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Autore: agatha    13/09/2006    17 recensioni
Draco odia il cioccolato. Ma poi comincia a ricevere dei biglietti anonimi accompagnati da alcuni cioccolatini. Chi è la misteriosa autrice? Chi è la donna che ormai non riesce più a togliersi dalla testa? 2° posto al concorso "Fire&Ice" di Mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da un po' che dovevo pubblicarla e grazie a fiubi, che me l'ha ricordato, finalmente l'ho fatto.

**Chocolat**

Il suono dei suoi passi risuonava per la via.
Era l’unico rumore che rompeva il silenzio della notte.
Draco era scocciato.
La sua intenzione era stata quella di uscire e divertirsi. Il fatto che stesse rientrando a casa da solo testimoniava che non ci era riuscito.
Ecco perché era arrabbiato.
Tutto a causa di quegli stupidi biglietti.
Perché non riusciva a levarseli dalla testa? Perché ormai erano diventati così importanti per lui?
Diede un calcio ad una bottiglia.

Salì nel suo appartamento portandosi dietro quella sensazione di irritazione. Si versò una dose abbondante di whisky incendiario e, al buio, si sedette per terra, illuminato solo dalla luce della luna.
Bevve un sorso e poi, d’impulso, vuotò il contenuto del bicchiere tutto d’un fiato. L’effetto fu immediato, sentì un fuoco divampare in tutto il petto.
Chiuse gli occhi aspettando che passasse.
Tirò fuori il suo portafoglio e prese un foglietto.

Era semplice carta bianca, senza pretese. La frase era scritta a mano, con una calligrafia rotonda e aggraziata.
“Credo manchi un po’ di dolcezza nella tua vita e non c’è niente di meglio di un cioccolatino”
Tutto era cominciato con quella frase, a cui lui non aveva dato nessuna importanza. L’aveva trovato sulla sua scrivania, al Ministero, dove lavorava.
Il giorno dopo ne aveva trovato un altro.
“Un piccolo cioccolatino per portare un po’ di dolcezza nella tua vita. Cioccolato fondente, che all’inizio sembra amaro, ruvido ma in realtà squisito…. come sei tu”
Ovviamente sopra il biglietto c’era un cioccolatino.
Peccato che lui li odiasse.
Aveva buttato tutto in un cassetto, liquidando quella storia assurda.
Però quelle parole l’avevano toccato e si era ritrovato a pensare a chi potesse avergli scritto quelle cose, senza trovare nessuna risposta, così aveva recuperato il foglietto portandolo con sé.
L’indomani ne aveva trovato un altro.
“Scommetto che non l’hai mangiato. Un vero peccato. Ti rimane in bocca un morbido sapore e sei costretto a passare intorno la lingua perché non puoi farne a meno, come quando ricevi un bacio particolare”
Anche questo venne prontamente buttato in fondo al cassetto.
Aveva cercato in tutti i modi di non dare peso a quel mistero e dimenticarsene ma era stato impossibile. La curiosità e l’interesse che avevano suscitato in lui l’avevano portato ad avere un’ossessione per questa donna misteriosa. Appallottolò il messaggio che aveva in mano e lo lanciò contro il muro.

Lui non aveva bisogno di dolcezza.

*****

Il giorno dopo arrivò al lavoro con un forte mal di testa, che aumentò quando vide un altro degli odiati biglietti appoggiato sulla scrivania.
“Cioccolato al latte. Dolce, delicato, intenso… proprio come un abbraccio, ti avvolge e ti rimane una stupenda sensazione in tutto il corpo”
Alzò la testa guardandosi intorno.
“Chi diavolo può averlo fatto?” pensò.
Ma non aveva una risposta.

Una voce interruppe le sue riflessioni.
“Ti sei appena svegliato e stai cercando di capire dove sei?”
“E tu sei sempre così simpatica Weasley?”
“Solo per te Malfoy”
Draco sbuffò tornando a guardare i documenti che aveva davanti a sé.
Ogni tanto la piccola rossa veniva in ufficio a trovare suo padre e a portargli il pranzo. Si odiavano cordialmente o quasi.
Per lui era semplicemente una ragazzina petulante.

*****

La giornata era finita.
Draco si stirò e aprì il cassetto. Tirò fuori il primo cioccolatino e lo guardò rigirandolo tra le dita di una mano.
Se questa misteriosa donna pensava di conoscerlo così bene sarebbe rimasta delusa. Era sicura che lui non li avrebbe mai mangiati.
Scartò il cioccolatino fondente e lo mise in bocca. Lo succhiò lentamente assaporandolo, poi si alzò in piedi per andare a casa scuotendo la testa.

Lui non aveva bisogno di dolcezza.

Invece la sua misteriosa ammiratrice non la pensava allo stesso modo, constatò la mattina dopo.
“Cioccolato alle mandorle. Perché non bisogna mai fermarsi alle apparenze. Non puoi mai sapere cosa ci sia dentro il cuore di una persona finchè non provi a scoprirlo”
Adesso cominciava ad essere curioso e intrigato da tutta questa storia. Senza dubbio era una donna audace per aver scritto quelle cose. Non aveva nessun indizio per capire chi fosse e, per quanto lui odiasse non poter fare nulla, in questo caso aveva le mani legate.

Ma proprio quando ormai si era rassegnato, la fortuna girò dalla sua parte.
Portò una cartella di documenti ad Arthur Weasley e fu in quel momento che vide una manciata di cioccolatini, identici a quello che si era trovato sulla scrivania.
“Ne vuoi uno Draco?”
“N-no grazie”
“Me li ha portati Ginny. Mia figlia va matta per il cioccolato”
La sua mente registrò quella frase ma fu solo quando tornò alla sua postazione che si mise a riflettere su quanto aveva appena scoperto.
Ginny Weasley.

Quella piccola ragazzina. Anzi no, non era più la timida studentessa che aveva conosciuto. Pensandoci bene era diventata una donna molto bella.
Quando la vide passare la osservò attentamente. Aveva un corpo ben fatto, delle lunghe gambe come piacevano a lui, due occhi verdi e brillanti e una bocca fatta per essere baciata. “Malfoy ti sei fermato perché gli ingranaggi nella tua testa si sono bloccati?”
Solo allora si accorse che l’oggetto dei suoi pensieri era fermo davanti a lui.
“Almeno io ho qualcosa mentre credo che la tua testolina sia solo piena d’aria”
I suoi occhi fiammeggiarono arrabbiati. Fece per dire qualcosa ma poi si interruppe e scomparve nell’ufficio di suo padre.
Come aveva fatto a non accorgersi del suo carattere tutto fuoco?
Un carattere abbastanza audace da lasciargli quei messaggi, da cercare di prendere in giro il grande Draco Malfoy.
Ma non era stata troppo furba e aveva lasciato una traccia dietro di sé.
Adesso toccava a lui approfittare di questo vantaggio e aveva tutte le intenzioni di divertirsi con la sua rossa tutto pepe.

Quella sera si attardò in ufficio. La Weasley aveva solo due momenti in cui poteva mettergli quei biglietti: poco prima che i guardiani attivassero gli incantesimi anti-materializzazione oppure al mattino presto. E lui era ben determinato a metterle i bastoni tra le ruote.
Si era nascosto dietro una colonna quando la vide avvicinarsi silenziosamente alla sua scrivania.
“Weasley” disse uscendo allo scoperto.
La rossa fece un salto.
“Ma-Malfoy, che ci fai ancora qui?”
“Io ci lavoro e tu invece?”
“Niente che ti interessi comunque….”
Si avvicinò a lei che indietreggiò cercando di mantenere la distanza fra di loro. Draco si stava divertendo sempre di più. Aveva sempre amato mettere a disagio le persone e se si trattava di una ragazza ancora meglio.
Ecco quello che più le piaceva della Weasley, aveva sempre la risposta pronta. La maggior parte della gente rimaneva terrorizzata dai suoi modi e non riusciva che a balbettare qualche parola senza senso.
Lei no invece.
Non aveva paura di rispondergli a tono, anzi più lui faceva l’arrogante più lei alzava il tiro trattandolo male.
“… me ne stavo andando” terminò alzando fiera il viso verso di lui.
“Allora ti accompagno, ho finito anch’io”
La vide sorpresa e contrariata e si divertì un mondo.
Avvisò la guardia che non c’era più nessuno e se ne andò senza salutarla.

“Cioccolato al caffè. Perché non c’è niente di meglio per iniziare bene la giornata e per essere più rilassati. Bisogna sorridere sempre e con le labbra che ti ritrovi dovresti farlo più spesso sai?”
Draco lo guardò stupito.
Era riuscita a fregarlo.
L’aveva sottovalutata premettendole ancora una volta di prenderlo in giro. Ma era stata l’ultima o lui non si sarebbe più chiamato Malfoy.
Per suggellare quella promessa scartò e mangio il cioccolatino.
Avrebbe dato a quella strega esattamente quello che voleva.

Era rimasto al lavoro aspettando che uscisse dall’ufficio di suo padre. Fece in modo di prendere l’ascensore insieme a lei. Sembrava così calma e indifferente ma lui sapeva che era solo una maschera, che era ben deciso a levarle.
“Dovresti farti assumere al Ministero”
“Che cosa intendi dire?”
“Passi talmente tanto tempo qui”
“Non sono affari tuoi quello che faccio Malfoy”
Draco si voltò verso di lei costringendola in un angolo della cabina. Si accorse per l’ennesima volta di quanto fosse carina.
Proprio un bel bocconcino, che aspettava solo di essere morso da lui.
“Cosa fai stasera?”
“Niente perché?”
“Pensavo di andare a bere qualcosa, vuoi venire?”
Ebbe la soddisfazione di vederla stupita.
“Weasley non sforzare troppo la tua testolina. O sì o no”
Si infilò le mani in tasca ed uscì dall’ascensore.
“Sì” la sentì pronunciare.

Erano seduti su degli alti sgabelli a bere i loro drink.
Lei aveva provato più volte a fare conversazione ma lui aveva sempre risposto male, stroncando così i suoi tentativi. Non poteva fare diversamente visto che era arrabbiato con lei. Arrabbiato perché era così bella, così desiderabile e lui si sentiva attratto.
Era una situazione assurda.
Decise di farla finita.
Si alzò in piedi avvicinandosi a lei. Le posò una mano su una guancia e le rialzò il viso verso di lui. Poi si chinò e la baciò. Aveva le labbra morbide proprio come aveva immaginato. Con la lingua le fece schiudere la bocca per continuare la sua esplorazione.
Sapeva di buono. Sapeva di lamponi, il sapore del cocktail che aveva ordinato.
Dopo il primo momento di smarrimento Ginny aveva risposto al suo bacio con passione. Non avevano fatto altro per tutta la sera.

Tornato a casa Draco si buttò sul letto soddisfatto. Aveva ottenuto quello che voleva. Ora non avrebbe più avuto quell’ossessione e poteva riprendere la sua vita di sempre.

*****

“Cioccolato al peperoncino. Perché a volte hai bisogno di emozioni più forti, che ti facciano girare la testa e ti accendano i sensi”
Il giorno dopo trovò un nuovo biglietto, che lo fece sorridere. Per non essere sospettata la Weasley ne aveva mandato un altro. Ma a lui non importava più niente.
Così almeno credeva.
Per tutto il giorno fece fatica a lavorare. Se si concentrava poteva risentire il sapore di lampone che aveva assaggiato sulle labbra di lei.
Di solito, dopo essere uscito con una ragazza, non desiderava rivederla perché diventata noiosa. Invece con la Weasley stava succedendo esattamente il contrario. Era come bere un buon bicchiere di whisky, dopo il primo sorso ti veniva voglia di berne ancora di più.
Non gli era bastato l’incontro di ieri.
Voleva altri baci.
Voleva di più.
Voleva lei.

Così era cominciata la loro relazione segreta.
I biglietti misteriosi erano finiti, anche se lei non aveva mai confessato di esserne l’autrice.
Ogni incontro era carico di passione. Ginny non aveva solo un bel caratterino, era una rossa tutta fuoco anche nei sentimenti. Non sottostava mai ai desideri di Draco ma cercava, al contrario, di contrastarlo.
Tutto questo lo faceva impazzire.
A volte mentre era al lavoro non faceva che pensare a lei e controllava l’orologio per sapere quanti minuti mancava prima di poterla vedere e stringerla di nuovo tra le braccia. Naturalmente Ginny non aveva fatto parola con nessuno della loro relazione e lui non aveva mai fatto cenno di voler cambiare le cose. Si incontravano in qualche locale e, quasi sempre, Ginny si fermava a casa sua per la notte.

Ormai erano quasi sei mesi che stavano insieme.
Una domenica mattina erano nel letto di lui, abbracciati. Lei era appoggiata sopra il suo petto e con un dito stava tracciando il profilo del suo viso, accarezzandolo dolcemente.
“Questa sera Luna dà una festa”
“Luna chi?”
“Lovegood. Era una Corvonero ed è la figlia del proprietario del Cavillo, nonché una mia carissima amica”
“E allora?”
“Mi ha invitato e io vorrei che ci andassimo insieme”
L’espressione del viso di Draco si indurì improvvisamente.
“No”
“Cosa vuol dire no?”
“Io non ci vengo”
“Perché?”

Malfoy scostò le coperte e si alzò andando verso la finestra.
“Non mi piacciono gli interrogatori”
“Ti ho solo chiesto per quale motivo non ti va di venire”
“Non ne ho voglia”
Ginny si mise seduta sul letto, irritata dal suo atteggiamento.
“Per me è importante. Ci saranno i miei amici e ci tengo che vedano che stiamo insieme”
Silenzio.
Era ancora peggio quando non rispondeva.
“Qual è il problema Draco?”
“Non c’è niente”
“Ti prego, non sottovalutarmi in questo modo”
Lui si girò di scatto verso di lei.
“Cosa vuoi da me?” chiese esasperato.
“La verità” rispose con lo stesso tono.

Si fissarono negli occhi.
Fuoco contro ghiaccio.
Rabbia contro calma.
“Ti vergogni di me?”
“No Gin”
“Allora non vuoi che nessuno sappia di noi? E’ per questo che ci incontriamo alla sera e non usciamo quasi mai?”
Di nuovo silenzio.
“E’ complicato”
Ginny si alzò da letto cominciando a vestirsi.
“A me sembra tutto molto semplice invece. Sono solo il tuo passatempo. Una ragazza a disposizione pronta a scaldarti il letto a patto che stia buona e non pretenda una relazione seria. Io non sono così. Trovatene pure un’altra da usare e poi gettare via”
Si aggirò per la stanza cercando la sua borsa. Sentiva le lacrime salire verso i suoi occhi e non voleva assolutamente che lui la vedesse piangere, voleva mantenere un po’ di dignità.
“Credevo fossi diverso, che avessi solo bisogno di un po’ di dolcezza. Merlino, che stupida sono stata”
Se ne andò sbattendo la porta.
Lasciandolo solo.
Draco era rimasto a lungo a fissare la stanza vuota.
Scosse la testa ributtandosi sul letto. C’era ancora il profumo di lei tutto intorno. Si mise a riflettere su quanto era appena successo. Gli spiaceva che tutto si fosse concluso in questo modo ma era inevitabile. Tutte le sue accuse erano vere, per quel motivo non aveva risposto. Avrebbe solo rigirato ulteriormente il coltello nella piaga. Lui non voleva legami, non voleva una storia alla luce del sole.

Lui non aveva bisogno di dolcezza.

*****

Da quel giorno non l’aveva più vista.
Non era più venuta al Ministero e nessun biglietto era stato messo sulla scrivania, neanche per una Maledizione Senza Perdono.
Sembrava completamente sparita. Doveva lasciar passare qualche giorno e Ginny Weasley sarebbe stata solo un pallido ricordo.
Ma non funzionò.
Si ritrovò, alla sera, a camminare nel suo appartamento come un leone in gabbia.
Gli mancava.
Gli mancavano le sue risa che riempivano la casa, i suoi baci pieni di passione, le sue mani che gli graffiavano la schiena, le sue dita che cercavano le sue per intrecciarle prima di dormire.
Gli mancava da morire.

“After-eight. Cioccolato e menta. Dolcezza e forza. L’accoppiata più strana, che mai avresti ritenuto possibile ma che poi scopri essere un mix perfetto, proprio quello di cui avevi bisogni e capisci, dopo averne assaggiato uno, di non poterne più fare a meno”
Ginny lo rilesse un’altra volta, ancora stupita.
“Che cosa significa?”
Le ricordava tanto i biglietti che si era divertita a lasciare a Draco, quando ancora lo credeva diverso. Lui non l’aveva mai scoperto. Meglio così o non si sarebbe lasciato scappare l’occasione di prenderla in giro.
Era appena rientrata in casa, ormai fuori era buio, e sul tavolino nell’ingresso aveva subito notato una scatola verde con sopra un biglietto. Confusa, lo rilesse una seconda volta.
Si tolse le scarpe e mentre si stava spostando in cucina una voce la bloccò.
“Finalmente sei tornata”
Si voltò.
“Draco! Che ci fai qui?”
Lui si avvicinò. Essendo scalza le sembrava ancora più alto mentre torreggiava sopra di lei.
“Mi annoiavo a casa”
“Se pensi che bastino dei cioccolatini per farmi tornare da te puoi scordartelo”
La afferrò per le spalle.
“Tu pensi sempre di sapere tutto Weasley. Dici che mi serve dolcezza, che la mia vita è vuota….- la fisso intensamente negli occhi -… hai ragione su tutto”
La baciò impedendole di parlare e per testimoniarle quanto fosse vero quello che aveva appena detto.
Ginny si abbandonò tra le sue braccia rispondendo con passione. Gli infilò le mani nei capelli mentre lui si spostava a baciarle il collo, provocandole dei brividi.
Un attimo dopo lo stava spingendo via.

“Draco fermati”
“Che c’è?”
La rossa scosse la testa.
“Non è possibile”
“Cosa?”
“Tu. Noi. Tutto questo”
Lui la guardò incredulo.
“Non mi credi? Non credi a quello che ti ho appena detto?”
Ginny si spostò mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“E’ tutto così strano. Tu che vieni qui e mi dici che ho ragione. Non sei il tipo che fa queste cose”
“E’ vero. Nemmeno io credevo che avrei mai detto quelle parole. La mia vita sembrava perfetta. Mi divertivo tutte le sere, non avevo problemi e non volevo nessun legame. Tutto questo lo pensavo prima di cominciare a ricevere dei cioccolatini” concluse sorridendo.
“Tu sapevi…”
Lui annuì prima di continuare.
“Ti sei insinuata pian piano nella mia vita, mi sei entrata sotto la pelle e adesso non posso più fare a meno di te” “Io…. Non so se me la sento Draco”
Malfoy la prese per mano.
“Andiamo” affermò deciso.
Non le diede tempo di reagire e si smaterializzarono entrambi.

Arrivarono ai Tre Manici di Scopa.
Ginny si guardò intorno e vide, seduti ad un tavolo poco distante, Ron con Hermione, Harry e Luna. Sbarrò gli occhi guardandolo.
“Cosa vuoi fare?”
Non riuscì a decifrare la sua espressione ma lo vide molto determinato.
La prese per mano e la portò davanti a loro.

Ron fu il primo a vederli e continuò a guardare alternativamente i loro visi e le loro mani intrecciate.
Draco lo guardò come se volesse incenerirlo.
“Usciamo insieme è chiaro?”
Suo fratello stava già per replicare quando un calcio di Hermione lo zittì.
Ginny non poteva credere alle sue orecchie.
Non aveva mentito prima. Le sue parole erano state sincere se addirittura aveva voluto rendere pubblico il loro legame.
Era tutto vero.
Un grande sorriso si dipinse sul suo volto mentre si girava a guardarlo.
“Eri serio prima”
“Evviva Weasley, ci sei arrivata – scherzò – è quello che stavo cercando di dirti”
Lei lo abbracciò stretto, ormai convinta.

Più tardi, mentre erano tutti seduti insieme, fu Luna ad esternare la domanda che ognuno di loro si stava facendo.
“Com’è cominciata fra di voi?”
Draco sorrise e prese dalla tasca un oggetto che appoggiò sul tavolo davanti a loro.
“E’ stata colpa di un cioccolatino. Avevo bisogno di dolcezza”

  
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