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Autore: Sayumi    12/09/2006    1 recensioni
Cari lettori, che dire… sono tornata con una nuova fic! Non ho la più pallida idea di come possa essere, alla fine siete voi che dovete dirmi che ne pensate no? :P Vabbè tralasciando questo passiamo alla presentazione: Arashi è una ragazza Italo-giapponese… normalissima, un solo fidanzato, con il quale è finita pure male… (anche se non vi dico come) e presto avrà a che fare con una sua vecchia conoscenza… Per chi ama le storie romantiche… ma non troppo… Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Arashi in Love*

Ecco a voi il terzo capitoletto… ringrazio anticipatamente chi lo leggerà e chi invece ha letto i precedenti capitoli spero non m’abbandoni… Vi lascio alla storia^^

*Arashi in Love*

Capitolo 2

-Chiudere con il passato-

La Ueda, dopo la mia affermazione fatta nello spogliatoio fu guardata male da molti a scuola. Ma sinceramente dopo quello che mi aveva fatto non mi preoccupava affatto come l'avrebbero trattata.

Dopo una settimana, riuscii a recuperare il mio solito ritmo scolastico, e stranamente mi ero anche abituata alle frecciatine che Kintaro mi lanciava durante le lezioni, senza preoccuparsi di quello che il professore poteva pensare. A me bastava studiare e mi sentivo in pace.

Stranamente non aveva ancora incominciato con i suoi soliti scherzi. In compenso Kaji doveva essere venuto a sapere della notizia "dello spogliatoio" perchè non mi rivolgeva la parola da giorni. In compenso non credo che Mariko si fosse dichiarata dopo aver saputo la notizia.

Entrai come sempre in classe aprendo la porta e trovandomi davanti uno spettacolo insolito.

Sachiko Ueda si era presentata davanti a me, e nell'attesa si era fermata a parlare con Kintaro.

Li ignorai deliberatamente, ma evidentemente non mi era concesso tale privilegio.

-Sei tu la Nokaze?- chiese la Ueda in tono sprezzante.

-Dipende da chi mi cerca- sorrisi acida.

-Sei una stronza! Per causa tua adesso nell'istituto credono che sia una facile!- sbottò arrabbiata.

-Ah davvero?- feci un finto tono di stupore.

-Non fare la finta tonta! Perchè sei andata in giro a dire di quella volta?!- tirò a se il banco invitandomi ad alzarmi e a guardarla.

-Perchè qualcuno... si è divertito a raccontare palle sul mio di conto.... per cui mi hanno chiesto la verità, io l'ho resa pubblica, non è certo un reato dire la verità- risposi acida, ma ancora tranquilla.

-La tua è diffamazione!- scoppiò lei.

In tono piatto risposi a mia volta -Non cercare scuse per il tuo comportamento, se qualcuno dovrebbe arrabbiarsi, quella dovrei essere io- la guardai.

-Vuoi davvero sapere perchè me la facevo con il tuo ragazzo?- rispose acida, mi limitai a fissarla con occhi di ghiaccio. -Perchè tu non sei stata capace di soddisfarlo a dovere!- aggiunse in tono saccente.

-Se tu sei abituata a scoparti tutti i tuoi fidanzati dopo due mesi che ci stai assieme, allora sappi, che non tutte sono come te... e io sono tra queste ultime- sorrisi in tono perfido, invitandola ad uscire dall'aula.

Lei non fece problemi a seguire il consiglio ma prima di uscire si preoccupò di precisare che me l'avrebbe fatta pagare cara.

Rimasi sola in classe con Kintaro, prima dell'inizio delle lezioni mancava ancora una mezz'ora.

-Quest'oggi abbiamo il primo turno di pulizie- iniziò lui, osservandomi mentre prendevo i quaderni dalla cartella e iniziavo a ripassare per la lezione.

-Va bene- risposi sfogliando le pagine.

-Dopo hai da fare?- chiese in tono tranquillo.

Alzai lo sguardo per vederlo e mi fissava attendendo una risposta. -No, perchè?- chiesi.

-Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa?- aggiunse sorridendo.

-Yukame, mi stai forse chiedendo di passare un'intera serata con te?- alzai un sopracciglio stupita.

-Piantala di chiamarmi per cognome, chiamami Kin-Chan, e comunque si... hai capito benissimo- sorrise.

-A cosa è dovuto questo enorme cambiamento?! Credevo mi odiassi!-esclamai divertita.

-Non ti ho mai odiato... lo sai...-Sorrise ambiguo abbassando lo sguardo. -Allora?- rialzò gli occhi per scrutarmi.

-Ok- risposi, senza nemmeno pensarci troppo.

Le lezioni trascorsero velocemente e presto venne il turno delle pulizie, oltre a me e a Kintaro c'era di turno anche Kaji. Il silenzio restava nell'aria mentre mi occupavo della lavagna e della cattedra, gli altri due pulivano i pavimenti e i banchi.

-Ara-chan, ti manca molto?- chiese Kintaro appoggiato allo spazzolone, in attesa di metterlo via.

-Adesso arrivo...- mormorai riponendo i gessetti in ordine nel cassetto.

Kintaro andò a riporre il materiale nel ripostiglio mentre rimasi nella classe con Kaji, senza fiatare mi diressi a prendere le mie cose prima di andare.

-Esci con quello?- chiese Kaji infrangendo quel silenzio lugubre.

-Non ti riguarda- risposi secca per poi uscire dall'aula prendendo anche la giacca e la cartella di Kintaro.

Una volta raggiunto scendemmo nel cortile per poi uscire verso la metro.

-Dove mi porti?- chiesi curiosa sedendomi in un posto appena liberatosi.

-Hanno aperto da poco un ristorante specializzato in Okonomiyaki- rispose lui.

Sorrisi e cominciammo a parlare del più e del meno.

La serata trascorse piacevolmente.

-Si è fatto buio, hai avvisato i tuoi?- chiese lui. Annuii con il capo.

-Ti accompagno, ti spiace? Tanto sono di strada- rispose di rimando e camminandomi di fianco, con la cartella sulla spalla.

-No figurati...- rimasi in silenzio cercando di stare al suo passo. -Kintaro...?- lo chiamai attirando la sua attenzione.

Lo vidi voltarsi verso di me e sorridere, in quel momento mi sembrò così strano chiamarlo per nome, e soprattutto per intero. Allo stesso tempo cominciai a capire perchè le mie compagne lo trovavano tanto carino. Era cambiato decisamente dalle scuole medie.

Ora era più alto di me di diversi centimetri, mentre un tempo ero io quella che lo guardava dall'alto al basso. I capelli neri gli facevano risaltare il volto dai lineamenti molto fini, tipicamente orientali, completati da due occhi scuri a mandorla. Sorrisi al pensiero dei commenti di mia madre, che sicuramente l'avrebbe incastrato per un suo ritratto.

-Cosa c'è?- chiese lui vedendomi assorta nel contemplarlo.

-Perchè ti sei iscritto alla mia scuola?- chiesi.

-Perchè mi annoiavo nell'altra senza di te...- sorrise per poi arrestarsi e fermasi a guardarmi.

C'era qualcosa di strano, qualcosa di diverso nel suo sguardo, o forse, più semplicemente lo vedevo per la prima volta. Vidi il suo volto avvicinarsi al mio, non so per quale motivo ma istintivamente chiusi gli occhi. Lo sentii sfiorare la pelle della mia guancia con le labbra.

Quando riaprii gli occhi lui si era allontanato e sorrideva divertito. Poi mi prese per mano e mi trascinò di nuovo lungo la via.

Arrivammo alla stazione per prendere il treno, fortunatamente l'orario di punta era passato da un pezzo ed era possibile sedersi lungo i posti disponibili.

Restammo a chiacchierare per diversi minuti fino all'arrivo della mia fermata.

-Devo andare...- mi alzai avviandomi alla porta automatica, poco prima dell'arrivo.

-Mi è piaciuta questa serata, dovremmo sperimentare cose simili di nuovo- sorrise accompagnandomi. -Quando non ti arrabbi potresti essere definita "quasi adorabile!- ammiccò.

-Io Sono adorabile!- risposi indignata incrociando le braccia.

Lui mi prese il volto tra le mani e mi scoccò un altro bacio sulla guancia, sorrisi a quel tocco e poi lo salutai nello scendere dal treno, appena arrivato.

Vidi chiudersi davanti a me le porte mentre lui salutava ancora con la mano. Il treno ripartì nella sua corsa.

Mi voltai per tornare a casa e attraversai il passaggio per uscire dalla stazione mostrando la tessera dell'abbonamento.

Iniziai a salire le scale per uscire dal sotterraneo quando mi trovai di fronte Kaji. Aveva le mani in tasca e un berretto in testa, non aveva la divisa, evidentemente era tornato a casa a cambiarsi. Mi chiesi per la prima volta quanto tempo fosse passato in compagnia di Kintaro. Guardai l'orologio e mi accorsi che si erano fatte le 10.30. Camminai salendo i gradini ignorando totalmente la sua presenza.

-Sai che è proibito uscire con qualcuno con addosso la divisa senza il consenso della presidenza?- chiese lui in tono acido sperando di fermarmi. Ma continuai a camminare senza voltargli le spalle. -Mi hai sentito?- insistette.

-Si ti ho sentito... e sai che ti dico, la tua è solo una scusa- non mi voltai nemmeno nel dire quelle parole.

-E va bene è una scusa! Sta di fatto che non sopporto che tu esca con qualcuno!- rispose lui di botto.

Ripresi a camminare. Sentii alle mie spalle i suoi passi seguirmi. -Io esco con chi mi pare- risposi secca.

-No che non lo fai!- mi prese per un braccio costringendomi a guardarlo. In quel momento mi parve come qualcosa di repellente, che non volevo mi toccasse.

-Lasciami in pace- risposi liberandomi dalla stretta.

-Cosa ci trovi in quel bamboccio!?- mi strillava contro, il che lo rendeva ancora più insopportabile.

-Mmmm vediamo, non sta con me solo per portarmi a letto?- lo guardai per la prima volta, ora decisamente arrabbiata.

-Io non... - iniziò a parlare ma lo fermai.

-Tu "non" cosa? Non mentire, sai benissimo che ho ragione!- questa volta ero io ad alzare la voce.

-Da che mi hai lasciato non riesco a smettere di pensarti!- il suo tono ora era supplichevole.

-Vai dalla Ueda, sicuramente saprà come consolarti- gli strillai, poi aprii la mia borsa e presi un ciondolo che mi aveva regalato e che avevo appeso al cellulare. Lo strappai dalla rabbia e glielo gettai in faccia. -Lunedì ti faccio avere anche il resto!- mi voltai e presi a correre verso casa.

A metà tragitto trovai Kamui e Shin che mi stavano venendo incontro.

-Dove diavolo eri finita? La mamma cominciava a preoccuparsi...- esclamò uno dei due, non seppi dire quale.

-Andiamo a casa...- fu la mia sola risposta. Poi salii le scale del condominio in cui abitavamo, mi tolsi le scarpe, e corsi in camera mia a tirare fuori dai cassetti tutto quello che Kaji mi aveva regalato.

  
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