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Autore: BlackLuna    02/02/2012    1 recensioni
1991.Sono finita nel 1991. E’ per questo che non ho riconosciuto Daniel immediatamente, non l’avevo mai visto così giovane. Perché ora sono sicura che si tratti di lui. Sono in compagnia di Dani Filth , nell’epoca in cui lui aveva 18 anni.
N.B. Siccome i primi due capitoli sono introduttivi alla storia i Cradle non sono nominati, ma poco a poco arrivano anche loro :)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miei cari lettori. Con il clamoroso ritardo (aggiornare dopo un anno può ancora definirsi 'ritardo'? Non c'è una parola più consona?) comunque, con il clamoroso ritardo che da sempre mi distingue, aggiungo un capitolo a questa stremante fanfiction. Lo ammetto, oltre a lavoro/studio/vita vera che mi hanno tenuta lontana da questa storia è subentrato anche un'altra terribile verità: Dani è ingrassato. Ma ingrassato tanto, non poco. Molto ingrassato. Fatto sta che le mie seghe mentali sul soggetto sono andate esaurendosi, è con loro l'ispirazione. Ma giuro, GIURO, che ora che non ho più la scusa degli esami tenterò di finire questa benedetta fanfiction. Spero di vedervi recensire in molti. Anche per insultarmi, me lo merito.



Il concerto è finito, ho ringraziato tutti coloro che sono venuti a vederci e a supportarci, sono veramente felicissimo. Ora siamo nei camerini, a ridere e a parlare a macchinetta della performance appena conclusa.
Mi godo il fatto di poter parlare con voce normale, non distorta dal growl o dallo screaming, e sento la mia gola esultare. Quasi mi tremano le gambe dall’emozione, tutto questo è un sogno che si avvera, il contratto firmato, i demo in produzione, i concerti e persone che amano la tua musica. E’ qualcosa di magico che spero non finisca mai.
Sento dei passi fuori dalla porta e questa si apre, rivelando Katy in mise decisamente provocatoria che ci raggiunge saltellando e riversandoci addosso una gran quantità di complimenti.
-Sarà meglio che ti chieda l’autografo, prima che tu diventi una rockstar snob!- mi dice lei allungando un braccio su cui già è impresso il nome di Paul e un pennarello.
-Io non diventerò una rockstar snob!- le dico cominciando a firmare. Firmandomi non come Dani Davey ma come Dani Filth.
Dani Filth. Suona bene. Suona molto bene. Tutti i componenti delle band black che conosco hanno dei nomi d’arte, perché io no? ‘Dani Filth, cantante dei Cradle of Filth’. Si, mi piace.
Katy ritira il braccio e legge quello che ho scritto –‘Dani Filth’..-
Io sorrido a trentadue denti, fiero del mio nuovissimo nome d’arte. –Ti piace?-
-Si..- dice lei, senza esserne veramente convinta. Gli altri ragazzi della band la raggiungono e leggono il nome impresso con il pennarello nero sulla sua pelle.
-Perché Dani Filth?- chiede sbottando Benjamin. Mi sento irritato, secondo lui perché ‘Filth’?
-Non lo so Ben, tu cosa dici? Pensa al nome della band..-
-Questo lo so, Dan!- mi interrompe lui, sempre mostrando una certa irritazione. – Ma perché tu dovresti essere Filth? Cosa ti da il diritto di prenderti il nome della band?-
Tutti ci fissano, e dallo sguardo che hanno, sembrano essere più d’accordo con lui che con me. –Perché l’ho fondata io!- rispondo seccamente – questa band è mia!-
Mi rendo conto di aver detto qualcosa di sbagliato solo dopo l’ultima parola, ma oramai è troppo tardi.
-Tua?- si intromette Paul in difesa del fratello. – Come sarebbe a dire tua ?-
Odio l’ostilità con mi sta guardando, e odio il fatto che vogliano prendersi il merito di aver fondato la band, quando questa è stata chiaramente un’idea mia.
-Io ho creato questo gruppo, Paul.- gli dico a bassa voce per controllare il nervoso. Non ho voglia di finire a litigare proprio dopo un concerto.
-E noi ci suoniamo!- aggiunge Darren, seguito a ruota da Jonhatan.
-Abbiamo diritto quanto te di chiamarci Filth!- sbotta quest’ultimo.
-Oh si, suonerebbe benissimo, dopo i Robinson, iFilth. Jon, fai tu la figlia piccola? O la vuoi fare tu, Darren?- dico acido. Comincio seriamente ad arrabbiarmi.
-Tu l’avrai anche fondata, Davey, ma senza di noi non saresti niente!- Paul ha alzato la voce e mi viene incontro, più alto di me, minaccioso, sottolineando il mio cognome, come un sovversivo, come a sottolineare che non mi accetterà come leader.
Non ho intenzione di dargliela vinta, quindi faccio una risata sforzata e gli butto in faccia :- Ne trovo a migliaia come voi, anzi meglio di voi!-
Per un attimo la stanza sembra congelarsi. La tensione che aleggia tra di noi si potrebbe tagliare con un coltello. Paul non risponde alla mia provocazione, ma posso leggere nei suoi occhi la delusione e l’ira.
Katy si è portata le mani al viso, l’espressione tesa, ci guarda uno ad uno, aspettando qualcosa.
Io mi sono reso conto di quello che ho appena detto. So che è pura e gratuita cattiveria, ma sono talmente arrabbiato che sono fiero di me. Non potevo scegliere frase migliore.
Restiamo in silenzio per qualche tempo, in attesa che qualcosa cambi, in attesa che le mie ultime parole si cancellino da sole.
Il primo a muoversi e a parlare è Jon. Lentamente si toglie il basso di dosso, senza guardare in faccia nessuno. Sono contento che qualcuno stia facendo finalmente qualcosa, così posso smettere di sentirmi lo sguardo severo di Paul addosso.
Jon prende la sacca del basso e lo ripone accuratamente dentro. Poi senza guardarmi dice: - Se è vero che ci sono miglia di musicisti migliori, non vedo cosa ci sto a fare ancora qui.-
Si tira in piedi e si mette la sacca contenente il basso a tracolla. –Io mollo.- e detto questo si gira ed esce dal camerino.
Ci rimango di sasso. Se n’è andato. E’ andato via veramente. La ragione mi dice di corrergli dietro e scusarmi, di trascinarlo in quel camerino e scusarmi. Ma l’orgoglio mi tiene inchiodato al pavimento.
-Io..- comincio a dire, per riempire il silenzio più che per parlare realmente. Mi fissano tutti, pieni d’odio e risentimento nei miei confronti. –Ce la caveremo, ragazzi.- dico, poco convinto. – Siamo forti, di sicuro troveremo un buon bassista..-
-E batterista.-
E’ la voce di Darren. Mi volto e lo guardo. –Cosa?-
-Trovati un altro bassista Daniel, ma anche un altro batterista. Io con te ho chiuso.-
-Non dire stronzate Darren!- gli dico con ansia crescente. Ho già perso un musicista, non posso prenderne un altro! Lui non mi ascolta e si avvicina alla porta.
–Darren, porta quel culo qui!- gli intimo, senza convinzione perché la voce comincia a tremarmi.
-Ho smesso di prendere ordini da te, Dani.- mi guarda per un attimo. –Auguri per tuo figlio.-
Se ne va anche lui. 
Mi stanno lasciando! Mi stanno lasciando tutti! Con un cazzo di contratto firmato! Ma cosa sono, idioti? Stanno mandando a puttane un sogno di una vita! Il mio sogno!
Mi volto verso gli altri. – Qualcun altro?!-
Paul e Ben si guardano ed escono dalla stanza. Rimane solo Katy.
-Oh, ma cazzo!- urlo, tirando un calcio al muro e facendomi un male cane. Mi butto su uno sgabello, la testa tra le mani.
Sono fottuto.
Mancava tanto così, tanto così per realizzare il mio sogno. Avere un band mia, vivere della mia musica. Non mi ero neanche preoccupato più di tanto per il bambino. Con il lavoretto di Christine, e i ricavi dei concerti, dei cd e di qualche altro lavoro saremmo riusciti a cavarcela ampiamente.
E invece puf! Ciao.
-Mi dispiace.- dice Katy a voce bassa. Ha una mano appoggiata sulla mia spalla. La guardo, credo che sia la prima volta che la vedo seria in tutto il tempo che la conosco.
-Sono un idiota?- chiedo,ì abbattuto.
Lei sorride appena. –Solo un po’.- si inginocchia davanti a me. – Vedrò di parlare con Paul, ok?-sospira. –In qualche modo riuscirò a farlo ragionare, almeno spero.-
Chiudo gli occhi, come per scacciare questa situazione. Annuisco. –Ben?-
-Sono fratelli, fanno praticamente tutto assieme. Una volta convinto Paul riportare qui Benjamin sarà uno scherzo.-
Annuisco ancora. Già, loro due, una volta calmati, saranno facili da convincere. Gli chiederò scusa. Scongiurerò, se vogliono.
-Jon e Darren.- dico, e quel poco di speranza che era tornata svanisce del tutto. Non era la prima volta che litigavamo, ed era con loro due che c’erano le più grandi incomprensioni. Ho paura che con loro non sarà altrettanto semplice.
-Daniel, loro sono andati.- conferma Katy. –Li ho sentiti più volte lamentarsi..non te l’ho mai detto perché non volevo creare tensioni.- aggiunge in fretta vedendomi alzare di scatto la testa. –Mi dispiace.-
-No, non è per quello che hai detto.- la rassicuro. Mi sono appena reso conto che non è normale che io sia qui con lei. Ci dovrebbe essere un’altra persona qui, a tenermi le mani e consolarmi. Dov’è Chris? Sono sicuro di averla vista sotto al palco, poi l’ho vista allontanarsi. Che sia andata a casa? Perché Katy non mi ha detto nulla?
-E allora cosa c’è?- mi chiede lei.
-Dov’è Christine?-
Anche lei sembra ricordarsi solo in quel momento di lei. –Oh! Ero talmente presa dalla situazione che non ho più pensato a lei.-
-E’ tornata a casa?- chiedo.
-No, non stava male. Ha avuto qualche contrazione, ma lei dice che è ok. L’ultima volta stava parlando con Toni..-
-Con Toni?!-
-Si..-
-Vado a cercarla!- dico e mi alzo.
Provo a guardare ovunque, nei bagni delle donne, in quello degli uomini, chiedo in giro se l’hanno vista, ma niente, l’unica cosa che mi sento rispondere è –Che? No, non l’ho vista, ma spaccate, ragazzi!-
Non rispondo neppure ai complimenti, non potrebbero essere più inconsistenti in questo momento. Dove diavolo è quella dannata ragazza?
C’è talmente tanta gente dentro questo locale che non la troverò mai.
Un uomo, il proprietario del locale, si avvicina a me. –Sei pallido ragazzo, e non parlo del cerone, non è che hai bevuto un po’ troppo e mi vomiti sul bancone vero?-
-No!- dico seccato. Non sono mai stato così sobrio in vita mia. E nemmeno tanto in ansia.
-Ha visto una ragazza? Una ragazza incinta, aveva un abito a fiori mi pare..-
-A si! Certo che l’ho vista, era piegata in due dal dolore, credo stesse per partorire..-
-COSA?!?-
-Le ho offerto il mio aiuto- continua il tizio – ma mi ha mandato via in malo modo.-
-E poi?- chiedo avido.
-E poi niente, me ne sono andato, credo di averla vista più tardi che correva come una furia fuori dal local..-
-Grazie mille!-
Mi giro e corro verso la porta d’entrata.
Perché diavolo è uscita? Forse per prendere un po’ d’aria,tra il bambino e Toni..chissà che cazzo le ha detto Toni!
Pensando a lei le mie viscere fanno una capriola. Mi dispiace tantissimo. Certo sono felice con Christine, ma a volte, solo a volte, mi chiedo come abbia fatto a perdere Toni. Le volevo molto bene, stavamo bene assieme, ci dicevamo tutto. Con Chris invece è diverso, sembra sempre ci sia qualcosa che non mi dice, sempre così misteriosa e strana. Mi viene quasi da pensare che abbia un qualche segreto che non mi vuole dire. E per non parlare del bambino, arrivato dopo pochissimo che stiamo assieme. E la band che è andata a farsi fottere. Dire che sono stato travolto dalle cose è dire poco.
Immerso nei miei pensieri esco dal locale, ma di Christine nemmeno l’ombra.
La chiamo a gran voce, ma nulla.
Finchè non lo vedo.
Lancio un urlo. 
  
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