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Autore: Crazy_Me    03/02/2012    2 recensioni
Jack ha dimenticato quanto i pericoli siano sempre in agguato, proprio dietro l'angolo, e soprattutto quanto siano vicini.
Così vicini da avere il suo stesso sangue.
Il capitano dovrà tornare di nuovo ai Confini del Mondo, prima che qualcuno glielo rispedisca, stavolta per sempre.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20


William aprì gli occhi lentamente e per la prima volta dopo tanto tempo sentì un materasso morbido e comodo sotto la schiena. E va sottolineato che quella non era neppure la parte migliore.
La parte migliore era lei.
Lei che ancora dormiva, lei che sapeva essere spietata ed irremovibile ma che sapeva anche far crollare le barriere, lei che non si era stretta a lui durante la notte ma, al contrario, era raggomitolata quasi sulla sponda.
In quel momento Will dimenticò tutto. Dimenticò Jack, dimenticò il tesoro, l’Olandese, Elizabeth… al diavolo tutto!
E avrebbe voluto svegliarla, chiederle se ci teneva a lui, almeno un centesimo di quanto lui teneva a lei, chiederle se aveva passato una bella notte. Chiederle cos’aveva da fare per il resto dell’eternità.
Io niente, sono libero.
Poi lasciò che la sua mente corresse per i fatti suoi, mentre il suo corpo si avviava verso la sedia piena dei suoi vestiti.
Era così stupido, così infantile a far tutti quei pensieri assurdi, come se fosse ritornato il bimbo che era stato salvato dal Governatore Swann quel lontano e confuso giorno. Sembravano passati secoli, forse non sembrava neppure mai esistito quel tempo, anni dove il mare era cosa di poco conto e la pirateria solo un infrangimento delle leggi.
Poi, come quando il sole si lascia coprire a tratti dalle nuvole, gli ritornarono in mente i problemi.
Innanzitutto, la bussola.
Quel dannato aggeggio, ci aveva provato e riprovato a capirne il funzionamento, ma puntava in una direzione incomprensibile. Anzi, peggio ancora, perché quell’affare puntava a Nord come una normale bussola. E non poteva essere una normale bussola.
Certo, il tesoro avrebbe anche potuto essere a Nord, ma Jack non aveva mai menzionato quel punto cardinale. Doveva per forza essere in un’altra direzione. Il tutto stava nel capire come diavolo funzionasse, cosa ci fosse da scoprire in quello stupido rottame…
- Se continui così, la rompi. -
William si girò di scatto. Aveva già infilato i pantaloni e gli stivali, cercando di produrre meno rumore possibile, ma la camicia era ancora appesa alla sua spalla, mentre lui cercava di forzare la bussola.
- Forse, ma ho l’impressione che il mio capitano non sarà felice quando verrà a sapere che non ho ancora capito come funziona. – Disse Turner con un sorrisino, mentre si avvicinava per darle un bacio sulla fronte.
Era bellissima come sempre, anche con i capelli arruffati e gli occhi che ancora si dovevano abituare alla luce.
- Oh, il tuo capitano deve essere molto cattivo… ma ti rivelerò un segreto. – Juliet gli fece segno con la mano di avvicinarsi e il ragazzo eseguì – Il capitano mi ha detto di dirti che ha passato una bellissima notte e che per questo ti concederà anche questa mattina. -
William sorrise e sussurrò un grazie.

- Scommetto che William ha già capito come funziona la bussola. -
- Chissà quali sono i piani di Juliet. -
- Conquisteranno il tesoro insieme. -
Jack non ne poteva più di quelle voci assillanti. Chissà cosa fa questo, chissà Juliet, chissà William, William e Juliet, Juliet e William…
- Basta! – Sbraitò il capitano.
I pirati nella cella accanto lo guardarono un po’ straniti.
- State bene, Jack? – Chiese Gibbs tra l’ironico e il preoccupato.
- No! Voglio dire… – si alzò e scrollò via la polvere dai pantaloni – la potete smettere di parlare di quei due? E Juliet ha fatto questo, e William farà quest’altro… basta! Nessuno può sapere cos’accadrà, nessuno. Quindi basta con queste stupidaggini! – Concluse Jack, mentre le sue mani finivano di gesticolare per incrociarsi sul petto.
- Per caso vi dà fastidio il fatto che vostra sorella abbia le redini in pugno grazie al vostro migliore amico? -
L’espressione di Jack, già irata, diventò di puro odio, mentre i denti quasi si corrodevano da quanto li stava tenendo premuti tra loro.
Sparrow sapeva benissimo di chi era quella voce, sebbene i pirati presenti nella prima fila non avessero parlato.
- La fortuna è una ruota in costante movimento… – iniziò il capitano a denti stretti – e sono sicuro che presto sentirò di nuovo il suo influsso. Al tuo contrario, tardo e sfortunato compagno. -
Ragetti sbucò fuori, per nulla intimorito, e iniziò a fare le sue psicologiche considerazioni insieme a Pintel.
- Forse ha subito un trauma da piccolo. Per questo è così scontroso. -
- Sicuramente. – Concordò Pintel.
- Probabilmente all’età di sette anni, nello sviluppo. -
- Molto probabile. -
Jack li fissava e più lo faceva più tutta quella scena gli sembrava surreale.
Forse quei due sono in cella da troppo… Nah, loro hanno passato metà della loro esistenza in prigione. Allora cosa?
Non capiva se era più stupito dal fatto che stessero parlando di qualche suo possibile complesso, o dal fatto che Pintel e Ragetti concordassero su qualcosa.
Ardua scelta.
- Magari è geloso. -
- Di Turner! -
- Sicuro! -
Jack fissò Gibbs, che pareva assolutamente divertito e che non sembrava aver inteso subito cosa Jack volesse.
Il capitano lo fissò più insistentemente.
- Oh… -
Gibbs tirò uno scappellotto ad entrambi contemporaneamente e intimò loro di smetterla.
- Quando pensi che ci sia un limite al peggio… - proseguì Jack – devi sempre ricrederti! -

- Apriti! Dannazione, ti vuoi aprire? -
William stava in tutti i modi, leciti e non, cercando di trovare una seconda apertura in quella povera bussola, che con quel suo ago ciondolante e un po’ arrugginito sembrava pregarlo di smetterla.
- Eppure ci deve essere una seconda apertura… a meno che non ci sia un qualche bottone… o forse bisogna guardarla al contrario… -
Will, steso sulla sua branda nel dormitorio, continuava a girarla e ipotizzare. Non era molto aiutato dalla luce visto che ne filtrava davvero poca dalla piccola finestrella alla sua destra, però non intendeva schiodarsi da lì.
Ce l’avrebbe fatta, prima o poi. Possibilmente prima che poi, vista l’urgenza.
- Will… -
William saltò su d’impeto e la bussola gli volò via dalle mani, finendo dritta sul pavimento.
- Oh no! -
Il ragazzo saltò giù dalla branda e a tastoni la cercò, dimenticandosi della voce femminile che lo aveva chiamato e che gli aveva fatto prendere un colpo.
- Eccola! – La tastò, potendo fare poco affidamento sulla vista, e sentì che era divisa in due parti.
Attaccate, ma pur sempre due parti.
Dannazione, s’è rotta.
- L’hai trovata? -
A quel punto William si ricordò di Juliet. Era lì che lo fissava nella penombra dell’entrata del dormitorio e visibilmente agitata aspettava una risposta.
- Sì, ma… - la portò sotto la luce della finestrella - …ma è aperta! Si è aperta! -
Juliet corse da Will e quasi gli strappò la bussola di mano.
- E’ vero! Ce l’hai fatta! -
Il ragazzo annuì. Grazie ad una buona dose di fortuna, quello stupido congegno si era aperto. Come aveva ben supposto c’èra una seconda bussola all’interno. Bastava solo guardare meglio… o farla cadere, chissà.
- Bene, ottimo lavoro. – Sorrise lei, rimettendogli in mano il prezioso oggetto – Ora è meglio se vai dal timone. La rotta è sbagliata, invertila di 30° sud-est e… beh, lo sai. -
Turner annuì. Sì, decisamente lo sapeva bene.
- Oh, e stasera si festeggia. Sei ufficialmente invitato a banchettare con me e la ciurma. Se tutto ci è favorevole, domani un tesoro ci aspetta. -
Will sorrise e, dopo un rapido cenno affermativo, corse fuori.

Qualche pezzo di legno più sotto, Jack e gli altri prigionieri sentirono un consistente cambio di direzione.
- Ecco, – iniziò Gibbs, con lo sguardo alzato come i cani quando fiutano l’aria – ora ha capito come funziona la bussola. -
- Già. – Affermarono con aria funerea gli altri.
Quello si che era un bel problema.
- Quanto mancherà all’isola? –
- Un giorno. Domani mattina saremo arrivati.  – S’intromise Jack che, con il cappello abbassato, pareva dormire ma che a quanto pare era sveglissimo.
- Tu che hai visto le mappe, Jack, quant’è grande l’isola? -
Sparrow scosse la testa.
- Non lo so. Non è disegnata in nessuna mappa. -
- Cosa? Impossibile! -
Un lieve mormorio si levò dalla cella affianco a quella del capitano.
- Calmatevi, di sicuro c’è una spiegazione a tutto questo. Magari qualcosa che noi non sappiamo, ma che mia sorella sa. – Fece una pausa - Ben presto lo scopriremo anche noi. Come ho appena detto, non manca molto. –
Jack concesse un lieve sorriso alla sua ciurma, poi girò la testa verso la piccola spaccatura dove la sera prima aveva intravisto le stelle.
Eccolo lì, il mare. L’oceano. Sempre azzurro e in perpetuo movimento.
Domani accadrà qualcosa. Accadrà di sicuro.



Ok, questo capitolo non mi piace affatto, lo devo dire in tutta sincerità, ma così è. Prendetene atto e non uccidetemi! :D
Ringrazio VioValo e _Gilestel_, grazie ad entrambe per le recensioni. Troppo buone! E beh, in generale chi segue! (:
Alla prossima!
 
  
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