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Autore: Ari_92    02/02/2012    28 recensioni
Ultimo anno al liceo McKinley, ma le cose sono andate un po’ diversamente da come le conosciamo.
Blaine si è appena trasferito, ma non ha mai conosciuto Kurt.
Cosa succederebbe se, tra nuovi Club e nuovi amici, Blaine perdesse la testa per un ragazzo che sembra detestarlo? Cosa succederebbe, se questo ragazzo nascondesse un segreto?
- “...Mercedes? Chi è quel ragazzo?”
La ragazza si voltò verso Blaine di scatto, quasi avesse dimenticato di non essere sola.
“Si chiama Kurt. Kurt Hummel.” Il ragazzo esitò un attimo, prima di chiederle ciò che lo tormentava dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su quel giovane dagli occhi di ghiaccio.
“Cosa gli è successo?” -
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giovedì a tutti :D
Ok, sono particolarmente sclerotica perché, causa neve, da me le scuole terranno chiuse fino a lunedì *ç*!!
E sapete questo cosa significa (a parte dormite inconsulte e affini )? Più tempo per scrivere e, purtroppo per voi, non solo nuovi capitoli di questa FF ;) ...Ebbene sì u.u Ho scritto il quarto capitolo dell’altra mia long (che poi non sarà tanto long, dato che a breve finirà XD) comunque sì, avete presente quella senza un minimo nesso logico? Quella u.u Domani dovrei aggiornare, per chi di voi volesse darsi al masochismo ;)
In ogni caso la smetto di delirare e vi parlo un po’ di questo capitolo: ...Fluff. Fluff, e... oh, già: fluff u.u ...Non so se ho reso l’idea :S In realtà ci sarà anche una scena Finn/Kurt, perché sì u.u

Ok, non dico altro perché mi rendo conto che le mie facoltà mentali (???) al momento sono troppo compromesse :’)
Prima di sparire non mi resta che dirvi il mio ennesimo GRAZIE ç___ç Lo so che non saranno mai abbastanza paragonati al numero di persone che hanno aggiunto questa storia a seguite, preferite o ricordate, e sicuramente non di fronte a tutti coloro che mi lasciano i loro preziosi pareri dopo ogni capitolo, ma tutto ciò che posso fare è continuare a ringraziarvi, e rispondere a ogni recensione con grande piacere :’)
Quindi grazie con tutto il cuore, in particolare a YouArePerfectToMe, sakuraelisa, anastasianapp, Ocatarinetabelasciscix, jjei, BeatriceS, Tallutina, Guzzy_12, Fiby AndersonBass_, aleka_80, saechan, JulesCullenMeyer, elisabethy92, sandy_hachi, kappinias, LexyDC__, HopeAndHuggy, Maggie_Lullaby, violanassi, GleekLive91, nem, lolaly, Psike, SiaStew, BlackLittleMole, Alessandranna, xnotsonaive e iMato che hanno recensito lo scorso capitolo :**
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kurt non chiuse occhio per tutta la notte.
 
Rimase sveglio a fissare il soffitto, nel tormentato dubbio che trasformare la sua amicizia con Blaine in un altro tipo di rapporto fosse stata la scelta sbagliata.
 
Aveva giurato di pensare a se stesso, dopo quella maledetta mattina negli spogliatoi con Trevor, Seth e gli altri. Si era ripromesso di contare esclusivamente sulle proprie forze, di prendere le distanze dal resto del mondo.
E di non innamorarsi più, nonostante ciò che provava per Trevor non fosse altro che un senso di sollievo, una boccata d’ossigeno.
Non si era accorto di respirare veleno. Perché a volte il veleno non ha odore né sapore, eppure a un tratto ti ritrovi annientato, e solo allora capisci di aver sottovalutato la radice del pericolo. Quando ormai è troppo tardi.
 
Con Blaine tutto questo gli si era sbriciolato sotto le dita nel giro di tre mesi. Tutte le sue certezze, i pochi punti fermi che l’avevano tenuto in vita per tutto quel tempo.
Era entrato nella sua vita, e senza che Kurt se ne potesse rendere davvero conto era diventato fondamentale, insostituibile.
 
Poi si era innamorato, senza sapere esattamente quando.
Forse dal primo momento, forse la prima volta che l’aveva abbracciato, o quel giorno al corso di Francese, o quando l’aveva sentito cantare... Forse in ogni bel ricordo che aveva di lui, e forse erano gli unici attimi che valeva davvero la pena non dimenticare in tutta la sua vita.
 
Nonostante questo, nonostante tutto avere la certezza che Blaine non lo avrebbe ricambiato gli dava un innegabile senso di sicurezza: era protetto, al sicuro da se stesso e da quei sentimenti che avrebbero potuto distruggerlo con fin troppa facilità se lasciati liberi di esprimersi.
 
Poi aveva perso il controllo, e l’aveva baciato.
Blaine gli aveva detto di essere gay e di essere da sempre interessato a lui.
 
Era bastato questo, i suoi occhi sinceri e la sua voce vellutata per persuaderlo del tutto a lasciarsi andare. Per cui ora... stavano insieme, o qualcosa di simile.
 
Kurt aveva solo il terrore di aver fatto la scelta sbagliata.
 
Per se stesso, per Blaine, per tutti quanti.
 
Se solo Seth fosse accidentalmente venuto a sapere che lui era felice la sua vita sarebbe tornata ad essere un inferno. Semplicemente, non accettava che potesse essere sereno, e minava ogni suo tentativo in merito con il ricatto o le botte.
Se solo avessero scoperto in qualche modo che Blaine era gay e provavano qualcosa l’uno per l’altro non avrebbero esitato a riservare lo stesso trattamento anche a lui, nella sadica intenzione di vederlo soffrire.
 
Blaine aveva detto di non voler rivelare a nessuno la sua omosessualità per evitare che accadesse di nuovo ciò che l’aveva costretto a cambiare scuola la prima volta, e quindi non avrebbe voluto divulgare a nessuno quello che c’era tra loro, giusto? Seth non sarebbe mai venuto a saperlo, dunque?
 
Kurt lo sperò con tutte le sue forze, perché poteva reggere qualunque cosa, poteva sopportare calci, pugni e insulti di ogni tipo, ma non potevano prendersela anche con Blaine.
 
Non dovevano azzardarsi a torcergli neanche un capello, nel modo più assoluto.
 
Perché Kurt cominciava a sentirsi di nuovo in forze, rinvigorito da quegli occhi color ambra di cui non poteva fare a meno, e la paura iniziava a scendere, man mano il suo cuore tornava a far scorrere il sangue nelle vene.
 
E dovevano solo provare a toccare il suo Blaine, e avrebbe trovato il modo di farli pentire.
 
Perché non sapeva se valeva la pena rischiare per se stesso, ma di sicuro valeva la pena farlo per lui.
 
 
                                                                   ***
 
 
“Oh! Grazie Kurt per questa... Mmh...” Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
“È una sciarpa, Finn, con un paio di guanti e un cappello.” Spiegò sotto lo sguardo perplesso del fratellastro, che sorrise con consapevolezza qualche istante più tardi.
 
Burt e Carole avevano fatto un regalo unico per entrambi: l’ultimo modello dell’x-box – sempre che le x-box andassero per modelli, questo Kurt non lo sapeva – con la promessa che avrebbero giocato entrambi con moderazione.
 
In altre parole Finn avrebbe smanettato con quell’aggeggio fino a farsi scoppiare gli occhi, e lui sarebbe rimasto al piano di sopra ad ascoltare la musica.
Ma non gli importava più di tanto, in effetti: meglio che nessuno sospettasse nulla sul suo conto, Finn in primis, e ricevere quel regalo anziché qualcosa come un papillon rosa shocking gli dava buone speranze che il suo segreto fosse ancora al sicuro.
 
“Allora? Non apri il mio regalo?” Chiese il quarterback, porgendogli con aria raggiante un piccolo pacchettino quadrato. Kurt lo scartò con curiosità.
La sera prima aveva ricevuto un sms da Mercedes – il primo da un’infinità di tempo, in effetti – dove l’aveva informato del regalo di Finn per Rachel: una specie di maiale morto, aveva detto.
Kurt aveva creduto si trattasse di prosciutto, e la cosa l’aveva sorpreso, ma poi Mercedes aveva specificato che si trattava di un facocero africano che avrebbe dovuto nutrire per un anno, poi qualcuno l’avrebbe mangiato.
 
Oh, per rimediare a quel regalo francamente orripilante aveva pensato bene di regalarle una stella.
Kurt aveva scritto a Mercedes che in fondo era un gesto romantico, e lei aveva risposto che lo diceva solo perché non conosceva il nome della stella: Finn Hudson.
 
Kurt era scoppiato a ridere.
 
“Se mi hai regalato un animale morto sappi che te lo puoi anche riprendere.” Specificò il ragazzo, intento ad aprire il suo pacchetto. Finn, ovviamente, non colse il significato recondito di quelle parole.
“...Come?”
“Non importa.” Kurt finì di strappare la carta e... Oh.
 
Oh, no.
 
“N-Non capisco. Perché mi hai comprato- ”
“Ti ho sentito ascoltare un suo pezzo sotto la doccia, così ho pensato- ”
“E da quando sai cosa ascolto mentre faccio la doccia?!” Esclamò Kurt, cercando di trattenere la punta stridula che caratterizzava la sua voce quando entrava nel panico.
“Da quando viviamo insieme e mi capita di passare davanti alla porta del bagno quando ci sei dentro, scusa tanto!” Sbottò Finn con ovvietà, assumendo poi un’aria triste.
 
“Perciò non ti piace...? Oh santo panino, quest’anno con i regali di Natale ho fatto seriamente schifo...” Kurt si sentì orribilmente in colpa. Insomma, per una volta che Finn aveva fatto un regalo vagamente azzeccato ora doveva fingere il contrario solo per tenere al sicuro il suo segreto?
“No Finn, non dico che non mi piaccia, è solo... Lady Gaga è un po’... Sai...” Farfugliò, abbozzando un sorriso mentre riponeva il CD insieme agli altri regali.
Finn si illuminò in un sorriso.
 
“Quindi mi stai dicendo che non è stato un fiasco completo, giusto?” Ok, era ufficiale: quel ragazzo era definitivamente troppo stupido per mettere insieme un qualsivoglia sospetto su di lui.
Poteva anche aggirarsi per casa con addosso una delle gonne di Carole, e lui probabilmente non avrebbe capito un accidente.
Forse era proprio la sua completa ingenuità ciò che preferiva di Finn.
 
“Cosa? Ma no! Certo che no! Anzi, grazie del pensiero.” Il più alto stava seriamente per commuoversi – d’altronde quando gli sarebbe mai più capitato di azzeccare un regalo? – ma l’emozionante momento venne interrotto dalla squillante suoneria del cellulare di Kurt.
Il ragazzo afferrò il telefono che aveva di fianco sovrappensiero, e quasi gli scivolò dalle mani quando lesse il nome che lampeggiava sullo schermo.
 
Si alzò in piedi di scatto, rischiando tra l’altro di demolire il tavolino con sopra i regali.
 
“Kurt! Fai cadere tutto!” Lui indietreggiò di qualche passo, con il cellulare che continuava a squillare. Finn gli lanciò un’occhiata eloquente.
“Beh? Non rispondi?”
“D-Dovresti andare in cucina ad aiutare Carole. Non può preparare da sola la tavola del pranzo di Natale, e mio padre non sa nemmeno distinguere una forchetta da un cucchiaio- ”
“Ok, ok! Me ne vado!” Esclamò Finn alzandosi dal suo posto a mani alzate, lanciandogli un ultimo sguardo perplesso prima di sparire in cucina.
 
Kurt non si preoccupò nemmeno di trattenere un sospiro di sollievo, e finalmente rispose alla chiamata.
 
“Ciao Kurt! Pensavo non avresti risposto più, ormai.” Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, raggiungendo più in fretta possibile la propria stanza, dove si chiuse ermeticamente dentro.
 
Blaine! Come ti è saltato in mente di telefonare?! È la mattina di Natale, stavo aprendo i regali con Finn. Avrebbe potuto sentire che eri tu!”
“...E di conseguenza avrebbe dedotto che non ti stavo chiamando perché sono un tuo amico e volevo augurarti buon Natale, assolutamente no. Avrebbe capito che tu sei gay nonostante lui ti abbia visto uscire con Brittany per un anno, e che lo sia anch’io nonostante creda che abbia appena rotto con una certa Karen. E poi ovviamente che noi due stiamo insieme.”
 
Kurt sbuffò.
Ok, forse Blaine non aveva poi tutti i torti.
 
D’altronde Finn non aveva sospettato nemmeno che Rachel desiderasse qualcosa di diverso da un maiale condannato a morte, figurarsi se poteva arrivare a una cosa del genere.
 
“...Chi sarebbe questa Karen?”
“È una lunga – e falsa – storia. Tu, piuttosto, dovresti smettere di preoccuparti così tanto.”
“Ok. Sono paranoico.” Ammise senza riuscire a trattenere un sorriso, che venne ampliato dalla risata che lo raggiunse dall’altro capo del telefono.
“Lo so. Ma sei ugualmente adorabile.”
No.
 
Kurt era sempre più convinto che non si sarebbe mai abituato a quel genere di parole rivolte a lui. Sperò solo di imparare presto a ricambiare quel tipo di complimenti, dal momento che al momento le parole gli si bloccavano in gola, qualunque cosa avesse intenzione di rispondere.
 
“...Hai ricevuto dei bei regali per Natale?”
“Dai miei genitori dei vestiti, e anche una discreta quantità di calzini che non credo metterò.” Kurt rise.
“Non ne dubitavo.”
“Tu invece?”
“Da papà e Carole un’x-box per me e Finn, su cui ovviamente non mi concederà neppure di metter mano, e da lui un CD di Lady Gaga.” Blaine esitò qualche istante.
“Ma allora Finn sa che...”
“No, Blaine, e dubito se ne accorgerà mai. Come ti ho detto lo so solo io, loro...”
 
Mormorò a bassa voce, e davvero, non aveva la minima voglia di pronunciare anche solo una volta di troppo quei maledetti nomi.
 
“E... beh, tu.” Kurt avrebbe potuto giurare che Blaine stesse sorridendo.
 
“Comunque c’è una cosa che vorrei chiederti. Saresti... Saresti libero domani sera?” Chiese cautamente, e Kurt non poté impedirsi di essere preso dal panico. Perché quello che Blaine voleva proporgli era un appuntamento: c’erano davvero pochi dubbi al riguardo.
La prima volta gli aveva chiesto di andarlo a vedere alle Provinciali, beh, di andare a vedere le New Directions alle Provinciali, non poteva certo sapere che fosse andato solo per lui.
 
Ma non era un appuntamento, nel modo più assoluto. Mentre ora...
 
“...Kurt? Ci sei? Non succede niente se non hai tempo, o voglia, o- ”
“Va bene.”
“Sul serio, non devi farti dei problem- C-Cosa?”
“Ho detto che vorrei uscire con te. Se vuoi.” Precisò, e quasi stentava a credere alle sue stesse parole. Aveva accettato e, sinceramente, moriva dalla voglia di vedere Blaine.
 
“Voglio che sia speciale. Voglio che te lo ricordi per sempre.” Sussurrò il ragazzo dall’altro capo del telefono. Kurt avrebbe voluto dirgli che c’erano ben pochi dubbi al riguardo, se si trattava di lui, e dopotutto era il suo primo appuntamento.
Beh, il primo reale, il primo al quale non voleva andare per evadere dal suo mondo, ma per il semplice fatto che non riusciva a stare lontano dalla persona che glielo aveva proposto.
 
“...Allora ti aspetto domani sera. Buon Natale Blaine.”
“Buon Natale Kurt.”
 
 
                                                                   ***
 
 
Blaine lanciò l’ennesima occhiata nello specchietto retrovisore della macchina, studiando il riflesso dei suoi capelli perfettamente modellati dal gel.
Rimase a fissarsi ancora qualche attimo per poi abbandonare il capo sul poggiatesta, stando attento a non spettinarsi.
 
Ok, era decisamente patetico.
 
Era stato patetico impiegare un’intera giornata  a prepararsi per quella serata, patetico mettere sottosopra la sua intera collezione di papillon per trovare quello giusto. Si era rivelato piuttosto patetico anche arrivare con una buona mezz’ora di anticipo per la paura di trovare traffico, ed era più che mai era patetico ora, dopo aver fatto inversione di marcia e posteggiato dal lato opposto della strada, nella speranza che nel buio della sera Kurt non riconoscesse la sua auto, nel caso avesse messo il naso fuori dalla finestra.
 
Sì, perché in quel caso anche Kurt avrebbe pensato che era davvero patetico, e probabilmente avrebbe perso completamente la voglia di uscire con lui.
 
Che poi davvero, come pretendeva di interessare davvero a qualcuno come lui? Insomma, era perfetto: intelligente, dolce, sensibile e bellissimo, poi era fragile, ferito e quando sorrideva uno dei suoi incredibili occhi cangianti si socchiudeva impercettibilmente più dell’altro. Blaine era certo che fossero state esattamente queste ultime caratteristiche a farlo innamorare di Kurt: i pregi sono cose che ci accomunano, uguali per tutti. I difetti, le imperfezioni... Sono quelle ad essere diversi per ognuno, a modellare una persona e a renderla ciò che è.
 
Il ragazzo lanciò l’ennesima occhiata allarmata all’orologio automatico sul cruscotto: segnava se 19:58.
 
Bene, meno due minuti.
 
Per un momento considerò l’idea di andare a citofonare direttamente sotto casa, poi gli tornò in mente: il padre di Kurt non sapeva dell’omosessualità di suo figlio, e trovarsi sotto casa un ragazzo tutto in tiro pronto a portare il suddetto figlio fuori a cena non era esattamente il modo migliore per mantenere il segreto.
 
Erano appena scattate le 19:59 quando la luce nella stanza di Kurt si spense, e Blaine trovò che fosse il momento buono per inviargli il messaggio che aveva pronto da circa quaranta minuti. Patetico. Patetico Blaine.
 
– Sono arrivato, ti aspetto sotto casa :) _B. –
 
Blaine fissò lo schermo con apprensione fino a quando non comparve l’avviso che l’sms era stato inviato. Un attimo dopo qualcuno aveva aperto la porta di casa Hummel – Hudson, lo stesso qualcuno che si incamminava verso la sua macchina.
 
Il ragazzo si maledì mentalmente di non aver fatto inversione per la seconda volta e aver parcheggiato nel vialetto della casa, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
 
Riconobbe i contorni della figura di Kurt avanzare nel buio, e quasi sussultò quando aprì timidamente lo sportello, che si illuminò automaticamente della luce giallognola dei faretti.
 
Il ragazzo si infilò con calma in macchina, e Blaine rimase letteralmente senza fiato.
 
Sì, perché socchiuse la bocca e spalancò gli occhi come un perfetto idiota non appena fu in grado di vedere decentemente il giovane che si stava sedendo al suo fianco.
 
Indossava un paio dei pantaloni bianchi meravigliosamente stretti – nonostante attentassero in maniera alquanto imbarazzante ai suoi ormoni – che sparivano in un paio di stivali scuri. Il cappotto slacciato lasciava intravedere una camicetta chiara e un morbido foulard allacciato intorno al collo.
Aveva modellato i capelli un po’ più in su del solito, fermati da qualche spruzzata di lacca.
 
Per un attimo Blaine si chiese se quel ragazzo avrebbe smesso di essere sempre più bello ogni volta che posava gli occhi su di lui, ma poi si rese conto che Kurt era già in macchina da qualche secondo, e magari era il caso di dire qualcosa, così, tanto per non essere preso per l’emerito idiota che era.
 
“Kurt, sei... sei stupendo.” Blaine non si perse l’attimo esatto in cui le sue guance si tinsero piacevolmente di rosa, ed era incredibile, sorprendente che riuscisse ad avere questo effetto su di lui.
 
Da bambino c’erano state volte in cui avrebbe voluto saper volare, altre – la maggior parte – in cui sognava di potersi rendere invisibile.
Eppure ora si rendeva conto che far arrossire Kurt, vederlo appena imbarazzato dopo un suo complimento, era in assoluto l’unico superpotere che voleva davvero possedere.
 
“...Anche tu.” Rispose dopo qualche istante con un filo di voce, e quella era la prima volta che non cercava di sviare la conversazione dopo aver ricevuto un apprezzamento. Blaine si sporse verso di lui per dargli un leggero bacio sulla guancia, al quale Kurt non si sottrasse come il moro aveva segretamente temuto.
 
“Dove andiamo?”
“...All’inizio avevo pensato al Breadstix, ma praticamente tutti passano il loro primo appuntamento in quel posto. Volevo che per noi fosse speciale.” Spiegò Blaine, e si rivelò davvero difficile non impappinarsi con le parole, ora che il profumo inconfondibile di Kurt stava lentamente iniziando ad invadere l’abitacolo, impedendo a quel che rimaneva del suo cervello di mettere insieme una qualsivoglia frase di senso compiuto.
 
“Ho prenotato in un ristorante dalle mie parti. È vicino ad una vecchia gelateria(*) non lontana da casa.” Kurt annuì, rivolgendogli un timido sorriso.
“Il fatto che sembri più agitato di me è stranamente confortante.” Blaine fece una smorfia.
 
“Lo so: sembro... sono un perfetto idiota.” Kurt scosse la testa, trattenendolo per un polso prima che potesse raggiungere le chiavi dell’auto.
 
“Non sei un idiota.” Bisbigliò, pericolosamente vicino al suo viso. Blaine annullò la breve, ridicola e del tutto provocatoria distanza che li separava, lasciandogli un bacio leggero sulle labbra ancora piegate all’insù.
 
Il ragazzo mise in moto qualche attimo più tardi: non che al momento impazzisse di gioia all’idea, ma gli sarebbe scocciato mandare all’aria prenotazione, cena e tutto il resto per la sua maniacale esigenza di baciare il meraviglioso ragazzo al suo fianco ancora per un po’, giusto per assicurarsi che quello non fosse altro che un bellissimo sogno.
 
“Non dovremmo metterci troppo ad arrivare. Non ho trovato molto traffico venendo qui.”
“Blaine... Avresti potuto dirmi che il posto dove volevi portarmi era a Westerville: sarei venuto io da te!”
“Così ti avrei rovinato la sorpresa, però.” Kurt sbuffò divertito, e un istante più tardi il cellulare vibrò nella tasca del suo cappotto.
 
“Oh Dio... Questo telefono è un disastro! I messaggi mi arrivano sempre in ritardo, o non arrivano proprio...” Esclamò sbloccando lo schermo, per poi rimanere un tantino interdetto.
“...Chi ti scrive? Cioè, se posso chiedere. Non voglio essere invadente, solo se hai voglia di- ” Kurt per poco non si scoppiò a ridere.
 
“Blaine, rilassati! Non mi sembra vero di essere io quello che deve dirlo a te... E comunque sei tu.”
“Io...? Ma se l’unico messaggio che ti ho mandato oggi è quello in cui ti dicevo di essere arrivato?”
“È quello, infatti.” Blaine alzò un sopracciglio, prendendo la prima a sinistra verso Westerville.
“E allora come hai fatto a sapere che ero sotto casa tua?”
 
“...Credevi davvero che non mi fossi accorto della tua macchina sotto casa alle sette e venti, e poi spostata dall’altra parte della strada dieci minuti dopo?”
 
Blaine spalancò gli occhi, ed era una fortuna che al momento dovesse mantenere lo sguardo fisso sulla strada, perché probabilmente se avesse incontrato lo sguardo di Kurt sarebbe sprofondato nel sedile.
 
“M-Mi dispiace...”
“No, io... L’ho trovato carino. Ti avrei raggiunto subito ma stavo finendo di prepararmi.”
 
Blaine si fermò ad un semaforo rosso, approfittandone per intercettare un sorriso rilassato sul volto di Kurt.
 
Sembrava a suo agio, tranquillo, senza pensieri: tutto a un tratto era un normale ragazzo di diciassette anni.
Blaine avrebbe potuto giurare di vedere la rabbia, la paura e la diffidenza scivolare sulla sua pelle candida e nascondersi da qualche parte, perché non se n’erano andate, questo no, tuttavia per quella sera erano state accantonate.
Non erano parte di lui, non gli appartenevano più come pochi mesi prima. Gli erano sempre più estranee, e Blaine sperò di essere ancora accanto a lui il giorno in cui l’avrebbero lasciato andare definitivamente, e anche quelli successivi.
 

 
 
 
 
 


 
 
 
* Ok, questa sarebbe è una nota prettamente inutile, però l’ho messa per tutti quelli a cui quella gelateria ha ricordato qualcosa. Scusate, ma la mia mappa mentale di Westerville è rimasta, rimane e rimarrà sempre la stessa T__T Ok, la smetto u__u *miss baby!Klaine ç__ç*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccoci qua ^_^
Ooops.
Minuto di silenzio per la gaffe di Blaine, allegramente sgamata da Kurt u___u
Ecco. Ora mi chiedo: sono stata l’unica a rotolare sul pavimento quando Finn ha regalato a Rachel una stella di nome Finn Hudson?!?! No, ok, dopo c’è stata tutta la spiegazione filosofica ma io non ho sentito una mezza parola XDD Oddio, amo quel ragazzo :’D!!
Ok, me ne vado che è meglio u_u ...Devo esplicitarlo che il prossimo capitolo sarà completamente dedicato al loro primo appuntamento? Ecco, quindi preparatevi al fluff (again -.-“)!
  
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