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Autore: Crazy_Me    03/02/2012    0 recensioni
In ogni capitolo di questa raccolta verrà raccontato, analizzato e descritto un personaggio di Skins (prima e seconda generazione). Tutto questo, però, avverrà tramite... un oggetto! Un oggetto che, naturalmente, rappresenta e caratterizza il personaggio nella serie.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Freddie


Freddie ha sempre cercato di essere se stesso.
Qualcuno ha distrutto la sua vita, anzi, molti l’hanno distrutta.
Non voleva che accadesse anche alle persone che gli stavano intorno.
Come si può essere se stessi senza far male a nessuno?
Le sentivo le sue riflessioni. Quando era con me, pensava sempre a questo.
Freddie deve compiacere tutti. Glielo ordinano.
Suo padre, sua sorella Karen, Cook, JJ, Effy, tutti.
Tutti vogliono qualcosa da lui.
E quello che vogliono suona più o meno così.
Salvami Freddie, sto aspettando, salvami.
Freddie ci prova, in continuazione, senza smettere mai neanche per un secondo, ma è così difficile.
Come quegli stupidi problemini che danno alle elementari.
Tu hai una torta e tre amici. In quante fette dovrai dividere la torta per darne un pezzo a tutti?
Eh, Freddie? In quante fette dovrai dividerla la torta?
In quante fette dovrai dividerti?
Freddie è se stesso solo quando è con me. Lo sento.
Ci mette tutto l’impegno e al contempo sa che non deve dimostrare niente a nessuno, se non a se stesso.
Papà, ci riesco.
Karen, ti aiuto io.
JJ, ti ascolto.
Cook, ti proteggo io.
Effy, ti amo.
Effy, ti amo.
Vedi, Freddie? Tutti vogliono che tu sia lì per loro. E’ bello questo; i tuoi amici si fidano di te.
Ma chi c’è quando tu non ce la fai?
Beh, Cook. A volte. Se non è sballato. Se non è arrabbiato. Se non è sbronzo, lontano, in prigione, a scopare.
Poi JJ, che è l’altro tuo migliore amico, ma… beh, lui ha già tanti pensieri, non ce la farebbe a sostenere anche i tuoi. La sua mente non regge.
Infine Effy. Ma lei è diversa ed inoltre è il fulcro dei tuoi problemi. Non puoi farglielo pesare, no?
E alla fine il tutto si riduce a nessuno.
Non c’è nessuno per te, Freddie. Lo sai che io ci sono, questo sì, ma non basta. Non sempre, per lo meno.
Così Freddie ha imparato a cavarsela da solo. Riesce a tirare avanti. E’ forte, lui.
Anche adesso lo è, sta dimostrando un coraggio non indifferente.
Perché lo fa? Non sono problemi suoi, questi. Magari in un certo senso sì, ma scommetto che potrebbe pensarci qualcun altro.
Tremo per lui mentre preme il campanello e sento un dlin dlon all’interno dell’abitazione.
Sono al suo fianco e credo che, ultimamente, io sia l’unico di cui si fida.
Effy. E’ per lei che siamo qua. Anche di lei si fida, ma non è al suo fianco.
La porta si apre.
Eccolo, è lui. Me ne ha parlato. E’ un pazzo, un maniaco, un matto, un… uno psichiatra, per la verità.
Entriamo e Freddie mi tiene con la mano, non vuole lasciarmi.
E’ ovvio. Quando entriamo in un mondo che non ci appartiene vogliamo portare qualcosa che faccia parte della nostra normalità.
Scende alcuni scalini mentre segue ‘sto tizio e si siedono entrambi.
Parlano. Non per molto, però, perché quello che dice quest’uomo irrita parecchio Freddie.
Io sono ai suoi piedi, vicino a lui.
Si arrabbiano, anche se l’altro sembra calmo, e Freddie se ne va.
Sale di corsa le scale, io sono con lui, ma il tipo lo segue. Piano. Lentamente. E’ dietro di noi.
Freddie dice ancora qualcosa, tipo lasciala stare, ma l’altro è indifferente.
Ha una mazza da baseball nella mano destra. I suoi occhi brillano.
La porta non si apre.
La porta non si apre.
Freddie inizia ad avere paura. Parecchia paura.
E allora. Beh, sì, insomma Freddie, quello che mi sto chiedendo è se vale la pena di morire per la persona che ami? Sacrificarti per essa, rinunciare a tutto quanto, perfino alla tua vita?
Ne valeva la pena, Frederick Mclair?
E’ il tuo nome per intero. Lo hai scritto tu, su di me, la prima volta che sei caduto.
Questo è mio, tu sei mio, pensavi.
E ora, proprio ora, uno schizzo di sangue mi macchia la tavola, il bordo della tavola.
Come ai bei vecchi tempi, quando erano più le volte che cadeva che quelle in cui riusciva a stare in equilibrio. Ora, però, il suo sangue ha un colore diverso.
Freddie ha sempre cercato di essere se stesso e di accontentare le persone a cui voleva bene.
Freddie, però, è morto. Sta morendo.
E le persone a cui vuol bene non sono qua con lui.
Ci sono solo io,il suo skateboard.





Forse può sembrare un po’ tragica la figura di Freddie, ma io lo vedo così. Un ragazzo pieno di responsabilità, forse troppe, che deve occuparsi di tutti, dalla sua famiglia ai suoi amici. Se non concordate con questa mia visione di Freddie, siete liberissimi di recensire e dirmelo.
Grazie a chi segue, a presto!

 
  
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