Ho scritto la storia per il Look at me - contest.
La giudiciA è scomparsa ma abbiamo trovato una sostituta mooolto professionale, rapida e seria che ringrazio - mi sarebbe dispiaciuto chiudere l'ennesimo contest con una sparizione...Nella mia storia doveva esserci:
- uno sguardo tra la coppia Ginny/Harry;
- il prompt neve;
- la canzone Quello che le donne non dicono di Fiorella Mannoia (inserita come preferivo. Una frase, una citazione, tutta...)
- l'aforisma di Elbert Hubbard "chi non comprende il tuo silenzio
probabilmente non capirà nemmeno le tue parole"
- l'immagine neve
NdA:
La storia è ambientata in un ipotetico 7° anno, in cui tutti
i nostri eroi sono tornati ad Hogwarts per finire gli studi.
In corsivo ho evidenziato le parole non dette di Ginny e il suo ricordo.
Buona lettura...
Quello che le donne non dicono
Era nevicato copiosamente quella notte. Il parco era completamente
ricoperto da una morbida coltre bianca.
Pensava a questo Ginny
Weasley, mentre si avvicinava al lago ghiacciato, soffiandosi sulle
mani per non congelare.
Harry a colazione le aveva detto che aveva bisogno di parlarle, che
l'avrebbe aspettata fuori.
La ragazza non aveva provato una buona sensazione a sentire quelle
parole.
Quando arrivò in vista dello specchio d'acqua distinse prima a
malapena, poi in modo sempre più chiaro la figura del ragazzo che
camminava nervosamente... e provò uno strano e prolungato brivido.
Non era solo l'effetto normale che le faceva, ogni volta, posare gli
occhi su di lui; non era semplicemente amore, stavolta c'era
dell'altro.
Paura, anticipazione, rassegnazione...
Non riusciva a liberarsi da quel brutto e indefinito presentimento
che l'aveva colta nel ricevere l'invito di Harry pochi minuti prima.
Lui alzò la testa quando avvertì la presenza di lei.
I loro occhi si incontrarono, verde nell'azzurro.
Bastò un attimo, e Ginny seppe di avere ragione.
Prima ancora che lui parlasse, prima ancora che pronunciasse a voce
alta una singola parola, lei seppe che il suo sesto senso non si era
sbagliato.
"Devo andare via...", solo un sussurro, ma per la giovane
fu come un grido che riempie la notte muta. Poi Harry tornò a
guardare lontano, dandole le spalle.
Perché Harry, perché?
Non conto niente, io? Non contiamo niente, noi?
Ci deve sempre essere qualcosa che passa in primo piano?
Milioni di esternazioni come queste vorticavano nella mente di Ginny, ma lei non disse una parola.
* * * * * * * * * * *
Una volta, quando era molto piccola, nonna Weasley l'aveva presa
sulle ginocchia.
Accarezzandole la testolina rossa, le aveva parlato come si
farebbe ad un adulto – e la bambina aveva apprezzato non poco. Non
era semplice essere presa sul serio, con quella squadra di fratelli
maschi a occupare la scena.
"Ricorda, Ginevra", le aveva sussurrato la vecchia
signora, "chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non
capirà nemmeno le tue parole."
All'epoca, non aveva capito cosa significasse quella frase.
L'aveva dimenticata nel giro di pochi minuti, presa dai suoi
giochi e problemi infantili.
* * * * * * * * * * *
Sulle sponde del Lago Nero ghiacciato, quel ricordo che pensava
perduto le era tornato chiarissimo alla mente. Aveva annuito,
stavolta, finalmente conscia del senso di quel monito.
Ed era rimasta in silenzio.
Harry si era voltato di nuovo verso di lei.
Gli occhi verdi mostravano tutta la sua sorpresa. Di certo si era
aspettato ben altra reazione.
Ma la giovane non aveva emesso nessun suono, si era limitata a
ricambiare lo sguardo, provando a trasmettere al ragazzo tutte le sue
emozioni in quel semplice contatto di occhi.
Dopo qualche attimo di immobilità Harry aveva sorriso.
Ginny pure aveva sorriso.
Lui aveva capito quello che lei voleva dire, nonostante il silenzio
tra loro.
Il ragazzo aveva colmato con due rapidi passi la distanza che li
separava.
L'aveva presa tra le braccia.
Togliendole un solitario fiocco di neve dai capelli rosso vivo, si
era fatto vicino al suo orecchio.
Le aveva sussurrato solo: "Tornerò."
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *