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Autore: Satine_Faye    01/02/2012    1 recensioni
Pezzi importanti della vita di Sirius Black, dall'infanzia a dopo la morte dei Potter. Momenti collegati alle strofe della canzone di Jason Walker - Down, canzone che sembra essere scritta per Sirius. Non mi dilungo oltre, anche perchè tutto quello che bisognava dire l'ho trascritto nella storia. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I SHOT FOR THE SKY, I'M STUCK ON THE GROUND




Non so a che punto sono,
me ne sto qui per ultimo
e sono stanco di aspettare,
di aspettare qui, in fila,
sperando di raggiungere
cio' che da tempo sto inseguendo.”

 

 

Luglio 1968. Casa Black.

 

 

  • Sirius! Dove stai andando?

 

  • Zitto, Regulus! Non urlare o tua madre ci sentirà!

 

  • Ma Sirius.. è anche tua madre!

 

Afferma con occhietti tristi il piccolo di sette anni,fermo sulla soglia di casa propria.

Sirius gli da le spalle, fissandosi le sue scarpe da poco lucidate dall'elfo domestico,cercando di tenere ben salda la voce, camuffandola alle orecchie del fratellino.

 

  • Non credo che lei si consideri mia madre, Reg. E sono stanco di dovermi sentire ..

 

Si blocca, cercando di inghiottire quel nodo alla gola.I Black non piangono!

 

  • Sono stanco di comportarmi come una marionetta nelle sue mani.

 

Si volta verso il bambino, cercando di assumere un'aria seria, timbro dei ragazzi Black. Ma Regulus riesce a leggere negli occhi del fratello la tristezza, la mancanza di quell'affetto che una madre dovrebbe esprimere per i propri figli. Lo capisce perchè è lo stesso per lui, ma non oserebbe mai mettersi contro la madre. Lui non è coraggioso come il suo grande fratellone. Lui non è Sirius.

 

 

 

 

 

 

 

  • Sirius!

 

Sibila quel nome come se fosse pronunciato da un serpende inferocito. Walburga è ferma dinnanzi al camino acceso, con le braccia incrociate, e uno sguardo infuriato, quasi disgustata dal ragazzino disubidiente che è davanti a lei.

 

  • Hai osato disubidirmi!! Quante volte ti ho proibito di scendere in paese e confonderti con quei babbani..

 

Su quell'ultima parola le sue labbra si piegano in segno di disgusto, inferiorità.

 

  • Quante volte ancora dovrò ricordarti chi sono quegli esseri? E chi, invece sei tu ?

 

Gli si avvicina, fissandolo negli occhi per un breve istante. Poi la mano scatta verso il viso del figlio, lasciandogli il segno sulla pelle chiara.

 

  • Puzzi di loro. TE NE RENDI CONTO?

 

Urla ormai fuori controllo.

Sirius, con il viso ancora volto di lato, trema al sentire la voce della madre. Per quanto può fingersi forte è solo un bambino di otto anni e come tale ha bisogno di tutto ciò che un ragazzo di quell'età ha bisogno. E di certo non è di Walburga che necessita.

 

  • Sei una delusione!

 

E con quell'ultima frase esce dalla grande sala, lasciando il bambino solo, come lo è sempre stato, con lei, dalla sua nascita.

Ma Sirius, pur odiando il suo cognome, non piange.

 

 




“Non sono pronto a lasciar perdere,
perche' se lo facessi non saprei mai
cosa mi sarei perso.
Ma in questo modo mi sto perdendo davvero troppe cose,
quando la smettero' di inseguire
cio' che ho desiderato tanto?”

 

 

 

 

Dicembre 1976. Hogwarts.

 

 

I Sotterranei: casa degli Slytherin; casa di Regulus Black.

Sirius, con le mani nelle tasche dei pantaloni, discende le scale che portano verso quel lato del castello buio e freddo.Di solito percorre quella strada solo quando lo costringono a seguire le lezioni di Pozione, o quando è alla ricerca di Snape per calmare la sua rabbia.

Ma oggi è lì per lui.

 

Ancora non può credere a ciò che ha sentito!

Sapeva che sarebbe successo, prima o poi, ma non si aspettava così presto.

Ha solo quindici anni!
Mentre è perso nei suoi pensieri si scontra con qualcuno, ma solo quando sente due occhi che lo guardano gelido si ferma di scatto.

Eccolo!

 

  • Reg!

 

  • Black!

 

Lo saluta il fratello mettendo una cerca distanza da lui, guardandolo come Walburga lo guardava ogni volta che la disubidiva; quando parlava di babbani con il sorriso; quando entrò a far parte della casa di Gryffindor.

 

  • Cosa ci fai qui?

 

Domanda lo Slytherin con una certa urgenza, come a non voler poggiare oltre i suoi nobili occhi sulla figura traditrice del fratello.

 

  • Sono ad Hogwarts. Sono a casa.

 

Risponde rigido. Non vuole parlargli così, ma Regulus ha sempre un certo effetto su di lui.

Il suo atteggiamento gli ricorda troppo Walburga.

 

  • Casa?

 

Domanda ironico ma con il viso inespressivo.

 

  • Non sapevo che i traditori avessero una casa. Dovrebbero essere lasciati da soli, come hanno fatto loro!

 

  • Io non ti ho lasciato sol..

 

  • Basta Sirius! Ti ho sopportato fin troppo. Non posso perdere altro tempo con te.

 

E Regulus gli volta le spalle dirigendosi verso un corridoio dei sotterranei. Ma Sirius lo blocca afferrando un braccio. Il fratello si volta prima scioccato, poi mostrandogli uno sguardo quasi disgustato.

 

  • E' vero?

 

  • Cosa?

 

  • Sei un ..

 

  • Cosa interessa a te? Cosa c'è? Vuoi uccidermi prima che possa commettere qualche stupidaggine?

 

  • Ma cos..

 

Sirius non riesce a credere a ciò che ha appena sentito. Cosa è successo a suo fratello? A quel bambino che lo ammirava, lo amava? Forse è vero, lo ha lasciato solo ma, ora, era intenzionato a risolvere la situazione. Non poteva perdere anche l'ultimo frammento sano della sua famiglia.

 

  • La stai già commettendo una stupidaggine, Reg! Non unirti a loro! E' sbagliato e lo sai. Dentro di te, lo sai che ciò che Walburga ci ha detto è sbagliato.

 

  • No! I Black non sbagliano!

 

  • Capisco che sei spaventato, lo ero anch'io. Ma tu hai me!

 

Regulus spalanca gli occhi, nascondendoli alla vista del fratello. Vorrebbe tanto voltarsi ed abbracciare il suo fratello che da anni gli manca, all'oscuro di tutti. Vorrebbe provare a togliersi il peso che sente dentro ed unirsi a Sirius.

Ritorna serio, e si volta affinchè l'altro Black possa vederlo negli occhi.

 

Ma io non sono come Sirius. Non ho il suo coraggio.

 

  • Io non ho bisogno di te. Tutto ciò di cui ho bisogno è la mia famiglia.

 

E con un movimento brusco sposta la mano del fratello, rimasto immobile a quelle parole, e se ne va per la sua via.

 

Sirius ancora non riesce a muoversi. Nella sua testa rimbomba la voce di quello che una volta era suo fratello.Anche Regulus lo aveva diseredato dalla sua famiglia, dalla sua vita.

 

Si volta dal lato opposto del fratello e ,svoltando l'angolo per raggiungere le scale, trova appoggiato al muro un James con il capo chino e braccia incrociate con un'aria seria che non gli si addice. Accanto a lui, seduto a terra, Remus che si mantiene la testa tra le mani, con gli occhi sconvolti.

I suoi compagni l'avevano seguito quando Peter aveva informato loro delle voci che giravano per il castello e lui era corso via dalla stanza improvvisamente. Avevano assistito all'incontro tra i due Black, ma non erano intervenuti perchè non potevano intromettersi ulteriormente nel loro rapporto.

 

Sirius, riportando le mani nelle tasche dei pantaloni, e con lo stesso sguardo di prima, supera gli amici dirigendosi verso le scale. James segue in silenzio il compagno e Remus, dopo essersi alzato, fa lo stesso, voltandosi prima verso i sotterranei come nella speranza di incontrare lo sguardo di Regulus pentito. Ma tutto ciò che trova è il muro grigio e lurido dei sotterranei.

 

 



“Sto sprofondando sempre piu' giu', giu', giu',
non riesco a trovare un modo per uscirne,
e non voglio sentire la sensazione che mi provocherebbe
perdere cio' che non ho mai trovato.”

 

 

 

Luglio 1976. Casa Black.

 

 

Walburga continua ad urlare e Sirius non riesce più a sopportarla.

Come ogni mattina,come ogni pomeriggio e ogni sera la madre gli urla contro il suo disgusto per quel figlio ingrato.

E così anche quella sera.Durante la cena con gli zii, Cygnus e Druella Black, Sirius ha osato troppo, raccontando, a nessuno in particolare, della fama della sua casata Gryffindor per poi portare il suo discorso su moto babbane.

 

  • ..Godric, rimarrà il migliore tra i quattro fondatori!

 

Afferma Sirius ghignando.

Lo zio, che lo ha sempre visto come colui che disonora il nome dei Black, ribatte ogni sua affermazione con sguardo serio, nascondendo la sua punta di nervosismo. Cosa che non fa sua sorella, Walburga.

 

  • Ti sbagli, nipote. E' sanza dubbio Salazar. Lui si che ha contribuito molto nell'eccellenza di Hogwarts. Anche se in questi ultimi anni il grado di istruzione è peggiorato enormemente. E ti vorrei ricordare che Salazar ha costruito La stanza dei Segreti..

 

  • Non esiste niente del genere ad Hogwarts. Se ci fosse una stanza del genere noi malandrini ne saremmo a conoscenza.

 

  • Voi chi ??

 

Domanda lo zio incredulo.

Sirius abbassa il suo sguardo sul piatto ancora intatto davanti a se, ignorando lo sguardo dello zio.

 

  • Sirius, rispondi!

 

Impone burbera la madre, con gli occhi rossi di rabbia.

 

  • Lascia perdere, Walburga. Però ti consiglierei di portare il ragazzo al San Mungo. La sua casata gli sta creando seri problemi di comprensione. Ma, dopo tutto, se ricordo bene, questi problemi lo accompagnano da quando era solo un ragazzino..

 

Afferma con un ghigno portando il calice alle labbra e bere un sorso di vino elfico.

 

  • Andare in un paese babbano..

 

Ironizza disgustato in un sussurro.

Sirius, con il suo tono calmo e sicuro ribatte contro lo zio.

 

  • Si, zio, e non sai come ci si diverte. Sai, i migliori ricordi della mia infanzia sono legati a quel paese..

 

Lo sfida, mentre con aria indifferente taglia il suo cosciotto di pollo. La madre lo guarda sempre più furiosa.

 

  • .. Sono molto amichevoli. Ed è una caratteristica che pochi Purosangue hanno, mentre tutti i natibabbani hanno. Ho molti amici con genitori babbani, ed anche la mia fidanzata è una di loro.

 

Ovviamente Sirius non ha nessuna ragazza ma questo solo Regulus lo sa. E mentre quest'ultimo lo guarda con sguardo sorpreso e preoccupato allo stesso tempo, Sirius rimane indifferente, provocatore, mentre continua a fingere di mangiare, mentre il resto della famiglia lo guarda come un toro dinnanzi a un mantello rosso.

 

Lo zio, ormai fuori controllo, sbatte sul tavolo il tovagliolo che aveva poggiato sulle gambe, e si fionda verso il nipote buttandolo a terra con un calcio in un fianco.

Nessuno cerca di fermarlo, nessuno urla spaventato, anzi, negli occhi di Walburga compare un luccichio di ammirazione per il fratello.

 

  • Come osi disonorare in questo modo il nome della casata di cui porti il peso, lurido traditore!

 

E tira un altro calcio al Black disteso a terra raggomitolato su se stesso. Sirius non emette verso né lacrime, ma patisce in silenzio cercando di schivare i colpi dello zio.

 

  • Mi picchi alla babbana, lo sai, zio?

Sputa in un momento in cui riesce a respirare.

Lo zio, indignato si porta sul nipote afferrandogli la gola stringendo la presa sempre più.

 

  • Come ti permetti! Prova a ridirlo!

 

Ma Sirius sente l'ossigeno nei suoi polmoni diminuire gravemente, mentre la vista inizia ad indebbolirsi, fin quando non ritorna tutto come prima, improvvisamente.

 

  • Wolly!

 

Esclama indignata Walburga, alzandosi dal tavolo, all'elfo domestico che, sotto ordine di Regulus, aveva schiantato Cygnus.

Il giovane,non sopportando la lite, nel momento in cui nessuno poteva vederlo, aveva ordinato al primo elfo di porre fine alle sofferenze del fratello.

 

Sirius, intanto si era alzato e stava correndo verso le scala.Regulus lo segue e lo afferra per un braccio.

 

  • Trattengo nostra madre. Non so fin quanto riuscirò, ma tu vai via.

 

E Sirius sa che quel vai via non significa via dalla cena, ma via dalla casa.

Aveva parlato, in un momento di stordimento dovuto a delle bottiglie di FireWhisky, del suo piano con il fratello.Stranamente quella sera Regulus non gli aveva voltato le spalle come faceva da anni, e l'aveva ascoltato.

Ed ora gli stava dando la possibilità di mettere in atto il suo piano.

 

Senza parlare ringrazia il fratello che già sta ritornando nella sala dove la madre urla inferocita con l'elfo.

 

 

Dopo un'ora in giro nel Nottetempo Sirius si ritrova a Villa Potter,fermo davanti la porta con accanto a se il baule contenente tutto quello che gli rimane.

Suona.

 

  • Padfoot, cosa ci fai qui, a quest'ora?

 

Domanda James preoccupato ma con un sorriso inmancabile sul viso.

 

  • L'ho fatto, James.

 

Risponde con il capo chino e la gola che brucia. James spalanca gli occhi comprendendo.

 

  • Non ho più un posto dove andare. Non ho più una famiglia, Prongs!

 

  • Tu hai me, Pads!

 

Gli dice, afferrandolo per le spalle e guardandolo negli occhi. Sirius, sorpreso lo fissa per poi abbracciarlo.

 

  • Hey, cagnaccio così mi strozzi! E non ti permettere più di fare quella faccia sorpresa,lo sai. Noi siamo i Malandrini. E dove ci sono i Malandirni, c'è casa!

 

  • E questa da dove esce?

 

Domanda divertito staccandosi dal compagno e portando in casa il baule.

 

  • Da una pubblicità babbana. Sai papà ha comprato un letevisore..

 

E si chiude la porta dietro le spalle, chiudendo fuori il passato di Sirius.

 

 


.

“Volevo arrivare fino al cielo
e invece sono qui inchiodato a terra,
allora perche' ancora ci provo?
So che cadro' giu',
pensavo di poter volare,
e allora perche' invece sono annegato?
Sta succedendo davvero, davvero, davvero.”

 

 

 

29 Novembre 1981. Azkaban.

 

 

Urla.

Incessanti urla.

Ma lui non ha mai urlato.

Lui ha riso.

Ha sempre riso.

Con la sua risata simile ad un latrato, come un cane; come Padfoot.

 

  • Pads lo sai che sei proprio un cane?

 

  • Lo so, Prongs. Infatti, guarda un po', mi trasformo in un cagnaccio.

 

Ironizza ridendo proprio come farebbe nei panni di Padfoot.

 

  • Hai mai pensato di rimanere per sempre così, come un cane?

 

  • Non ci sarebbe poi molta differenza dall'essere me o Pads. Però se decido una trasformazione permanente con chi sconfiggerai Voldemort? Lo sai che non ci riuscirai senza me!

 

  • Già, ho bisogno di un fratello per abbatterlo!

 

 

Non era così che doveva finire. Non erano questi i sogni dei Malandrini.

Ma cosa sono ormai i Malandrini? Chi sono più?

Un traditore, assassino.

Un lupo abbandonato al suo dolore. Di nuovo solo.

Un puliomicida innocente.

Un fratello morto.

 

 

E come anni fa si sente di nuovo senza una famiglia, nessuno che lo protegge, nessuno che lo accoglie a casa propria.

L'unica sua dimora sono le quattro mura della sua cella.

 

Credeva di essere riuscito a liberarsi dalla maledizione dei Black. Ma sembra che la parola traditore è nata con lui e non voglia più abbandonarlo.

 

Ha tradito la sua casata,i Black, ma sarebbe morto piuttosto che tradire gli amici. Piuttosto che tradire un fratello.





Angolo Autrice:
Poche parole: spero vi sia piaciuta, e se così fosse oppure il contrario, sarei felice di sapere ciò che pensate attraverso una recensione.
Grazie per esservi soffermati sulla mia piccola storia.
Satine_Faye.

 

  
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