Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Hotaru_Tomoe    03/02/2012    0 recensioni
Raccolta di oneshot dedicata a Severus, al mio OC Oleander e ad altri personaggi della saga. Missing moments, slice of life, di tutto un po': un colorato calderone.
Aggiunta la storia "Risata": Severus non ride quasi mai. Certo, possiede un caustico senso dell'umorismo, ma Oleander non ricorda di averlo mai visto ridere di cuore. "Penso che sarebbe pił facile vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana guidando un coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Pił contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Severus ed Oleander'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I'LL BE HOME FOR CHRISTMAS

 
"Vediamo chi di voi sa dirmi quale ingrediente essenziale ho usato per annullare gli effetti di quel particolare distillato della morte vivente." seduto sull'espresso per Hogwarts che riportava i ragazzi a Londra per le vacanze natalizie, il professor Lumacorno guardava con aria compiaciuta gli studenti del Lumaclub.
Tracey Davis approfittò della copertura offerta dalla selva di braccia alzate per abbandonare il vagone: quella riunione si stava prolungando un po' troppo per i suoi gusti e lei era solo ansiosa di arrivare in fretta a casa per trascorrere il Natale in famiglia.
Adorava il Natale più di ogni altra festa: se solo chiudeva gli occhi, le passavano nella mente le immagini di lei bambina che addobbava l'albero o che cucinava i biscotti al cioccolato ed il pudding con sua mamma. Quella magia non l'aveva mai abbandonato, il Natale riuniva in sè tutto ciò che Tracey considerava "bello".
Quasi tutti i vagoni erano pieni, o comunque troppo affollati di studenti schiamazzanti per i suoi gusti. Evidentemente, i prefetti avevano di meglio da fare che mantenere una parvenza d'ordine. Dovette percorrere quasi tutto il treno per trovare uno scompartimento semideserto, occupato solo dal suo compagno di casa, Theodore Nott, intento a completare una relazione di astronomia.
"Wow, come hai fatto a non far sedere nessuno qua?"
Il ragazzo si strinse nelle spalle "Ho minacciato di affatturare chiunque osasse farlo."
"Capisco, allora mi cercherò un altro posto." Tracey fece per richiudere la porta dello scompartimento, quando le parve di udire un flebile "no". La riaprì, per vedere il compagno di casa sgomberare il sedile di fronte dalle carte astrali. "No, resta... puoi restare... se vuoi. - parlava piano, scegliendo e soppesando con cura le parole - Tu non mi dai fastidio." concluse.
Fastidio? Era questo che provava Nott nei confronti degli altri? Sembrava proprio di sì e Tracey si accorse che quel sentimento li accomunava: anche lei provava molto fastidio quando Pansy Parkinson diceva a voce alta a Millicent Bulstrode che lei proprio non riusciva a capire come ci potessero finire dei mezzosangue a Serpeverde. Fastidio quando nel silenzio che la circondava, Tracey capiva che quello era il pensiero dominante. E non importava quanto lei potesse schiacciarli a terra e farsi invidiare per i suoi voti pressochè perfetti, quella latente sensazione di fondo restava.
E allora, come doveva interpretare il gesto di Theodore, quell'invito a restare? Che la capiva?
Per un po' restarono in silenzio a guardare il paesaggio innevato che sfilava davanti ai loro occhi, poi Tracey tirò fuori dalla tasca l'ultima lettera di suo papà e sorrise: basta con i brutti pensieri! Tra poco sarebbe stata dai suoi per Natale.
"Sei contenta di tornare a casa." osservò Nott in tono asciutto. Non era una domanda, ma una semplice constatazione.
"Certo che sì. - la ragazza inclinò leggermente la testa - Tu no?"
"Non particolarmente, per me un posto vale l'altro. - si appoggiò allo schienale, fissando il soffitto - Sì, per me non ha alcuna importanza."
"E allora perchè non sei rimasto a scuola?"
"Sono costretto a tornare a casa, di tanto in tanto. Ci sono sempre carte da controllare e gli elfi domestici da tenere in riga. Non hai idea di quanto possano diventare anarchici, quando non ci sono. Una vera seccatura, credimi."
"Ma di queste cose non se ne occupa..." lasciò la frase a metà, consapevole di aver deto una sciocchezza. Era noto che la madre di Theodore era morta partorendolo ed il padre, mangiamorte, era rinchiuso ad Azkaban. Non conosceva bene la casata dei Nott, ma le sembrava di ricordare che il padre, già anziano, fosse uno degli ultimi rimasti. "Scusa." bisbigliò. Ora le sembrava di comprendere meglio il carattere schivo e taciturno del suo compagno di casa: se non si interessava più di tanto alle bravate della cricca di Malfoy, se non era mai partecipe e sembrava sempre con il pensiero rivolto altrove, non era perchè si sentisse superiore agli altri, come gli aveva abbaiato in faccia una volta Montague (ma quanto poteva valere l'opinione di uno ritrovato con la testa incastrata in un water?).
No, la verità è che Theodore aveva ben altre e più serie preoccupazioni per la testa, responsabilità che i suoi coetanei nemmeno immaginavano. "Vive trattenendo costantemente il respiro. - pensò - Vive nell'attesa del momento in cui gli comunicheranno che suo padre ad Azkaban è morto e lui è rimasto solo. Vive e si prepara a quel momento. Ma continua a fare finta di niente. Non si lamenta mai, non dice mai niente a nessuno." Solo a pensarci sembrava doloroso. Le parole che seguirono le uscirono di getto, spontanee, senza che Tracey potesse fermarle "Senti, uhm, allora se... se non hai niente di meglio da fare... e se ti va... pensavo che, sì, potresti venire a trovarmi durante queste vacanze."
"Perchè?" chiese lui, sulla difensiva "Ti faccio pena?" era la domanda che aleggiava, neanche tanto inespressa, tra di loro, tanto che Tracey rispose "No. Cioè, scusa, io stavo solo pensando che dopo un po' deve iniziare a far male. Trattenersi, dico. Trattenersi sempre. E fingere che niente ci tocchi. Io lo so. Lo capisco." si morse le labbra e lo guardò, lanciandogli quel sentimento appena nato, che non era compassione, ma comprensione, unita ad una strana tenerezza.
Nott non le rispose, limitandosi a ricambiare lo sguardo.

Per il resto del viaggio nessuno dei due aprì più bocca e, giunti a destinazione, Tracey recuperò la valigia e si accinse ad uscire senza aver ottenuto una risposta al suo invito. Il che, probabilmente, equivaleva ad una risposta negativa.
"Casa tua ha il camino?" chiese Theodore, le mani infilate nelle tasche del cappotto.
"Uh? Sì." rispose lei, senza capire.
"Ed è collegato alla metropolvere?"
"Certo, ma perchè..." non potè completare la frase, perchè Theodore si chinò su di lei per baciarla sulle labbra.
"Grazie per l'invito. Va bene se passo il 26 verso le tre di pomeriggio?"
Tracey era consapevole che stava sorridendo come un'ebete, mentre annuiva vigorosamente.
Contagiato, anche Theodore accennò un sorriso "Buon Natale, Tracey."
 

FINE

 
Sì, teoricamente questa avrei dovuto pubblicarla per Natale, ma è venuta pronta solo ora.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Hotaru_Tomoe