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Autore: Neve noon    04/02/2012    1 recensioni
T.O.P ha dei precisi motivi per cui non vuole una segretaria-manager donna, ma il suo manager, incurante, sceglierà Jo. Come andrà a finire il conflitto tra SeungHyun e Jo?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T.O.P.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo e ultimo bacio.
 
 
***
L'uomo tarchiato con la macchia pelata sulla nuca si trovava in un Cafee di Hongdae con una ragazza dai lunghi capelli neri.
Questa disse: "Non ti preoccupare, non faremo niente di serio."
L'uomo, in ansia, annuì e ordinò un drink.
***
 
Come promesso, nel giro di tre giorni, l'appartamento di Seung Hyun era tornato allo stato precedente della lieta "visita".
La maggior parte dei libri e cd erano stati recuperati, la tappezzeria era nuova di zecca, il muro era fresco di pittura bianca e il copriletto sporco era stato sostituito da uno nuovo, sempre di seta nera.
Seung Hyun aveva appena terminato l'intervista. 
Avevano scelto una giornalista che sicuramente gli avrebbe chiesto riguardo la sua vita sentimentale. 
Come da copione, il ragazzo aveva scaldato il cuore delle sue fans dicendo quanto piatto e noioso fosse questo periodo della vita.
Aveva calcato bene la parte in cui diceva: "single", ripetendolo un quattro, cinque volte.
Poi soddisfatto era tornata a casa, tra le braccia di Jo.
 
Una settimana passò così, senza che i due si facessero vedere in giro, poi, un martedì di fine luglio, accadde ciò che Seung Hyun temeva di più.
Erano all'incirca le otto di sera. Jo aveva appena fatto la spesa dal supermarket lì vicino casa e come ogni giorno stava rincasando con le buste tra le mani.
Attraversò la piazzetta, percorse il lungo vialone e svoltò in una strada residenziale.
In quei giorni a Seoul stavano facendo la manutenzione dell'illuminazione.  Ogni strada in cui veniva fatta la manutenzione rimaneva senza luce per due notti.
Jo constatò che quella notte sarebbe toccato alla strada che stava percorrendo.
Un brivido attraversò la schiena della ragazza.
Seoul era una città decisamente tranquilla, paragonata ad altre capitali, quindi Jo si sentiva sicura quando tornava a casa la sera, ma il fatto che non ci fosse la luce dei lampioni la inquietava un po'.
Le faceva soggezione.
Tanto che ha un certo punto le sembrò addirittura di sentire qualcosa dietro di lei.
Ma era solo il ramo di un cespuglio scosso dal dolce vento estivo.
Continuò a camminare indifferente, dandosi della stupida.
Dopo pochi passi sentì di nuovo un fruscio.
Questa volta, quando si girò, vide tre ragazze a pochi metri da lei.
Da dove erano sbucate? si chiese Jo.
Le ragazze alzarono il passo, come se andassero di fretta e volessero superarla.
Jo si spostò un po' più a sinistra del marciapiede.
Una delle ragazze, con un caschetto di perfezione millimetrica, era in testa alle altre e stava per superare Jo.
Mentre RagazzaCaschetto superava Jo, una ragazza con la gonna l'affiancò. Ora camminavano quasi assieme.
La terza ragazza stava per raggiungere le altre.
Era più lenta, camminava qualche passo dietro di Jo.
Jo pensò di alzare il passo, appena allungò un po' di più le gambe, si sentì mancare l'aria.
La ragazza di dietro aveva accelerato mettendole il braccio destro attorno al collo, mentre con la mano sinistra premeva velocemente un fazzoletto sul naso di Jo.
Quest'ultima non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock che perse i sensi. Le buste della spesa caddero a terra mentre RagazzaConLaGonna recuperava il contenuto.
La RagazzaCaschetto tirò fuori un cellulare, compose un numero e disse: "Muoviti che abbiamo poco tempo."
Nemmeno un minuto dopo un Suv comparve a tutta velocità e inchiodò avanti alle ragazze.
Velocemente issarono Jo nella macchina. La ragazza alla guida spinse il piede sull'acceleratore, poi si diresse verso Eunpyeong-gu.
In pochi minuti parcheggiò avanti ad una grossa fabbrica abbandonata.
Le quattro presero Jo dai piedi e dalle ascelle e la trascinarono dentro, buttandola su un divano rotto.
Oltre al divano c'era un tavolo e un vecchio mobile sgangherato.
L'ambiente era molto grande, ma non era illuminato e si vedeva molto poco. Comunque sembrava sporco e polveroso.
Poi, quella che l'aveva aggredita (che aveva lunghi capelli neri, per questo la chiameremo LunghiCapelliNeri) tirò fuori dalla sua borsa una bottiglietta d'acqua.
La stappò e rovesciò il contenuto sul viso di Jo.
La ragazza annaspò, ma non riusciva ancora a svegliarsi del tutto. 
RagazzaConLaGonna le bendò gli occhi, poi le dette due schiaffi.
Lentamente Jo ricominciava a percepire suoni e odori. Poi il cervello tornò in funzione e capì di essere stata sequestrata.
LunghiCapelliNeri si parò di fronte a Jo e le tirò uno schiaffo talmente forte da far girare malamente il collo della ragazza.
Jo era in stato di shock. Non riusciva a muoversi, forse volendo avrebbe pure potuto farlo, ma il suo cervello le permetteva solo di respirare.
Era come se quel buio dovuto agli occhi bendati fosse penetrato nella mente.
LunghiCapelliNeri si abbassò per parlarle: "Ascoltami bene, Jo-ah, non ho intenzione di venire a dirtelo di nuovo. Stai.Lontana.Da.Seung-Hyun.
Stasera non ti faremo del male. Ma se lo viene a scoprire qualcuno..."
RagazzaCaschetto s'intromise: "Abbiamo le palle per romperti l'osso del collo, credimi."
LunghiCapelliNeri riprese: "Per ora vogliamo solo avvisarti. Ti diamo due giorni per rompere con TabiOppa. Lo verremo a sapere se non lo fai. E devi farci un altro favore:
La senti questa?" mise tra le mani di Jo una lettera imbustata "Devi consegnarla a Seung Hyun il prima possibile. Non la leggere tu. Dagliela e basta."
Poi, per la seconda volta, le premette il fazzoletto sulla bocca.
La fecero rinvenire nel macchinone, sotto casa di Jo, con ancora gli occhi coperti.
RagazzaCaschetto, posò le buste della spesa sul marciapiede e fece scendere Jo, poi la mise di spalle al suv. 
Velocemente, girò i tacchi, si ficcò in macchina e le quattro sparirono.
Jo, lentamente, capì di doversi togliere la benda.
Per un po' trafficò con il nodo, poi si chinò stralunata, afferrò le buste della spesa e si avviò verso il portone con passo pesante.
L'aria della sera la stava aiutando a riprendere i sensi.
Nell'ascensore si guardò nello specchio. La guancia destra era rossa, infiammata dalla schiaffo, gli occhi erano gonfi anch'essi, appesantiti.
Guardò l'orologio: le nove meno un quarto. Non era poi così tardi, i genitori non avrebbero detto nulla.
I suoi infatti stavano già mangiando. 
La mamma le disse: "Jo, vuoi che te lo riscaldi?"
"No mamma, grazie, ho preso un panino venendo, vado già a dormire, ho un sonno. Le appoggio qui le buste." e posò le buste per terra, poi scappò in camera da letto.
Lo stomaco borbottava, ma era troppo turbata e stanca. Si addormentò ancora vestita.
Si risvegliò alle due e mezza di notte. Lo stomaco le gorgogliava dalla fame.
Con gli occhi semi chiusi si alzò, andò prima in bagno a fare la pipì, poi andò in cucina.
Prima tirò fuori solo l'acqua, poi le venne fame e si riscaldò ciò che aveva preparato la mamma per cena.
Mangiò con calma, senza pensare a ciò che le era successo qualche ora prima.
Aveva il cervello totalmente staccato. Pensava solo a masticare, deglutire, bere.
Finito il pasto notturno tornò in camera, si tolse la maglia e s'infilò quella del pigiama, poi si tolse i pantaloni.
Mentre se li toglieva sentì qualcosa nella tasca.
Tirò fuori una busta piegata in due. Era la lettera per Seung Hyun.
Volendo avrebbe potuto aprirla.
Ma non voleva.
Non voleva più saperne di quelle pazze. 
La rificcò nella tasca, s'infilò il pantalone del pigiama e se ne ritornò a nanna.
 
 
Cazzo.
Questa fu la prima cosa che Jo pensò la mattina dopo,quando aprì gli occhi.
Lo capì dalla luce che entrava nella stanza. Era più luminosa del solito.
Quella luce era abituata a vederla solo la domenica mattina.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Alzò il polso per portarlo all'altezza degli occhi.
Non era in ritardo.
Era già morta.
Doveva essere a lavoro alle otto, erano le dieci e mezza.
Ieri sera si era dimenticata totalmente di programmare la sveglia...
Si tirò su di scatto, sapendo che doveva affrontare quella tragica situazione.
Afferrò il cellulare, lo accese e trovò: due chiamate perse di Byungyung, cinque di Tabi e un messaggio di Hyun Joong.
Per prima cosa chiamò Seung Hyun: "Oppa?"
"Buon giorno dormigliona!" disse quello allegro, quindi forse non era stata licenziata, o forse Seung Hyun non ne sapeva niente.
"Dove sei?" gli chiese Jo con la voce impastata dal sonno.
"Sono alla YG, a differenza di qualcun'altro...Comunque, non ti preoccupare, ha detto Byungyung che per oggi non fa niente. Quindi sai cosa? Non fare colazione. Prendo qualcosa e la facciamo assieme!"
Jo si sentì di aver preso due piccioni con una fava, non solo Byungyung non era incazzato, ma avrebbe pure fatto colazione con Tabi.
Ottimo!
Con questi caldi pensieri andò a lavarsi la faccia. 
Quando si trovò di fronte al lavandino e alzò lo sguardo sullo specchio le venne un colpo.
La guancia destra era gonfia, aveva una forma di mano violacea contornata da uno spiacevole giallo malsano.
Se la toccò cautamente, captando il dolore.
Ecco che pensò il quinto Cazzo della giornata.
Cosa avrebbe detto Tabi vedendola così? Sicuramente le avrebbe fatto domande.
Ma era il caso di parlagli, di raccontargli ciò che era successo ieri sera?
No.
Una vocina nella mente di Jo non voleva assolutamente dire nulla.
Però è anche vero che quelle tipe sembravano fare sul serio.
Cosa avrebbero fatto se non avesse smesso di frequentare Seung Hyun?
Probabilmente erano state loro a combinare quel casino a casa del ragazzo...
E se succedeva anche a casa sua?
E se facevano di peggio?
Forse ne avrebbe parlato con Byungyung. Sì, due teste erano meglio di una...
Lui era il manager, e Tabi ci stava dentro fino al collo.
Preoccupata si lavò il viso, poi anche i denti. Jo odiava lavarsi i denti prima di mangiare, ma la situazione lo imponeva.
Il citofono suonò, Seung Hyun era già qui.
In fretta Jo andò ad aprire la porta di casa e poi scappò a togliersi il pigiama.
Indossò le prime cose che trovò buttate sulla poltrona. Tirando su i pantaloni ricordò che aveva la lettere nella tasca, la tolse e la infilò sotto un libro posato sulla scrivania.
"Buondì!" salutò Tabi allegramente quando varcò l'uscio.
Jo si preparò mentalmente a dovergli dire una balla.
"Buongiorno Oppa..." salutò Jo e si fiondò tra le sue braccia per rimandare ancora un po' la balla.
Però Seung Hyun notò qualcosa, la staccò da se e disse: "Cristo! Che hai combinato?"
Jo, con nonchalance disse: "Mah, niente...al supermercato...una signora...al posto di prendere un barattolo di fagioli...sai com'è. Capita..."
Seung Hyun si abbassò un po' per scrutare meglio la guancia.
Jo constatò piacevolmente che quel giorno aveva gli occhiali da vista. A Jo piaceva ancora di più con quelli occhiali.
Tabi sfiorò la guancia infortunata: "A me non sembra qualcosa di casuale....Sembra proprio un ceffone..."
"Nahh!" Jo gli prese la mano e gli dette un bacino "Non ti preoccupare" poi annusò l'aria "cos'hai portato di buono?"
Seung Hyun alzò una mano facendo vedere sacchetto di carta: "Cornetti al cioccolato"
"Buooni!!" esclamò Jo entusiasta, e lo trascinò in cucina.
Poco dopo stavano sporcando ovunque di cioccolato mentre l'odore di caffè e latte invadeva la cucina piacevolmente assolata.
A Tabi piacque molto quel momento, gli ricordò quando faceva colazione la domenica mattina con la sua famiglia, nella SUA casa.
Gorgogliò contento mentre ingoiava l'ultimo pezzo di cornetto.
Dopo essersi sciacquati faccia e mani si piantarono su letto di Jo.
Tabi era già stato un'altra volta nella camera della ragazza, ma ancora non aveva esplorato tutti i cassetti.
Comunque Jo prese il pc e l'accese.
"Vediamo che si dice di nuovo sui Social Network..."
"Chi è Noon?" chiese Tabi sospettoso. "Amica." rispose Jo metà infastidita metà compiaciuta.
"Bhè, ti ha commentato qualcosa, ti ha mandato un messaggio su Facebook, ti ha mandato un messaggio su Tumblr e ti ha taggato in un post."
"E allora? è solo un po'...espansiva."
"Sicuro? Non è che mi nascondi qualcosa?"
"Come sei sospettoso Oppa!"
In quel momento il telefono di casa squillò, Jo si premurò di chiudere Facebook e disse: "Aspetta qui e non fare pasticci."
Appena la ragazza uscì dalla stanza, Seung Hyun riaprì facebook e andò a leggersi i messaggi con Noon, trovandoli estremamente affascinanti, dato che parlavano di lui.
Poi però capì che era scorretto farsi gli affari altrui e lo richiuse mettendo su un'aria angelica.
"Sì zia." sentì dire Seung Hyun.
Sembrava che questa zia avesse intrappolato Jo al telefono.
Allora il ragazzo si alzò, osservò per bene la libreria, poi passò alla scrivania.
C'era un quadernetto, l'alzò e lesse che era un ricettario. 
C'era anche un libro. Era scritto in una lingua incomprensibile per Seung Hyun, tirò su anche quello e trovò, sotto di esso, una busta.
Lesse: "Per Choi Seung Hyun".
Tabi era incuriosito. Era forse una lettera romantica?
Gli venne la voglia di aprirla. Poi pensò che nemmeno quello era corretto. Se Jo non gliel'aveva ancora data, aveva i suoi buoni motivi.
La prese e si diresse verso la ragazza, ancora al telefono, per chiederle un muto permesso per leggerla.
"Sìsì, anche papà sta bene..." stava dicendo Jo alla cornetta.
Seung Hyun alzò la busta avanti a lei, indicandola, chiese sottovoce: "posso leggere?"
Jo sbarrò gli occhi, terrorizzata.
"Zia, scusa, stanno suonando il campanello, devo proprio andare. Sì ti faccio chiamare da mamma, Cià!"
E la liquidò in fretta e furia.
Poi agitata si allungò, strappando la busta dalle mani del ragazzo.
"Non puoi leggerla." disse Jo secca
"Perchè?" chiese Seung Hyun, con l'aria di chi la sa lunga.
Ecco, perchè non voleva che la leggesse? Eppure nemmeno lei sapeva cosa c'era scritto dentro.
Anzi, forse proprio perchè non sapeva il contenuto, aveva paura di consegnargliela.
Aveva deciso che non gliel'avrebbe data, che l'avrebbe strappata, ignorandola.
Seung Hyun sorrise: "Lì c'è scritto che è per me."
"E allora?"
"Dai Piccola, se è qualcosa di carino non ti prenderò mica in giro..."
questo giocava a favore di Jo: "A-NI-YOOO! Non voglio!"
Seung Hyun entrò in modalità "seduzione", si avvicinò, le accarezzò un pò l'orecchio, il collo, avvicinò le labbra all'altro orecchio, abbassò il tono di tre ottave e sussurrò: "Perfavore"
Per poi succhiarle il lobo.
"No." negò nuovamente Jo, con fermezza assoluta.
poi aggiunse, soppesando le parole: "Oppa? Ma..." annusò meglio Seung Hyun "odori di nuovo di Colonia..."
"Sì, JiYong me ne ha regalata una nuova." poi tornò al tono basso: "Ti piace?" -Sguardo che ti mette incinta-
Jo disse seccamente: "Sì. Ora spostati però."
Allora Seung Hyun, alla velocità della luce, cambiò strategia.
Si immedesimò in Harry Potter quando cercava di leggere la lettera di ammissione a Hogwarts.
Solo che Jo non aveva la stazza di Zio Vernon.
Così dopo una piccola lotta, Seung Hyun riuscì ad impossessarsi della lettera.
"Ora me la leggo!" disse trionfante.
Jo in fondo era curiosa anche lei di sapere cosa ci fosse scritto, così, nervosamente, lasciò che aprisse la busta.
La prima espressione che si vide sul volto di Tabi fu l'incredulità.
Poi, il disgusto.
In fine, abbassati gli occhi fino alla fine della pagina, serrò la mascella.
Era...incazzato.
"Che c'è scritto?" chiese Jo seriamente preoccupata, avvicinandosi.
Seung Hyun fece un passo in dietro, allontanandosi dalla ragazza.
"Chi ti ha fatto quello?" disse indicando la guancia di Jo.
Jo non rispose, non sapeva se essere sincera o no.
Seung Hyun la fissò, meditando. Sembrava incerto su cosa fare.
Poi decise. Capì che doveva prendere una decisione drastica.
Accartocciò la lettera con una sola mano, e senza dire una parola iniziò a camminare verso l'uscita.
"Hey! Dove te ne stai andando??" gridò Jo sbigottita.
"Lontano da te." rispose Seung Hyun, sembrava volesse mantenere la calma.
Jo gli afferrò il braccio: "Oppa! Che cosa?"
Con uno scrollone Seung Hyun si liberò dalla presa.
"Aspetta! Ti prego dimmi che c'era scritto!"
Seung Hyun, mentalmente, si disse "coraggio", si fermò, tentò di assumere l'aria glaciale, cose che gli uscì abbastanza bene.
"Non voglio avere più niente a che fare con te."
Jo era totalmenta shockata.
"Oppa, ti prego. ragioniamo insieme. Non è maturo fare così...!"
"So perfettamente cosa e maturo e cosa non lo è." rispose Seung Hyun, poi inspirò profondamente, doveva andare fino in fondo, lo sapeva. La guardò schifato: "Sei una sporca puttana."
Girò i tacchi e uscì di casa.
Jo rimase lì impalata, confusa, stordita, con un senso di dolore al petto che gli chiudeva la gola e lo stomaco.
Si buttò a terra, cosa cazzo c'era scritto in quella lettera?
Come si poteva, nel giro di due giorni, affrontare tutti quegli eventi?
Pianse per due ore intere, poi pensò che era da stupidi buttare tutto all'aria così, doveva andare a casa sua.
Si asciugò il viso, e si fece forza per uscire.
 
Al citofono rispose il manager dei Bigbang: "Sì? Chi è?"
"Sono Jo, c'è TabiOppa?"
"Seung Hyun? Pensavo stesse con te. Non è a casa..."
"Ah. Veramente se n'è andato da casa mia qualche ora fa...Vabbè, fa nulla. Ci vediamo..."
"Ciaociao."
Sconsolata Jo se ne stava per andare, quando vide l'Audi di Daesung avvicinarsi lungo la strada.
"Hey Jo-ah!" gridò il ragazzo sbracciandosi dall'abitacolo.
"Cià."  rispose Jo. Non le andava di fingere allegria, ma per cortesia aspettò che parcheggiasse l'auto nei posti assegnati lì d'avanti.
Daesung scese dall'Audi e le andò in contro: "Caspita! Che hai combinato alla guancia?"
Jo sospirò, ricordandosi che avrebbe avuto quel livido per almeno due settimane: "Niente DaeOppa, io me ne torno a casa..."
L'umore di Jo era tremendamente sottoterra, e ovviamente Daesung, paladino della felicità, se ne accorse.
Bhè, in fondo non era difficile percepire l'aria lugubre di Jo.
"Hey, Jo-ah, che succede?" Chiese preoccupato.
A Jo non andava di parlare con qualcuno. Voleva tornare a casa e rinchiudersi nella sua cameretta.
E finire di piangere tutte le sue lacrime.
Aish. quante lacrime aveva già buttato per Seung Hyun!
"Dai saliamo." propose il ragazzo.
L'aria rassicurante di Daesung la convinse.
 
"Allora, lo vuoi dire al tuo Oppa cosa è successo?" chiese Daesung con aria birbante nella cucina Dong/Kang
"Uffa! Non lo so nemmeno io!" Jo sentiva gli occhi che tornavano a pizzicare.
Se prima non aveva voglia di parlarne con nessuno, ora aveva voglia di rompere le palle a Daesung, raccontandogli tutto.
Però, non era sicura di voler raccontare proprio tutto...
Meglio una via di mezzo...
"Ieri sera..." iniziò esitando "delle ragazze mi hanno fermata per la strada." 
Daesung si fece attento.
"Mi hanno dato una lettera sigillata e mi hanno detto di darla a Seung Hyun Oppa."
Dae aggrottò le sopracciglia: "Quindi queste ragazze sapevano che lo conosci..."
Jo annuì e continuò: "Non ho voluto leggere cosa c'era scritto nella lettera, per correttezza...Stamattina non sono andata a lavoro e Seung Hyun è venuto a casa. Stava andando tutto bene...
Poi ha aperto la lettera e...." Jo deglutì, posò gli occhi in basso, sul legno del tavolo, non voleva ripensare a quel momento.
La rabbia di Seung Hyun, la faccia schifata, l'appellativo...
Gli occhi pizzicavano più che mai.
Daesung si avvicinò per consolare meglio la ragazza.
L'abbracciò, dandole pacche affettuose.
Jo sentì il corpo perfettamente modellato del ragazzo, il suo odore così diverso da quello di Tabi.
Ormai piangeva a dirotto, fregandosene della chiazza bagnata che si allungava sulla maglietta di Daesung.
"Senti, ora lo chiamo." disse il ragazzo, pensando a come risolvere la situazione.
"Lo chiamo e gli chiedo cosa gli passa per quella sua grande testa vuota. Però prima,"si allungò a prendere un tovagliolo "Ti asciugo queste lacrimuccie."
E come fece Tabi in un bagno della YG tempo addietro (e ora, ripensandoci, a Jo pareva davvero che fosse passata un'eternità da quando sporcò la suit di Seung Hyun di trucco e lacrime), Daesung le tamponò il viso con il tovagliolo, delicatamente, con la premura di un vero Oppa.
"Grazie" sussurrò Jo.
"Figurati, per ora è il minimo che possa fare.Ora, vediamo se riesco ad aiutarti..." prese il cordlex e compose un numero.
Mentre il Blackberry di Seung Hyun squillava, Daesung mise il vivavoce.
"Prrronto" Seung Hyun rispose. La voce sembrava allegra. Un po' più strascicata del solito. C'erano dei suoni in sottofondo.
"Hyung! Dove sei?"
"Piccolo Daesung..." no, non era una voce allegra, era una voce languida.
"Hyung, non sei mica ubriaco?"
Il ragazzo disse a qualcuno: "Ahh, sì piccola...così..." sembrava qualcosa di sconcio.
Poi evidentemente si ricordò di essere al telefono col suo Dongseang: "Vuoi unirti anche tuu?? ahh..."
"Sei di nuovo al Vogue?" 
Ma Seung Hyun non rispose, troppo occupato a combinare qualcosa con qualcuno.
Daesung, vedendo che non cavava un ragno dal buco, chiuse la chiamata.
"Bene. è ubriaco ed è in un posto poco raccomandabile." concluse Daesung.
"Con delle ragazze." aggiunse Jo, ripensando ai versi osceni di Seung Hyun.
Daesung si rese conto che quella era stata la mossa sbagliata.
Un brutto silenzio calò tra i due. Il ragazzo pensava a come consolare Jo mentre lei giocherellava con la tastiera del suo cellulare.
All'improvviso le vennero in mente due cose:
la prima era che avrebbe dovuto parlare almeno con Byungyung di ciò che era successo.
è vero, quelle ragazze ora potevano ritenersi soddisfatte dato il guaio che si era venuto a creare, ma in futuro chi lo sa cosa sarebbe potuto accadere...
la seconda era che aveva un messaggio di Hyun Joong non letto da stamattina.
Messaggi>Ricevuti>Hyun Joong Oppa
"Cosa fai di affascinante oggi?"
-Un cazzo- pensò Jo -mi deprimo-
Daesung, che aveva letto il messaggio da dietro le spalle della ragazza, le rubò il cellulare di mano.
"Cosa cazz--??" Jo lo guardò sorpresa.
"Aspetta un attimo!" disse Daesung, velocemente scrisse una risposta e la inviò a Hyun Joong.
"Oppa! Che ti prendere? Ridammi il cellulare!" Ma quello vibrò tra le mani di Daesung.
Il ragazzo si alzò di scatto e velocemente andò a rifugiarsi in bagno.
Il messaggio di Hyun Joong diceva: "Allora dove ti passo a prendere?"
Mentre Jo imprecava e supplicava Daesung dall'altra parte della porta, lui stava rispondendo: "Tra mezz'ora. A casa mia. Baci"
Soddisfatto, fece scattare la serratura e uscì dal bagno.
"Ma insomma!" disse Jo contrariata.
"Dai, ti riporto a casa" almeno una cosa buona la stava facendo.
Jo, sbattendo i piedi chiese: "Che cosa hai scritto a Hyun Joong Oppa??" 
"Gli ho detto di venirti a prendere tra mezzora a casa tua"
Jo alzò gli occhi al cielo. Voleva starsene da sola, in pace, a casa sua. senza nessuno attorno.
 
Daesung la riaccompagnò a casa. Jo stava già aprendo la portella dell'Audi quando il ragazzo le toccò una spalla: "Hey, Jo-ah, mi devi tenere il broncio per sempre?"
Jo, che fino ad allora aveva mantenuto un'espressione offesa, arricciò il naso e rispose: "Sì."
"Senti Jo..." -non aveva messo nessun appellativo. Il che può sembrare irrispettoso, dato che di solito è mancanza di rispetto non utilizzare appellativi- ma in quel caso Daesung voleva dimostrare la sua vicinanza. 
"...tu lo sai che per te ci sono sempre, no? E che puoi raccontarmi qualunque cosa?" Jo annuì "E sai anche che non ho detto a Hyun Joong di venire per dispetto. Gliel'ho detto perchè so che ora tu ti deprimerai, e credimi, ora che ci sono io qui con te non senti il peso ma quando sarai a casa da sola...il peso sarà enorme."
Jo prese la mano di Daesung dalla spalla e la avvicinò al viso, abbracciandola come i bambini abbracciano un TeddyBear.
Con un velo di tristezza disse: "Grazie Oppa, sei davvero un angelo" poi lasciò andare la presa della mano e aggiunse: "Allora, io vado. Buon appetito"
Daesung salutò e mise in moto.
Un quarto d'ora dopo una Porche nera era parcheggiata nello stesso punto in cui si era fermata l'Audi.
Jo, in quel lasso di tempo, non aveva avuto la voglia di tornare su. Era rimasta nel cortile, intrattenendosi con il gatto dei vicini.
Effettivamente, quando vide l'auto di Hyun Joong avvicinarsi, le si incresparono lievemente le labbra, in un piccolo sorriso.
"Jo-ah! Da quanto tempo!" La salutò allegramente il ragazzo.
Ovviamente anche lui commentò la guancia destra di Jo e lei lo rassicurò.
"Allora! Cosa ti va di fare?" chiese Hyun Joong a Jo quando si fu sistemata in macchina.
Era da un po' che ci pensava, non era mai stata sulla Torre di Seoul nonostante praticamente ogni persona che aveva conosciuto in quella città le avesse consigliato di visitarla.
"Oppa, che ne dici della N Seoul Tower?"
Gli occhi del ragazzo s'illuminarono: "Sì! Sono almeno due anni che non ci vado!"
Jo però perse un po' del suo entusiasmo: "Aspetta però. Mi sembra che bisogna andare per forza in autobus o in teleferica..."
"Si può andare anche a piedi. Oppure con la bici, come piace a noi!" Hyun Joong era estasiato: Jo+Attività Fisica all'aria aperta+Buon cibo era un mixer che lo esaltava al massimo.
"Allora è deciso!" confermò il ragazzo mettendo in moto "Alla torre di Namsan!"
La N Seoul Tower1 si trovava al centro di Seoul, sul Monte Namsan. Era alta 236,7 metri, ma essendo su un monte si elevava a circa 480 metri sul livello del mare, permettendo una vista di Seoul che, con le condizioni climatiche ideali, era perfetta.
Fortunatamente, quel giorno, il cielo era limpido, nonostante la settimana precedente i monsoni avevano allagato Seoul.
In più la torre di Seoul era circondata dal parco di Namsan, al cui interno vi erano: la Biblioteca Pubblica, il Teatro Nazionale, un acquario, i Giardini Botanici ed un sito d'interesse storico, in cima al Monte Namsan, chiamato Bonghwadae (collina d’avvistamento). 
Bonghwadae comprendeva cinque torri d’avvistamento che in passato venivano usate come punti d’avvistamento per difendere la città di Seoul.
Senza contare il fatto che nella torre vi erano caffetterie, negozi e ristoranti, tra cui uno proprio in cima, l'N Grill, che ruotava.
Jo e Hyun Joong, giunti all'entrata del parco di Namsan, lasciarono la Porche nel grande parcheggio sotterraneo.
Mentre stavano affittando le biciclette, lo stomaco di Jo iniziò a gorgogliare.
Effettivamente il cornetto di quattro ore fa era solo un vago ricordo.
"Allora" disse Hyun Joong montando in sella "sono 30 minuti di cammino a piedi, quindi se siamo veloci saremo sulla Seoul Tower a mangiare Hoe in meno di mezz'ora."
Jo ci mise tutto l'impegno nel pedalare per arrivare in cima.
Infatti venti minuti dopo stavano pagando il biglietto di entrata della torre.
"Dai, esploreremo dopo, ora andiamo a mangiare" suggerì il ragazzo avviandosi nell'ascensore che gli avrebbe portati al quinto e ultimo piano.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Jo si trovò immersa in un'atmosfera chic.
L'N Grill era un ristorante all'occidentale,a pianta circolare. Le parati erano composte da finestre, e i tavolini e le poltrone nere erano posizionati in modo di godere perfettamente della vista spettacolare.
Il ristorante impiegava un'ora e quaranta minuti per ruotare di 360°, così che si potesse  ammirare ogni punto di Seoul.
Un cameriere in livrea si avvicinò loro: "Desiderano, i Signori?" chiese con un breve inchino.
"Un tavolo per due" disse Hyun Joong sicuro.
Il cameriere, desolato, disse: "Siamo spiacenti, ma al momento è tutto occupato. Purtroppo bisogna prenotare almeno con una settimana di anticipo..."
A Jo scappò un "Aish!" ma Hyun Joong non si perse d'animo.
"Potrei parlare con qualcuno di più....importante? Senza offesa ovviamente."
"Aspetti, chiamo il gestore"
E li lasciò lì in attesa. 
Jo non percepiva lo spostamento del ristorante, però tenne lo sguardo fisso in un punto e si rese conto che, cinque minuti dopo, era leggermente spostato.
Mentre constatava che stava fissando un'area molto vicino a casa sua, il cameriere tornò accompagnato da un omone.
"Avete chiesto di me, Signori?" chiese cordiale.
"Sì. Vorrei sapere se è possibile..." e abbassò la voce "se è possibile...contrattare...per un tavolo."
L'uomo rise: "Mi dispiace, ma come dovrei fare? Mica posso cacciare qualcuno!"
Hyun Joong fece scivolare la mano nella tasca, prese il portafogli e tirò fuori un libretto degli assegni.
"Ne è sicuro che non può... cacciare qualcuno?" disse strappando un assegno già firmato di 13000 won (equivalente ad un duecento euro circa).
Il gestore sorrise, poi si girò verso il cameriere e disse: "Fai accomodare i Signori ad un bel tavolo." 
Totalmente soddisfatto, Hyun Joong prese Jo sottobraccio e i due seguirono il cameriere ad un tavolino con un'unica poltrona a mezza luna con lo schienale alto.
"Spero che questo sia di vostro gradimento" disse quello prima di congedarsi.
Sul tavolo giacevano i menù.
"Vediamo un po'..." disse Hyun Joong sfogliandone uno.
Jo, scherzando gli disse: "Smettila di gongolare, pappone!"
Il ragazzo le sorrise felice per poi reimmergersi nella lettura del menù.
Il ristorante proponeva vari piatti sia occidentali che orientali. 
Carne e pesce cotta e cruda, in tutti i modi. Acque, vini e bevande erano su un menù a parte, di una decina di pagine.
Alla fine Jo optò per un risotto "dello zar" (con gamberetti, salmone affumicato, uova di lompo e limone) e come secondo prese il tanto atteso Hoe.
L'Hoe è la versione coreana del sashimi, pesce crudo tagliato a fette sottili, accompagnato con  wasabi e salsa gochujang.
Hyun Joong, che era iper entusiasta dell'Hoe, lo scelse come primo.
 
"Allora, mi dici come ti sei fatta quel livido?" le chiese Hyun Joong tra i tintinnii delle posate e dei bicchieri.
Piano piano la sala si era riempita. Ora un vocio di sottofondo accompagnava il loro pranzo "rotante".
Jo infilzò un pezzo di salmone: "Non mi va..."
"Vabene..." sospirò Hyun Joong. "E con Seung Hyun,tutto bene?"
Questa volta Jo si accanì contro il tonno.
Non andava affatto bene.
"Non sara mica stato lui a fartelo?" chiese sospettoso.
"Certo che no!" rispose Jo offesa.
C'erano stati momenti in cui la sua testa si era totalmente liberata dall'immagine di Seung Hyun, ma ora tornava con prepotenza a turbarle il pranzo.
Sospirò, con tristezza: "Non va. Abbiamo...litigato, credo." poi non volle aggiungere più nulla sull'argomento e Hyun Joong rispettò il suo silenzio.
A fine pranzo, Hyun Joong pagò il conto.
"Ci sono così tante cose che possiamo fare!" disse Jo quasi frustrata dall'indecisione.
"Non ti preoccupare" la rassicurò Hyun Joong "con calma faremo tutto. Quindi, per ora esploriamo la torre,poi vorrei vedere l'acquario, ma non apre prima delle quindici, e dopo potremmo prendere la bici e girarci il parco. La scorsa volta non feci in tempo a vedere Bonghwadae..."
"Speriamo di farcela, oggi!"
E così procedettero per livelli.
Dal quinto piano si spostarono al piano inferiore, nell'osservatorio digitale.
L'osservatorio non permetteva, come il ristorante, una vista diretta. Vi erano alcuni telescopi potenti.
Poi scesero al livello N2 e andarono...al bagno.
Sì perchè anche nei bagni c'erano le grandi vetrate a vista e molte persone scattavano foto ai lavandini azzurrini...
Entrarono anche nel negozio di souvenir, dove Jo acquistò un portachiavi a forma di torre e Hyun Joong comprò due spille celesti con il disegno di due gazze sopra.
Una se l'attaccò sulla sua maglia, l'altra l'attaccò sulla maglia di Jo, all'altezza del cuore.
Dopo di che, scesero al secondo piano.
Si fermarono un po' nella Lobby, una grande stanza con grosse poltrone rosse sospese, dove si potevano vedere film e video ma trovarono più divertenti i due padiglioni, A e B, dedicati al cinema e agli spettacoli teatrali.
Nel primo si potevano ammirare, oltre a dei mega poster di star del cinema, anche repliche dei costumi utilizzati nei film mentre nel secondo si tenevano spettacoli e si poteva anche recitare.
"Lo sai che su Pops in Seoul ti hanno inserito nella classifica dei cinque cantanti che recitano orrendamente?" disse Jo con aria innocente.
"Ah sì?" rispose il ragazzo con un'espressione disinteressata.
"Nee!" confermò Jo entusiasta.
"Tsè. E intanto continuo a farlo." però si rifiutò di farlo nel teatrino del padiglione B.
Incredibilmente, alle cinque, avevano nuovamente fame.
Prima di addentrarsi nel parco si fermarono nella Bakery del primo piano della torre.
Comprarono due mandu fritti ciascuno (ravioli coreani, riempiti di carne e verdura) che si gustarono sulla terrazza all'aperto.
In fine uscirono, presero le bici e si diressero all'acquario.
Jo era già stata all'acquario dell'Edificio 63, ma questo era leggermente più grande.
Camminarono lungo il tunnel, circondati dai pesci.
Ad un certo punto si fermarono avanti ad uno squalo martello. A Hyun Joong venne voglia di afferrare la mano di Jo, dato che la sua mano, abbandonata lungo i fianchi, era a pochi centimetri da quella della ragazza.
Allungò lentamente il mignolo. Poi non ebbe abbastanza coraggio e con uno scatto si afferrò il pantalone.
Dopo aver ammirato i pesci, rimontarono sulle bici e gironzolarono su Bonghwadae.
In fine, alle sette, decisero di dare un'occhiata all'orto botanico. A quell'ora c'era l'ultimo giro con una guida.
Il sole stava calando quando i due si avviarono al noleggio per restituire le bici.
Il proprietario, un anziano arzillo, disse loro: "Spero che vi siate divertiti!"
"è stata una giornata entusiasmante!" rispose Hyun Joong altrettanto pimpante.
"E certo!" convenne il signore "ha scelto il posto giusto per portare la sua ragazza! Spero che ci rivedremo!"
"Volentieri, Signore!" disse tutto felice Hyun Joong, poi pagò il servizio e consegnò le biciclette.
 
"Mamma?"
"Hey Jo! Dove sei?"
"Sono da Hyun Joong, senti stasera mi fermo qui a cena, okkei?"
"Va bene! Salutamelo!"
Jo riattaccò il telefono fisso di Hyun Joong e si girò alla ricerca del ragazzo.
In quel momento Hyun Joong stava rovistando con la testa nella dispensa.
Ad un certo punto esclamò trionfante: "Eccoti!!" e tirò fuori un pacco di pan carrè.
Poi disse a Jo: "Ti piacciono i tramezzini?"
Jo fece Megusta.
"Vediamo un po', prosciutto c'è, maionese c'è sempre, olive denocciolate. Aish! quelle mancano..."
"Fa niente, l'importante è il pan carrè" lo rassicurò Jo.
Mentre Hyun Joong preparava i tramezzini, Jo apparecchiava la tavola.
In pochi minuti stavano già affondando i denti nel doppio strato di prosciutto e maionese.
Se ne mangiarono due e ne divisero un terzo, evidentemente una giornata piena come quella gli aveva portato una gran fame.
Alla fine Hyun Joong si toccò la pancia soddisfatto.
Poi si chinò un po' in avanti, "Jo-ah, sei un po' sporca..." allungò la mano e la pulì delicatamente con il pollice "Fatto." disse.
Sul tavolo cadde un silenzio lievemente imbarazzato.
Poi il ragazzo chiese dolcemente: "Sei stanca?"
Jo annuì.
"Vai a sederti sul divano, qui me la vedo io."
"Nono, ti aiuto" protestò Jo.
"Davvero, Jo-ah, accendi la tv, non ci metto niente..."
Jo, anche se un po' esitante, si buttò sul grande divano e accese la tv.
Fece un po' di zapping poi lasciò su un film in onda sul' MBC.
"Che ci vediamo di bello stasera?" chiese Hyun Joong dalla cucina
"Hello ghost." rispose Jo.
"Hello ghost? Vediamo se ci ghosta..." commentò Hyun Joong mentre metteva i tovaglioli al loro posto.
Jo pensò che quella battuta faceva pietà, ma si sentiva troppo stanca per contestarla.
Si sistemò meglio sul divano.
Prima si tolse le scarpe, poi prese un cuscino bello morbido.
Nel frattempo lo sciabordio dei piatti sotto l'acqua del lavandino rendeva l'atmosfera famigliare; Jo si sentiva quasi cullata...
In realtà, era letteralmente sospesa. Sentì uno spostamento d'aria ma gli occhi erano infinitamente pesanti per potersi aprire.
Così si lasciò trasportare da quello strano senso di moto leggero.
Hyun Joong, finito di lavare i piatti, si asciugò per bene le mani e andò a buttarsi sul divano.
Appena si sedette notò che Jo aveva gli occhi chiusi.
"Sei morta?" le chiese Hyun Joong.
Nessuna risposta.
Il ragazzo sorrise teneramente, era ancora più bella con quell'espressione serena sul volto.
Allora si rialzò, prese la borsa della ragazza e cercò il cellulare. 
Vide il numero di casa di Jo e lo compose dal suo telefono.
"SignoraMammaDiJo? Buona sera, sono Hyun Joong"
"Hyun Joong-shi! è successo qualcosa?"
"Niente di grave, Jo si è addormentata qui sul divano. Potrebbe rimanere qui da me a dormire?"
La mamma di Jo fece, in primo luogo, brutti pensieri, però Hyun Joong sembrava un bravo ragazzo e Jo era maggiorenne, quindi acconsentì.
"Però" aggiunse "domani mattina deve andare a lavoro. Già oggi ha saltato..."
"A che ora le devo impuntare la sveglia?" chiese Hyun Joong
"Alle sette va bene. Allora, fate i bravi."
"Certo Signora, e comunque Jo dorme come un sasso..."
La mamma rise: "Vabene caro, allora buonanotte."
"A lei".
Messa giù la cornetta si diresse al divano.
Spense la televisione, tanto anche lui era stanco, e pensò al modo migliore per sollevare la ragazza senza svegliarla.
Cautamente, la prese in braccio. Poi percorse il corridoio, entrò nella sua camera da letto e l'adagiò sul grande letto panna (prima però litigò con il copriletto per alzarlo senza far cadere la ragazza).
Soddisfatto le rimboccò il lenzuolo, aprì la finestra per far entrare un po' di aria fresca e uscì richiudendo dolcemente la porta alle sue spalle.
 
"Jo-ya..." una voce stava sussurrando il suo nome.
"Jo-ya?" la voce ora era più ferma.
Jo si girò a pancia in su, premendosi le mani sugli occhi.
Percepiva che la stanza era assolata.
Con un'immensa fatica, dopo essersi spremuta le palpebre, riuscì ad alzare leggermente l'occhio destro e poi quello sinistro.
Si rese conto che quello non era il suo letto.
Frugò nella sua memoria.
L'ultima cosa che ricordava era un uomo in ospedale.
Doveva essere una scena del film che stava guardando ieri sera...
Poi il volto di Hyun Joong invase la sua prospettiva da destra.
"Buon giorno" salutò il ragazzo. Jo ebbe la prontezza di girare la faccia a sinistra, affondandola nel cuscino.
"Fono a caha tuah?" chiese con la bocca conficcata nel guanciale.
"Direi proprio di sì. Ieri sera ho avvisato i tuoi. Comunque, sono le sette, se t'interessa...la colazione è già pronta, in bagno c'è un'asciugamano rosa da viso per te e ti ho comprato uno spazzolino."
"Effieente" commentò Jo
"Come scusa?" domandò perplesso Hyun Joong.
Jo alzò un po' il viso dal cuscino: "Efficiente."
"Lo so. Ora però in piedi!" e uscì dalla camera da letto.
Jo si disse: " Fighting" e alzò il resto del corpo dal letto.
Si sedette, ammirando lo spazio attorno a se.
Quella doveva essere la stanza di Hyun Joong.
Le sembrava di essere tornata sulla torre di Seoul.  Il grande letto di betulla, sormontato da cuscini candidi, era posizionato al centro della stanza quadrata, di spalle alla porta ma di fronte ad una parete di vetro che si affacciava su una veranda immersa nel verde.
Nella parete a destra c'era una grande finestre scorrevole affacciata su Seoul.
Nella stanza, oltre al letto, vi erano le solite cose che si trovano nelle camere da letto: due comodini, una scrivania, una libreria, ai piedi del letto c'era una grande cesta quadrata, chiusa, in vimini.
Sulla parete a sinistra c'era anche una porta.
Dopo aver analizzato ogni dettaglio (tra cui: il filo appeso come una diagonale con attaccate delle polaroids, il laptop bianco chiuso sulla scrivania, la chitarra -bianca anch'essa- poggiata sul posachitarre(?), due peluche a forma di panda e la cascata in miniatura oltre il vetro) si rese conto che doveva spicciarsi.
Poso i piedi a terra facendoli affondare in un morbido tappeto, poco più avanti, un paio di pantofole rosa, con un fiocchetto in cima, attendevano di essere indossate.
Jo non le fece attendere, le calzò, poi uscì dalla stanza.
Il bagno era proprio lì affianco, si sciacquò il viso. 
Ora era pronta ad andare in cucina.
L'odore di caffè invadeva la stanza tanto quanto il sole.
"Ti ho preparato il caffè, ma se vuoi puoi fare colazione alla koreana..."
No, Jo preferiva di gran lunga l'europea.
Si bevve il suo caffè in silenzio poi scappò a vestirsi e lavarsi.
Alle otto meno un quarto era sotto l'edificio YG, nella Porsche nera.
"Senti..." esitò un po' Jo "..non so cosa succederà oggi...però..." abbassò lo sguardo: "non lasciarmi sola..."
Hyun Joong le sollevò il mento: "Hey, Jo-ya. Secondo te potrei mai lasciarti sola? A che ora finisci di lavorare? Ti passo a prendere..."
Jo rispose rassicurata: "Alle due ho finito"
"Allora ci vediamo alle due."
"Sicuro che non è un problema per te?"
"Tranquilla, oggi ho da fare solo nel tardi pomeriggio..."
"Grazie Oppa." La prospettiva di non dover stare da sola quel pomeriggio le dette forza per uscire dall'auto.
 
Jo entrò nel familiare ascensore. Sapeva che Byungyung doveva trattare con un designer per la copertina del mini-album di T.O.P.
Jo si aspettava di trovare anche Seung Hyun, dato che voleva controllare ogni minima cosa del suo mini-album.
La porta dello studio era aperta. 
Jo inspirò profondamente e la varcò.
Dentro non c'era l'ombra di Choi Seung Hyun, c'era solo Byunyung.
"Jo-ya! eccoti!" La salutò gioiosamente. Poi si fermò con le mani sollevate e sgranò gli occhi: "Santo Iddio! Cosa ti è successo alla guancia?"
Finalmente qualcuno a cui poteva raccontarlo.
"Lunga storia, faccio in tempo a raccontartela ora?"
"Sì, certo, tanto Kinpro non arriverà prima delle nove..."
Jo chiuse la porta e un brutto presentimento colse il manager.
"Allora, dimmi tutto." le disse interessato.
Jo inspirò e buttò fuori tutto ciò che era successo dalla mattina di due giorni fa alla mattina del giorno prima, compresa la telefonata a casa di Daesung.
Il manager ascoltò con aria preoccupata poi alla fine disse: "Cazzo. Non pensavo....potessero accadere. Senti Jo-ya, se vuoi, lo capisco, posso fare una domanda di ferie a Hyun Suk per te...magari, cambiare aria, dopo ciò che è successo, ti farà bene..."
e Byungyung pensò seriamente che allontanarla dalla YG per un po' era la cosa migliore da fare.
"Non lo so, oppa...servo qui...i preparativi del mini-album..."
"Non ti preoccupare, Jo-ya. Aspettami qui, vado a prendere il modulo della domanda di ferie."
Byunyung tornò poco dopo col materiale.
"Tu pensa solo a timbrare, te lo compilo io per una settimana di ferie. Tecnicamente dovrebbe partire da domani, ma ti concedo anche oggi" ammiccò il manager.
"Sei davvero fantastico" lo ringraziò Jo, poi prese il suo timbro dalla borsa, lo spiaccicò in basso a destra sul foglio e scrisse la sua firma sopra.
"Vai a casa a riposarti..." le disse Byungyung, e Jo gli dette ascolto.
In parte.
Non tornò a casa; chiamo Hyun Joong e si fece venire a prendere.
Come promesso, Hyun Joong non la lasciò sola a fare la muffa in casa, decise di portarla al mercato di Dongdaemun.
Jo non ci era mai stata, sapeva soltanto che era un grande mercato.
Nella Porsche, Hyun Joong gli spiego che: "Il mercato di Dongdaemun è composto sia da mercatini tradizionali che da alcuni centri commerciali. Ci sono negozi, bancarelle, punti vendita all'ingrosso e un sacco di bancarelle di cibo e ristorantini carini.
Ci puoi trovare qualunque cosa lì dentro. E la cosa più bella è che puoi andarci anche di notte. Pensa che alcuni negozi sono aperti dalle 10 del mattino alle 5 del mattino dopo..."
"Però! Dei Combini del vestiario!"
"Esattamente."
Entrarono nel grande mercato dalla porta di Dongdaemun (o porta dell'Est), una delle vecchie quattro porte principali di Seoul.
La confusione di gente, colori e odori tipica dei mercati coinvolse subito Jo che, affascinata, quasi non sapeva dove posare gli occhi.
Bancarelle di abiti, scarpe e filati si alternavano a chioschetti, negozi e alcune volte a grandi vetrine di centri commerciali.
"Dove preferisci andare?" le chiese Hyun Joong
"Non in un centro commerciale, preferisco camminare per la strada..."
"Come desidera"
Ad un certo punto Hyun Joong s'infilò in una bancarella. 
Stava osservando una maglietta bianca con un grosso cuore al centro.
"Signore, quella costa solo 600 won" disse la signora della bancarella a Hyun Joon
"Se vuole c'è anche nera-"
"No, bianca mi piace. Jo-ya, mi fai un favore, me la puoi poggiare dietro le spalle, così vedo se mi va..."
Jo prese la maglia e fece combaciare con le spalle del ragazzo.
"è quella la misura." disse la donna.
"Perfetto, la prendo. Invece per te, Jo-ya, che taglia?"
"Perchè per me?" chiese la ragazza perplessa.
"Te la voglio regalare..."
La signora affabile disse: "ahh, magari mio marito mi regalasse una maglia così bella!" e poi aggiunse: "provi questa..."
Passò a Hyun Joong una più piccola e questa volta fu lui a misurarla sulle spalle di Jo.
"Prendiamo anche questa."
"Le imbusto?" chiese la signora ai ragazzi.
"Guardi, la mia me la metto subito!" rispose entusiasta il ragazzo.
"Dai, Jo-ya, indossala anche tu!"
La donna indicò il furgone dietro di lei, dicendo che avrebbero potuto cambiarsi lì dentro.
Mentre Jo infilava la sua maglietta nuova, Hyun Joong pagò i 1200 won (20€), poi soddisfatti, tornarono nella frenesia del mercato.
"Oppa! Io ho ancora la spilla, attaccata all'altra maglia!"disse Jo tirando fuori dalla busta la maglia indossata fino a poco fa.
"Me l'appunti?" chiese al ragazzo.
Hyun Joong gliela sistemò nello stesso punto, poi tirò fuori il portafogli.
"Anch'io ce l'ho qui con me" disse estraendo la spilla celeste dal portamonete.
Ora, con le magliette e le spille uguali, sembravano decisamente una coppietta. Soprattutto perchè i coreani ci tenevano molto alle Couple Shirt, anzi alle Couple Things in generale.
Alle undici, come spuntino, presero un Kimbap a testa (una foglia d'alga arrotolata attorno a riso riempito di carne, tonno, verdura o prosciutto).
Poi si fermarono in un supermercato per scegliere cosa cucinare a pranzo. Presero due confezioni di noodles istantanei Shin Ramyun più verdure fresche e uova.
All'una erano di nuovo a casa.
Jo stava meditando se fosse giusto o no chiamare Seung Hyun, però capì di non averne le palle.
Così andò in cucina ad aiutare Hyun Joong.
"Allora, dobbiamo lessare le uova e pulire la verdura..." disse il ragazzo togliendo le cose comprate dal sacchetto di carta.
"Però aspetta, mi scappa la pipì!" e andò in bagno, mentre Jo iniziava a prendere il necessario.
Quando Hyun Joong si riaffacciò in cucina trovò la scena molto piacevole.
Jo, di spalle, stava affettando le zucchine.
Il ragazzo si avvicinò lentamente, mangiando con gli occhi ogni dettaglio della schiena di Jo, dei suoi fianchi, del suo collo scoperto.
Pensò: fanculo.
Prese coraggio e l'abbracciò da dietro.
"Oppa!" esclamò Jo sorpresa.
Hyun Joong portò la sua mano destra su quella di Jo, manovrando assieme a lei il coltello per affettare le zucchine.
Poi le fece sciogliere la presa, intrecciando le dita alle proprie.
I due corpi aderivano perfettamente, mentre con dolcezza, Hyun Joong baciava il collo della ragazza, respirando a pieni polmoni il suo profumo.
Quando ti trovi in queste situazioni, il cervello è lucido.
Il cervello ronza, si chiede qual'è la cosa giusta da fare.
Jo stava prendendo una decisione.
Era giusto lasciarsi andare a Hyun Joong?
In teoria non era legata a nessuno, ma in pratica il suo cuore desiderava solo Seung Hyun.
Sarebbe stato scorretto per entrambi i ragazzi.
Anche Jo pensò: fanculo.
Per una volta, si lasciò andare. 
Per una volta, fece ciò che avrebbe fatto stare bene se stessa, non gli altri.
Si girò in quello spazio angusto, per ritrovarsi faccia a faccia con Hyun Joong.
Il ragazzo si abbassò per consentire alle sue labbra di toccare quelle della ragazza.
E Jo lo fece.
Baciò Hyun Joong con lentezza, gustandosi le labbra morbide, percependo i movimenti della lingua.
Eppure c'era qualcosa che non andava.
Hyun Joong stava per metterci la voglia, la passione.
Quella che ti spinge ad andare sempre avanti, a chiedere di più.
Jo invece ci stava mettendo solo la dolcezza.
Forse riconoscenza,gratitudine nei confronti di un ragazzo che la stava aiutando a non pensare...
Hyun Joong, con un dito, sfiorò il bottone dei Jeans di Jo.
Poi di botto si fermò.
Riaprì gli occhi e si allontanò da Jo.
"Perdonami." le disse con aria afflitta, poi scappò nella sua camera da letto, lasciando Jo in cucina.
La ragazza non se ne stette con le mani in mano.
Andò avanti alla porta della camera da letto e bussò lievemente.
"Oppa?" chiese incerta, preoccupata per come doveva comportarsi.
Hyun Joong non rispose.
"Oppa, che c'è?" chiese di nuovo Jo.
Mise la mano sula maniglia, spingendola verso il basso.
La porta si aprì placidamente.
Hyun Joong era seduto sul suo letto, con i piedi affondati nel tappeto morbido.
Le mani, giunte a coppa, erano ferme sugli occhi.
Non stava piangendo, constatò Jo.
Andò a sedersi al suo fianco, poi gli prese le mani, allontanandole dal viso.
"Oppa, ho fatto qualcosa di sbagliato?" chiese a Jo a bassa voce.
Hyun Joong la guardò con una tristezza infinita.
"No...è che...prima..ho sbagliato io. Ho sentito la voglia di andare avanti. Quando invece non avrei nemmeno dovuto sfiorarti..."
"Oppa, è normale provare...certe cose...l'importante, è saper darsi un freno."
Hyun Joong chiuse gli occhi e iniziò a parlare: "Jo...io mi chiedo perchè dovremmo darci un freno.
Lo so. So il perchè. Ma...bhò."
Jo sospirò. Perchè si trovava sempre nella spiacevole situazione di dover consolare persone afflitte?
Cazzo, era lei ad aver bisogno di qualcuno che la consolasse!
"sì. So anche che non sai cosa dirmi..." aggiunse il ragazzo "però. è strano. Tra tutte le ragazze che mi potevano capitare...proprio tu che sei presa da un altro. Eppure sono Kim Hyun Joong!"
"Proprio perchè sei Kim Hyun Joong non ti devi abbattere. Per te sarà molto più facile trovare qualcuno..."
"Io non voglio trovare nessun altro, Jo-ya..."
Jo sospirò. Che situazione di merda.
Eppure in fondo lo capiva...perchè anche lei non voleva trovare nessun'altro, oltre Seung Hyun.
"Aish. Hai idea di quanto invidio Seung Hyun?" riprese il ragazzo. 
"Se io fossi in lui....e la cosa che mi secca di più è che sono convinto che se tu non l'avessi conosciuto, ora saresti la mia ragazza. Saresti la mia principessa, farei di tutto per renderti felice.
Ma purtroppo so che la tua felicità è con lui....grazie per quel primo e ultimo bacio. Per me è stato...tanto..."
è vero. Se non ci fosse stato Tabi non c'era alcun motivo per non innamorarsi di Hyun Joong.
Jo constatò con dispiacere che era una Heartbreaker.


Note.
D: Odio questo capitolo. è una buffonata assurda. .-. l'ho messo per fare un po' di scena ma mi sono resa conto solo dopo che potevano semplicemente minacciarla in macchina D: ..perdonatemi ç.ç


 
  
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