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Autore: Whatadaph    03/02/2012    16 recensioni
Dopo la fine della seconda magica, la vita di Draco Malfoy sembra procedere per il meglio. Ha superato gli esami in Medimagia con il massimo dei voti, ha ottenuto il suo personale riscatto con la comunità magica ed è in procinto di sposarsi con Astoria Greengrass. Tuttavia, quando la fidanzata lo lascia per fuggire in Spagna con Pansy Parkinson, ogni cosa inizia a precipitare irreparabilmente. Come se non bastasse, per il tirocinio obbligatorio al San Mungo è stato affidato allo stesso Guaritore con cui studia Hermione Granger.
« No, non è un appuntamento » fece lui bruscamente. « Ho bisogno di passare del tempo con qualcuno sano di mente ».
« Eh? »
« Qualcuno che non urli, strilli, guardi film porno o mangi cibo cinese. O che non vomiti cuoricini quando parla ».

II classificata al contest "Togliere la polvere" indetto da Andrea S. sul forum di EFP
II classificata e Premio Risata al contest "I'm forever yours, FAITHFULLY" indetto da Psiche_
III classificata al Lovely Valentine - II edition, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: Scrofungulus cutaneo nella forma 35a
Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Herman Stuffler (OC), Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley, Un po’ tutti
Pairing: Draco/Hermione
Rating: Giallo
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Avvertimenti: FemSlash solo accennato, One-Shot, Slash solo accennato
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico
Beta: Fabi_
Credits: L’universo e i personaggi descritti appartengono a sua maestà J.K. Rowling.
Note personali: Questa storia si è classificata seconda al contest "Togliere la polvere" indetto da Andrea S. sul forum di EFP. Qui per lo splendido giudizio.



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« Dunque, quale è la vostra diagnosi? »
Draco aprì la bocca per rispondere, ma Hermione lo anticipò: « Chiazze verdi » disse. « E febbre alta. A primo impatto direi Vaiolo di Drago... »
Lui la interruppe: « Ma – »
« Ma » riprese lei a voce alta. « Sulle braccia ha degli strani sfoghi, simili a cornflakes. Quindi deve essere Scrofungulus cutaneo nella forma 35a ».
Il Guaritore Stuffler sorrise, entusiasta. « Ottimo, Granger » commentò. « Ancora una volta, diagnosi corretta ».
Anche Hermione sorrise, compiaciuta.
« Malfoy » lo interpellò Stuffler. « Vai a dire al caporeparto Bliggins che abbiamo bisogno di un Medimago e di qualche antidoto per la febbre ».
Al ragazzo non restò che obbedire, seppur con fare stizzito.
Quando – mesi prima – aveva annunciato a Narcissa di esser riuscito a superare il quinquennale corso di Medimagia Avanzata con il massimo dei voti, lei ne era stata contenta, o almeno così disse.
« È una soddisfazione, Draco » aveva sospirato. « Mi riferisco al fatto che tu sia riuscito a realizzare felicemente i tuoi obiettivi, nonostante tutto ».
Si era interrotta per bere una lunga sorsata di té, rigorosamente non zuccherato.
« Insomma », aveva poi ripreso, « gli studi in Medimagia non sono una scelta facile. Bisogna avere... non ricordo ».
« Eccezionale in Pozioni, Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure. E minimo Oltre Ogni Previsione in Trasfigurazione ed Erbologia » aveva risposto pigramente il giovane.
Sua madre era contenta, e lui anche. Poi era arrivata la rottura con Astoria a pochi passi dall’altare, e allora era stato un po’ meno contento – e Narcissa anche.
Era successo appena tre mesi e mezzo prima. Una sera aveva trovato l’antipatica civetta di Pansy Parkinson in salotto. L’animale aveva beccato le sue dita cinque o sei volte prima di consentirgli di prendere il biglietto che recava appeso alla zampa, per poi arruffare le penne con alterigia e volarsene via con fare arrogante – che bestiola odiosa!
Sul biglietto c’erano scritte alcune parole: Nessuna donna ci dividerà.
In principio, Draco non aveva avuto alcun dubbio sulla migliore interpretazione possibile di quelle parole. Evidentemente, Pansy non considerava ancora del tutto conclusa la loro storia d’amore adolescenziale, ed era convinta che lui non amasse Astoria veramente. Ecco, qui si sbagliava: Draco amava Astoria davvero, o forse ne era solo profondamente infatuato... fatto sta che amava svegliarsi la mattina e trovarla al proprio fianco, con quel volto grazioso insonnolito e le labbra gonfie imbronciate come quelle di un bambino capriccioso. Quel piccolo, perfetto corpo a malapena coperto dalle lenzuola, il suo sorriso dolce e sensuale e le sue...
Basta, Draco.
Non aveva senso soffermarsi su questo genere di ricordi, no. Facevano annodare sgradevolmente la bocca del suo stomaco e toglievano l’appetito.
Come Pansy aveva sbagliato nel credere che lui non amasse Astoria, per quanto riguardava l’interpretazione di quel biglietto l’errore di Draco era stato madornale. Aveva cominciato a rendersene conto la mattina dopo, quando, ridestandosi nel lussuoso appartamento londinese che condivideva con la sua promessa sposa, si era ritrovato solo nel proprio letto. Con uno sgradevole presentimento ad attanagliare le sue viscere e il cuore in gola, si era precipitato ad aprire l’armadio di Astoria. L’aveva trovato vuoto.
Il verdetto era stato chiaro: nessuna donna avrebbe diviso lui e Pansy. Specie se si trattava della promessa sposa di Draco e fosse in procinto di fuggire con lei in Spagna.
Inizialmente era stata dura. Narcissa, da brava mamma premurosa, si era offerta di fargli preparare il letto dagli elfi domestici, nella sua vecchia stanza al Manor. Ma Draco aveva rifiutato. Già gli era piuttosto difficile sopportare le occhiate preoccupate che Blaise e Theodore gli scoccavano ogni volta che venivano a trovarlo, non avrebbe sopportato di essere compatito anche da sua madre. Persino Gregory si era sforzato di consolarlo con un grugnito davvero poco convincente e una pacca sulla spalla che per poco non l’aveva messo al tappeto.
« Davvero, Draco » gli aveva detto Blaise la sera del trentun dicembre, quando Draco aveva cortesemente declinato l’invito di sua madre per festeggiare il capodanno assieme agli amici. « Questo appartamento ha sempre più l’aspetto della casa di uno scapolo ».
« Forse perché è la casa di uno scapolo? » aveva brontolato lui di rimando.
Decisamente, Blaise non era mai stato un esperto di tatto.
A peggiorare la situazione – se possibile – era intervenuto anche qualcos’altro, una nota stonata che aveva scalciato, graffiato e morso per rovinare anche l’unica cosa che sembrasse procedere bene. Il sette di gennaio, dopo i risultati dell’esame di abilitazione che i neolaureati in Medimagia avevano affrontato in dicembre, era stato pubblicato l’esito del sorteggio in base al quale i dottorandi venivano spartiti fra Guaritori e reparti, per il tirocinio obbligatorio al San Mungo. Inutile dire che, nel vedere il proprio nome strizzato fra quelli del Guaritore Stuffler e di Hermione Granger, lo stomaco di Draco si era attorcigliato penosamente.
Riflettendoci a posteriori, avrebbe concluso che con la sua fortuna non avrebbe dovuto aspettarsi nulla di diverso.
Quando si era iscritto alla facoltà – cinque anni prima e due anni dopo la fine della guerra – vedere la testa cespugliosa della migliore amica di Harry Potter fra gli altri studenti era stato qualcosa di incommensurabilmente irritante. Si era sentito perseguitato. Con la Granger in giro, brillare sul piano accademico non sarebbe mai stata una facile impresa – questo l’aveva decisamente sconfortato. Tuttavia, non si era dato per vinto: aveva dato il massimo in ogni materia di studio, e a favore della ragazza c’era da dire che evitava di mettersi troppo in mostra. Anche se, dopo le imprese della ricerca degli Horcrux – finite su tutti i giornali dopo la caduta dell’Oscuro Signore –, al centro dell’attenzione era sempre e comunque. La gente chiedeva il suo autografo per le strade. Le foto di lei e Weasley in vacanza in Costa Azzurra – Trois-Phénix, nella Nizza magica – erano state pubblicate in tutte le più celebri riviste di gossip. Per Draco non era comprensibile sentirsi irritati da tanta pubblicità positiva, ma qualcosa gli diceva che alla Granger non facesse poi così piacere.
Ad ogni modo, l’impegno aveva dato i propri frutti: si era laureato con il massimo dei voti – lui ed Hermione erano stati premiati come i migliori allievi della facoltà. Insomma, ogni cosa pareva andare per il meglio. A Draco sembrava di essersi riscattato con la comunità magica britannica, la sua fidanzata era adorabile e il futuro si prospettava roseo e felice come mai prima.
Poi Astoria lo aveva piantato, e gli erano rimasti solo gli amici, la sua laurea e il Firewhiskey.
« Che non è poco » aveva osservato Blaise.
Che razza di amici che mi ritrovo.
Scoprire che avrebbe dovuto passare il prossimo anno e sei mesi in costante compagnia – e in costante confronto – con Hermione Granger lo aveva davvero abbattuto. Non che lo ammettesse, ovvio.
« Che sarà mai » aveva detto a Theo, facendo un gesto di noncuranza con la mano. « Quella è sempre stata e sempre sarà una patetica So-tutto-io, checché ne dicano i giornali! »
Theodore non aveva aperto bocca, si era limitato a guardarlo con espressione scettica. I silenzi di Nott potevano essere più irritanti degli sproloqui di Blaise, alle volte.
Adesso era il primo di febbraio e, nonostante Draco stesse affrontando il tirocinio assieme alla Granger da appena un mese, già faticava a sopportarla. Non c’era nulla da fare: per quanto si sforzasse, Hermione stava sempre un passo avanti rispetto a lui. Come se non bastasse, era chiaramente la prediletta di Herman Stuffler. Il Guaritore non faceva altro che infarcirla di lodi circa il suo eccezionale talento e l’incredibile intuito, mentre a Draco non restava altro che andare a chiamare i Medimaghi – i quali, tra l’altro, avevano una atteggiamento estremamente presuntuoso – e ripescare bottiglie colme di antidoti puzzolenti dal fondo degli scaffali.
Come se io fossi un Medimago, invece che un tirocinante!
Nonostante tutto, se si escludevano alcuni fattori negativi – vedi: la Granger, i Medimaghi e una ex-fidanzata dalla sessualità ballerina –, Draco avrebbe potuto chiamare quel periodo una “fase fortunata” della sua vita.
La vita in ospedale gli piaceva, sebbene nel reparto Batteri Magici capitasse spesso di vedere gente con curiose eruzioni cutanee – era capitato un ragazzo con grosse protuberanze rugose come noci su tutto il corpo, e una bambina che sembrava avere la faccia ricoperta di cozze. Certo, i Medimaghi erano pettegoli ed Hermione Granger insopportabile, ma l’applicazione pratica degli studi di cinque anni era davvero interessante.
Ovviamente, quando Stuffler lo spedì a chiamare un Guaritore e prendere un paio di antidoti per la febbre, la mente di Draco riuscì a soffermarsi solo sugli elementi sgradevoli della sua condizione. Non fece in tempo a uscire dalla stanza che il Guaritore lo richiamò.
« Ah, Malfoy... passa pure in Magiradiologia a vedere se hanno finito con quelle radiografie alla gamba di Billy Bratchey ».
Draco sbuffò. Tutti odiavano quelli di Magiradiologia – era risaputo che non facessero nulla dalla mattina alla sera. A Sebastian Burn di Lividi e Abrasioni avevano addirittura portato un’immagine che non si muoveva ed era stato necessario ripetere la lastra.
Prese a scendere le scale che conducevano al reparto di Magiradiologia, ma nell’udire una voce familiare si arrestò improvvisamente.
« Draco Malfoy? »
Il suo cuore fece un vistoso tuffo e il suo intestino si aggrovigliò rabbiosamente. Si voltò, e riconobbe appoggiata alla ringhiera delle scale una figura femminile. Portava i capelli scuri tagliati corti, il suo naso ricordava vagamente il muso di un carlino e indossava un tailleur grigio perla dal taglio perfetto.
« Pa-Pansy? » esalò Draco, stupefatto.
« Così sembra » replicò lei in tono annoiato, studiandosi le lunghe unghie laccate di rosso. Lui notò il brillio della fede dorata che portava all’anulare sinistro.
Si accertò di essersi ripreso dallo stupore, prima di parlare. « Che cosa ci fai qui? » sibilò freddamente.
Le sopracciglia di Pansy si corrugarono appena. « Sei ancora arrabbiato con me? » chiese.
« Non dovrei? »
« Sono la tua migliore amica! »
Lui sospirò. « Le migliori amiche non rubano la ragazza ai migliori amici » borbottò.
Pansy fece una specie di sorriso. « In amore e in guerra... »
« Piantala » brontolò Draco. « Che cosa ci fai qui, comunque? »
La giovane donna spostò una ciocca di capelli lisci dietro l’orecchio. « Astoria ha avuto un’intossicazione alimentare. Sta al terzo piano ».
Avvelenamento da Pozioni e Piante Velenose.
« Ti cercava. Vorrebbe chiederti scusa ».
Eh?!


****


« Ti è successo qualcosa, Malfoy? Hai una faccia! »
Draco levò le sopracciglia, ricambiando lo sguardo penetrante di Hermione con un’occhiata vagamente infastidita.
« Sto bene » borbottò, prima di tornare a dosare l’Ossofast per Billy Bratchey.
La ragazza era seduta su di uno sgabello accanto al letto del paziente, impegnata ad aggiornare la sua cartella clinica con una grafia minuta e ordinata. Il verde pallido del camice da tirocinante non le donava granché, e i suoi capelli crespi erano raccolti in una treccia arruffata. Tracciò con leggerezza la sua firma discreta, prima di levare gli occhi e puntarli di nuovo nei suoi.
« Sei pallido. Hai fatto colazione, stamattina? »
« Io... »
« Hai un calo ipoglicemico, Malfoy? » intervenne il Guaritore Stuffler, appena sopraggiunto. « Granger, accompagnalo a prendere un té ben zuccherato, che tanto qui è un mortorio ».
Quindici minuti dopo, Draco Malfoy ed Hermione Granger sedevano attorno ad un rotondo tavolino di plastica, seduti sulle scomode sedie della sala da tè per i visitatori – quinto piano.
Il ragazzo guardava ostinatamente fuori dalla finestra, ma con la coda dell’occhio poteva vederla girare il cucchiaino nella propria tazza – in un modo piuttosto diverso da quello prescritto dal Galateo, decisamente. Non che a lui importasse più di tanto.
« Bevi il tuo tè prima che si raffreddi, Malfoy » gli si rivolse Hermione, tranquilla.
Dopotutto, la Granger non pareva riserbargli rancore. E neanche lui, se per questo. Non a lei, ad ogni modo.
Pensò alla faccia ipocrita di Pansy – gli era parsa dispiaciuta sul serio, ma non voleva crederci. Pensò anche al volto sensuale di Astoria, pallido per l’intossicazione alimentare – oppure infuocato e travolgente, come quando facevano l’amore.
No, decisamente no: non era Hermione Granger la persona alla quale portava rancore.
Fu il suono dei wizard-talkie¹ che entrambi portavano attaccati alla veste a distogliere Draco dai suoi pensieri.
« Malfoy, Granger, venite giù immediatamente » tuonò la voce profonda di Herman Stuffler. « Abbiamo un’emergenza ».
Si precipitarono di nuovo in reparto, mollando lì i loro tè e scendendo le scale quattro a quattro. Draco sentiva il cuore in gola, ed Hermione era pallidissima.
Trovarono il Guaritore Stuffler circondato da un manipolo di Medimaghi, tutti radunati attorno al letto del ragazzo che avevano visitato quella mattina. Lui era scosso da violente convulsioni e da forti conati, il suo collo rigido e teso, gli occhi sgranati. Il volto sudato aveva un colorito terreo, un pallore quasi mortale.
« Granger » disse immediatamente Stuffler. « Non era Scronfungulus, io... »
Ma Hermione, un’espressione atterrita dipinta sul volto, aveva portato le mani alla bocca e pareva immobilizzata. Il cuore di Draco pompava sangue a mille nel suo cervello, così si avvicinò al letto, estraendo la bacchetta.
Convulsioni. Collo irrigidito. Vomito.
Improvvisamente, comprese.
« Chimaerae Meningitis²! » disse ad alta voce.
Stuffler strinse appena gli occhi: « Vai a prendere una fiala di antidoto! » gridò. « Svelto! »
Draco obbedì all’istante. Corse come un matto fino alla sala delle scorte, e con le mani che tremavano cercò freneticamente l’antidoto giusto.
« Eccolo » borbottò fra sé e sé, infervorato. « Eccolo! »
Tornò immediatamente nella stanza del paziente. Accanto a lui, il Guaritore Stuffler e una pallidissima Hermione stavano agitando all’unisono le bacchette, mentre i Medimaghi tentavano di inserire una flebo nel braccio del giovane – con non poche difficoltà, visti i sussulti che lo scuotevano.
Draco sapeva cosa fare. Attese che i Medimaghi riuscissero a infilare l’ago nella vena del paziente, quindi attaccò il flacone di antidoto al tubicino della flebo, attendendo con il cuore in gola che la pozione verdastra scorresse. Lentamente, le convulsioni si placarono. A un cenno di Stuffler, anche Draco si unì al loro incantesimo.
Quando il ragazzo riprese a respirare normalmente, chiudendo gli occhi per un sonno ristoratore, i tre abbassarono le bacchette magiche.
Il Guaritore Stuffler si rivolse a Draco: « Complimenti, Malfoy. Ottima... ottima prontezza di spirito. Granger... » – Hermione gli rivolse uno sguardo vagamente timoroso – « Incantesimo eseguito alla perfezione. Bravi tutti e due ».
« Ma abbiamo sbagliato, stamattina... » pigolò la ragazza.
« Il ragazzo è vivo » disse Stuffler in tono appena burbero. « Questo è ciò che conta »
Posò una mano sulla spalla di Draco e una sulla schiena di Hermione, conducendoli fuori dalla stanza e lasciando il paziente nelle mani dei Medimaghi.
Sorrise. « Abbiamo organizzato ai Tre Manici per chi non ha il turno di notte, stasera. Venite? »


****


Draco fu contento di andare a quella uscita, dopotutto. Non l’avrebbe mai ammesso, ma le lunghe serate da scapolo sapevano essere davvero deprimenti – specie quando arrivava Blaise con un porno e del cibo cinese take-away. Davvero, in quei casi Draco si pentiva di aver comprato un videoregistratore.
Così indossò il mantello e i guanti, e si avvolse una sciarpa di cachemire attorno al collo – era pur sempre febbraio, dopo tutto – prima di girare su sé stesso e Materializzarsi nella High Street di Hogsmeade, coperta da un tappeto di neve.
L’aria fredda nella notte gli mozzò il fiato, rinfrancandolo al tempo stesso. Volse il capo in direzione di Hogwarts, che lontana incombeva sul villaggio in tutta la sua magnificenza. Le torri e torrette ancora tremolavano di piccole luci, segno che per gli studenti ancora non era giunta l’ora di andare a dormire.
Un moto di malinconia rigirò il suo stomaco – pensava ai sotterranei, a Pansy e Astoria, a Tiger e alla vita prima del Marchio Nero.
« Nostalgico, Malfoy? »
La voce di Hermione Granger lo riportò bruscamente alla realtà. Si girò verso la ragazza e si rese conto che anche lei fissava il castello come se non riuscisse a distogliervi gli occhi. Sembrava triste. Draco si grattò la testa, un poco a disagio.
« Entriamo? » le propose bruscamente.
All’interno dei Tre Manici di Scopa, la differenza di temperatura rispetto alle esterne strade innevate era notevole. Nella taverna si udiva un parlottare confuso e allegro, le lanterne mandavano vivaci bagliori e riecheggiava il tintinnio di bicchieri e posate.
« Ehi, Granger, Malfoy! » si udì la voce di Herman Stuffler, che agitava vistosamente la mano, alcuni tavoli più in là. « Di qua! »
Draco riconobbe alcuni volti conosciuti, oltre al Guaritore – tre Medimaghi del reparto e una tirocinante che gli pareva si chiamasse Alice Fitzgerald.
« Che cosa ordinate, ragazzi? »
« Un Firewhiskey » risposero lui ed Hermione all’unisono.
Lui le lanciò un’occhiataccia, lei trattenne visibilmente una risata.
Un’ora dopo, erano ancora tutti lì. La conversazione era vivace e divertente, i biccheri si sollevavano e si abbassavano e il naso di Stuffler diveniva sempre più rosso. Draco aveva sorseggiato con calma il suo Firewhiskey, intervenendo di tanto in tanto per dire qualcosa. Hermione invece, con sua grande sorpresa, restò zitta per la maggior parte del tempo.
« Che ti succede, Granger? » le chiese lui a bassa voce, in tono vagamente beffardo. « Un calo ipoglicemico? ».
La ragazza sollevò le sopracciglia: « Per favore, Malfoy, risparmiami questa commedia ».
Lanciò un’occhiata verso il Guaritore Stuffler, prima di tornare a fissare con aria estremamente concentrata il proprio Firewhiskey. Improvvisamente, a Draco parve di comprendere.
« È per la Meningitis di stamattina? » le chiese. Probabilmente era il whiskey a renderlo tanto indiscreto, rifletté.
Hermione non rispose, ma dal modo in cui aggrottò le sopracciglia Draco comprese di aver indovinato.
« È per la Meningitis » ripeté, ma questa volta come un’affermazione.
Lei annuì.
« Non ci ha pensato Lenticchia, a consolarti? »
« Ci siamo lasciati un anno fa ».
« Eh? »
Draco deglutì.
Merda.
Hermione si passò entrambe le mani nella chioma cespugliosa, prima di poggiare entrambi i gomiti sul tavolo e serrare le dita attorno al proprio bicchiere.
« Merlino » disse. « Quel ragazzo ha rischiato di morire ».
Il giovane si sentì un poco in imbarazzo.
« Non è stata colpa tua » replicò bruscamente.
« Sì, invece! » ribatté lei. « Ho sbagliato la diagnosi! »
« Capita a tutti di fare degli errori » le fece notare Draco.
Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a consolare Hermione Granger.
« Avrei dovuto pensarci io, alla Chimerae Meningis » disse lei.
« Anche io » osservò Draco, per poi abbassare il tono della voce. « E soprattutto Stuffler. Se proprio bisogna trovare un colpevole, quello è lui. Noi siamo solo tirocinanti ».
« Abbiamo comunque delle responsabilità ».
A questo punto, il ragazzo non seppe bene come rispondere.
« Com’è che vi siete piantati? » chiese per cambiare discorso.
Hermione bevve un lungo sorso di Firewhiskey e si spostò una ciocca riccioluta dietro l’orecchio, prima rispondere alla sua domanda. « È stato... necessario, direi ».
Draco sollevò le sopracciglia. « E come mai? »
« Prima di metterci assieme, siamo sempre stati amici » sospirò. « Quasi fratelli, o almeno così la pensa Ron. Somigliava troppo a un incesto, credo ».
Il giovane Malfoy annuì, vagamente perplesso. « Capisco », disse.
« No, non capisci affatto » sentenziò Hermione di rimando.
Per una volta, Draco non si sentì di contraddirla.
« E tu? » lo interrogò lei. « Ho sentito che dovevi sposarti... »
« … con Astoria Greengrass, già » concluse Draco in tono indifferente.
« E perché avete rotto il fidanzamento? »
Ecco che cosa odiava di Hermione Granger. Sapeva essere petulante e insistente come nessun altro al mondo, quando ci si metteva.
« Astoria è scappata con Pansy » si ritrovò a confessarle, stupendo persino se stesso.
Hermione aggrottò le sopracciglia. « Pansy Parkinson? Ma pensavo che fossi tu a – »
« Evidentemente la pensava così anche Astoria » commentò ironicamente. « Così ha deciso di prendersela come amante prima che lo facessi io, con ogni probabilità ».
La Granger non rise. « Beh, ecco » cominciò, vagamente esitante. « Come... come stai? »
« Sono qui. Respiro. Bene ».
Lei aprì la bocca per parlare, parve poi ripensarci e la richiuse.
« Comunque Weasley era troppo patetico, Granger » mormorò lui, tentando di cambiare la rotta che pareva aver preso la loro conversazione. « Persino per te ».
Hermione non rispose. Draco ordinò un altro Firewhiskey per sé – lei però gli lanciò un’occhiata eloquente, così ne chiese due.
La situazione, ponderò il giovane, rasentava il ridicolo. Era ai Tre Manici di Scopa in compagnia di Hermione Granger, e le stava confessando le proprie pene.
« Non è stato facile » si ritrovò a dire.
Lei lo guardò con serietà: « Posso capire » commentò con voce roca.
Madama Rosmerta nel frattempo si era avvicinata al loro tavolo, posando i due Firewhiskey di fronte a loro. Alice Fitzgerald salutò cordialmente e se ne andò a casa, seguita da uno dei Medimagi.
« Come è successo? » chiese Hermione. « Insomma, come – »
« Non mi va di parlarne » tagliò corto lui.
La ragazza tacque.
« Ci stai male? » le chiese Draco. « Per Lenticchia, dico ».
Lei sospirò. « Neanche tanto, alla fine. Direi che... che mi dispiace, ecco. Sembrava... sembrava che non sarebbe mai finita ».
Draco annuì. « Lo so ».
Hermione sorrise un po’ tristemente.
« Ti manca? » disse poi. « Hogwarts, dico ».
Il giovane aggrottò le sopracciglia. « A volte » rispose. « A te? »
Lei fissò per un istante il Firewhiskey, vorticante nel bicchiere appena posato sul tavolo.
« Sempre » mormorò poi. « Mi piacerebbe tornarci, a volte ».
« Hai mai pensato di insegnare? » le chiese lui. « Saresti... saresti brava, come professoressa. La McGranitt non ti rifiuterebbe mai, e ho sentito dire che Vitious pensava di andare in pensione ».
« Pensi che non potrei mai fare la Guaritrice? » ribatté Hermione. « Inizio a pensarlo anche io, dopo oggi ».
« Ma non dire stronzate » disse lui. « Non c’è niente che davvero non ti riesca. È per questo che sei insopportabile ».
« C’è il Quidditch » osservò Hermione.
« Vuoi fare la giocatrice di Quidditch, per caso? »
Lei ridacchiò. « Assolutamente no! »
« Allora non c’è problema » concluse Draco. « Dovresti pensarci, sai? »
Gli lanciò un’occhiata vagamente scettica. « A insegnare? »
« Sì ».
Hermione sospirò. « Non sono certa che sarebbe una buona idea ».
« E perché mai? »
« Mi piace lavorare al San Mungo ».
« Non ti piacerebbe lavorare a Hogwarts? »
« Beh, sì, ma... »
« Ma cosa? »
« Non lo so ».


****


Il quattordici febbraio cominciò male fin dal principio.
Draco si svegliò con mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia quotidiana, dopo un sogno estremamente vivido in cui Astoria era nel suo letto e Pansy in esilio in Cambogia. Realizzare che non si trattava della realtà ma delle sue acrobazie mentali non fu affatto piacevole, no.
Fece colazione rapidamente, abbottonò storta la divisa da tirocinante e si Materializzò al lavoro in fretta e furia. Attraversò la finta vetrina dei magazzini abbandonati Purge & Dowse Ltd, per poi ritrovarsi nell’androne dell’ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche, dove lo attendeva una brutta sorpresa.
Fu in quel momento che scoprì di odiare San Valentino. Avevano tutti un’aria estremamente felice e realizzata, l’androne era un tripudio di addobbi rosa e dorati – il San Mungo adesso somigliava più alla sala da tè di Madama Piediburro che a un vero ospedale.
Deprimente.
Non poté che figurarsi il volto di Astoria così come gli era apparso nel sogno – sensuale e autentico. Si ritrovò a pensare che, se Pansy non fosse intervenuta a rovinare tutto, a quest’ora lui sarebbe arrivato al lavoro in perfetto orario, con l’odore di caffé caldo e toast nelle narici. E che magari avrebbe pure sorriso, nel vedere tutti quegli addobbi – avrebbe pensato a lei.
Realizzò improvvisamente che, non fosse stato per la fuga di Astoria con Pansy, a quest’ora lui avrebbe avuto un anello al dito.
« Malfoy, ti senti poco bene? »
Hermione gli sorrise appena. Da quando avevano avuto quella conversazione fin troppo personale – erano trascorse un paio di settimane –, la ragazza gli si rivolgeva cordialmente, ma in tono vagamente distaccato. Draco era lieto che mantenesse tale atteggiamento – in caso contrario, l’avrebbe messo in una condizione di terrificante imbarazzo.
« Sì » grugnì in risposta. « È che tutte queste decorazioni mi fanno venire l’emicrania. Colori troppo squillanti ».
Lei alzò gli occhi al cielo. « Sì, come no. Colori troppo squillanti ».
« Vieni a pranzo con me, oggi? »
Merda.
Lo squadrò, perplessa. « L’hai detto sul serio, Malfoy? »
Draco annuì, pregando che non fraintendesse le sue intenzioni.
Hermione respirò profondamente, prima di parlare: « Non è per un – »
« No, non è un appuntamento » fece lui bruscamente. « Ho bisogno di passare del tempo con qualcuno sano di mente ».
« Eh? »
« Qualcuno che non urli, strilli, guardi film porno o mangi cibo cinese. O che non vomiti cuoricini quando parla ».
Lei sorrise. « Allora ci sto ».
Non avrebbe dovuto temere che fraintendesse le sue intenzioni. Era Hermione Granger, dopotutto, la strega più brillante che – purtroppo – conoscesse. Sì sentiva appena più leggero, nel dirigersi al suo fianco verso il reparto Batteri Magici.


****


« Che cosa vi porto? »
« Per me un’insalata mista con salsa di mele, grazie! » rispose Hermione, rivolgendo alla cameriera un gran sorriso.
Draco lanciò un’occhiata al menu. « Zuppa di porri » borbottò, abbastanza sbrigativamente.
Sentì la disapprovazione della collega trapassarlo da parte a parte come una lama davvero molto affilata.
Alzò gli occhi al cielo. « Per favore » aggiunse fra i denti.
Quando la cameriera se ne fu andata, Hermione sospirò. « Se quella era gentilezza, te la potevi anche risparmiare ».
« Certo! » replicò lui in tono sarcastico.
« Mi hai chiesto di venire a pranzo con te per litigare? »
Draco contrasse appena la mascella. « No, certo che no ».
Si guardò intorno, nella sala da tè dell’ospedale. Che fungeva anche da mensa o caffetteria, a seconda dell’ora della giornata. Gente di ogni tipo si mescolava ai Guaritori, ai Medimagi e ai Tirocinanti – i dipendenti dell’ospedale erano come macchie di colore, con le loro divise verde limone, verde mela e verde pallido.
« Ecco » disse la cameriera, depositando le loro ordinazioni – che avevano tutta l’aria di non essere un granché – sul tavolino di plastica.
Draco notò con orrore che un filo d’olio era stato deposto sulla sua zuppa a delineare la sagoma di un cuore. Si avvide che sull’insalata di Hermione la salsa di mele era disposta allo stesso modo.
Dovette essersene accorta anche la ragazza, poiché levò la testa e scambiò con lui uno sguardo decisamente abbattuto – e anche infastidito. Draco pensò che avrebbe voluto schiantare il cuoco e la cameriera.
Lo disse: « Vorrei schiantare il cuoco e la cameriera ».
Si aspettava che Hermione lo rimbeccasse acidamente, e invece lei gli lanciò uno sguardo comprensivo. Presero a mangiare entrambi, in silenzio – Draco seppe di non essersi sbagliato: la sua zuppa di porri era disgustosa.
« Chi è che vede film porno e mangia cibo cinese? » chiese improvvisamente la collega.
« Blaise ».
Hermione parve perplessa. « Zabini? »
« Proprio lui ».
Assunse un’espressione un poco buffa. « Lo facevo un tipo più raffinato » commentò. « Non da film porno o quel che sia ».
Draco sospirò: « La cosa peggiore è che costringe anche me a vederli. Le chiama serate da scapoli ».
« Ha un senso dell’umorismo davvero pessimo » osservò Hermione.
Lui non poté che dirsi d’accordo, e lei non poté che scoppiare a ridere.
« Ti manca? » chiese poi. « Astoria, ti manca? »
« Da morire » disse lui. « Da morire ».
Il lunedì successivo, dopo aver brontolato per mezz’ora in maniera decisamente poco dignitosa affinché non fraintendesse, la invitò nel proprio appartamento per vedere un film giallo.


****


« Saremmo dovuti essere amici » disse Hermione, pensosa, mentre rimettevano ordine nell’armadio degli antidoti. « Prima, dico ».
Ormai era finito febbraio e passato marzo, e anche quasi tutto aprile era trascorso. Le vacanze di Pasqua erano passate senza che se ne avvedessero, visto che nessuno dei due era riuscito a ottenere le ferie.
I film gialli erano aumentati a dismisura. Davvero, Draco non pensava che ne esistessero così tanti – e sperava non finissero mai, poiché temeva che con loro anche quella strana amicizia che era nata chissà come avrebbe avuto termine.
Il loro era un rapporto strano, decisamente. Draco avrebbe voluto stare zitto, ma apriva bocca e le parole uscivano come un fiume. Hermione, invece, sapeva essere molto più silenziosa e comprensiva di quanto egli mai avrebbe creduto. Non avevano cessato di chiamarsi per cognome – probabilmente doveva esser diventata un’abitudine a loro tanto intrinseca che non se ne sarebbero liberati mai. Neanche dopo mille anni di amicizia.
Luna Lovegood si era unita a loro, qualche volta, così come ogni tanto anche Theo aveva fatto parte della compagnia. Draco sapeva che Hermione mal avrebbe sopportato il trascorrere del tempo con Gregory e Blaise, così come lei era cosciente che non sarebbe stata una buona idea somministrare a lui dosi troppo massicce di Potter o Weasley.
« Non capisco come tu faccia ad essere ancora amica di Lenticchia, piuttosto » borbottò quel giorno, risistemando con un colpo di bacchetta un’etichetta che si era staccata dalla fiala che stava mettendo a posto.
Lei scrollò le spalle. « Non riesco a farne a meno, ecco tutto ».
Draco sollevò le sopracciglia: « Mi sembra comunque assurdo. Un conto è con Potter... quello non funziona senza di te. Ma Lenticchia... »
« Smettila di chiamarlo così » lo punzecchiò lei. « E non essere geloso ».
Il giovane Malfoy sbuffò.
« Senti » fece Hermione. « Prima di innamorarmi di Ron, gli ho voluto bene per molto tempo. E adesso che non lo amo più... quel bene è rimasto ».
« Io non sopporterei di essere ancora amico di Pansy o Astoria ».
« Beh, e c’è anche un motivo » disse la ragazza. « Ron non mi ha tradita con Harry, o sbaglio? »
Draco si chiese come diavolo facesse ad avere tatto anche quando parlava tanto schiettamente. Blaise, ad esempio, riusciva a essere indelicato persino se si parlava del tempo.
« Ci siamo lasciati e basta » riprese lei. « Senza rancori, come amici ».
« Io odio Pansy ».
« È perché sei ancora innamorato di Astoria ».
Draco si accorse improvvisamente di non essere più innamorato di Astoria.
« Ho trovato una nuova serie di polizieschi » disse a Hermione.
Si videro quella sera, nell’appartamento di Draco. La ragazza aveva portato del cibo take-away – fish and chips, rigorosamente non cinese – e lui le offrì del Firewhiskey. Era un loro teatrino quotidiano: il giovane che le proponeva il Firewhiskey, lei che rifiutava gentilmente e lui che tirava fuori delle Burrobirre.
Quella sera, Hermione lo accettò. Draco si accorse che pareva davvero abbattuta.
« Che è successo? » le chiese bruscamente. Le faccende psicologiche altrui lo mettevano in imbarazzo, da quando era cominciato a importargliene qualcosa.
Lei scosse la testa, per poi bere dal bicchiere che lui le porgeva.
« Ron » mormorò poi.
Draco aggrottò le sopracciglia. « Che cosa ha fatto? »
« Niente » fece lei. « Ha chiesto a Katie Bell di sposarlo ».
« Ha chiesto... Cosa?! »
« Ha chiesto a Katie Bell di sposarlo » ripeté Hermione con una vocina piccola piccola.
Al ragazzo parve che il suo cuore rimbalzasse forsennatamente per la gabbia toracica. Riempì il bicchiere di Hermione ancora, pensando che se lei avesse voluto sposarsi, lui si sarebbe offerto volontario.
Quella sera, Draco si accorse improvvisamente di essere innamorato di Hermione.
Il lunedì successivo, Hermione giunse in ospedale con i capelli più in disordine del solito e un’aria infervorata.
« Katie mi ha chiesto di farle da damigella! » esclamò stizzita, mentre cercava di radunare le chiome con un elastico – era tutta rossa in faccia. « Insomma, ma io dico! »
Draco chiuse la Gazzetta del Profeta, che stava leggendo mentre attendeva il suo arrivo, e la fissò per qualche istante.
« Che cosa è successo? » chiese poi. « Con calma, possibilmente, Granger ».
« Non mi parlare così! » protestò Hermione. « Katie Bell, la fidanzata del mio ex-fidanzato... mi ha chiesto di farle da damigella! Ma ti sembra normale?! »
A Draco non sembrava affatto normale, ma per qualche misteriosa ragione le parole che gli uscirono di bocca furono altre. « Beh » disse lentamente. « Puoi chiederle di fare la damigella al tuo di matrimonio ».
Lei gli lanciò un’occhiataccia. « Ti sembra il momento per fare dell’ironia? »
« Hermione, stai esagerando ».
Si rese conto che non l’aveva mai chiamata per nome, prima di quel momento. Lei neanche parve accorgersene, e Draco si sentì immensamente depresso.
No. Non me ne importa niente, questa è la verità.
Quando realizzò che mentire a se stesso non funzionava, pensò di essere davvero nei guai.


****


« Sei nei guai » disse Stuffler. « Con Hermione, dico ».
Draco lo guardo con tanto d’occhi.
« C-Cosa... »
Il Guaritore ridacchiò. « Guarda che me ne sono accorto benissimo! »
« Di cosa? » replicò il ragazzo, costringendo il proprio volto a mantenere un’espressione impassibile.
Si trovavano nella sala da tè dell’ospedale – anche se a quell’ora di mattina sarebbe stato più opportuno chiamarla caffetteria. Herman aveva deciso di lasciare Hermione alle brighe di un’anziana signora terribilmente testarda, affetta da una forma lieve di Spruzzolosi, e si era trascinato dietro Draco fino al terzo piano.
« Allora » disse Stuffler. « Hai già elaborato un piano di conquista, Malfoy? »
« Un... cosa?! »
« Sai dire qualcosa che non sia cosa, Malfoy? »
« Io... »
« La ami? »
« No. Non lo so » si passò una mano sulla fronte. « Sì, credo di sì ».
Gli rivolse un gran sorriso. « E allora devi trovare un modo per conquistarla! »
« No » si affrettò a dire Draco. « Non credo che – »
« Ragazzo, Hermione Granger è una creatura estremamente geniale. Ma non mi pare tanto sveglia, per le faccende di cuore... »
« Sì che lo è, invece! Lei – »
« … quando la riguardano da vicino » concluse l’uomo.
Draco sospirò pesantemente. « Pensa che dovrei dirglielo? »


****


« Granger, vuoi venire a cena da me, questa sera? »
La vide sorridere. « Certo, Malfoy. Siamo sempre a cena insieme, no? »
Lui scosse la testa. « A cena in quel senso, intendevo ».
Di certo era riuscito a sorprenderla. Hermione boccheggiò per qualche istante, prima di rispondere: « Io... »
« Ti passo a prendere alle sette » concluse Draco, e se ne andò prima che lei avesse il tempo di ribattere. Si sentiva di nuovo se stesso.
Passò a prenderla alle sette. Hermione era pronta, esattamente di fronte al portone della palazzina in cui abitava. I capelli cespugliosi erano sciolti e appena puliti, ed era vestita alla Babbana – con dei jeans, delle ballerine e una camicetta a fiori. Senza una parola, poggiò una mano sul suo braccio e attese che si Smaterializzassero.
Riapparvero di fronte ai Tre Manici di Scopa. Draco si meravigliò di quanto Hermione fosse strana e taciturna, quella sera.
Probabilmente è confusa, gli suggerì una vocina dentro di lui.
Draco poteva capirla, lui stesso si sentiva più confuso che mai – aveva smesso di pianificare troppo, infatti. Agiva d’istinto in un modo che sua madre avrebbe certamente disapprovato. Così come avrebbe disapprovato Hermione, ma non gli importava più di tanto.
« Malfoy » cominciò la ragazza, non appena si furono seduti a un tavolo del locale. « Io non – »
« Ascoltami » la interruppe lui. « So che è improbabile, ma... ecco. Io non ti direi che stare con te sembra a un incesto. Sarebbe assurdo. E te non fuggiresti mai via con Pansy Parkinson ».
« Neanche sotto tortura » convenne Hermione,
« E poi nessuno dei due vede film porno, o mangia cibo cinese... »
« .. o strilla e urla ».
« Oppure vomita cuoricini quando parla ».
« Tu vomiti vipere, semmai » osservò Hermione.
« Weasley vomitava lumache » le fece notare Draco. « Rappresenterebbe già un miglioramento ».
Nel frattempo si era avvicinata Madama Rosmerta. « Vi porto qualcosa da bere, ragazzi? »
« Una Burrobirra » disse Draco.
« Un’Acquaviola, per favore » chiese Hermione.
Si guardarono.
Il giovane sospirò. « Due Firewhiskey³ ».
Attesero in silenzio le bevande. Quando Madama Rosmerta tornò al tavolo con due boccali colmi di liquore, Draco sollevò il proprio.
« Al whisky » disse.
« Al whisky » gli fece eco Hermione.
Un’ora dopo, la conversazione stava degradando penosamente verso il ridicolo, e i brindisi si erano succeduti senza tregua – sempre più insoliti e strani.
« A Pansy! » biascicò Draco. « E all’anello che lei e Astoria portano al dito ».
« A quello che porterà Katie! » esclamò a lei. « Quello che Ron le metterà al dito! »
« Al Guaritore Herman Stuffler ».
« Alle vipere ».
« Ai film gialli ».
« A San Valentino ».
« Allo Scrofungulus... lo Scrofungulus cutaneo... »
« … nella forma 35a ».
« Hermione... »
Assaporò il suo nome con calma, facendolo scorrere fra la lingua e il palato. Non ci capiva granché, no... gli pareva di avere la testa pesante. Talmente pesante che ondeggiava pericolosamente da una parte all’altra.
« Mi si sta staccando la testa, Hermione! »
Lei scoppiò a ridere, un po’ senza senso. « No che non ti si stacca! Al massimo dondola... vedi, anche la mia. Dondola, dondola ».
Lui sospirò e si batté l’indice sulla guancia. « Sai, Hermione. Sai a cosa pensavo l’altro... l’altro giorno? »
Un’altra risatina di gola la scosse. « No, non lo so. Sembra strano, sai... ma non so. Non so molte cose! »
« Pensavo... »
« Quando lo pensavi? »
« L’altro giorno, no? »
Hermione annuì. « Ho capito. Quando parlavo di Katie e tu eri antipatico ».
Annuì anche lui. « Sì, hai capito. Io pensavo che se proprio vuoi sposarti, posso sposarti io. E allora Katie farà la damigella ».
« Alle damigelle! »
« Ai matrimoni ».
« Che cosa stavi dicendo? »
« Sposami, Hermione. Sono... sono innamorato. Di te.
La ragazza levò il bicchiere. « Agli innamorati ».
Passò un’altra ora, prima che uscissero dal locale. Nel frattempo la mente di Draco si era schiarita un poco, quindi aveva convinto Hermione a mangiare qualcosa. Sembrava abbastanza lucida, adesso, e il giovane davvero non riuscì a capire se avesse compreso o meno le sue parole.
Lo capì quando si Materializzarono nel suo appartamento. Hermione lo afferrò per il bavero della giacca e lo guardò dritto negli occhi.
« Ti amo, Draco Malfoy. Capito? E tu azzardati solo a dire che sembra un incesto e... »
« … e tu non fuggire con Pansy. O con Ginny Weasley. O con Potter. O con chiunque altro ».
« Non lo farò! » esclamò Hermione, e scoppiò a ridere di nuovo. « Non lo farò mai! »
Le sue dita erano scivolate via dalla giacca, ma lei ce le piazzò di nuovo e lo tirò verso di sé, spingendolo contro lo stipite della porta e stropicciando la stoffa.
« Io ti amo » ripeté. « E ti sposerò, se me lo chiedi! »
« Te lo chiedo ».
« Okay, allora sposiamoci! » lo baciò appena. « Fuggiamo e sposiamoci ».
Fece per allontanarsi, ma Draco le circondò la vita con le braccia e la strinse ancora contro di sé.
« Io ti sposo » disse. « Se tu mi baci ».
Lo baciò. E per quella sera, non parlarono più.


****


Si sposarono a maggio. Pansy Parkinson fece loro da testimone, e così Ginny Weasley. Si dice che Harry Potter abbia avuto paura che la propria fidanzata fuggisse con la Parkinson, ma a detta di Blaise Zabini non c’era alcun rischio, perché – come disse – Pansy si era innamorata di Astoria come una pera cotta.
Per quanto riguarda Blaise, finì per scoprire che quella di Astoria non era l’unica sessualità ballerina, e si innamorò di Theodore Nott. Quest’ultimo, inizialmente reticente, finì per considerare l’omosessualità un’opportunità convincente. Andarono in vacanza alle Hawaii e non si seppe nulla di loro per diversi mesi.
Tornarono che Hermione era incinta, e Gregory Goyle aveva sposato Daphne Greengrass. Ron e Katie aspettavano un figlio e Neville Paciock aveva chiesto a Luna Lovegood di passare con lui il resto dei suoi giorni.
Poi Narcissa morì, e poche lune dopo nacque la bambina di Draco ed Hermione, che fu chiamata Andromeda. Draco disse che sua madre ne sarebbe stata felice.


FINE


Fanfiction partecipante del Lovely Valentine - II edition, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »





¹ Wizard-Talkie: sono una mia invenzione, dovrebbero essere la versione magica dei walkie-talkie Babbani.
² Chimerae Meningitis: Meningite della Chimera.
³ Questo dialogo fra Draco ed Hermione ne riprende uno di Sex and the City fra Carrie e Big.


Note dell’Autrice
Ho sempre pensato che avrei scritto una Dramione, prima o poi, ed eccomi qui. Come avrete capito, è la prima volta che scrivo su questo pairing, e spero che ne sia risultata una storia decente. Sicuramente a scriverla mi sono divertita da morire, e spero che nel leggerla vi siate divertiti altrettanto.
Joie,
Daph

   
 
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