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Autore: Kaderin    02/02/2012    4 recensioni
Dopo aver letto una miriade di ff, ho deciso di scriverne una di mio pugno. Forse troverete i personaggi un pò diversi, ma fondamentalmente spero che i pensieri e i dialoghi risultino vicini alla loro naturale indole... In questa ff voglio descrivere piccoli squarci di vita quotidiana attenendomi all'anime. Come noterete è passato un pò di tempo dalla fine di quest'ultimo, e i personaggi risulteranno cresciuti sia fisicamente che psicologicamente. Bhe non so cos'altro aggiungere, spero la leggiate e mi facciate sapere come vi sembra. Sono ben graditi commenti e/o critiche! Buona lettura.. Kade.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***
Ho deciso di precisare un piccolo particolare, credo di continuare a scrivere questa ff prevalentemente sotto il  punto di vista di Akane, nonostante in un primo momento abbia pensato di fare a turno per dare vita anche ai pensieri di Ranma ma credo sia più interessante e divertente per me in quanto donna immergermi di più nello scriverla.
Ora vi lascio al capitolo, buona lettura. Kade.

***
 
 
L’ultimo anno di liceo, si sa dovrebbe essere più impegnativo degli altri, segna la maturità dell’allievo sotto diversi punti di vista.
Ma queste normali considerazioni non possono essere accostate alla stravagante personalità del fidanzato. Lui non aveva nulla di normale, già a partire dal nome. Figurarsi approfondire il resto.
 
I suoi nervi erano già provati da ore, dato il poco interesse che Ranma metteva negli studi, a causa della brillante idea di aiutarlo a studiare quel tanto che basta affinché venisse promosso con una misera sufficienza.
I loro insegnanti avevano proposto ad Akane un metodo apparentemente semplice e poco impegnativo per raggiungere l’eccellenza nel voto finale che sarebbe scaturito alla fine del ciclo degli studi superiori: aiutare quel baka a finire questi, in maniera più o meno dignitosa.
L’importante doveva essere ‘finirli’.
Dopotutto si sa, Ranma eccelleva quasi in tutto, appunto, tranne che nell’ambito scolastico.
Ma Akane era sicura che alla fine ce l’avrebbe fatta.
Probabilmente con un arto rotto, ma sommariamente senza troppi sacrifici o ulteriori sofferenze, che fossero di natura fisica o psicologica.
 
“Non ne posso più, andiamo ad allenarci in palestra, ti prometto che ti farò vincere stavolta!”
Lesse negli occhi di Ranma sornioni e languidi, per uno stupido istante la speranza che essa cedette di fronte uno sforzo simile, di così tanto altruismo.
Illusioni.
La mora con una risata stanca e infastidita, lo terrorizzò prima, per poi lasciarlo senza una benché minima speranza di cedimento.
 
Si alzò accostò le tende della finestra, chiuse la porta e si adagiò comodamente sul suo letto con un libro dalla rigida copertina in mano, lasciandolo per modo di dire, solo con il suo quaderno e la fioca luce della abat-jour sovrastante la sua scrivania.
 
“Ascoltami bene, devi solo ripetere lo stesso procedimento che mi hai visto fare prima con quella serie di equazioni, non è difficile. Ma non lo capirai mai se non provi a farne una da solo. Concentrati, non è impossibile.”
Con rinnovata acidità, dovuta soprattutto all’esaurirsi delle sue energie lo congedò.
 
Sapeva bene lui però, come catturare la sua attenzione, anche se riconosceva non essere il modo ideale e più consono per farlo, quello.
 
“Sei cattiva! Sei rimasta una perfida e chiatta ragazzina, senza un minimo di sentimenti verso il prossimo… Non troverai mai una persona sana di mente che voglia sposarti, se non cambierai, te ne rendi conto? Non sei neanche carina!”
 
Era rimasto attonito a guardarla, mentre facendolo apposta, con noncuranza lei sfogliava le pagine di quel libro, ma dopo aver sentito quelle parole i suoi occhi guizzarono su di lui quasi a volerlo fulminare.
Era abituata ormai a quelle sue solite frasi monotone e tutte uguali, ma erano comunque un chiaro affronto alla sua persona.
 
Se poi si vuol mettere in conto l’essere pronunciate dal ragazzo di cui si è innamorate.
 
Ma doveva ammettere a se stessa che anche quella parte del suo carattere l’attraeva, le piaceva anche questo suo ambiguo modo di attirare la sua attenzione. Una cosa era sicura almeno, lo faceva solo con lei. Era una sorta di trattamento esclusivo, per quanto lo si possa ritenere tale, che lei sapeva quasi per certo significasse qualcos’altro oltre che ad essere apparentemente delle semplici offese.
Dopotutto anche lei gli riservava lo stesso trattamento.
E sapeva quale significato criptato dava a quelle mancate lusinghe.
 
“Tu invece credi di essere migliore di me non è così? Beh smontati carino perché ti sbagli di grosso… E forse quando te ne renderai conto sarà troppo tardi…” 
Le era sfuggita qualche parola di troppo, e rendendosene conto si pietrificò quasi boccheggiando sperando che l’altro non l’avesse notato.
La precisazione, suo malgrado, non mancò ad arrivare.
 
“Troppo tardi per cosa…?”
Stette una manciata di secondi a riflettere su cosa potesse rispondere senza compromettersi ulteriormente. Ma una semi verità era tutto ciò che riuscì a dire. 
“Per cosa… per renderti conto che stai sprecando il tuo tempo Ranma.”
 
Il ragazzo aveva l’aria perplessa. O quella di chi sa fin troppo bene il fatto suo.
“Sprecare il mio tempo a fare cosa?”
 
Continuava ancora con quelle stupide domande. Era terribilmente irritante.
 
Il codinato girandosi verso di lei, iniziò a scrutarla di sottecchi. Aveva l’aria di chi si fosse messo in difficoltà per ciò che aveva chiesto e su ciò che avrebbe potuto sentirsi rispondere, ma senza perdere quel cipiglio che lo contraddistingueva.
 
Non se l’aspettava però, non una così diretta risposta.
 
*Premuto un tasto dolente Ranma?!
 
Il suo aguzzo ingegno però, sorprese un po’ entrambi nel rispondergli prontamente sviando l’ostacolo.
“Sprecare il tuo tempo ad insultarmi! Non dovresti STUDIARE Ranma? Tu che dici…”
“Akane per oggi finiamola qui, ma prometto che domani ti sorprenderò.”
 
Aveva l’aria di risultare troppo serio, purtroppo, e soprattutto sincero.
Ma ciò che la fece desistere dal rimproverarlo fu quel suo impercettibile sorriso.
Non sorrideva con la bocca sorrideva con l’intero viso.
Anche quando pareva non farlo, Ranma per lei sorrideva semplicemente guardandola.
 
“Cosa stai leggendo testona?”
Balzò sul letto con una grazia degna di un artista marziale dei suoi livelli, facendo svolazzare semplicemente parte del lenzuolo su cui si accasciò e con un movimento decisamente svelto e volutamente esibizionista strappò dalle sue mani il libro.
 
Pride and Prejudice
 
“Razza di scemo mi hai fatto perdere il segno, contento?!”
Gli pronunciò l’ultima parola a pochi centimetri dal viso, pronta a sua volta a strapparglielo dalle mani.
 
Ranma non glielo permise.
Alzando il braccio in aria impedendole di riprenderselo, Akane perse l’equilibrio trascinandosi a terra insieme al fidanzato.
 
Qualche spanna più in la giaceva il libro aperto in due verso la pavimentazione in legno della camera di Akane, ma qualche spanna prima i ragazzi erano distesi in terra… l’una sull’altro.

 
 
 
  
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