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Autore: Talestri    04/02/2012    4 recensioni
E' primavera ad Arrés. La brezza delicata, che entra dalla finestra, accarezza il volto di André. Sono passati diversi anni da quel 13 luglio e molte cose sono cambiate...
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Battiti di ali, cinguettii confusi: gli uccelli tornano al nido. Così si accorge che il sole sta tramontando. Non  può più distinguere i contorni degli oggetti, né vedere la luce del sole, né lei. Lei che ha a lungo rischiarato i suoi giorni, la vista della sua bellezza ora gli è negata, come se qualcuno avesse deciso che per troppo tempo si era nutrito di una perfezione non concessa ai comuni mortali.
Sono passati dieci anni ormai da quel fatidico giorno, il giorno in cui ha perso definitivamente la vista, il giorno in cui Alain l’ha salvato da un sicuro colpo al cuore, trascinandolo a terra con un vigoroso strattone. Quel giorno la paura ha portato la sua donna a decidere, per il bene di entrambi, di ritirasi, difatti sebbene si sentissero parte di quella rivoluzione, la posta in gioco era troppo alta adesso che avevano scoperto in loro quel sentimento così forte, che li univa e tutt’ora li unisce immutato. 
Così André in questo momento si trova seduto su di una sedia di legno, vicino alla finestra socchiusa e assapora la brezza fresca di primavera sulla pelle, senza poter vedere i prati fioriti di Arrés, in attesa che lei torni con la cena dal villaggio, come sempre, camminando serena col bambino per mano.
Suo figlio, loro figlio, tutto il padre, capelli scuri, profilo delicato, ma deciso e poi a completare l’opera gli occhi di sua madre. Questo gli ha sempre detto Oscar, questo gli hanno sempre detto Alain, Bernard, Rosalie e chiunque sia entrato in quella casa nel giro degli ultimi otto anni, ma lui non l’ha mai visto, non ha mai visto suo figlio. La malinconia attanaglia il suo cuore a questo pensiero , ma subito viene scacciata dalla consapevolezza di possedere in fondo tutto ciò che ha sempre desiderato. Ha sposato la donna che amava pochi giorni dopo aver abbandonato le armi, si sono presi cura l’uno dell’altro durante i momenti più cupi della malattia della giovane e passata quest’ultima, dopo un periodo di serenità e abbandono, il Signore ha bussato alla loro porta con uno splendido regalo: Antoine.
Ricorda bene la sera in cui hanno deciso il nome, la sera in cui Oscar gli ha confessato di aver capito di amarlo quella notte d’inferno a Saint Antoine. In quell’istante lei, prendendo delicatamente la sua mano tra le sue, l’ha portata sulla pancia tesa e rotonda e lui, accarezzando il suo bambino, ha sentito di dover ringraziare il santo, che aveva benedetto il loro amore, dandone il nome al frutto di  tale sentimento.
Sente dei passi in lontananza. Tende l’orecchio. E’ lei. La riconoscerebbe anche tra la folla, quell’andatura leggera, ma decisa. Poi dei passetti vivaci, un trotto  continuo, interrotto da saltelli di tanto in tanto. Antoine.

-Madre, madre aspettatemi!- ride gridando.

-Quante volte ti ho detto di non nasconderti tra i cespugli?!- La voce posta con atteggiamento severo, lascia trapelare tanta premura e dolcezza.

“E’ una madre stupenda.” Non smetterà mai di ripeterselo.

-Dai amore sbrigati che tuo padre ci aspetta!-

-Padre, padre! - grida correndo.

Uno scalpiccio vivace, poi al rumore della porta d’ ingresso segue la corsa frenetica del bambino attraverso le stanze della casa. Raggiunto il salottino, si ferma a pochi passi da lui, può sentirne il respiro affannoso.

- Antoine, vieni qua piccolo!-

Lo sguardo vacuo in direzione della porta, segue il rumore dei passi.

- Padre … -

Il piccolo si siede sulle sue ginocchia, guardandolo ammirato.

-Dimmi piccolo.-

Creca il viso del bambino. Sposta i riccioli scuri dalla fronte delicata, per posarvi un bacio.

-Padre, mi siete mancato!-

-Piccolo mio, anche tu mi sei mancato tanto.-

La dolcezza di quel bambino ogni volta gli stringe il cuore.

-Volevo tornare presto per stare un po’ con voi. Ho incontrato Daniel, Fabien, Gilbert, Désiré  e tutti gli altri bambini in paese. Abbiamo giocato in piazza a rincorrerci, con le trottole e tante altre cose, poi però diversi bambini sono dovuti rientrare per aiutare i loro genitori. Per questo a compere fatte sono voluto correre qui per raccontarvi tutto!- la sua voce è euforica, impaziente.

Una calda risata. -Mi fa molto piacere piccolo. Avrai modo di raccontarmi tutto, abbiamo tutta la sera, ma riprendi fiato ora.-

Il bimbo annuisce deglutendo. Si guarda intorno, sofferma di nuovo lo sguardo sul volto del padre.
-Vi voglio bene.- Sussurra, posando la testolina sulla spalla di André, che visibilmente commosso, lo accarezza dolcemente.

- Anch’io piccolo, anch’io, non immagini quanto.-

Oscar, comparsa sulla porta, colpita dalla tenerezza di quel momento, si lascia sfuggire un sospiro.
 Percepita la sua presenza, André la invita ad avvicinarsi con cenno della mano, sussurrando il suo nome.
La donna si avvicina lentamente, fino a raggiungerli. Li osserva rapita. Non smetterà mai di stupirsi di quanto suo figlio assomigli al padre. Il bambino gira il volto verso di lei e le sorride.

-Madre ditegli cosa abbiamo comprato!- squittisce entusiasta il moretto.

-Cosa?- interviene André incuriosito.

-I dolcetti che vi piacciono tanto, ma vedete di non mangiarveli tutti voi due, ne vorrei qualcuno anch’io!- risponde Oscar, ironizzando con fare capriccioso.

-Oh beh, come volete voi. Agli ordini comandante.-  così dicendo André esegue il saluto militare con la mano.

Oscar lo guarda perplessa. E’ da così tanto tempo che non le risponde in quel modo, che si sente quasi a disagio. “ Agli ordini comandante.” Quanti ricordi, quanto tempo, quanto tempo è passato da quando ha abbandonato le armi per mettere su famiglia, lei, l’impavida e superba madamigella Oscar, lei cuore di donna riscaldato dall’amore di un uomo, un uomo che l’ha sempre amata, rispettata, protetta e aspettata fino al suo sì.
Si sveglia dal suo stato di sogno, d’improvviso Oscar, riportata al presente dalla risata di André e Antoine. Stava scherzando ovvio. Troppo colpita, travolta dal fiume di pensieri, che con sé aveva trascinato quella frase, non ne è riuscita a cogliere l’ironia nella voce del suo uomo. “Sciocca!” Ride di sé, della sua reazione bizzarra, assieme ai quei due, che ne sembrano essere molto divertiti .

-A proposito di dolcetti.- fa André, apparentemente serio.

-Sì- annuisce lei sorridendo “So dove vuoi andare a parare Grandier.”

-Dicevo, a proposito di dolcetti ci sarebbero due gentiluomini affamati qui.-

-Due gentiluomini dici? Io non ne vedo di uomini dabbene, solo due golosoni schifosi che adesso verranno puniti … - dice la giovane, avventandosi sui due per fargli il solletico.

-Nooo – urla Antoine agitandosi in collo al padre per le risate.

-Antoine, piccolo mio, cosa ti stanno facendo? Prendete me, prendete me e lasciate il bambino.-  grida André con fare melodrammatico, cercando di allontanare il bimbo dalla  madre.

-Ti sacrifichi per lui? Sarai torturato in modo doppiamente crudele allora!- così dicendo la donna si scaglia su di lui, iniziando a fargli il solletico.

Per pochi attimi i due ridono, abbracciati, sotto lo sguardo divertito del bambino, poi le mani di Oscar si distendono lasciando spazio a delicate carezze, sfiora il viso dell’uomo, lo guarda negli occhi, infine chiudendoli posa le sue labbra su quelle di lui e preme delicatamente, facendole combaciare perfettamente.

-Che tortura insopportabile, mi arrendo.- ironizza inebriato dal sapore di lei.

-Sapevo che avresti ceduto.-

Antoine li guarda incuriosito, quasi geloso, osserva la madre in cerca di un po’ di quell’amore. Oscar vede la sua strana espressione e fa cenno al bimbo di raggiungerli.

-Cosa c’è che non va amore?- la bionda passa una mano tra i capelli del figlioletto.

Di tutta risposta il piccolo non proferisce parola, ma stringe forte i genitori in un unico grande abbraccio.

-Tesoro- esclamano in coro Oscar e André, vedendosi uniti in quel dolce gesto più che mai, uniti da quel bimbo stupendo, che tanta gioia ha portato nelle loro vite, già apparentemente complete, allargano a dismisura i loro cuori colmi d’amore.

Alza la testa, prima nascosta tra i capelli della madre, il bambino, puntando i suoi occhioni azzurri sui genitori.
-Noi non ci lasceremo mai vero? Staremo sempre insieme?- la sua voce colma di dolce ingenuità risuona nella stanza, mente un grande sorriso nasce sul suo volto.

-No mai, tesoro mio, non ti lascerò mai, la tua mamma ci sarà sempre per te.-
Oscar, visibilmente commossa, lo stringe al petto sospirando.

-Padre?- un dolce sussurro, un richiamo alla nota domanda, che scuote il cuore di André saturo di emozione.

-Certo Antoine, per sempre, tuo padre sarà sempre insieme a te perché non permetterò a niente e nessuno di dividerci, a qualsiasi costo. Non temere piccolo mio perché è l’amore ad unirci e non c’è legame più forte di questo.-

Il calore della voce di André li avvolge. Non ci sono più domande ora, solo il battito regolare di un unico cuore. 

  
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