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Autore: Dikar 93    11/09/2006    5 recensioni
Volevo fare una storia con una trama semplice, e mi sembra di esserci riuscita molto bene; Hermione scopre di amare Harry, si dichiara, ma noi non sappiamo se a Harry piace Hermione, non è proprio detto. Vedete voi, io non dico nulla. ^_-
Bye bye, Dikar. Ehi! Non ho mai fatto un introduzione così corta. çç Sono peggiorata nel descrivere? çç
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione camminava per il corridoio affollato di Hogwarts

This is love.

Opera di Dikar 93.

Hermione camminava per il corridoio affollato di Hogwarts, era pensierosa, lo sguardo perso nel vuoto, mentre stringeva sul petto due libri.
"Cosa mi prende? Perché sto cercando di evitarlo? E' Harry, solo Harry, il mio migliore amico. Perché ogni volta che mi chiama cerco di scappare, perché quando mi è vicino mi sento un fascio di nervi? Perché quando mi parla non faccio altro che dire inutili sì?" Hermione sospirò ed entrò nella sala comune, dove voleva fare i compiti, sapeva che se non avesse costretto Harry e Ron a farli non sarebbero venuti, quindi si sedette. Prese la piuma e aprì il libro di arti oscure a pagina seicentotrentanove, dove, sopra la pagina c'era un foglio di pergamena,  ne aveva scritta solo la metà su quattro rotoli. In quel periodo non riusciva proprio a concentrarsi, continuava a pensare a lui, ogni volta che incominciava  a leggere nei suoi pensieri c'era il suo sorriso. Non riusciva a concentrarsi in nessuna maniera.
Alzò la testa di colpo, tanto che Eveline Irwin, la ragazza che stava studiando accanto a lei la guardò male.
"Non sarà mica che mi sono... che Harry mi..." Hermione diventò rossa peggio di un peperone, come era arrivata a pensare a questo? Harry era solo il suo migliore amico, nulla più. Provo e riprovo a concentrarsi sulla pagina seicentotrentanove ma inutilmente. Così si alzò e uscì dalla stanza, mentre era sulla porta si scontrò contro un ragazzo. I libri le caddero a terra.
- Oh, scusami tanto. Proprio non so dove ho la testa oggi - Disse chinandosi a prendere i libri, in realtà sapeva perfettamente dove aveva la testa.
- Hermione? -
Quella voce era familiare, troppo familiare. Hermione alzò la testa, oh no, perché lui era lì. Per quale futile motivo Harry Potter si trovava davanti a lei? Perché con tutti i ragazzi di Hogwarts doveva sbattere contro di lui? Perché c'era Harry Potter e non Nevill Paciok?!
- Harry! - Disse diventando un fascio di nervi - Come... come mi hai trovata? - La voce le tremava un po' per l'imbarazzo.
- Oh beh, niente di troppo difficile, quale può essere il posto più frequentato di Hermione Granger? La sala comune, dove può leggere e studiare. Sono stato anche in biblioteca, ma non c'eri. - Harry sorrise vistosamente.
"Oddio! Ma che cretina! Che stupida! Sono andata nel luogo più banale! Chiunque che mi conosca andrebbe a cercarmi qui, anche Voldemort ci arriverebbe!" - AhAh, già -
- Ti va di andare un po' in giardino, tanto penso che tu abbia finito, no? - Chiese Harry.
- Oh... ehm... certamente - Doveva solo cercare di essere normale, senza troppi giri di parole. In quel momento si confermò che quella reazione era dovuta a una cotta, una enorme cotta per il suo migliore amico.

*

Erano seduti sull'erba, appoggiati a una torre. Harry sembrava tranquillo, mentre le parlava di quanto odiasse Malfoy, lei era un fascio di nervi che rispondeva solo e soltanto "Sì sì, hai ragione". 
Non ce la faceva, voleva solo scappare, guardare il suo viso non la rassicurava di certo, bastava che la guardasse e lei diventava peggio di un peperone. Insomma, l'unico "normale" in quel momento era lui; Il parco ben affollato di ragazzine che facevano la corte a Harry la guardavano male, lei non riusciva a voltarsi, mentre lui parlava continuamente e faceva gesti dedicati al suo tanto amato Draco. 
Hermione si voltò, diventò rossa e si rigirò veloce, non ci riusciva, non riusciva in nessun modo a guardarlo, proprio in nessuno, più si voltava più si rigirava. 
- Senti... mi è venuta fame, finiremo il discorso dopo, va bene? - Disse Hermione guardando l'orologio e notando la tanto attesa ora di pranzo. 
- Ok, ti accompagno - Disse Harry alzandosi. 
"Oh no! Ora che gli rispondo! Speravo di svignarmela, e invece mi accompagna? Mi accompagna?! Oggi è la domenica più brutta della mia vita!" Hermione si limitò a sorridergli, costretta a voltarsi. - Ok - Era terribilmente in imbarazzo, terribilmente. 

*

- Senti, perché ogni volta che sei vicino a noi sembri diversa? Chiese Ron addentando il dolce alla Melassa, mentre Harry prendeva un'altra fetta.
- Harry, intendi ingozzarti di torta di melassa? - Chiese Hermione guardando fissa il suo piatto, ok, gli avrebbe parlato, ma non lo avrebbe guardato.
- Guarda che è il mio dolce preferito - Disse lui mettendosene un pezzo in bocca. Questa volta era stato lui a guardarla, lei sbarrò gli occhi e arrossì.
- Hermione? - Chiese Harry notando l'espressione.
- eh? C-che c'è Harry? - La voce le tremava.
- Sei strana, lo sai questo? - Chiese Harry guardandola con un sopracciglio alzato.
- Io... sono normalissima, davvero. Solo... mi è venuto in mente che devo finire di scrivere a mia madre, meglio che vada - Disse, stava guardando Ron, certo le faceva un po' schifo vederlo mettersi in bocca la torta come un pazzo e il viso tutto sporco di briciole. Però era sempre meglio che guardare Harry e impazzire.
- Ehi! - Disse Harry vedendo Hermione scappare via, diede uno sguardo alla torta - Addio, torta alla melassa. Mi mancherai, quel morso è stato fantastico, credimi... -
- Oh, tranquillo Harry, nelle mie fauci starà benissimo - Disse Ron interrompendolo.

Harry prese a correre, si guardò in torno quando fu fuori dalla sala grande.
"Cavolo! Com'è veloce! Non c'è più!" Si disse Harry stupito. Oggi lui avrebbe voluto finire il compito di arti oscure, da consegnare per il giorno dopo, non era tanto difficile. Ma Hermione era più importante.

Riprese a correre. Forse era nella sala comune di Grifondoro... Aumentò la velocità, sbatté contro un bambino del primo anno, si scusò e riprese a correre, doveva fare in fretta. Cosa aveva Hermione? Non riusciva proprio a capirlo.
Arrivò dentro la sala comune e si piegò per riprendere fiato, guardandosi le scarpe, dieci minuti dopo si rialzò, ormai aveva diciasette anni, era abbastanza grande per trovare le parole giuste per chiedere alla sua migliore amica cosa aveva.
- Hermione? - La cercò in ogni angolo, poi chiese a una ragazza tornata prima dal pranzo se era nel dormitorio femminile, lei rispose di no, non aveva visto nessuna ragazza con i capelli crespi e marroni chiamata Hermione Granger.
- Grazie lo stesso - Disse Harry buttandosi su una poltrona.
- Cazzo cazzo cazzo, adesso dove la vado a cercare? - Disse mettendosi le mani tra i capelli.
- Non è che... - Corse in giardino.

Hermione era seduta con il viso coperto dalle braccia, contro il muro.
- Hermione? - Chiese Harry mettendole la mano sulla spalla. Ma Hermione con uno strattone gliela fece togliere. Harry le spostò i capelli.
- Ehi? Mi piacciono i tuoi capelli, sai? Mi piace toccarli - Disse con il tono più dolce che poteva, ma gli era uscito naturale, gli piacevano veramente i capelli di Hermione, erano così morbidi e soffici.
- I m-miei capelli fanno s-schifo, sono molto più b-belli quelli di Ginny - Disse singhiozzando un po'.
- No, secondo me i tuoi sono più belli, stanno meglio con il tuo viso - Disse lui continuando ad accarezzarle i capelli.
- N-no, io non p-piaccio a nessuno, neanche i m-miei capelli - Disse lei.
- No? A me piaci - Disse lui.
- D-davvero? - Chiese lei.
- Certo. Mi sei tanto simpatica - Disse lui. Che stupida, per un momento aveva pensato che lei gli piacesse davvero, ma non era così, a lui piaceva nel senso di amica. Le lacrime cominciarono a scendere più veloce, e lei non riuscì a fare a meno di voltarsi e buttarsi tra le sue braccia. Non le importava di arrossire, voleva solo stare un po' abbracciata a lui, abbracciata così per tantissimo tempo. Lui la strinse a sé come non aveva mai fatto, non voleva vederla piangere, l'avrebbe consolata più che poteva. 

*

- Finalmente, vi stavo aspettando - Disse Ron guardando Harry e Hermione. Lui era comodamente seduto su una poltrona mentre leggeva: Seeker Weekly. Non immaginava nemmeno di chiedere cosa aveva Hermione che teneva la testa bassa e aveva ancora gli occhi lucidi.
- I-io devo andare, vorrei scrivere a mia madre - Disse Hermione dileguandosi.
- Aspetta! - Le disse Harry tenendola per la spalla - Aspetta, devo chiederti una cosa - Disse lui, poi guardò un attimo Ron.
- Ok, me ne vado. Cosa avrete da dirvi di così segreto, mi domando! - Disse irritato Ron. Strano, ma la sala comune era praticamente vuota, se non a eccezione di Lavanda Brown che stava leggendo tranquillamente il Settimanale delle Streghe.
Sì accomodarono su un divano, Hermione era piuttosto tesa, Harry un po'.
- Senti, mi stai nascondendo qualcosa? - Chiese lui guardandola fisso negli occhi. Lei cerco di trattenere il batticuore e di non diventare rossa.
- No... - Disse lei trattenendosi più che poteva.
- Senti, si vede, te lo leggo in faccia, te lo leggo negli occhi. Ti conosco Hermione. Davvero - Disse lui veemente.
- Senti... non mi va di parlartene - Disse lei cercando di alzarsi, ma fu fermata dalle parole di Harry; - Invece me ne parli -
- Promettimi che non ti arrabbierai - Disse lei.
- Certo - Rispose Harry.
- Davvero? - Chiese lei preoccupata di star per far un grosso sbaglio.
- Davvero - Rispose lui.
Hermione si risedette e prese fiato. A metà del quinto anno... mi sono accorta di una cosa... -
- Cosa? Non dirmi che Voldemort sta per... -
- No, no Harry - Hermione fece un sospiro - mi sono accorta di... - Non riusciva a finire la frase, il cuore le batteva troppo forte, le guance si facevano sempre più rosse. "Non ci riesco!" Pensò mentre le lacrime le riempivano gli occhi, una  le cadde.
- Ehi? Basta piangere - Disse Harry.
- No, è che è difficile, come posso dire... -
- Io non ti interromperò più, tu ripeti tutto da zero e provaci, ok? - Provò a convincerla il ragazzo.
- Ok - Fece un altro lungo sospiro - A metà del quinto anno mi sono accorta di una cosa, - Ce la stava davvero mettendo tutta, per non interrompersi e per riuscire a vuotare quello che aveva dentro - mi sono accorta di... amarti - Quell'ultima parola era stata più difficile da dire, però c'è l'aveva fatta, ed era sicura che Harry non si sarebbe arrabbiato.
- I-io... - Quelle furono le sue uniche parole. Poi Hermione si alzò e andò via, lasciandolo solo. Quella volta non aveva pianto, anzi, si sentiva bene. Finalmente si era tolta un peso, era felicissima che Harry non l'avesse presa male.

Note dell'autrice;

Allora, questa bellissima fanfiction (Kisshu: Che? Bellissima?! Dikar tira dietro al suo futuro maritino il libro del Signore degli Anelli, così la sua tanto cara sorellona Strega 91 incomincia a rincorrerla minacciando di ucciderla per il danno arrecato al volume), ripartiamo; questa bellissima fanfiction è nata in un giorno di puro cazzeggio, non sapevo che fare; i compiti li avevo finiti, quasi, però ormai essendo le tre di notte era un po' tardi, ed ero fusa per finire matematica, così, tre giorni fa mi sono messa a girare per Portkey, Deviantart... e mi è venuta questa ideuzza di scrivere; ecco qui.

Non vi immaginate quanto mi sia piaciuto scriverla, davvero, mi è piaciuto più di tutte. Ora vi lascio, sperando che recensirete e che la storia vi sia piaciuta, c'è ancora l'epilogo, dove si scoprirà se Harry/Hermione si metteranno insieme o meno, vedremo, io non dico nulla. ^^ E' direttamente qui sotto, perché mi serviva l'epilogo, però non potevo fare una storia a capitoli, visto che ne ho già fin troppe da finire, ma che presto finirò. ^^ Ma, come ho detto l'epilogo mi serviva, un po' perché non sapevo come unire le due parti, un po' perché mi piaceva l'idea, è proprio come una storia continua, però c'è la pubblicità. Kisshu: Cioè? Dikar: Lasciamo perdere, ok?

This is love.

Piccolo epilogo.

Harry uscì dall'aula di arti oscure, aveva detto a Piton che non aveva potuto finire il compito per via di un enorme impegno, a cui non poteva proprio rimandare. Piton aveva risposto;
- Sì, infatti ho visto lei, signor Potter, andare via dalla sala grande per correre dietro alla signorina Granger -
- Oh... ehm... - Harry arrossì vistosamente, anche Hermione non fu da meno. Poi gli diede una punizione di un giorno intero con lui, quindi doveva riuscire a fare l'incantesimo che avrebbe dovuto fare per compito più altri due da studiare nel pomeriggio.

Harry vide passare Hermione davanti a lui, che sembrava non essersi accorta che era davanti al ragazzo che amava. Quando si era dichiarata ci aveva pensato, e anche tutta la notte, senza interruzione, aveva capito che quel che provava per lei non era solo simpatia o amicizia, era qualcosa di più. Si era accorto che tutto ciò che aveva fatto era per lei; correrle dietro abbandonando la torta di melassa, non arrabbiarsi alla sua dichiarazione, dirle che gli piacevano i suoi capelli, che gli piaceva il suo carattere erano tutti per amore, tutti per il semplice motivo che l'amava, senza mai accorgersene.
- HERMIONE! - Le corse in contro. Lei si giro un po' rossa in viso.
- Sì, Harry? - Chiese lei.
- Ehm... dovrei parlarti - Disse prendendola per una mano e portandola in giardino.
- Ehi? Harry?! Mi stai facendo male! - Disse Hermione staccando la presa dell'amico e massaggiandosi il polso.
- Scusa, sono agitato -
Si sedettero su una panchina davanti al campo si Quidditch, il cancello era chiuso, quindi non era aperto, però Harry aveva voglia di stare da solo con lei, e quello gli sembrava il posto più adatto.
- Che c'è? - Chiese lei guardandosi le scarpe imbarazzata.
- E' per quella cosa di ieri, che io a te... ecco... hai capito, vero? - Disse Harry mettendosi la mano tra i capelli, quel gesto piaceva tantissimo a Hermione, era segno di imbarazzo.
- Lo so, tu non mi ricambi, e non pretendo questo... - Disse, ma fu interrotta da Harry.
- Non è vero - Disse lui guardandola.
- Che? - Chiese Hermione voltandosi di colpo.
- Tu mi piaci, Hermione, mi piace il tuo carattere, i tuoi capelli, la tua intelligenza e... il tuo viso, ma questo è naturale, vero? - Hermione aveva le lacrime agli occhi.
- No... non è naturale - Disse piangendo e buttandosi tra le braccia di Harry, si era promessa di non piangere più, ma le lacrime le erano arrivate agli occhi troppo velocemente, e lei non era riuscita a fermarle. Era troppo felice, aveva sempre pensato di essere solo un'amica per lui, e invece era qualcosa di più, che scema, si era preoccupata tanto per nulla!

Lui ricambiò l'abbraccio per poi distanziarla un po' è baciarla. Avrebbe fatto tardi anche alla punizione di Piton, ma per un buon motivo, per Hermione, la sua Hermione.

Sua e di nessun altro.

Note dell'autrice;

Allora, allora, allora, che ce ne pare? A me il prologo non sembra venuto male, mamma mia, che goduria, amo troppo scrivere fanfiction, non smetterei mai.

Mia sorella Strega 91, ormai lo sa tutto il mondo come si chiama mia sorella maggiore =.=, dice che secondo lei è un po' noiosa, per voi com'è? Ho bisogno di consigli, perché non scrivo da un bel po', e vorrei sapere se sono peggiorata in questa frazione di tempo. ^^'''

P.S. Non è molto lunga, né il prologo né la storia, però mi sembrava una lunghezza giusta. Non è affrettata, per chiunque lo pensi; quando la notte ero sveglia di solito pensavo a come scriverla, e ci ho messo davvero il cuore in questa fanfiction, anche perché era da un po' che volevo farne una con trama semplice. E' questa è molto semplice, anche banale, se vogliamo. ^^

Grazie, Dikar.

P.P.S. Se qualcuno è interessato perché molto curioso o perché ha visto il mio account e le/gli piaceva può andarlo a vedere, l'ho modernizzato. XD


  
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