I'LL
BE
HOME FOR CHRISTMAS
"Vediamo chi di voi sa dirmi quale
ingrediente essenziale ho usato per annullare gli effetti di quel
particolare
distillato della morte vivente." seduto sull'espresso per Hogwarts che
riportava i ragazzi a Londra per le vacanze natalizie, il professor
Lumacorno
guardava con aria compiaciuta gli studenti del Lumaclub.
Tracey Davis approfittò della copertura
offerta dalla selva di braccia alzate per abbandonare il vagone: quella
riunione si stava prolungando un po' troppo per i suoi gusti e lei era
solo
ansiosa di arrivare in fretta a casa per trascorrere il Natale in
famiglia.
Adorava il Natale più di ogni altra festa: se
solo chiudeva gli occhi, le passavano nella mente le immagini di lei
bambina
che addobbava l'albero o che cucinava i biscotti al cioccolato ed il
pudding
con sua mamma. Quella magia non l'aveva mai abbandonato, il Natale
riuniva in
sè tutto ciò che Tracey considerava "bello".
Quasi tutti i vagoni erano pieni, o comunque
troppo affollati di studenti schiamazzanti per i suoi gusti.
Evidentemente, i
prefetti avevano di meglio da fare che mantenere una parvenza d'ordine.
Dovette
percorrere quasi tutto il treno per trovare uno scompartimento
semideserto,
occupato solo dal suo compagno di casa, Theodore Nott, intento a
completare una
relazione di astronomia.
"Wow, come hai fatto a non far sedere
nessuno qua?"
Il ragazzo si strinse nelle spalle "Ho
minacciato di affatturare chiunque osasse farlo."
"Capisco, allora mi cercherò un altro
posto." Tracey fece per richiudere la porta dello scompartimento,
quando
le parve di udire un flebile "no". La riaprì, per vedere il
compagno
di casa sgomberare il sedile di fronte dalle carte astrali. "No,
resta...
puoi restare... se vuoi. - parlava piano, scegliendo e soppesando con
cura le parole
- Tu non mi dai fastidio." concluse.
Fastidio? Era questo che provava Nott nei
confronti degli altri? Sembrava proprio di sì e Tracey si
accorse che quel
sentimento li accomunava: anche lei provava molto fastidio quando Pansy
Parkinson diceva a voce alta a Millicent Bulstrode che lei proprio non
riusciva
a capire come ci potessero finire dei mezzosangue a Serpeverde.
Fastidio quando
nel silenzio che la circondava, Tracey capiva che quello era il
pensiero
dominante. E non importava quanto lei potesse schiacciarli a terra e
farsi
invidiare per i suoi voti pressochè perfetti, quella latente
sensazione di
fondo restava.
E allora, come doveva interpretare il gesto di
Theodore, quell'invito a restare? Che la capiva?
Per un po' restarono in silenzio a guardare il
paesaggio innevato che sfilava davanti ai loro occhi, poi Tracey
tirò fuori
dalla tasca l'ultima lettera di suo papà e sorrise: basta
con i brutti
pensieri! Tra poco sarebbe stata dai suoi per Natale.
"Sei contenta di tornare a casa."
osservò Nott in tono asciutto. Non era una domanda, ma una
semplice
constatazione.
"Certo che sì. - la ragazza inclinò
leggermente la testa - Tu no?"
"Non particolarmente, per me un posto
vale l'altro. - si appoggiò allo schienale, fissando il
soffitto - Sì, per me
non ha alcuna importanza."
"E allora perchè non sei rimasto a
scuola?"
"Sono costretto a tornare a casa, di
tanto in tanto. Ci sono sempre carte da controllare e gli elfi
domestici da
tenere in riga. Non hai idea di quanto possano diventare anarchici,
quando non
ci sono. Una vera seccatura, credimi."
"Ma di queste cose non se ne
occupa..." lasciò la frase a metà, consapevole di
aver deto una
sciocchezza. Era noto che la madre di Theodore era morta partorendolo
ed il
padre, mangiamorte, era rinchiuso ad Azkaban. Non conosceva bene la
casata dei
Nott, ma le sembrava di ricordare che il padre, già anziano,
fosse uno degli
ultimi rimasti. "Scusa." bisbigliò. Ora le sembrava di
comprendere
meglio il carattere schivo e taciturno del suo compagno di casa: se non
si interessava
più di tanto alle bravate della cricca di Malfoy, se non era
mai partecipe e
sembrava sempre con il pensiero rivolto altrove, non era
perchè si sentisse
superiore agli altri, come gli aveva abbaiato in faccia una volta
Montague (ma
quanto poteva valere l'opinione di uno ritrovato con la testa
incastrata in un
water?).
No, la verità è che Theodore aveva ben altre e
più serie preoccupazioni per la testa,
responsabilità che i suoi coetanei
nemmeno immaginavano. "Vive
trattenendo costantemente il respiro. - pensò - Vive nell'attesa del momento in cui gli
comunicheranno che suo padre ad
Azkaban è morto e lui è rimasto solo. Vive e si
prepara a quel momento. Ma
continua a fare finta di niente. Non si lamenta mai, non dice mai
niente a
nessuno." Solo a pensarci sembrava doloroso. Le parole che
seguirono
le uscirono di getto, spontanee, senza che Tracey potesse fermarle
"Senti,
uhm, allora se... se non hai niente di meglio da fare... e se ti va...
pensavo
che, sì, potresti venire a trovarmi durante queste vacanze."
"Perchè?" chiese lui, sulla
difensiva "Ti faccio pena?" era
la domanda che aleggiava, neanche tanto inespressa, tra di loro, tanto
che
Tracey rispose "No. Cioè, scusa, io stavo solo pensando che
dopo un po'
deve iniziare a far male. Trattenersi, dico. Trattenersi sempre. E
fingere che
niente ci tocchi. Io lo so. Lo capisco." si morse le labbra e lo
guardò,
lanciandogli quel sentimento appena nato, che non era compassione, ma
comprensione, unita ad una strana tenerezza.
Nott non le rispose, limitandosi a ricambiare
lo sguardo.
Per
il resto del viaggio nessuno dei due aprì
più bocca e, giunti a destinazione, Tracey
recuperò la valigia e si accinse ad
uscire senza aver ottenuto una risposta al suo invito. Il che,
probabilmente, equivaleva
ad una risposta negativa.
"Casa tua ha il camino?" chiese
Theodore, le mani infilate nelle tasche del cappotto.
"Uh? Sì." rispose lei, senza capire.
"Ed è collegato alla metropolvere?"
"Certo, ma perchè..." non potè
completare la frase, perchè Theodore si chinò su
di lei per baciarla sulle
labbra.
"Grazie per l'invito. Va bene se passo il
26 verso le tre di pomeriggio?"
Tracey era consapevole che stava sorridendo
come un'ebete, mentre annuiva vigorosamente.
Contagiato, anche Theodore accennò un sorriso
"Buon Natale, Tracey."
FINE
Sì,
teoricamente questa avrei dovuto pubblicarla per Natale, ma
è venuta pronta
solo ora.