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Autore: bulma_89    03/02/2012    12 recensioni
Caroline Forbes si sentiva strana.
Era passata circa una settimana da quel suo pessimo diciottesimo compleanno e lei non riusciva a lasciare andare le sensazioni e le emozioni che aveva provato quel giorno.
...Da quel momento in poi non aveva potuto fare a meno di pensarci. Klaus era sempre nei suoi pensieri, ogni volta che accarezzava distrattamente il bracciale di diamanti...
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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Alla ventesima chiamata Caroline decise di rispondere.

― Tyler, che c’è? ―, chiese.

Finalmente Care! E’ tutto il giorno che ti cerco. Ma che fine hai fatto? Siamo tutti preoccupati per te ―.

― Ho bisogno di starmene un po’ da sola Tyler… ―.

So quello che è successo ―.

― Se lo sai allora è meglio che non mi cerchi  per un po’ ―.

No Caroline, voglio solo parlarti. Dimmi dove sei ―.

― Lontano, molto lontano ―.

Dove?

Caroline sbuffò. ― In Italia, a Roma ―.

― Perfetto! Ti raggiungo li allora ―.

― Aspetta Tyler, ma che stai dicendo? Come mi raggiungi qua? ―.

Prendo il primo aereo, quando sono all’aereoporto ti chiamo ―.

― Tyler no! ―, aggiunse Caroline, ma il ragazzo aveva giù chiuso la conversazione.

Caroline fece un grosso respiro e scosse la testa.

Evidentemente non riusciva proprio a starsene da sola.

 

Camminava in tondo davanti al Colosseo, mentre aspettava l’arrivo di Tyler che l’aveva chiamata qualche ora prima dicendole di essere arrivato.

“ Ci ha messo relativamente poco dall’America”, pensò Caroline continuando a camminare.

Poi un pensiero le baluginò nella mente. “ E se dietro a tutto questo ci fosse Klaus?”.

Mossa sbagliata, appena il nome Klaus si fece largo tra i suoi pensieri capì di aver infranto la promessa che si era fatta appena qualche giorno prima: Non pensare affatto a lui.

Eppure era difficile, se non impossibile, visto che anche il fatto che fosse andata a Parigi e poi a Roma era un po’ merito di Klaus. La sera del suo compleanno, infatti, quando lui l’aveva salvata, le aveva parlato di città grandiose e posti che meritavano di essere visti. Poi quando si erano scambiati il sangue i suoi ricordi erano entrati in lei e l’avevano inconsciamente spinta verso i luoghi in cui lui era già stato.

Si torturò le mani, agitata. Non sapeva se essere contenta di questa improvvisata di Tyler oppure no.

Si erano dati appuntamento davanti al Colosseo e Tyler era già in ritardo di dieci minuti. Proprio Caroline non sapeva cosa aspettarsi.

Finalmente lo vide arrivare, aveva le mani in tasca ma le estrasse per abbracciarla non appena la vide.

― Caroline! ―, esclamò, il suo viso era sinceramente felice di vederla.

Anche lei sorrise ed andandogli incontro si fece abbracciare.

Tyler la guardò negli occhi. ― Caroline ma… Come ti è saltato in mente di venire qua? Siamo stati tutti in pena per te, soprattutto tua madre ―.

Caroline distolse lo sguardo e si ritrasse dall’abbraccio.

― Avevo bisogno di tempo per riflettere ―.

― Caroline ―, iniziò Tyler scuotendo la testa.

― Mi dispiace di essere stato così stupito da pensare che… ―.

Caroline lo guardò, attenta.

― Cosa Tyler? ―.

― Da pensare che tu avessi potuto, si insomma, stare con Klaus ―.

Caroline scosse la testa e sorrise sorpresa; ― Cosa intendi dire―.

Intanto intorno a loro i turisti si affannavano a scattare foto al monumento beandosi di quella perfetta giornata di sole.

Tyler strinse le spalle di Caroline e la guardò dritto negli occhi.

― Lui mi ha detto tutto, Caroline, mi ha detto che ti ha soggiogata per stare con lui, che altrimenti tu non avresti mai ceduto ―.

Caroline impallidì e confusa voltò le spalle al ragazzo.

― Ti ha detto proprio così? ―.

― Si. E’ stato meschino da parte sua fare una cosa del genere, veramente di bassissimo livello.

Ma, evidentemente ha deciso di rimediare perché mi ha espressamente chiamato da Parigi per raggiungerlo ―.

Uno strano e fastidioso groppo alla gola invase Caroline. Cercò di scacciarlo ma non riuscì.

― E dov’è lui, adesso?  ―, chiese con voce tentennante.

― All’aeroporto. Siamo arrivati insieme a Roma ma poi lui ha detto che se ne sarebbe andato per un po’, da solo ―.

― Dove? ―, chiese Caroline concitata, voltandosi di nuovo verso di lui.

Tyler scrollò le spalle; ― Non lo so Caroline, non me l’ha detto. Ma non devi aver paura, io ti aiuterò a dimenticare quello che hai dovuto subire ―.

L’abbracciò, stringendola a sé. ― Mi dispiace tantissimo, Care… ―, sussurrò accarezzandole i capelli.

Caroline rimase immobile e fredda come una roccia, sommersa da un tumulto di emozioni da cui non riusciva a districarsi. Capì però qualcosa, con nitidezza. Quello che sentiva per il ragazzo che la stava abbracciando era affetto sincero, profonda amicizia, ma non era affatto amore.

L’amore era il sentimento disperato che sentiva di provare nei confronti dell’ibrido che stava partendo. Sarebbe stato facile fare finta di niente e lasciarlo andare. Ma l’avrebbe mai dimenticato veramente?

“ No”, la risposta si palesò lampante nella sua mente. Doveva fare in fretta.

Si staccò bruscamente da Tyler e lo guardò; ― Mi dispiace Tyler, io devo andare ―.

Lui la osservò stupito; ― Dove Care? ―.

Lei scosse la testa e prese a cercare un taxi con frenesia.

― Da lui. Non è così, non mi ha mai soggiogata! ―.

― Care ma che dici! ―, gridò Tyler mentre la ragazza si allontanava a fermare un taxi.

― Tyler perdonami! Ma io lo amo ―, disse Caroline un secondo prima di salire sull’auto.

Tyler rimase immobile e la osservò andare via, sconfitto.

 

L’aeroporto era pieno zeppo di gente e Caroline si sentì subito sconfortata. Come avrebbe fatto a trovarlo in mezzo a tutto quel marasma? Magari se n’era già andato…

Chiuse gli occhi e tentò di fare l’unica cosa sensata in quel momento: sfruttare i suoi sensi da vampira. Aveva un super olfatto, una super vista, era ora che li usasse!

Pensò a Klaus, come poteva trovarlo? Cosa c’era di lui che si ricordava così bene da…

“ Ci siamo!”, pensò poi, quasi saltellando. “Il suo profumo, l’aroma inconfondibile del suo sangue…”. Soltanto quel piccolo pensiero bastò e farle venire i brividi e a tormentarla con scene piuttosto scandalose.

Scosse la testa e si concentrò. Non era una cosa facile, visto l’immane quantità di persone e quindi di sangue e profumi diversi presenti in quel luogo. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e dopo circa un minuto lo avvertì; il sollievo le diede quasi alla testa.

Aprì la palpebre e si volse nella direzione dalla quale proveniva il suo odore. Dalla fila per le prenotazioni dei voli, evidentemente Klaus stava ancora scegliendo dove andare.

Caroline si diresse li di filata ed osservò ogni persona della fila, scavalcando tutti e beccandosi anche qualche ingiuria.

― Ehi signorina! Si rimetta al suo posto! ―.

― Ma che modi, che screanzata ―.

― Queste ragazze moderne… ―, aggiunse un’anziana signora.

Sorry, sorry… ―,balbettò Caroline che non capiva quello che le era stato detto ma lo intuiva con facilità.

Finalmente lo vide, era quasi in cima alla fila, prossimo a prenotare il suo volo. Davanti a lui solo una famiglia con una bambina.

― Klaus! ―, esclamò Caroline.

Lui si voltò, stupito. Rimase per un istante a guardarla e poi si volse nuovamente.

― Cosa ci fai qui. Perché non sei rimasta con Tyler ―. Il suo tono era piatto, privo di vita.

Una piccola ferita si aprì nel cuore di Caroline.

― Non sei contento di vedermi? ―.

― E perché dovrei. Ti ho ridato quello che volevi, pensavo ti bastasse ―, rispose lui senza guardala.

― Klaus tu gli hai mentito, ma l’hai fatto per me… Ti ringrazio ma io non posso stare con lui ―.

L’ibrido si voltò verso di lei. ― E perché mai ―.

Intanto la famigliola davanti aveva finalmente deciso dove andare. Tirarono fuori i documenti per le prenotazioni.

― Perché non lo amo. E’ assurdo ma penso proprio di essere innamorata di te ―.

Gli occhi di Klaus tradirono un lieve sussulto.

― Vattene Caroline. Non sono io sono quello giusto per te, l’hai detto tu stessa ―.

La ragazza fu presa dall’angoscia; afferrò il braccio di Klaus e lo strinse.

― Forse tu non mi ami, questo lo so. Ma io si e in ogni caso volevo dirtelo ―, disse, cercando gli occhi dell’ibrido.

― Care ―, Klaus passò un dito sulla guancia di Caroline.

― Non era mia intenzione amarti. Era l’ultima cosa che pensavo di fare ed è anche l’unica cosa che non sono riuscito a controllare. Tu hai preso del potere su di me e per me è una cosa assurda e fa male. Fa male pensare che dopo secoli la mia vita possa dipendere da te. Io voglio che tu stia bene e di certo non succederà se rimani con me ―.  

― Ma tu ormai sei dentro di me, il tuo sangue è dentro di me, i tuoi ricordi sono dentro di me…

 Io voglio stare con te, Klaus. L’amore è una cosa bella, non è una debolezza… ―.

La famiglia davanti a loro pagò e se ne andò. L’impiegata dell’aeroporto guardò i due americani e sospirò. Quel giorno non aveva potuto vedere la solita puntata di “Centovetrine” ma evidentemente stava assistendo a qualcosa di altrettanto strappalacrime. Era ovvio che quei due spasimavano l’uno per l’altra. L’unica cosa strana era che l’uomo parlava di “secoli di vita”. Bah, doveva essere un tipo singolare. Comunque dietro di loro c’era la fila ed anche se era bello starli a sentire dovevano darsi una mossa.

― Ehm, scusate, signore ha deciso che volo prendere? ―.

Klaus lanciò un’occhiataccia alla dipendente.

― Non ancora ―.

Lei scrollò le spalle; ― Le do soltanto un minuto ―.

Klaus la fissò; se solo avesse saputo a chi stava parlando… Ma in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare. Caroline, davanti a lui le stava offrendo il suo amore. Sarebbe stato egoista per lui prenderlo, catturarlo e tenerlo con sé ma era proprio quello che voleva fare. Dopotutto l’egoismo era un piccolo viziaccio al quale non voleva rinunciare.

― Scusami… ―, riprese Caroline, ― Avevo paura dei miei sentimenti per te quando a Parigi ti ho allontanato da me ―. La ragazza passò poi la sua mano su quella di Klaus, lievemente.

Quel piccolo contatto bastò a lui per decidere; prese la mano di Caroline e se la portò alle labbra. Chiuse gli occhi e la baciò con dolcezza.

― Dove vuoi andare, dolcezza? ―.

Caroline rise di gioia.

Klaus aprì gli occhi, guardandola intensamente.

― Mi dispiace interrompervi nuovamente ma la fila dietro di voi si è fatta recalcitrante. Dove vuole andare signore? ―, riprese l’addetta dell’aereoporto.

― Care che ne dici di riprendere da dove siamo rimasti l’ultima volta che ci siamo visti? ―.

― Stai dicendo che… vuoi tornare a Parigi? ―, rispose Caroline con occhi lucidi.

Klaus sogghignò e si rivolse all’impiegata. ― Due biglietti per Parigi. Solo andata ―.

Dentro di sé la donna sospirò e pensò “ Era ora!”.

 

 

 

 

N.d.A. : Okay, forse questo finale è troppo idilliaco quando si parla di Klaus… Ero indecisa, avevo pensato di farli soffrire ancora un po’, poi però avevo già scritto questo cap…

Voi cosa ne pensate?

Spero di non avervi deluso!

Cmq questo non sarà l’ultimo capitolo… ;-), quindi rimanete con me!

 

Lua

   
 
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