto erano arrivati nella loro stanza, quando si udì in lontananza il suono della campana che annunciava l’inizio delle lezioni del pomeriggio.

 

- Vediamo… - disse Sirius scrutandoli furbescamente – a chi tocca l’onore di stare solo con me? – il suo sguardo si soffermò su James – Tocca a te, Zazzerone? –

 

- Andate ragazzi – disse Zazzer… James agli altri fissando Sirius con gli occhi ridotti a fessure – Qui ci pensa il grande James Potter! – i due non se lo fecero ripetere due volte e se la filarono.

 

- Ora pagherai per aver preso in giro i miei splendidi capelli, Sirius Black! – disse perfido passandosi una mano tra la chioma ribelle.

 

Muahahahahahah!!!

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Trallallero trallallà! – canticchiava James sfogliando distrattamente una rivista sul Quidditch, spaparanzato sul suo letto.

 

Ogni tanto lanciavo occhiate divertite al piccolo Sirius, che ricambiava con sguardo truce, ma che più di tanto non poteva fare, legato com’era ad una delle colonne del suo letto e con l’incantesimo ‘Silencio’ attivo.

 

Aveva gli occhioni pieni di lacrime ma James non si era fatto impressionare da questo come invece aveva fatto Remus.

 

Dopo un po’ James, mosso da pena, decise di liberare il marmocchio, almeno dall’incantesimo tacitante.

 

- Perché non mi sleghi? Giuro che non faccio nulla – chiese innocentemente il piccolo.

 

- Si si, tu non fai niente e io odio Lily Evans… - si bloccò un istante dopo aver pronunciato queste parole. Aveva appena commesso il più grande errore della sua vita. Infatti Sirius colse la palla al balzo.

 

- Parli della Pazza Isterica, vero? – chiese interessato alla faccenda – Dovresti dirglielo invece di rompere le scatole a quelli che ti stanno attorno. – James rimase un attimo stupito dell’uso delle parole ‘rompere le scatole’, dato che non si addicevano per niente ai modi eleganti e raffinati del piccolo. Qualcosa stava cambiando.

 

- Primo, non chiamarla Pazza Isterica; secondo, lei lo sa già; terzo, ma cosa vuoi saperne tu??? Sei solo un bambino… - disse Ramoso riprendendosi dal breve stato di coma che lo aveva colto un attimo prima.

 

- Si, ma sono un bambino Black, e capisco molto più di quello che credi. – disse altezzoso.

 

- Allora ti devi essere rincitrullito con gli anni – rispose calmo James mettendosi a sedere per guardarlo in faccia. In fondo gli interessava quello che aveva da dire.

 

- Coooomunque (alla Franklin di ‘Tutto in famiglia’ NdAutrici)… sicuro di averglielo detto nel modo giusto? O ti sei pavoneggiato con lei come fai con quelle ragazzine petulanti che ti hanno teso un attentato oggi in corridoio? Scommetto che è così… - ci pensò un po’ su e poi disse – Senti, voglio darti una mano, in fondo mi sei simpatico, con i miei preziosi consigli la conquisterai in un baleno, vedrai! – James pensò al grande onore che aveva a farsi dare dei consigli da lui, e dopo averlo guardato per un momento scetticamente, pensò che, in fondo non aveva nulla da perdere.

 

- Allora, prima di tutto, smettila di comportarti da sbruffone arrogante – ‘senti chi parla’ pensò James – come il tuo solito, e dille chiaramente quello che senti. Poi armati di pazienza perché, scusa se mi permetto, ma quella è davvero una pazza isterica – James meditò a lungo su quelle parole, ed arrivò ad una soluzione.

 

- Ora che disponi dei miei preziosi consigli, che ne dici di liberarmi? – sorrise angelicamente Sirius.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Dove sono andati gli altri? – richiese per l’ennesima volta Sirius a Lily.

 

- Non te ne devi preoccupare, li rivedrai domani mattina – gli disse con un sorriso.

 

- Credi che mi possa importare il dove e il quando li rivedrò? – replicò arrossendo non poco – Bhe ti sbagli sono solo curioso… -

 

Lily non replicò, continuò a sorridere guardandolo mentre si arrampicava sul letto.

 

Aveva accettato di tenerlo d’occhio per Remus, dato che non voleva che stesse da solo in una notte come quella, aveva scoperto il suo segreto qualche mese prima. Era stato in quella occasione che il rapporto tra lei e James era migliorato, era rimasta colpita da quello che lui e i suoi amici avevano fatto per Remus. Erano pure passati all’uso del nome, insomma aveva dovuto ricredersi sul suo conto. Ma quello che era successo quel pomeriggio le aveva ricordato com’era un tempo.

 

Come se le stesse leggendo nel pensiero Sirius parlò.

 

- Che mi dici del Zazzerone? – chiese innocentemente.

 

All’inizio Lily non capì di chi stesse parlando, ma dopo si rese conto che James era l’unico che si meritasse davvero quel nomigliolo.

 

- Che intendi dire? – chiese, abbassando lo sguardo, rossa in viso, sul materasso appartenente proprio alla persona chiamata in causa.

 

Sirius fece un sorriso.

 

- Oh andiamo – disse muovendo la manina in un gesto non curante – sai bene di cosa parlo –

 

- No, non lo so – disse per prendere tempo. Cavolo, se lo notava anche un bambino di quattro anni e mezzo, la situazione era grave.

 

- Si vede lontano un miglio che ti piace, me ne sono accorto io! – continuò marcando l’ultima parola – Gli unici a non averlo capito siete tu e il Zazzerone, a quanto pare! – concluse incrociando le braccia al petto.

 

- Ma che stai dicendo? È… è un amico, basta. Niente di più – disse, ma non ne era nemmeno lei tanto sicura.

 

- Smettila di negare l’evidenza, prima lo ammetti, prima sarai felice e prima libererai i tuoi amici da questo tormento. Non voglio nemmeno pensare da quanto dura questa faccenda. –

 

- Bhe, James rompe l’anima dal terzo anno, se non da prima. In effetti ultimamente era cambiato, ma oggi pomeriggio… - ammise abbassando lo sguardo.

 

- Ah bazzecole! Comunque, non so cosa ci troviate l’una nell’altro, ma anche lui è cotto di te. – fece una pausa – so che la pensi così, ma non ti prende in giro. –

 

- E tu che ne sai? Sei solo un… -

 

- Bambino, lo so! – concluse per lei – ma fareste meglio ad ascoltarmi tutti voi, sono più intelligente di quanto crediate. – ribadì.

 

- Eh che cosa dovrei fare? – chiese Lily arrendendosi all’evidenza.

 

- Dichiararti per esempio? – sbadigliò – ora credo che mi metterò a dormire, buonanotte Lily! – e così dicendo si distese e le diede le spalle.

 

La ragazza rimase un attimo interdetta per come lui l’aveva chiamata, non Pazza Isterica, ma semplicemente Lily.

 

Si stese a sua volta nel letto di James (JJJ), e ripensò alle parole del piccolo Sirius. E ritrovò in esse della verità. Molta verità.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Com’è carino! –

 

- Si, è un amore! –

 

- Ma ci credete che questo angioletto, qui, è la stessa persona che ieri ci ha fatto soffrire le pene dell’inferno? – chiese James voltandosi verso Lily, che si voltò verso Peter, che si voltò verso Remus che era appena entrato, di ritorno dall’infermeria. – No sembra impossibile – disse quest’ultimo con un sorriso sincero sulle labbra.

 

Era sabato mattina, ed erano tutti nel dormitorio ad ammirare il piccolo Sirius che dormiva. Uno spettacolo che non potevano perdersi.

 

La mattinata passò tranquillamente, Sirius infatti dormì per tutto il tempo, probabilmente distrutto dopo la giornata passata.

 

Nel pomeriggio Peter chiese a Remus di aiutarlo con i compiti di Difesa contro le arti oscure, e quindi entrambi sparirono in biblioteca.

 

Sirius non aveva la benché minima voglia di svegliarsi, per cui James rimase da solo con lui.

 

Bussarono alla porta e Lily entrò esitante.

 

- Scusa, ti disturbo? Vedo che dorme ancora – disse indicando con un cenno del capo un Sirius profondamente addormentato.

 

- Si – rispose, grattandosi la nuca imbarazzato, James – Doveva essere proprio distrutto –

 

Passò qualche minuto di silenzio, durante il quale entrambi i ragazzi guardavano in direzioni opposte, persi nei loro pensieri.

 

- Senti…- disse James.

 

- Senti... – esordì Lily nello stesso istante.

 

- Dovrei parlarti… - dissero di nuovo contemporaneamente.

 

- Ecco io… - di nuovo.

 

- Ok, prima tu… - ancora.

 

- No, ok, prima tu… -

 

E mo’ basta però!!!!

 

Abbassarono lo sguardo imbarazzati, mentre James si grattava di nuovo la nuca e Lily si portava una ciocca fulva dietro l’orecchio.

 

Il ragazzo le fece segno di parlare per prima (che gentiluomo NdAutrici).

 

Lei spostò lo sguardo su Sirius ancora addormentato, che le dava le spalle.

 

- Non avrei mai detto che Sirius fosse così intelligente da piccolo… - disse Lily.

 

James la guardò stranito invitandola ad andare avanti. Lei si sedette sul suo letto al suo fianco e continuò.

 

- Sai mi ha fatto riflettere questa notte – disse guardandolo – su di noi, su quello che provo… per te. -  abbassò lo sguardo alle ultime parole.

 

- E… cosa provi? – chiese James allo stesso tempo nervoso ed emozionato, con sguardo speranzoso, stingendo il pugno sul copriletto.

 

James vide tutto a rallentatore.

 

Lei che lo guardava.

 

Lei che si avvicinava.

 

Le sue guance che si arrossavano.

 

I suoi occhi verdissimi che si chiudevano.

 

Sentì le labbra della ragazza chiudersi sulle sue.

 

E pensò che il suo cuore stesse per scoppiare.

 

Lily si staccò da lui.

 

- Ecco cosa provo – disse guardandolo negli occhi – pensi di aver afferrato il concetto? – concluse con un sorriso.

 

James era caduto in stato catatonico. E gli ci volle un po’ per riprendere controllo di sé.

 

- Io… - disse roco – si ho capito – sorrise a sua volta – o almeno credo… -

 

- Tu cosa volevi dirmi? – chiese Lily allontanandosi un poco da lui.

 

- Bhe, ho parlato anch’io con Sirius, ieri – cominciò lui – è stata una chiacchierata costruttiva anche per me. Senti Lily, so che pensi che io sia solo un ragazzo arrogante e pieno di sé, ma devi sapere che io non sono solo questo, quello che provo per te è vero, tu mi piaci veramente, anzi io sono innamorato di te. Pazzamente. Follemente. Dovresti essere orgogliosa di te Lily Evans, sei riuscita a mandare fuori di testa il grande James Potter! – concluse con un sorriso a 8800 denti.

 

- Strano – replicò lei sorridendo di rimando – ho sempre pensato che tu fossi fuori di testa dalla nascita… - ma non finì la frase perché questa volta fu il turno di James di baciarla, un bacio molto diverso dal primo, molto più… passionale, se volete metterla così.

 

- Penso proprio di aver capito bene – mormorò una volta staccatosi James.

 

- EVVAI!!! – un urlo li fece trasalire.

 

Sirius era in piedi sul suo letto e saltava su è giù con un gran sorrisone stampato in faccia.

 

- Lo sapevo che ce l’avrei fatta! E Sirius Black colpisce ancora!!! – Continuò allegro, cominciando a girare su se stesso.

 

James e Lily pensarono di rimproverarlo, ma poi si guardarono, si sorrisero e cominciarono a ridere anche loro.

 

- Sono un grande! Sono un grande! – continuava intanto a ripetere Sirius.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Scacco matto – disse, per quella che doveva essere la milionesima volta, Sirius.

 

- Ma no, non è possibile! – disse Peter sconsolato.

 

- Sei un caso senza speranza, Codaliscia, ti fai battere perfino da un bambino – lo prese in giro James.

 

Era sera, e si trovavano tutti nel dormitorio (e grazie tante, dove altro potrebbero stare?), Remus era ancora incredulo agli avvenimenti del pomeriggio, e si stava facendo fare da Lily una cronoca minuto per minuto.

 

- Non ci posso credere – esclamò alla fine, ridendo – Finalmente! Sirius – aggiunse rivolto al piccolo – ti devo la vita, se penso che non dovrò più sentirli urlarsi dietro gli insulti più inimmaginabili –

 

- Io l’avevo detto che ce l’avrei fatta – si vantò Sirius. In quel momento somigliava molto al Sirius che conoscevano loro.

 

- Silente ha detto che l’effetto della pozione sarebbe durato al massimo quarantott’ore. Quindi – disse Lily rivolta al bambino – domani mattina, probabilmente, sarai a casa tua – concluse con un sorriso.

 

Sirius si rabbuiò.

 

- In realtà mi dispiace un po’. Ma solo un po’ – aggiunse in fretta con le guanciotte rosse – In fondo, molto in fondo, non siete tanto male, voi… Almeno qui posso stare con qualcuno, a casa non c’è nessuno che gioca con me, e la mamma non mi lascia fare niente… e le mie cugine mi stanno antipatiche. – concluse tenendo lo sguardo fisso per terra.

 

- Ma dai, aspetta altri sei anni e mezzo, e incontrerai noi – disse tronfio James – vedrai come ci divertiremo! – al che anche Sirius sorrise a sua volta guardandoli uno per uno.

 

- Chissà cosa dirà la mamma quando le dirò che finirò a Grifondoro… - si chiese pensieroso.

 

- Vuoi un consiglio? – gli chiese Remus – Meglio che tu non glielo dica, credi a me… potresti non arrivarci ad Hogwarts, almeno non vivo – concluse saggiamente.

 

Sirius si limitò ad alzare le spalle. Sicuramente gli sarebbe mancato quel posto.

 

Gli sarebbero mancati loro.

 

Doveva solo aspettare qualche anno dopotutto… e poi anche lui sarebbe andato ad Hogwarts.

 

- Allora – esordì Remus – che ne dici di giocare con me? Vediamo se mi batti –

 

- Questo è tutto da vedere – così dicendo preparò la scacchiera per un’altra partita.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

James fu svegliato di soprassalto da un peso sullo stomaco.

 

Quel peso chiamava a squarciagola il suo nome.

 

- Ramoso!!! James sono tornato! Ti sono mancato eh? Eh??? – gli disse, o meglio gli urlò, nell’orecchio Sirius tornato nelle sue dimensioni standard.

 

- Sirius!!!! – esclamò di rimando lui, saltandogli addosso.

 

- Cos’è questo casino??? – disse un assonnato Remus facendo capolino dalle tende del suo letto.

 

- Sirius? – borbottò.

 

- Lunastorta!!! – esclamò saltando addosso anche a lui – Ti odio per quello che hai fatto, ma sono comunque felice di rivederti! –

 

Poi Sirius decise che sarebbe stato meschino escludere Peter da quella festicciola delle sei del mattino, quindi svegliò anche lui.

 

Una volta soddisfatto dell’accoglienza ricevuta, si lanciò nel racconto della sua esperienza traumatica avuta nel passato.

 

- è stato terribile!!! Svegliarsi in quella casa, è stato terribile – specificò – Non sono rimasto lì molto, comunque: sono fuggito, sono andato da Silente, e gli ho spiegato la faccenda, e mi ha detto quello che probabilmente doveva essere successo, poi sono rimasto lì aspettando che l’effetto della pozione svanisse – concluse incrociando le braccia al petto.

 

- Allora non è stato così terribile… - fece Peter.

 

- Cosa??? Stai scherzando spero! – esclamò allargando le braccia – Ho rivisto mia madre per tre secondi e mezzo! Un’esperienza traumatizzante! – concluse scuotendo la testa con sguardo vuoto e aria tragica.

 

- Si si, come no – borbottò James con un mezzo sorriso – Credete sia troppo presto per andare a fare colazione? – il suo sorriso si allargò.

 

- No, per niente, io sto morendo di fame! – rispose Sirius e si avviò verso la porta.

 

- Guardate che alle sei del mattino non c’è niente di pronto – disse Remus distruggendo i suoi sogni di gloria.

 

- Uffa! – sbottò Sirius mogio mogio tornando a sedersi sul suo letto.

 

Alle sette e mezza però non resistettero più e si fiondarono in Sala Grande.

 

- E ditemi un po’ – disse Sirius, una volta che si furono seduti al tavolo di Grifondoro – Come sono andate le cose qui? Avete visto che adorabile bambino ero? – disse sorridendo smagliante.

 

- Ehhh – risposero gli altri sarcastici.

 

- Ero terribile vero? – ammise – Si, ricordo vagamente di essere stato un bambino viziato e pieno di sé… -

 

- Coff nonseicambiato coff – disse James, simulando un colpo di tosse.

 

- Oh, ma che spiritosi che siamo oggi, eh Ramoso? – replicò l’altro tirandogli un pugno sulla spalla.

 

Gli altri scoppiarono a ridere.

 

- Comunque, cosa ho combinato? – chiese curioso.

 

- Niente di così grave dopotutto – rispose Lily appena arrivata. Detto questo baciò dolcemente James e si sedette con loro.

 

Un grosso sorriso, incredulo, si formò sulle labbra di Sirius.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Londra, 1964

 

Il piccolo Sirius si svegliò, rendendosi subito conto di essere tornato a casa sua.

 

Sentendosi un po’ triste, scese dal letto e si diresse giù per le scale.

 

Nell’ingresso vide sua madre, che non appena lo scorse, si precipitò verso di lui.

 

- Sirius Black, dove ti eri cacciato??? Tuo padre è arrabbiatissimo con te! Eravamo in pena! – Sirius nascose a fatica un sorriso. Era contento che si fossero preoccupati per lui.

 

- Non posso dirti dove sono andato – rispose incrociando le braccia al petto.

 

- Non farlo mai più! Non possiamo permetterci di perdere il nostro erede legittimo, cosa si direbbe in giro? –

 

Sirius si rabbuiò.

 

- Si, certo mamma, non lo farò più, prometto! – disse da bravo bambino

 

E mentre la guardava allontanarsi, un ghigno malandrino gli si dipinse sul suo bel visetto.

 

 

 

 

 

The End

 

 

 

 

Ora, probabilmente, sarete:

A-    Addormentati

B-    Svenuti

C-     Avrete battuto la testa sul muro più vicino

 

Ma, se siete ancora vivi e/o coscienti che ne dite di lasciare un recensione?

 

Approfittiamo per ringraziare chi ha recensito il secondo capitolo di ‘Forse dovrei’ e ‘ Il non discorso di un testimone ubriaco’, ci ha fatto molto piacere ^^

 

Baci,

Jess e Sery

  
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