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Autore: brenda the best    03/02/2012    1 recensioni
Sono passati tre anni ma ancora non riesco a capacitarmi della sua scomparsa. Ora mi trovo davanti alla ruota panoramica, dove l’ho visto per l’ultima volta nella mia vita e ormai come ogni anno mi trovo a pensarlo.
Questa è la mia prima fanfiction, spero che possiate apprezarla!!! Se non va bene ditemelo, cosi non vado più avanti con la storia. Grazie e buona lettura.
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cosi, seguendo il piano di Conan e Takagi, tutte le forze dell’ordine si mossero per agire contro quel criminale. La squadra di artificieri, sottocopertura, riuscì a disattivare l’ordigno, nel liceo Teitan. Attraverso il segnale che mandava l’ordigno, siamo riusciti a risalire al luogo, dove si trovava l’assassino di Matsuda. Lo vidi, per la prima volta nella mia vita, una grande rabbia cresceva dentro di me. Avevo voglia di vendicarmi a qualsiasi costo. E fu cosi, che lo circondammo sul ponte. Quando gli fu mostrato l’ordigno, sulla sua faccia si dipinse un’espressione di stupore e paura.


 “Non mi prenderete mai!” esclamò l’assassino, lanciando in mia direzione, il binocolo, con cui un attimo prima, osservava l’edificio prescelto, per il suo grande spettacolo pirotecnico.


 Distraendo tutti gli agenti di polizia, si lanciò dal ponte, e atterrò su una macchina. Io che ripresi subito l’attenzione della situazione, mi lanciai anch’io dal ponte e atterrai su una macchina. Tutte le persone, che videro ciò che feci, rimasero sbalorditi. L’inseguimento durò saltando sulle macchine. Fin quando l’assassino, scese dalla macchina e imbucò una stradina. Io piena di rabbia, lo insegui nella stradina, avevo uno sguardo, talmente spaventoso, che se mi sarai vista, avrei avuto paura di me stessa. Presi la mia pistola, e la impugnai contro quel mostro, che aveva rovinato la mia vita, la causa di tutte le mie paure e dei miei incubi. Dai miei occhi scesero lacrime di vendetta. Ciò che avevo sognato, da tre lunghi anni, sarebbe divenuto realtà.


“N-non so-no i-o i-l col-ppe-vo-le” disse il criminale impaurito.


“Matsuda, vendica, Matsuda” questo era ciò che la mia mente in quel momento era in grado di fare, il resto era nulla.


“Non è colpa mia. La colpa è di quella voce, nella mia testa, che mi suggerisce, di fare del male alla gente. Ma io non voglio farlo, ho paura, aiutami tu. Ti prego” disse il criminale.


“NOOOOOOOO” gridai.


Chiusi gli occhi, schiacciai sul grilletto, e sparai.


All’improvviso, prima che sparai, sentii una grande forza che mi premette a terra. Il proiettile colpi il muro e per la paura, il criminale svenne, in stato di shock. Aprii gli occhi, e vidi che la persona che mi aveva fermato era stata Takagi.


“Fatti gli affari tuoi. Non t’intromettere” dissi gridando, ancora presa dall’ira.


Mi alzai per sparare di nuovo e compiere cosi la mia vendetta.


Takagi mi blocco per un braccio e disse “Non farlo Sato”.


“Lasciami, la colpa è sua, ed io devo vendicarlo” gridai.


E fu lì che quel gesto, che segui le mie paure, mi rimase per sempre impresso nella mia mente. Mi tiro uno schiaffo, sulla guancia e mi lasciò il braccio. Io ermeticamente portai la mano sulla mia guancia e fissai in basso, sbalordita.


 “Che cosa stavi per fare, eh? Sei forse impazzita?” disse duramente Takagi.


“Eh” esclamai senza parole. Per la prima volta nella mia vita, mi dovrai in una situazione, dove mi trovavo in un profondo disagio. Il suo sguardo duro, mi fissava con intensità. Non riuscivo a reggere il suo sguardo. Non vidi mai Takagi cosi, era stata una persona, sempre calma e tranquilla. Ma adesso era completamente diverso.


“Non sei forse tu che ripete continuamente, che bisogna sempre servire la nazione e i cittadini con orgoglio e senso della missione, non cedendo all’odio e alla paura, rispettando sempre i diritti degli esseri umani, facendo il proprio dovere sempre e comunque. RISPONDI E’ COSI?” disse urlando Takagi.


Io caddi in ginocchio, con ancora la mano sulla guancia. E anche lui s’inginocchio. Il suo sguardo si addolcì e anche la sua voce quando mi disse “Se ti avesse visto Matsuda, ti avrebbe detto sicuramente la stessa cosa”.


 Doveva stare zitto, non sopportavo che mi ricordasse ancora di più Matsuda. Tolsi la mano della guancia, e lo guardai negli occhi. Scoppiai a piangere e urlai “Io voglio dimenticarlo. Aiutami ti prego”.


Abbassai la mia testa sulla sua spalla e cominciai a piangere in un pianto disperato.


“E’ invece ti sbagli. Non devi dimenticarlo” mi disse.


Io girai la testa di lato, sbalordita. Mi misi in posizione eretta, e lo osservai intensamente negli occhi. Lui mi mise le mani sulle spalle e disse “Se lo dimenticherai, la persona che hai tanto amato, andrà via dal tuo cuore.


Perché cosi il suo ricordo, andrà via”.


Lo osservai con stupore, il mio cuore improvvisamente, lo sentii battere intensamente nella mia gabbia toracica. Non so bene perché, ma il mio sguardo si posò sulle sue labbra. Alzai le mie mani lentamente, e presi il suo viso tra le mie mani. Lui mi guardò stupito. Chiusi gli occhi lentamente e dischiusi le mie labbra. Nulla avrebbe fermato, ciò che volevo fare, perché sia il cuore e nella mia mente, l’unico pensiero era Takagi. Lui mi cinse le spalle, con le sue braccia. Poca strada mancava. Quando finalmente le nostre labbra s’incontrarono. Persi il senso del tempo e dello spazio. Nulla più m’importava.

  
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