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Autore: AngelOfSnow    02/02/2012    6 recensioni
Comincia sempre così, con uno stupido: “Ciao Koala ”.
 
Sto male ad un tuo semplice messaggio.
Mi vengono crampi allo stomaco, cominciano a tremarmi le  mani, comincia a mancarmi il fiato divenendo sempre più corto...
Mi fai male...
 
1 anno e ... 6 mesi...  
 
Sei ancora una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi. Mai.
Non mi dai mai il tempo di riprendermi che mi butti giù, di nuovo.
Ti odio. Miodio.
 
Ah, si, è bastato un virus stupido sul social network più importante del mondo, mandato senza essere realmente io il mittente che tu, dal nulla, mi hai chiamata.
 
“Bastardo” il nome che il display mi indicava subito dopo ad una piccola frase: chiamata in arrivo
 
“Bastardo”. 
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao Koala!

 


Comincia sempre così, con uno stupido: “Ciao Koala”.

Sto male ad un tuo semplice messaggio.
Mi vengono crampi allo stomaco, cominciano a tremarmi le mani, comincia a mancarmi il fiato divenendo sempre più corto...

Mi fai male...


Un anno e ... 6 mesi...

Sei ancora una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi. Mai.
Non mi dai mai il tempo di riprendermi che mi butti giù, di nuovo.

Ti odio. Mi odio.
 

Ah, si, è bastato un virus stupido sul social network più importante del mondo, mandato senza essere realmente io il mittente che tu, dal nulla, mi hai chiamata.

“Bastardo” il nome che il display mi indicava subito dopo ad una piccola frase: chiamata in arrivo “Bastardo”.

<< Pronto? >>

Stavo suonando quando hai chiamato.
Tenevo in mano una parte del mio futuro, quando hai chiamato, e non mi è dispiaciuto risponderti.

 

Ho sbagliato.
 


<< Ehi ciao Koala...>>

Adoro i Koala. Li adoro da quando mi hai parlato di loro. Lo ricordo troppo bene quel giorno in cui hai cominciato a chiamarmi in quel modo.

Era estate...

<< Ho voglia di cioccolata...>>

 

Avevi cominciato a lagnarti muovendo i tuoi ribelli e morbidi capelli biondi per infastidirmi.
 

Ma non mi infastidiva. Anzi...
 

<< Compratela...guarda...>>

Ed era lì che il nostro negozio preferito aveva affisso la locandina dei “Kinder Cioccolato” con l’immagine della piccola bionda con in mano il Koala di peluche.
Me lo hai detto entrando con menefreghismo dentro il negozio
.

 

<< Tu sei il Koala...>>

Ti ho chiesto subito il motivo. Lo ricordo, troppo, bene....

<< Amo i Koala... >>
 

La tua, è una naturalezza che mi stordisce sempre.
In due giorni mi hai contattata chiedendomi perdono per il tuo stupido comportamento cercando di invitarmi ad uscire.

Un appuntamento dopo 4 mesidi silenzio...

<< Ok, venerdì mattina devo andare in conservatorio...10 minuti per un cafè... >>

Che stupida, vero?
Ne ho parlato con mia madre ( potevo farlo solo con lei ), lei mi ha appoggiata: voleva tanto che mi liberassi del tuo peso che tanto mi opprimeva.

 

Che mi opprime...


Il violino in spalla, sempre, anche quando il mio cuore aveva fatto tre capriole su se stesso vedendoti da lontano.
In 4 mesi, può un essere umano diventare così bello?

<< Ehi...ciao piccola Koala... sempre dietro alla musica? >>

Mi hai abbracciata aspirando affondo il mio profumo premendo le dita, le tue bellissime dita affusolate, tra i miei capelli mandando il mio cuore in tachicardia.

 

Pensavo di morire.
 

<< Almeno lei non mi tradirà mai... >>

La mia frase ti accusava di un crimine che ha fatto abbassare la testa. I rimorsi li sentono tutti... eh?
Mi hai parlato. Ti ho ascoltato ma hai cercato di baciarmi e i miei denti hanno leso le tue labbra in segno di difesa.

Avrebbero fatto male... dopo...
 

Mi fa male. Dappertutto inesorabilmente. Mi fa male il petto che pulsa velocemente come se fosse una volpe inseguita dai cani: ha paura. Ho paura.
Mi hanno insegnato a piangere senza dovermi nascondere... e lo faccio, anche adesso, senza via di scampo da me stessa.

Mi hai smontata in un colpo solo.
 

Un colpo basso meschino e da codardi: non da te. Sono passati tre giorni ma a me sembra che il tempo sia slittato in avanti facendomi vedere quel momento oscurato.
Le prove in orchestra erano capitate di venerdì mattina; una settimana dopo il nostro “incontro”. Una settimana di silenzio. Doloroso silenzio.
Si erano protratte fino l’ora di pranzo ed io, solita viaggiare con i mezzi pubblici, sono salita sul primo tram che mi avrebbe portata al capolinea.
Non l’avessi mai fatto.


Ero felice...perchè?
 

Eri lì anche tu, solo troppo distante da me e mescolato alla folla perché io ti avessi potuto vedere. Ti ho visto dopo quando il mezzo ha raggiunto il capolinea.
Ti ho visto quando sei sceso dal mezzo abbracciando una ragazza.
Ti ho visto quando l’hai baciata.
Ti ho visto quando i tuoi occhi azzurri si sono posati sopra i miei sconvolti.
Ti ho visto quando ti sei avvicinato cercando di nascondere Sharon.

 

Sharon una mia amica...


<< Ehi... >>

Lo dici con imbarazzo mentre mi limito a guardarti in volto cercando di non piangere. Ma come mio solito, una lacrima scende giù davanti a te, facendoti sgranare ancora di più gli occhi. Metto il violino in spalla e andandomene troppo addolorata per poterti guardare oltre...

 

Troppo felice... Per una volta...
Troppo orgogliosa... Ogni tanto...
Troppo ingenua... Sempre...

 

Penso sempre che amare me sarebbe stato semplice. Semplice come respirare aria pulita perché mi conosci da tanti anni oramai..

Mi hai distrutta ritorcendomi contro il mio amore...


 

   
 
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