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Autore: frankensshtein    02/02/2012    1 recensioni
[...] Dunque mi sorpersi quando mi resi conto di conoscere perfettamente quale fosse l'odore della morte.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva, ma non cercavo riparo. Cantavo.

 ♫I'm singing in the rain
  Just singing in the rain
  What a glorious feeling
    I'm happy again... ♫


In realtà non era successo nessun particolare avvenimento che mi avesse potuto dare una ragione per cantare, ma ammetto che ero particolarmente allegro in quel momento. E poi pioveva, quindi mi sembrava la canzone più adatta, nonostante parte del testo non rispecchiasse quello che stavo vivendo.
Così camminai, mezz'ora forse, o forse di più, non badando a quali strade percorressi, so solo che quando una strada si concludeva mi voltavo e la ripercorrevo al contrario.

 ♫..I'm laughing at clouds
 So dark up above
 The sun's in my heart
 And I'm ready for love..♫


"C'è puzza di morte per strada stamane." dissi tra me e me a un certo punto alzando gli occhi al cielo che quella mattina era tutto tranne che azzurro.
Allo stesso tempo però mi sorpresi di sapere quale fosse l'odore della morte. Qual era il suo odore? Come avrei potrei definirlo? Non esisteva nessun altro odore al quale somigliasse, al quale potessi paragonarlo.
Non c'erano possibili esempi. Era solo il suo. Morte. Macabra morte.
Mi sorpresi, ma non mi spaventai, per questo ripresi a camminare.
D'improvviso però, una donna sbucò da un viottolo, così mettendosi a camminare davanti a me e seguendo le sue spalle, e il suo passo che procedeva lento, cominciai, inconsapevolmente, ad immaginare la sua morte.
Per mano mia, ovviamente, altrimenti la mia mente non avrebbe guadagnato nessuno sfogo.

Mi avvicinai a lei, velocizzando non di molto il passo, e sorprendendola le afferrai il collo, portandogli la testa indietro.Riuscii a guardarle gli occhi, la pupilla dilatata circondata da quell'azzuro che mancava in cielo.
Lasciò andare l'ombrello nero, forse per lo spavento.
Non urlò, aprì lievemente le labbra, conoscendo la sua sorte, perchè in quella mano che le teneva stretto il collo percepiva tutto il freddo della non-vita.
La ferita che le marcò il collo decisi di farla profonda e il caldo sangue scese sulla mia mano che si riscaldò quasi piacevolmente. Il corpo cadde pesante, era solo un peso ormai.
Mi permisi di portare la mano calda presso il volto, e annusai.
Sangue, no. Il sangue non era lo stesso odore della morte. Il sangue aveva l'odore del sangue. Un odore unico, anche il suo.
Riosservai il corpo, e proseguii, camminando io davanti lei.


♫..I walk down the lane
With a happy refrain
Just singin’, singin’ in the rain..♫


Presi gusto.
Un ragazzo, della mia età forse. Forse poco più giovane. Ascoltava la musica alle cuffie camminando veloce, perchè non aveva nulla per ripararsi dall'acqua.
Seguii anche lui, non per molto però.

Lo sorpresi mettendomici davanti a un soffio di distanza dal suo volto, e immediatamente gli trafissi l'addome, con l'arma già sporca di altro sangue, e la spinsi verso l'alto, percependo l'aprirsi di una lunga ferita.
Osservai ogni minimo movimento del suo viso. Ogni muscolo involontario, ogni microespressione. Sofferenza. Non per il dolore; anche lui, sa che la morte lo ha appena condannato.
Abbandonerà questa vita immergendosi nel buio, e non vuole. E' questa la consapevolezza che gli devasta l'anima.

 
Più gusto.

Un'anziana, che mi ritrovai davanti non appena svoltai l'angolo, trasportava con una mano un carrello che si trascinava dietro dove forse teneva la spesa appena fatta, nell'altra un grande ombrello blu maltrattato.

I tagli alla gola mi hanno sempre affascinato. E' solo un secondo, il bruciore di un taglio e poi il sangue che senti scorrere sembra quasi piacevole. Poi ti addormenti. La vidi addormentarsi sull'asfalto; lei fu la prima a cui non guardai gli occhi ancora pieni di vita. Li vidi già chiusi. Ora stavano forse guardando in un luogo mille volte più accogliente di quello in cui si trovava poco prima. Li avevo forse condannati a miglior vita? Era questa la mia colpa?

Non commisi nessun omicidio quella mattina dove il macabro odore di morte inondava l'aria.
Velocizzai il passo e superai anche quell'anziana osservando per un secondo nei suoi occhi.
E notai che avevano forse più paura i suoi, che guardavano ancora questo mondo, confrontati agli occhi azzurri della donna che all'inizio, nella mia crudele mente, sapevano che questo mondo l'avrebbero presto abbandonato.

  
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