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Autore: CrazyMind    02/02/2012    1 recensioni
Al ritorno da un programma che li vede vincitori arriva sul cellulare di uno degli SHINee uno strano messaggio... di chi sarà? Che cosa vorrà? Saranno al sicuro i nostri cantanti? Renata... una ragazza italiana che conoscerà gli SHINee... che legame avrà con il resto della storia? Lascio a voi il piacere di scoprirlo! ;) Mi raccomando: RECENSITE IN MOLTI, mi servirà molto il vostro parere! ;) BUONA LETTURA!
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Onew
Uscì sbattendo la porta e cominciai a correre. Non volevo che mi seguissero. Dovevo assolutamente leggere quella lettera e, una volta arrivato a casa, l’avrei nascosta bene, in modo tale che gli altri non l’avrebbero trovata. Mi ritrovai in un bar, abbastanza vicino casa e decisi di entrarvi. Ordinai un bicchiere di coca-cola e mi misi in un tavolino a leggere la lettera.
Caro Onew,
non hai idea di quanto mi piaccia giocare con te, soprattutto con i tuoi amici! Ah… se solo avessi sentito le grida di dolore che il ragazzo, Taemin (?), faceva mentre veniva picchiato… e tu che dici sempre di doverli proteggere! Ahahaha! Sto morendo dalle risate!
Adesso mancano solo altre due persone e poi finalmente toccherà a te! Non vedo l’ora! Ti riserverò una bellissima sorpresa! A presto!
Your worst nightmare
Finito di leggere la lettera delle lacrime avevano già preso il via. Avrei voluto bruciarla. Su una cosa però, aveva ragione: dico sempre di dover proteggere i miei amici ma finisco sempre per fallire… come posso fare? A chi toccherà poi? Minho o Jonghyun? Cominciai a credere che non sarei riuscito a proteggerli come avrei voluto. Avrei dovuto stare sempre attento a qualsiasi loro spostamento o azione, stargli sempre vicino anche se sarebbe stato più difficile doto che i ragazzi cominciavano a sospettare qualcosa su di me.
Pagai al bancone e uscì, decisi di non tornare subito a casa e vagai in giro per negozi anche se non era il mio passatempo preferito. Poi, mi ricordai che dovevo ancora comprare il regalo a Minho così, mi avviai al negozio che avevo trovato questo pomeriggio e vi entrai. Era un negozio che vendeva solo articoli sportivi. Se lui ci fosse entrato, penso che avrebbe svaligiato il negozio. La commessa mi salutò e mi chiese se avessi bisogno di una mano.
-No, grazie. Per adesso guardo solamente.-
-Va bene. Appena ha bisogno mi chiami.- e ritornò dietro al bancone. Mi avviai verso lo scaffale del calcio. Porca miseria! Era enorme! Era pieno di pantaloncini di qualsiasi taglia e colore, magliette di vario genere, palloni a non finire e altri articoli. C’era solo l’imbarazzo della scelta. Cosa gli sarebbe piaciuto?
-Vediamo… le scarpe non le avrebbe mai potute usare, nemmeno dei pantaloncini… magari una maglia della sua squadra preferita o un pallone?- Alla fine optai per una maglia che così avrebbe potuto mettere quando avrebbe voluto o anche quando avrebbe fatto jogging.
-Grazie e torni pure a trovarci!-
-Grazie a lei.- e uscì fuori. Erano le otto e mezza e non avevo proprio voglia di tornare a casa, soprattutto dopo quello che era successo prima. Così mandai un messaggio a Jonghyun: “Jong, non torno a casa per cena. Ho voglia di vagare ancora un altro po’. Senti, mi è appena venuto in mente che sarebbe meglio far controllare Tae da un medico. Ci pensi tu a chiamarlo? Ah, a proposito! Si è risvegliato? Come sta? Vi voglio bene. Onew”
Cominciai ad aver fame, allora andai in una rosticceria. Il pollo sarebbe stata la mia ancora di salvezza in questa giornata orribile. Mentre mi avvicinavo al bancone vidi una ragazza dai tratti stranieri che aveva la mia stessa espressione di quando aspetto che il pollo esca dal forno. Ordinai il mio piatto e mi misi seduto al tavolino di fronte a quello della ragazza. Ad un certo punto sentì una voce dietro l’orecchio che mi fece sobbalzare.
-Com’è?- Era la ragazza di prima e notai che parlava perfetto coreano.
-Come scusi?-
-Il pollo. Com’è il pollo qui?-
-Buonissimo perché?-
-È la prima volta che mangio pollo qui in Corea. Sa, io sono italiana e il nostro delle volte fa schifo mentre altre volte è veramente buono. Io sono una pollo-dipendente da quando mi ricordo, non so come vivrei senza. Oh, mi scusi, mi sa che a lei non interessino queste cose.- e fece per andarsene ma la fermai in tempo.
-No, no. Prego, si metta seduta qui.- e le indicai il posto vuoto di fronte a me.
-Grazie mille!- e si sedette. Era veramente carina. Era magra ma non come gli stecchi che si vedono in giro qui in Corea, era magra al punto giusto; aveva gli occhi marroni scuro, come il cioccolato e belli rotondi; i capelli marroni molto scuro quasi neri, mossi e lunghi fino a più di metà schiena. Indossava dei jeans attillati, strappati che le risaltavano la sua figura esile e un giacchetto pesante verde che le arrivava fino ai fianchi. Decisi di attaccar bottone e feci la prima domanda.
-Come si chiama?-
-Mi chiamo Renata e lei?- mi disse dolcemente. Era veramente carina.
-Mi chiamo Jinki ma tutti mi chiamano Onew.-
-Onew… onew… dove ho già sentito questo nome?-
-Forse in televisione… Non mi conosce?-
-Dovrei?- La guardai incuriosito. Era la prima volta dopo tanto tempo che parlavo con una persona che non sapesse che io ero un cantante. Decisi di non dirle niente.
-No no… senta, posso darle del tu?-
-Certo! In fondo penso abbiamo più o meno la stessa età. Quanti anni hai?-
-22 e tu?-
-Ah… sono un po’ più piccola. Io ne ho 18. So che qui in Corea si conta un anno in più rispetto gli altri paesi vero?-
-Beh… penso che sarebbe più giusto dire che gli altri paesi contano un anno in meno rispetto a noi, che ne dici? Comunque è vero.- e le sorrisi.
-Quindi qui in Corea ho 19 anni! Wow che forza!- e iniziò a battere le mani felicemente.
Continuammo a parlare così per almeno un’oretta e mezza e intanto io l’ammiravo. Era veramente stupenda. Scoprì che era della capitale dell’Italia, Roma. Ah… che bellissima città! Ne avevo sentito molto parlare ma non avevo mai avuto l’occasione di andarci nemmeno con il mio gruppo perché in Italia non c’erano abbastanza Shawols.
L’accompagnai a casa e vidi che abitava vicino alla mia. Decisi di darle il mio numero di telefono e lei mi dette il suo poi, prima di salutarci, lei mi baciò la guancia.
-Oh scusa! Mi dimentico sempre che qui in Corea non siete abituati. Scusa ancora ma in Italia, per salutarci, ci diamo baci sulla guancia.-
-Oh, non importa, davvero. Per qualsiasi cosa mi puoi chiamare e se vuoi, puoi venire a trovarmi a casa mia. Io abito nel palazzo di fronte a te, interno 23. Vivo insieme ad altri quattro ragazzi quindi non ti spaventare e non sentirti a disagio se ti apre la porta uno di loro.-
-Ok, grazie mille. A…domani?- chiese con una nota di speranza nella voce.
-Speriamo di si! Ciao.- e ci separammo. Mentre tornai a casa guardai l’orologio. Cavolo! Già le dieci e mezza! Devo correre a casa. Rientrai. Aprì piano la porta e vidi tutte le luci spente così, decisi di cambiarmi e andare a dormire. Durante la notte sognai Renata.
Il giorno dopo mi svegliai prima di tutti e decisi di andare a preparare la colazione. Presi il bollitore e lo accesi, ci misi il riso dentro e lasciai che si cuocesse. Poi cucinai un po’ di contorno e dopo mezz’ora era tutto pronto. Apparecchiai tavola e svegliai gli altri.
-Buona Vigilia di Natale a tutti!- gli urlai.
-Yah! Come fai ad avere tutte queste energie di prima mattina?! Abbassa la voce!-
-Yah Jonghyun! Tu invece, non rompere già a quest’ora!- risposi con tono scherzoso.
-Ma… cos’è questo profumino?-
-Mah… niente Key magari… la colazione?- e me ne andai subito dopo avergli fatto l’occhiolino.
Dopo qualche minuto erano già tutti vestiti e seduti a tavola mentre io servivo nei loro piatti.
-Finalmente… pensavo che vi eravate persi nel bagno!- e mi fecero le linguacce.
Facemmo colazione in silenzio e sparecchiammo.
-Allora, che ne dite se decoriamo la casa per Natale?- proposi pieno d’entusiasmo.
-Bell’idea! Vado a prendere gli addobbi.- disse Jonghyun.
-E io invece l’albero.- Minho.
-Io pulisco casa per addobbarla.- Key.
-E io… che faccio?- Era Taemin.
-Il medico che ti ha detto Tae?- gli chiesi mettendo le mani sui fianchi.
-Che non ho niente di rotto e che posso benissimo fare quello che facevo di solito.-
-Non mentire!- disse Jonghyun ritornato con un enorme scatolone –Ti ha detto di rimanere a letto o almeno di non fare sforzi.-
-Ma…- cominciò lui con una faccia che chiedeva pietà.
-Niente ma! Se il medico ti ha detto così allora te ne stai a letto finché non finiamo di decorare casa, ok?- Appena finì di pronunciare quella frase suonarono alla porta. Andai ad aprire e vidi che era Renata.
-Ciao!- e mi sorrise.
-Ciao, che ci fai qui?-  chiesi felice e incuriosito allo stesso tempo.
-Se vuoi me ne vado.-
-No no! Ero solo sorpreso, scusa. Allora… ti va di entrare?- le chiesi cercando di rimediare all’enorme figura di merda che avevo appena fatto.
-Certo! Grazie.- ed entrò ma si bloccò quando vide gli altri ragazzi che andavano e venivano dal salone alle altre stanze.
-Per caso vi ho disturbato? Vedo che siete indaffarati.-
-No no, stavamo solo iniziando ad addobbare casa. Vuoi unirti a noi?-
-Davvero posso? Wow! È la prima volta che addobbo una casa con qualcuno!- mi disse tutta contenta e con gli occhi che le brillavano.
-Davvero?- le chiesi stupito ma non ebbe il tempo di rispondermi che Key vide Renata e cominciò a fare lo scemo.
-Onew? Da dove l’hai presa quella?- mi chiese stupito.
-Scusa?!- intervenne Renata –Che vuol dire “da dove mi ha presa”? e poi “quella”? Chi sono io, un oggetto?- Si stava incavolando davvero. In effetti, non si tratta così una ragazza appena la si conosce.
-Scusami! Scusami! Non volevo essere sgarbato è solo che… scusa.- disse Key mogio mogio.
-Cominciamo bene. Allora, per prima cosa chiamiamo gli altri visto che vagano per la casa senza meta. Jonghyun! Minho! Tae! Venite qui, vi devo presentare una persona!- e in men che non si dica si precipitarono in salone. Appena videro Renata le loro facce si fecero molto curiose e anche un po’ furbette. Aprivano e chiudevano la bocca. Evidentemente avevano troppe domande che gli frullavano per quella loro testolina.
-Ragazzi, questa è Renata. Renata questi sono, in ordine: Jonghyun, Taemin, Minho e Kibum ma tutti lo chiamano Key.- e mentre dicevo i loro nomi, s’inchinavano.
-Ciao ragazzi e… Kibum.- La faccia di Key si fece ancora più cupa di quanto già non fosse.
-Ho invitato Renata ad unirsi a noi nell’addobbare casa, vi va ragazzi?-
-Si, si. Non c’è nessun problema.-
-Ok allora. Cominciamo!- e ci disperdemmo per mettere i festoni e fare l’albero di Natale. Ogni tanto vedevo che i ragazzi, ad uno ad uno, si avvicinavano e cominciavano a parlarle. Lei rispondeva sempre sorridente, anche con Key. Non so perché ma, questo, mi faceva ingelosire…
Dopo un’ora, casa fu addobbata a dovere.
-Che bel lavoro che abbiamo fatto!-
-Wow… è davvero bellissimo. Non avevo mai visto una casa addobbata così! Possiamo fare una foto insieme? Vi prego!- ci guardava con gli occhi da cucciolo e noi non sapemmo dire di no. Ci mettemmo tutti vicino all’albero e poggiammo la macchina fotografica, messa in modalità autoscatto, su di un mobile e ci facemmo la foto. Era venuta benissimo!
Dopo aver passato un po’ di tempo insieme, feci a Renata la domanda che mi assillava da quando era entrata.
-Perché, quando sei entrata, hai detto che non avevi mai decorato una casa con qualcuno?- Pensai di essere stato offensivo perciò le stavo per dire che poteva anche non rispondermi ma mi anticipò.
-Perché è la verità. Vedi, io sono cresciuta in un orfanotrofio perché ho perso i genitori quando ero molto piccola e quindi, non mi ricordo di essere stata in una vera casa.-
-Capisco. Ma mi spieghi un’altra cosa se non ti sembro indiscreto?-
-Certo, chiedimi pure.-
-Grazie. Allora, perché sei qui in Corea?-
-Vedi, lì, in orfanotrofio, ho conosciuto una ragazza di nome Laura con cui legai moltissimo: era come una sorella maggiore per me ma, dopo due anni che ci conoscevamo, una famiglia coreana l’adottò dicendo che voleva una famiglia multietnica e, avendo io e Laura studiato molte lingue tra cui il coreano, scelsero lei perché più grande di me di qualche anno. Così, appena compiuti i 18 anni, età italiana e che da noi è la maggiore età, me ne sono dovuta andare e ho deciso di venire qui, in Corea, per ritrovare questa mia amica e pochi giorni fa l’ho ritrovata.-
-Davvero? Sono felicissimo per te!- e l’abbracciai. Tutti mi guardarono stupiti ma non ci diedi peso.
-Stavo pensando, perché non ti fermi a cenare da noi? Aspettiamo il Natale tutti insieme, che ne dici?- domandò Key.
-Davvero posso? Sarebbe fantastico!- e andò ad abbracciarlo. Istintivamente strinsi i pugni. Ma cosa mi stava succedendo? Ad interrompere i miei pensieri fu Renata che iniziò a parlare con la sua voce melodiosa.
-Oh mamma com’è tardi! Devo andare da Laura! Ciao ragazzi, a più tardi! Grazie ancora per questa bellissima giornata! Ah! Buona Vigilia di Natale!-
-Grazie e tanti auguri anche a te!- e uscì accompagnando la porta.
-E così questa ragazza ha fatto breccia nel cuore di qualcuno…-
-Eh? Ma che stai dicendo Jonghyun?-
-Io? Niente. Piuttosto tu Onew, con quella tua faccia da pesce lesso ogni volta che la guardi!-
-Ma vedi te le cavolate che s’inventa questo qui!- e gli lanciai un cuscino in faccia. Lui contrattaccò e così il pomeriggio lo passammo a tirarci cuscini col povero Taemin che ci guardava supplicando di smetterla perché si annoiava.
 
Renata
Che bella mattinata avevo passato da loro. Dopo il primo scontro avuto con Kibum, tutto il resto era filato liscio e mi ero pure divertita moltissimo. Ho detto a Jinki cose che non avevo mai detto a nessuno e questo mi aveva fatto sentire bene. Verso di me era molto gentile, premuroso e dolce per non dire che era anche molto bello. Purtroppo però,me ne dovetti andare perché dovevo ritornare da Laura che mi aveva chiamata la sera prima, quando ero tornata a casa, e mi aveva pregato di rivederci perché voleva parlarmi dopo tanto tempo che ci eravamo perse di vista. Arrivai davanti casa sua e bussai.
-Chi è?- mi chiese qualcuno da dietro la porta.
-Sono Renata, un’amica di Laura.-
-Oh si, la signorina Laura la sta aspettando.-
“Signorina”? Perché Laura doveva essere chiamata “Signorina”? Mi aprì un maggiordomo tutto vestito in giacca e cravatta, che mi portò per un corridoio lunghissimo e si fermò di fronte ad una porta.
-La signorina Laura è qui dentro. Aspetti un attimo solo che la faccio ricevere.- e, detto questo, bussò ed entrò nella stanza avvisando la mia amica che ero arrivata. Dopo qualche secondo si girò verso di me e mi disse che potevo entrare. Appena la rividi, mi misi a piangere. Le andai incontro correndo e l’abbracciai e così fece anche lei.
-Laura!-
-Renata! Quanto tempo!-
-Non sei cambiata affatto! Hai gli stessi capelli biondi e lunghi che avevi quando eravamo piccole! Gli occhi azzurri e il tuo solito fisico da paura!-
-Ahahahah! Senti chi parla! Anche tu non sei cambiata affatto! Sei rimasta le piccola peste che eri da piccola!-
-Ei! Io però ti ho fatto dei complimenti!-
-Si si… ok, allora diciamo che sei rimasta la giovane peste che eri qualche tempo fa!-
-Yah!- le urlai contro e la rincorsi per tutta la stanza finché non inciampai in un apparecchio strano. Lo presi e lo guardai incuriosita.
-Laura… che cos’è?-
-Serve a modificare la voce al telefono. Me lo ha regalato mio fratello prima di suicidarsi. È il suo ricordo più bello che ho di lui. Mi serve per ricordarlo.-
-Capisco. Mi dispiace per tuo fratello, non ne sapevo nulla.-
-Non fa niente. Sai, non ho ancora superato completamente la sua morte anche se sono passati già almeno sette anni e ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.-
-Me ne vuoi parlare?- Le chiesi vedendola triste.
-Mi farebbe molto piacere. Grazie.- e cominciò a raccontarmi tutta la storia.
 
Onew
Andammo tutti alla Messa di mezzanotte compresa Renata che, come noi, era cristiana. Dopo ritornammo a casa e passammo tutto il tempo scartare i regali. Con mia sorpresa, vidi che me ne aveva fatto uno anche Renata. Mi aveva fatto un regalo bellissimo: un blocchetto di sconti alla rosticceria dove io e Renata ci eravamo incontrati.
-Oh cavolo! Grazie ma… io non ti ho fatto niente. Dimmi quello che vuoi e io te lo darò!-
-Oh no, no. Non ce n’è bisogno.- disse imbarazzata.
-Insisto altrimenti mi offendo!-
-Va bene, se proprio insisti… Mi accompagneresti in giro per Seul?- mi chiese sempre più imbarazzata. Che carina! Le sue guance erano tutte tinte di rosso.
-C-certamente. Quando vorresti?-
-Per me va bene quando sta bene a te-
-Allora facciamo domani così vedrai Seul per la prima volta e addirittura il giorno di Natale!- e le sorrisi. Ricambiò.
La serata la passammo cantando insieme qualche canzone natalizia presa dall’ultimo album lanciato dall’SMTown e notammo che anche Renata era molto brava. Aveva una voce stupenda... Restammo svegli fino alle due passate a giocare con giochi di società. La festa era finita, eravamo tutti stanchi e, dato che era molto tardi, decisi di accompagnare a casa Renata. Ci fermammo di fronte a casa sua e lei si girò.
-Grazie Jinki per questa bellissima notte di Natale. È stata la più bella di tutta la mia vita…- e le si gonfiarono gli occhi di lacrime.
-Perché piangi? Se è stata bella perché stai per piangere?-
-No, no… queste sono lacrime di felicità.- e mi sorrise.
-Scusa- fece per andare via ma le bloccai un braccio.
-Aspetta…- e le diedi un bacio sulla guancia.
-È così che si saluta in Italia, vero?- Le sue guance si fecero rossissime e poi scappò in casa correndo.
-Forse ho esagerato…- ma mi scappò un sorrisetto.
 
Il giorno dopo accompagnai, come promesso, Renata in giro per Seul. L’avevo anche invitata a venire a pranzo da noi, dato che era da sola e non aveva mai assaggiato dei piatti coreani. Quando ero uscito, Key era già intento a cucinare il kimchi, delle carni arrostite e la torta salata a base di riso che piace tanto a Minho.
Visitammo Gwanghwamun, dove si trova il Gyeongbokgung, un palazzo, secondo me davvero bello, costruito dal re Taejo nel XV secolo, Deoksugung, il palazzo di re Seojo, che comprende anche giardini e laghetti fantastici! Resterei tutto il giorno a guardarli. Una volta mi ricordo di aver chiesto a mia madre se potevamo fare un laghetto a casa nostra per quanto mi aveva affascinato. Vedemmo anche l’immenso albero di Natale al centro della Piazza del Municipio e, mentre lo stavamo ammirando nella sua bellezza mi squillò il cellulare. Vidi che era Jonghyun.
-Pronto Jong?-
-No, sono un agente della polizia. Il suo amico ha appena avuto un incidente con la moto. Dovrebbe venire qui immediatamente. Ci troviamo davanti alla sede dell’SM Entertainment. Si affretti. Il suo amico non sta bene.- 

Angolo autrice: Ed eccomi qua ragazzi con il quinto capitolo! ^_^ Mi piace farli lunghi e contate che siamo all'incirca metà storia! ^_^ Ringrazio di cuore LaUrA43587 che è l'unica che mi recensisce e che mi elogia (troppo a mio parere! ù.ù). Finalmente è arrivata la ragazza misteriosa! ^_^ Che ve ne pare?! L'ho fatta un pò a mia immagine e somiglianza non contando l'età che è fasulla (anche quella di Onew mi sa.. :S scusate ma nn me la ricordo bene!) ma il fatto che mi piace il pollo da matti è vero!!! * ^ * Ebbene si... anche io sono una pollo dipendente come il nostro leader! <3 <3 Che altro vi devo dire? Nel prox capitolo ci sarà l'ultimo "incidente" e ci cominciamo ad avvicinare un pò di + verso la parte clou della storia! *non vede l'ora!* Vabbè vi lascio altrimenti mi venite a trovare a casa mia e mi piacchiate perchè anzichè postare altri capitoli rompo le balls raccontando ste cavolate! Domani nn vado a scuola rischio neve! Yehhhh!!! ^_^  (Sono di Roma!) bye!
Chu! <3 <3
   
 
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