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Autore: Arya_Potter    03/02/2012    1 recensioni
Buongiorno (o buonasera)!
Benvenuti in "Brothers"!.
"- Noi lo siamo, Remus. Noi lo siamo. - disse Carlotta. E Remus non sapeva quanto darle ragione.
Oh, un'ultima cosa: le recensioni sono ASSOLUTAMENTE gradite!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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We CAN Il primo giorno.
Carlotta si svegliò alle 6:30 del primo settembre con un po' d'ansia. Nonostante per lei fosse normale svegliarsi a quell'ora, era piuttosto emozionata e stanca: prima di tutto, aveva passato una nottataccia, secondo era il suo primo giorno ad Hogwarts, la più rinnomata scuola di maghi e streghe di tutta l'Europa.
La ragazza, nativa dell'Italia, trascorreva le vacanze in un albergo di Londra, quindi era impossibile scendere a fare colazione.
Sbadigliò, si mise le coperte sopra la testa e cercò di dormire ancora, ma senza risultati.
I suoi genitori, nel letto accanto, russavano veramente forte, quindi era impossibile appisolarsi.
Decise perciò di fare una cosa che non aveva mai fatto: controllare il suo aspetto. Normalmente, sarebbe stata ripugnata dall'idea, ma fare una buona figura era importante. Camminò quindi fino allo specchio: i corti capelli marroni le adornavano il viso dandole un'aria da sportiva, mentre gli azzurri occhi le davano un aspetto allegro, vivace e furbo. Osservò quindi la corporatura: non era per niente grassa, ma era piuttosto bassina.
"Pazienza" pensò la bambina, sospirando. "Spero comunque di non fare come al solito."
Infatti Carlotta, quando si trovava in pubblico, tendeva ad arrossire come un peperone, così come quando la maestra la interrogava. Non riusciva neppure a parlare, poverina! Solo quando cantava si sentiva a suo agio, e tutti le facevano i complimenti perché era molto intonata e non si emozionava troppo.
Infatti, canticchiava il ritmo di una canzoncina mentre si guardava allo specchio. Passato l'esame del corpo, ritornò a guardarsi la faccia. Le lentiggini parevano più fresche che mai, sebbene la proprietaria fosse esausta.
"Sono soddisfatta... ma ora che faccio?" si domandò.
Decise di viaggiare con la fantasia ad Hogwarts: immaginò di arrivare nel castello con circa dieci amici, tutti simpatici e della sua stessa Casa.
Poi immaginò di essere la più brava del suo corso, e che tutti si congratulavano con lei, perfino il preside.
"Speriamo sia davvero così." si riscosse dalle sue fantasticherie.
Osservò l'orologio: erano le 9:00. Quanto tempo era passato!
La mamma iniziò a svegliarsi, perché entro le 11:00 dovevano essere alla stazione.
Carlotta si fiondò subito a letto: non voleva far scoprire alla mamma che era sveglia. Quest'ultima si recò vicino alla figlia, e poi, accertatosi che dormisse, andò a farsi una doccia.
La bambina la sentì canticchiare il ritornello di "Yellow Submarine", una famosa canzone del gruppo "Beatles". Questo faceva così:- We all live in a yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine. -
Era la canzone preferita dalla ragazza in assoluto.
Sua madre, finita la doccia, la svegliò. Carlotta fece finta di dormire ancora, ma poi finse di destarsi lentamente.
- Mamma, cosa c'è? - borbottò la bambina.
La signora Fulli le rispose:- Bambina mia, oggi andrai ad Hogwarts! Sono le 10:00, manca solo un'ora! -
Subito, la figlia si alzò e passò in bagno, facendosi, anche lei, un bel bagno rilassante. Alle 10:30 erano tutti pronti, padre e fratello minore di un anno compresi.
Con la metropolitana, si recarono a King's Cross. Il biglietto diceva: "Binario 9 e tre quarti, King's Cross"
Dove trovare le indicazioni necessarie?
Carlotta, spaesata, chiese informazioni a un vigile. Egli la trattò in modo burbero:- Ragazzina, non fave scherzi. Qui non c'è il binavio nove e tve quavti. -
Poi pensò bene di chiedere ad una famiglia che si stava dirigendo verso la colonna dei binari 9 e 10.
- Scusatemi... sapete come raggiungere il binario 9 e tre quarti? - domandò la bambina.
- Sì, certo, cara... devi attraversare questo muro. - le spiegò la signora, gentilmente.
La piccola non se lo fece ripetere, e iniziò a camminare verso la parete. Poi, con immenso stupore, fece un passo ed entrò.
Spaesata, salì sul treno, salutando i genitori ed il fratellino. La madre aveva le lacrime agli occhi, il fratello la guardava con invidia e il padre la fissava compiaciuto.
Girando per gli scompartimenti, ne trovò finalmente uno vuoto: ci era seduto un ragazzo solitario, con una lunga cicatrice sulla guancia sinistra. Carlotta ne aveva una simile sulla mano... era praticamente identica.
Tra i due, non si sapeva chi fosse il più timido: nessuno si decideva a parlare. Fu, solo alla fine, la bambina che parlò, presentandosi:- Buongiorno, io sono Carlotta Fulli. Tu sei...? -
Il ragazzo rispose:- Sono Remus Lupin.-  poi le domandò:- Sei del primo anno, vero?-
La ragazza annuì, compiaciuta di essersi già trovata un nuovo amico.
Carlotta si allungò per prendere la valigia. Remus, però, la interruppe:- Aspetta un attimo... quella cicatrice... ne ho una identica anche io! Possibile che...-
- Io sia un lupo mannaro? Se è così la tua domanda, la risposta è sì, sono un lupo mannaro. - completò la ragazza per lui.
- Che coincidenza! Anche io sono... - esclamò Remus, ma non fece in tempo a finire che due ragazzi entrarono nello scompartimento.
- 'Giorno, bella gente! Come va? - chiese quello dai capelli marroni.
- Bene... ma tu chi diamine sei? - gli rispose l'unica femmina.
- James Potter. Il mio amico qui vicino è Sirius Black - disse lui.
- Piacere! Io sono Remus Lupin, lei è Carlotta Fulli. - esclamò Remus.
- Lo sapete che siete identici? Solo che Carlotta non ha la cicatrice sulla guancia... - notò Sirius.
Carlotta squadrò l'altro lupo mannaro con sospetto. Era vero, sì, erano identici. Solo che lui non aveva gli occhi azzurri, li aveva più sul marrone.
- E' vero! Pensate che abbiamo molte cose in comune... - gli rispose la ragazza.
- Ma da quanto vi conoscete? - domandò James.
- Da circa dieci minuti. - gli rispose Carlotta.
- Quindi anche noi dobbiamo dirvi le nostre caratteristiche? - chiese Sirius, scherzando.
Tutti risero.
"Che begli amici mi sono trovata. Sono veramente simpatici. Poco importa se non c'è nemmeno una femmina." pensò Carlotta.
Tra una battuta e l'altra si fece sul tardi. Si dovevano mettere le divise, quindi la bambina andò al bagno femminile del treno.
Poi tornò al suo scompartimento, ed il viaggio continuò. Finalmente arrivarono.
Tutti i primini erano emozionati, e non parlavano più. Si lasciarono guidare come incantati, e giunsero in Sala Grande per lo smistamento.
La prima fu All, Denise; poi fu il turno di tanti altri. Si giunse a Black, Sirius.
Carlotta tenne le dita incrociate per l'amico, che voleva essere smistato in Grifondoro. Così fu.
Poi, dopo altri dieci alunni, toccò a lei. Con le gambe tremanti, si diresse verso lo sgabello del Cappello Parlante.
Se lo infilò, e ben presto riuscì a sentire i pensieri del cappello.
"Mmmmm... mente molto difficile... vedo un sacco di intelligenza, di ambizione e di bontà. Sono sicuro, però, che la tua migliore dote è  il coraggio. Quindi scelgo:
- Grifondoro! - urlò il cappello.
Un boato provenì dal tavolo dei Grifondoro.
Remus e James furono smistati entrambi nella sua Casa, e Carlotta era al culmine della felicità: si era fatta quattro amici, tutti nella stessa Casa, tutti simpatici.
A letto, pensò che, dopotutto, i suoi desideri si erano realizzati.
  
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