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Autore: merediana    04/02/2012    1 recensioni
Sono seduta sul mio letto, spalle poggiate alla testiera, mentre aspetto che questa notte finisca e mi porti al mattino più tremendo della mia vita.
Terza classificata al primo turno del contest "Questione di Sangue" di LetTheFlamesBegin e Immortal_Bliss.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nick: merediana (su efp, fanworld e WAR); _merediana_ (sul forum)
Titolo: Notte di veglia
Personaggi e/o pairing: Cecilia, la fidanzata di Tom Riddle Senior prima che Merope Gaunt gli somministrasse un filtro d’amore
Genere: Introspettivo, Triste, Malinconico
Avvertimenti: One-shot
Rating: Per tutti
Nda eventuali: Iniziamo dal Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della cara Rowling. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Continuiamo con i Credits: la prima frase è parafrasata dall’incipit de “La Stanza di Giovanni” di Baldwin (il mattino più tremendo della mia vita* appartiene a lui e al suo capolavoro.
Che altro dire? Questo è il mio primo tentativo nel fandom di Harry Potter, sono arrugginita da più di due anni di lontananza dalla scrittura e sono pessima nel gestire i racconti in prima persona… Insomma non è un granché. Mi è stato chiesto di scrivere una fanfiction che avesse per protagonista un babbano ed ho scelto la (dai più dimenticata ^^) fidanzata di Tom Riddle Senior, Cecilia. Mi sono ispirata a quel poco che la Rowling ha scritto di lei e del suo compagno ed ho immaginato come avrebbe potuto reagire ad un abbandono una donna di quella classe sociale negli anni ’20.
Presentazione della storia: Sono seduta sul mio letto, spalle poggiate alla testiera, mentre aspetto che questa notte finisca e mi porti al mattino più tremendo della mia vita.
Terza classificata al primo turno del contest "Questione di Sangue" di LetTheFlamesBegin e Immortal_Bliss.
Come è facile da intuire, appartengo al team Babbani.



NOTTE DI VEGLIA



Sono seduta sul mio letto, spalle poggiate alla testiera, mentre aspetto che questa notte finisca e mi porti al mattino più tremendo della mia vita*.
Contemplo il tomo poggiato sulle lenzuola: è una splendida edizione di uno di quegli sciocchi racconti che, nelle buone famiglie, le madri regalano alle figlie nella convinzione che contribuiscano a farne delle signorine perbene. Se mi avessero domandato qualche giorno fa cosa ne pensavo, avrei risposto entusiasta che era uno dei miei libri preferiti, avrei citato a memoria le battute più brillanti dei protagonisti ed attribuito al lieto fine conclusivo un insegnamento morale per tutte le fanciulle della mia età; ora, invece, non ricordo nemmeno il nome dell’eroina né il perché le sue avventure amorose con quell’irritante conte mi avessero così affascinato. Per quel che riguarda quel ridicolo insegnamento morale poi…
Scaglio il volume lontano con un gesto rabbioso di cui mi pento immediatamente; il tonfo che ne deriva, infatti, è talmente greve da sembrare un’esplosione nel silenzio della casa.
Trattengo il respiro mentre rumori soffocati animano la camera dei miei genitori. Mi par di vederli, prevedibili come sono: mio padre sarà sicuramente balzato in piedi, mosso da quel riflesso condizionato che gli ha permesso di tornare vivo dalla guerra, e mia madre starà borbottando qualcosa su quanto sia inappropriato far rumori del genere a quest’ora.
Perché non è stato forse inappropriato aver cresciuto una figlia perché abbia come unico scopo quello di esser moglie? Non è stato inappropriato averla convinta che se si fosse comportata in modo conveniente, avrebbe meritato il suo lieto fine? Non è stato inappropriato avermi fatto credere che avrei potuto avere Tom?
Sento le lacrime pungermi gli occhi, è incredibile che ne abbia ancora. Vorrei urlare tutto il mio dolore, la mia frustrazione, la mia delusione ma so che non lo farò; mi è stato insegnato che solo le popolane e le meretrici (che Dio perdoni l’insolenza dei miei pensieri) fanno spettacolo delle loro emozioni ed io sono una donna distinta, come mi dici sempre tu.
Dicevi.
Come mi dicesti già la prima volta che ci incontrammo, per volere delle nostre famiglie, a quel noioso ricevimento di tanti anni fa. Ricordo ancora come il mio cuore perse un battito vedendoti; già allora eri bello ed ammaliante e più che conscio di esserlo. Indossavi un sobrio abito nero che ti avrebbe fatto apparire austero e più maturo, se non fosse stato per quel fare guascone che ti riesce così naturale e per lo sguardo impudente con cui mi esplorasti da capo a piedi. Adesso mi sembra sciocco il sorriso imbarazzato ma fiero che ti rivolsi quando la tua valutazione si concluse con quel primo, compiaciuto, complimento.
Sei sempre stato dotato di un fascino unico, quasi inquietante, che ti ha spesso permesso di fare delle persone ciò che volevi. Ho sempre ammirato questa tua capacità, Tom, e mi lusingava che tu, che avresti potuto avere qualsiasi donna, fossi stato destinato proprio a me. Che stolta sono stata! Solo ora mi accorgo che mi hai usato esattamente come gli altri, quelli di cui ridevamo insieme.
Chissà se anche a lei dici che è distinta, vergognoso bugiardo?
Mi hai abbandonato senza una spiegazione o un addio per una pezzente.
Dicono che non ha avuto nessuna educazione. Dicono che non è nemmeno bella.
Le ho sentite parlottare in cucina, Clara, la grassoccia cameriera di mia madre, e quell’altra dall’orribile naso che avevamo rinominato Uncino. Di solito non spreco la mia attenzione per le ciarle della servitù, ma il fatto che pronunciassero il tuo nome con una sorta di divertita indignazione mi incuriosì. Non potevo credere che fosse vero, pensavo si trattasse di una di quelle velenose maldicenze con cui la plebe tenta di vendicarsi di chi la comanda. Ridicola, poi, la storia che fossi fuggito con un’insignificante ragazzotta che nessuno a Little Hangleton aveva mai visto ma che, citando quella linguacciuta di Clara, “se assomiglia appena al fratello, è più brutta della morte”. Hanno detto che la tua amata è Merope Gaunt, la figlia, cresciuta reclusa, del proprietario di quell’indecenza che, l’ultima volta che andammo a cavalcare insieme, mi pregasti premurosamente di non guardare. Ma era ben altra premura che le tue parole nascondevano, vero? Semplicemente non volevi che scoprissi che dietro quella porta cui era stata inchiodata una serpe (che razza di disgustosi incivili ti sei scelto per parenti!) stava la tua amante? Credevi che guardandola avrei capito quanto piccolo e meschino sei?
Risi forte, allora. Volevo che le due pettegole mi sentissero e si vergognassero di aver pronunciato menzogne tanto fantasiose in casa mia, ma poco dopo, quando mio padre mi chiamò perché il tuo era venuto a parlarci, la mia sicurezza iniziò a sgretolarsi eppure rimasi ostinatamente aggrappata alla garanzia, se non della tua fedeltà, almeno del tuo buongusto.
Sbagliavo.
Ancora adesso c’è una parte di me convinta che lei ti abbia costretto in qualche misterioso modo perché non avresti mai esposto me, te stesso e le nostre famiglie allo scandalo. Perché rammento il tono sprezzante con cui mi dicesti che sul giovane Gaunt circolavano “certe storie” e mi riesce davvero difficile credere che ti sia comportato in modo da umiliarci – da umiliarmi– pubblicamente. Perché mi rifiutavo di accettare che avessi scelto quell’orrore se potevi avere me.
Sono arrivata persino a pensare che lei fosse una strega e ti avesse fatto ingollare una sorta di filtro d’amore per obbligarti a seguirla. Stupido, eh? So, però, che non ci sono state magie a giustificare il tuo comportamento né ci saranno ad impedire a domenica di arrivare e di segnare la mia definitiva caduta in disgrazia.
Quando il suono delle campane chiamerà i fedeli a raccolta domani, non ci sarà anima viva in tutta Little Hangleton a non conoscere la mia vergogna perché quelle due comari che ho fatto cacciare ieri non sono state altro che i primi sintomi di un inarrestabile contagio.
Sento già gli sguardi irriverenti ed inquisitori della città su di me, i sussurri, le risate soffocate: non vedranno la donna distinta che mi avevi fatto credere di essere ma solo una ragazzina dagli occhi gonfi, abbandonata da un bellimbusto e condannata a rimanere zitella.
Perché ora che mi hai ripudiato, chi mi vorrà? Se mi è stata preferita una zotica “più brutta della morte”, quanto poco posso valere? Che ne sarà di me ora che, col tuo gesto immondo, mi hai condannata alla morte sociale?
Il sole inizia a sorgere, impietoso; i suoi raggi scheggiano l’oscurità che mi protegge, definendo i confini della stanza e rendendo tutto mostruosamente reale. Mi rannicchio come una bambina infreddolita mentre voci confuse, fuori e dentro la casa, testimoniano l’inesorabile risveglio del paese.
Vorrei solamente rimanere qui, immobile e silenziosa, fino a che il mondo non avrà dimenticato cosa mi è successo, ma questo maledetto villaggio di bifolchi non mi concederà l’onore dell’oblio, pretenderà di banchettare sul mio disonore e sulla mia vergogna. Per causa tua, non mi sarà risparmiata nessuna mortificazione.
Sognavo di vestiti bianchi e di bambini con i miei capelli ed i tuoi occhi, credevo sarei diventata la signora Riddle e sarei stata per sempre felice e contenta, ma tu hai rovinato tutto, tu e quella stracciona orripilante della Gaunt che ha rubato la vita che era destinata a me.
La luce è forte oramai, le tende non riescono più a contrastarla. Sento qualcuno salire le scale, probabilmente è la mia cameriera, Isabel. I suoi passi pesanti e maschili mi rammentano la solennità di una marcia funebre.
L’angoscia che mi ha accompagnato durante tutta questa notte di veglia mi pare essersi fatta solida, la sento schiacciarmi il petto, comprimendomi il cuore e rendendomi sempre più faticoso respirare.
Ti auguro di riacquisire il senno, Tom, così che l’eresia di cui ti sei macchiato possa ucciderti come sta facendo con me. Vorrei vederti ritornare strisciando… ma sarebbe ancor più terribile: se tornassi da me, lo faresti da uomo sposato esponendomi ad un nuovo scandalo. In ogni caso ti rifiuterei, maledetto assassino.
I colpi secchi alla porta sembrano gli ultimi rintocchi di una campana.
«Signorina Cecilia?».
Taccio, anche se so che ciò non la fermerà.
«Signorina Cecilia?» continua Isabel, infatti, con voce stridula «È ora di vestirsi».
Già, è ora. Mentre la tua donnaccia festeggia il suo matrimonio, io mi preparo per il mio funerale.

Gioia e giubilo nel mio cuore!! A chi ha avuto l'ardire di leggere fino alla fine questo mattone un grosso grazie.
Baci!

Ecco il giudizio di Let:
Terzo Posto!
Notte di veglia di _merediana_


Grammatica 15/15
Trovo che in ogni singolo periodo che costituisce questo (meraviglioso) testo la grammatica sia curata in ogni piccolo e minuzioso dettaglio: si adatta perfettamente alla trama come un sottile velo invisibile. Perciò qui ti devo solo fare i complimenti.

Stile ed ortografia 9,5/10
Stile praticamente perfetto, per quanto mi riguarda, anche se trovo che in alcuni casi il ritmo cadenzato che hai dato alla storia possa risultare un pochettino “pesante”, nel senso che lo stile si adatta perfettamente al contesto, ma ho l’impressione che sia troppo rigido e poco fluido. Non è piacevola da leggere come nella maggior parte del brano, ma in fondo è una pecca di davvero poco conto, che mi sembrava giusto sottolineare solo per rendere maggiore giustizia a questo bellissimo testo.

Caratterizzazione dei personaggi 10/10
Personaggi del tutto insoliti e quindi caratterialmente sconosciuti. Credo che, essenzialmente, tu abbia rispettato le linee base dettate dalla Rowling, e che tu l’abbia fatto anche piuttosto bene! Soooooo 10/10!:D

Originalità 5/5
Cosa posso dirti? Perfetta…

Gradimento personale 10/10
A volte, a causa della mia testardaggine, può essere difficile che una cosa mi colpisca al cuore, ma quando colpisce il bersaglio, beh, allora si può star certi che lo colpisce in pieno. La cosa che amo (notare, amo, non adoro) è la semplicità: hai mantenuto quella completa trasparenza e quel pizzico di stile che richiama i tempi remoti, che mi fanno impazzire. Veeery good!!:)

tot:49.5/50

   
 
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