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Autore: Pachiderma Anarchico    03/02/2012    3 recensioni
Stefan e Tayler se ne sono andati con il vampiro Originale Klaus, facendo perdere le loro tracce.
Ma un'altro nemico minaccia il mondo di Elena.
E mentre il soprannaturale si prepara a una guerra senza esclusioni di colpi,
anche il cuore di Elena dovrà decidere da che parte stare.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E' triste amare qualcuno che non sarà mai tuo...
 Ma è ancora più triste,
 Sapere che quella persona,
 Non l'amera mai,
Come L'avresti amata tu."
                                                                                                                                                                        

                            
È un mese che giriamo senza sosta. Che cerchiamo tracce, indizi, qualsiasi cosa ci possa portare a te.
Ma niente riconduce a te, ai tuoi occhi, al tuo cuore, alla tua anima.
È come se non fossi mai esistito, come se non avessi mai calpestato i prati di questa terra.
E anche se fingi di essere qualcuno che non sei, anche se continui a dire che questa volta è diverso, io continuo a cercarti.
Eppure, se tutto intorno a me, mi sta urlando di voltare pagina, di dimenticarti, sento, in fondo al mio cuore, che tu c'eri, e che da qualche parte ci sei ancora.
Non mi interessa quanto ci metteró, non mi interessa quanto dovró dare per riaverti, non mi interessa lottare ogni giorno senza te.
Perchè tutto quello che hai fatto, lo hai fatto per qualcuno senza la quale adesso non sarei qui, qualcuno che ti sta cercando proprio come me, qualcuno a cui manchi forse più che a me. Qualcuno che adesso è l'unico che puó portare un po' di Paradiso in questo Inferno.

 



*Tutto è lecito*
-Damon sto bene,  mi girava solo la testa, niente di più.-
-Siamo appena tornati dopo un mese in macchina, è ovvio che ti senti stanca.-
-Approposito di stanchezza, io vado a letto.- Elena scrutó nei suoi profondi occhi azzurri e gli strinse una mano, avvicinandolo, come a volerlo rassicurare.
-È stato un periodo duro, ho ceduto per un attimo, ora mi sento bene.-
Strinse di più la mano del vampiro prima di salire nella stanza riservata solo a lei. La villa Salvatore era enorne e c'erano così tante stanze e corridoi che se non avesse passato giornate intere fra quelle mura si sarebbe sicuramente persa.
Quel giorno era tornata da un tempo che sembrava un'eternità, ed essere di nuovo in quella casa dove avva vissuto così tanti momenti, belli, brutti, felici, difficili.
Si lasció cadere sull'ampio letto a baldacchino e chiuse gli occhi, portandosi le mani sulla faccia. Solo quando un tocco freddo e terribilmente piacevole le sfioró un fianco si accorse che la pancia era scoperta. Si alzó a sedere così velocemente che rischiava di cadere in avanti, ma una presa salda la teneva per il polso sinistro.
-Non volevo farti spaventare.-
Troppo sicuro, troppo suadente, troppo sensuale, Damon si avvicinó a lei, scostandole una ciocca di capelli lisci dal viso chiaro.
-Non puoi lasciarmi sola un momento, vero?-
Elena gli sorrise debolmente. Riusciva a sorridere solo con Damon da quanto Stefan se ne era andato con Klaus.
-Perchè dovrei?- si avvicinó ancora di più al suo viso.
Le faceva completamemte girare la testa, sia per l'attrazione che per il nervosismo.
Con due dita Damon le alzó il mento, costringendo lo sguardo cioccolato di Elena a incotrare il suo di ghiaccio.
Non si sarebbe concessa a lui, non quella sera, non mentre c'era Stefan chi sa in quale parte del mondo, insieme a un vampiro psicopatico a fare l'assassino, creando un problema dietro l’altro.
-Puoi ingannare quell'idiota di mio fratello, ma non me.-
Marcó l'ultima parola contro il suo orecchio, e lei rabbrividì.
-Damon questa è solo una piccola pausa, stiamo ancora cercando Stefan. E poi niente...Niente di tutto quello che proviamo è reale..Buona..notte.- Dicendo tutto d'un fiato per evitare di crollare all'ultimo minuto, Elena si alzó cercando di mantenere un tono normale e sottraendosi alla presa ancora sul suo polso. Per sicurezza si infiló una vestaglia azzurra, coprendo le spalle nude.
-Se niente è reale, tutto è lecito-
Elena si voltò con già in mente un modo coraggioso di rispondergli ma, al posto del vampiro, una rosa nera dai petali frastagliati vicino era adagiata sulle coperte candide.
La ragazza prese la rosa nera immaginando la tra le dita affusolate di Damon, e un sorriso
involontario le sfuggì dalle labbra.
 
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Erano le dodici di mattina, e Elena si avviava verso la cucina dell grande villa.
-Dormito bene?-
-Benissimo Dam..- Si fermó sconcertata e, quando si voltó, trovó lo sguardo di Bonnie che la guardava sospettosa. Si affrettó a riparare.
-Oh scusa! Sono ancora stanca e..- suonava debole come scusa, ma non poteva farci niente.
-Tranquilla, come stai? Novità di..-
-Nessuna. Quanto sei arrivata?- Elena si poggió al muro.
-Proprio ora. Oggi ho delle cose da fare giù a Mystic Fall's, non ti crea fastidio se ci vediamo stasera, vero?
-No, certo che no.-
All'inizio era stata presa da una strana euforia, ma adesso era preoccupata o forse semplicemente felice.
Elena la strinse forte a se, era da troppo tempo che non abbracciava Bonnie.
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-Sta' attenta!- gridó un attimo prima che la strega chiudesse la porta.
Era il primo luglio e, come tutte le estati a Mystic Fall's, non era un giorno particolarmente calda.
Con un sospiro la ragazza si sedette sul grande divano in pelle. Era strano poter fare cose normali ogni tanto, come sedersi. Il punto è che lei era una persona normale, una persona normale che stava continuamente a contatto con cose ben più grandi della normalità.
-Ehy principessa, Caroline ha lasciato un messaggio per te.-
Damon apparve nella camera e si diresse come routine ai liquori.
-Dice che ha organizzato una festa per Inizio Luglio e ha detto, testuali parole: "Tu ci devi essere assolutamente"-
-Oh no, una festa di Caroline non la reggo, non posso stare qui per vigilia, capodanno e Epifania?-
Damon le rivolse un leggero sorriso prima di concentrarsi sul liquido ambrato che aveva in
mano.
-Elena ci saranno tutti, rilassati per una volta.-
-Si vabbè io mi vado a preparare il
pranzo, e tra l'altro non ho neanche idea di cosa mettermi, e a giudicare dalle precedenti feste di Caroline non posso andarci vestita in jeans e maglietta.-
Elena parlava velocemente, in quei momenti in cui vorrresti poter stare zitta perchè hai tutto sotto controllo quando non è così.
Ad un tratto sentì il mento del vampiro posarsi sulla sua spalla e la sua voce vellutata dire: -tu staresti bene con qualsiasi cosa.-
Elena si scostó più brusca più di quanto in realtà avesse voluto.
-Non posso andare con qualsiasi cosa, purtroppo. Anzi, ora che ci
penso dovrei averlo qualche vestito adatto, dopo aver mangiato faccio un salto a casa mia a vedere cosa trovo e torno.-
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-Eccomi!- Urló ad una casa apparentemente vuota. Reggeva con un braccio un borsone carico di vestiti e accessori e con l'altra cellulare e chiavi.
-Ti serve una mano?-
Senza aspettare una risposta Damon prese il borsone e lo portó in camera di Elena. Quando scese la trovó che armeggiava con il cellualare, scrivendo velocemente un messaggio.
-Sei invitato alla festa?- disse distrattamente mentre, con le sopraccigglia aggrottate gettó l'apparecchio sul tavolino.
-Perchè altrimementi non vado neanche io..-
-E da quanto fai quello che faccio io?- Damon le si avvicinó fino a poterla sfiorare, ma non lo fece.
-Dobbiamo stare vicini. Sono già le sette sarà meglio che..-
-Elena, che cos' ha mio fratello che io non ho, cosa ha fatto lui che io non farei?-
Elena poteva sentire il suo cuore battere, e sapeva che lo sentiva anche lui. Ma il suo cuore in quel momento urlava cose che non poteva dire. Si costrinse a rimanete ferma, specchiandosi in quegli occhi azzurri così profondi da poterci leggere un'intera eternità dentro.
-Io ho sempre amato Stefan, e sempre lo ameró.-
Lo spinse indietro per permetterle di passare e con passo deciso entró nel soggiorno.
-Anche Katherin diceva così, ma alla fine se li ha fatti entrambi i Salvatore.-
Damon giró la testa di scatto. Non per sua volontà, ma perchè lo schiaffo di Elena era arrivato così inaspettato, così violento da non poter fare niente.
Elena sapeva che lo avrebbe trovato dietro di lei, sapeva che non l'avrebbe fermata. Non aveva voluto colpirlo, ma la voce piena di disprezzo, intrisa di cattiveria, le aveva fatto perdere letteralmente il controllo.
-IO.NON.SONO.KATHERINE.-
Pronunció le parole con estrema lentezza, scandendole bene, quasi sibilando per essere sicura che entrassero, una volta per tutte, nella testa del suo interlocutore.
Damon giró la testa lentamente. Aveva di nuovo calato la sua maschera di pietra e la guardava come se non la vedesse davvero.
-Non ho mai pensato che lo fossi.-
Aveva ogni muscolo teso, non batteva neanche le palpebre e rimase perfettamente immobile, cosa che accadeva quando metteva i suoi sensi all'erta.
-Cosa..?!-
Ma prima che Elena potesse continuare sentì un rumore assordante come di vetri che si infrangono e Damon che la spingeva a terra, con il proprio corpo sopra il suo, immobilizzandola. Aveva piegato involontariamente il collo che ora le faceva terribilmente male, ma non poteva muoversi e non sapeva il perchè.
Quando si accorse cosa stava succedendo Damon si era alzato e un urlo strozzato le morì in gola. 
Due vampiri, uno maschio e l'atro femmina, erano in posizione di attacco. Avevano, come Elena aveva udito, fracassato l'ampia finestra ed erano entrati da li.
La ragazza vampiro aveva una chioma d'oro tenuta stretta da un tuppo perfetto, neanche un capello fuori posto.
Il corpo snello e i sodi muscoli delle braccia scoperti da una attillata canottiera nera, la facevano assomigliare a una guerriera. Gli occhi verdi trapassarono Damon per soffermarsi su Elena. Il maschio era leggermente più basso ma non meno minaccioso. I folti capelli biondi e la carnagione abbronzata, sommati a un ringhio cupo che proveniva dall'interno, lo facevano assomigliare a un leone pronto per attaccare. Aspetta... Un vampiro abbronzato?
Elena rimase a terra, paralizzata. Potè vedere chiaramente Damon che contraeva la mascella e scopriva i denti perfetti e bianchi, dove brillavano i suoi lucenti e affilati canini. Ringhiava e si muoveva come un predatore che deve uccidere un suo rivale per arrivare alla preda tanto bramata. Solo che la preda in quel caso era lei, e la stava salvando.
La ragazza dai capelli d'oro si sfiló due guanti di pelle nera scoprendo le lunghe dita delicate. Mentre guardava Damon un sorriso obliquo e sinistro comparve sulle labbra viola e sottili.
Elena non li aveva mai visti, e sembrava che neanche il "suo" vampiro li conoscesse.
-Fai quello che devi fare e non combinare casini.-
La voce era fredda e dura, ma nello stesso tempo tranquilla come se stessero facendo una cosa normale.
A quelle parole il maschio saltó sopra Elena e la trascinó su per la gola.
-Elena!-
Damon stava quasi per arrivare alla collo del suo assalitore quando la bionda lo tiró indietro e lo bloccó a terra.
Con una mano serrata intorno al suo collo e una a premere sul suo petto, sussurró pericolosa
-Sei davvero così bello come "dice".-
- A chi devo ringraziare per questo complimento?-
Damon parlava con voce minacciosa, era teso ma non poteva muoversi perchè la vampira gli aveva serrato le gambe.
Non sembrava volesse strozzarlo, lo stava solo tenendo.
-Oh lo scoprirai presto.-
La bionda si giró verso Elena, bloccata dal vampiro.
-Prendila e andiamocene.-
Evidentemente avevano sottovalutato la forza di Damon, già potente e distruttiva per fatti suoi, quando si trattava di Elena.
In un attimo la vampira si trovó sbattuta al muro con una mano che le serrava il collo, questa volta per strangolare.
La vampira respirava a fatica ma sembrava sopportare per evitare di dare nell'occhio mentre il vampiro abbronzato trascinava rudemente Elena su per la finestra.
Fu allora che Damon lasció cadere la bionda a terra e, prima che l'aggressore di Elena potesse decidere se continuare a tenere lei per tentare di portare a termine quello che era venuto a fare, qualsiasi cosa fosse, o lasciarla andare dove capitava per salvarsi la pelle, era già a terra con un pugnale di bronzo infilato nel cuore.
Elena si accasció sul parquet ma cercó con tutte le sue forze di non svenire. Il vampiro aveva avuto giusto il tempo di penetarla con i canini dal lato sinistro senza poter far altro perchè Damon lo aveva fatto fuori.
Damon ringhió verso la bionda, un lungo ringhio sibilante, che tremó fra le pareti. Gli occhi erano brillanti e sembravano emanare screziature rosse, la pelle candida rifletteva i bagliori del fuoco nel camino e la camicia lacerata su un fianco lasciava intravedere una ferita lunga e sottile sulla pelle candida.
Possibile che quel taglio glielo avesse fatto la vampira dagli occhi verdi? Effettivamente quelle unghie lunghe e perfettamente curate, di un colore viola pastello in tinta con quello delle sue labbra, avevano tutta l'aria di essere un'arma.
Stavolta Damon non si allontanó da Elena ma continuava a fissare la sconosciuta come se volesse trafiggerla con il solo sguardo di ghiaccio.
-Chi sei?!- Quasi le sputó in faccia.
-Io sono Alexia.-
Erano ancora entrambi in posizione di attacco, ma mentre continuava a guardare Damon, Alexia si avvicinava furtivamente alla finestra.
-Chi ti manda?- Damon aveva capito che Alexia stava per fuggire ma non gli diede peso.
-Qualcuno di molto potente, che ha scoperto molte cose, che vuole molto da troppi.-
Ora Alexia sorrideva, enigmatica, e saltó con agilità sul davanzale della finestra.
-Bene, non ti chiederó cosa vuoi,- Damon si avvicinó di pochi passi -ma puoi dire a chiunque sia così folle da mandarti nel MIO territorio a minacciare la MIA Elena, di starsi alla larga da questa casa e da questa ragazza, perchè altrimenti faccio un casino, INTESI!?-
-Ooh..Sei veramente così sexy Damon-
Damon stava per aprire bocca ma Alexia lo interruppe -si, ti conosco, e credimi, di casini ne combina a sufficienza chi mi manda.-
Con un cenno con la mano saltó giù dalla finestra e si dileguó nella notte.
Appena fu scomparsa Damon strinse automaticamente il polso di Elena e si giró guardandola negli occhi.
-Ho l'aria di chi non ha capito niente?-
Elena era tra il nevrotico e il suscettibile, sommati a una buona dose di confusione.
-Si, direi di si.-
-Bene, perchè non ci ho capito niente!-
-Invece io capisco perchè non puoi rilassarti... Neanche una volta.-






Spezietto per me!

Ehy salve a tutti.
Questa è una storia che mi è venuta in mente qualche settimana fa. E' tutta nella mia testolina e una buona parte è già scritta, quindi aggiornerò regolarmente :D Questo è solo l'inizio, di cose ne devono succedere a sufficienza, quindi fatemi sapere cosa ve ne pare. Proverò a pubblicare altri capitoli, e spero che non sia un completo disastro.. Ci tengo a ringraziare in anticipo chiunque sprecherà 2 minutini a leggerla e a chi vorrà farmi sapere la sua opinione.
Baci!
  
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