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Autore: postergirl84    04/02/2012    10 recensioni
Il tempo è passato.
Nessie è cresciuta, si è innamorata di Jacob e la sua vita è perfetta.
Finché dalle pagine polverose della memoria non riemerge il diario di Bella. Un diario in cui lei riversava tutto il suo essere.
Potranno le parole scritte dalla madre, in una vita apparentemente dimenticata e accantonata, cambiare tutto quello che Renesmèe ha sempre creduto?
Il finale perfetto sarà poi davvero così lieto?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Jacob
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'gli occhi di tua madre'
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NO HAPPY ENDING

This is the hardest story that I’ve ever told
No hope, or love, or glory
Happy endings gone forever more
I feel as if I feel as if I’m wastin’
And I’m wastin’ everyday

(Mike-happy ending)

 

Ti ricordi di quel qualcosa, una cosa fra le tante, che si trovava in camera dei tuoi genitori, e che da piccola avevi l’assoluto divieto di toccare?

Sarà stata quella scatola rossa ricamata, al cui interno era celato il più prezioso dei tesori: la collana di perle della mamma. Quella che le vedevi tirare fuori ed indossare solo per le occasioni speciali.

O forse saranno state quelle scarpe dorate con il tacco alto, così belle che tu volevi poterle indossare soltanto per poterti sentire…proprio come Cenerentola.

Per me non è mai stato niente di tutto ciò; Io, Renesmee Cullen sono cresciuta in una famiglia di vampiri e, quando si vive per secoli, le cose di valore perdono importanza. Nessuno mi ha mai vietato di giocare con i gioielli di mia madre, tanto più che per lei non sono mai stati davvero preziosi così come i suoi vestiti, altra cosa per cui non ha mai perso la testa. Il mio oggetto vietato consisteva solo in un piccolo baule di mogano nero che giaceva, da sempre, nell’angolo dietro la porta della camera da letto, nella casetta del bosco.

Ci avevo vissuto la mia infanzia forse troppo corta. E, come ogni bambino, ero attratta irrimediabilmente da quel unico oggetto vietato.

Ci giravo intorno, sfioravo con le mie piccole mani i bordi e sistemavo le mie barbie preferite proprio lì, fingendo che quella fosse la loro casa. Cosa oltremodo ridicola visto che, in camera mia, possedevo un intera collezione completa di case per le bambole, con tanto di piscina e accessori extra lusso.

Ma niente da fare, quel baule per me esercitava una forza di attrazione impossibile da spiegare e altrettanto forte era la cocciutaggine con cui mia madre mi vietava ogni giorno di aprirlo o di spiegarmi semplicemente che cosa contenesse.

Adesso il tempo è passato, non sono più una bambina e mi ritrovo qui, in ginocchio, davanti a questo baule ed il cuore che mi batte forte. Ho il presentimento che forse quel divieto potrebbe valere ancora, e forse aprirlo non è la cosa migliore che io possa fare, forse certe curiosità dovrebbero rimanere insoddisfatte. Perché mia madre non l’ha portato via con sé quando ci siamo trasferiti in Alaska? Potrà mai avere ripercussioni sulla mia vita perfetta?

Le mie mani iniziano a sudare, perché sì, la mia vita, nonostante sia uno strano essere vivente, un ibrido, metà vampiro e metà umana, e legata da un ancora più strano vincolo magico, al mio fidanzato Jake, la considero davvero perfetta.

Eppure, nonostante ciò, so che c’è un motivo se ora sono qua di nuovo a Forks. E non è solo l’imminente matrimonio di mio nonno Charlie che, dopo anni di frequentazione non proprio clandestina con la madre di uno dei nostri migliori amici, Seth Clearwater, ha finalmente deciso di venire allo scoperto e vivere appieno quel legame così inaspettato e forte che è nato fra loro.

Nonno e Sue mi hanno sempre fatto un infinita tenerezza, lui, quel omone burbero e di poche parole, che nelle mani della dolce Sue diventa come creta da modellare. Sono così felice per loro, lo siamo tutti, tanto che non abbiamo esitato a mollare su due piedi la nostra nuova vita a Bethel per correre qua da loro. Il matrimonio sarà celebrato a La Push, dove tutti conoscono e condividono il nostro segreto, quindi nessuno si chiederà davvero come sia possibile che la figlia di Charlie ed il suo amico Jacob non siano cambiati di una virgola da quando, quasi otto anni fa, hanno lasciato questa piovosa cittadina. E per quando riguarda il resto dei mie parenti… Sam è stato irremovibile, avrebbe fatto uno strappo al trattato, ma solo per mia madre. Agli altri non sarebbe mai stato concesso di entrare alla riserva e di conseguenza di assistere al loro matrimonio.

Perché non riesco semplicemente a concentrarmi su questa gioia e su questi giorni di festa invece di far scattare, con le mie mani candide e ben curate, la serratura d’ottone di questo baule, che ancora non immagino essere il mio vaso di pandora?

In un attimo sollevo il coperchio, infilo dentro una mano, e ancora non ho capito che sto per porre fine alla vita serena, spensierata e maledettamente inconsapevole che ho vissuto fino ad allora.

Mi siedo sul pavimento freddo, le mie mani tremano mentre dispongo il contenuto con ordine intorno a me: un plico di fotografie, una t-shirt bianca e consumata con macchie di grasso ancora visibili, un piccolo… porta fortuna? O forse… sì…uno scacciapensieri ed infine un diario, talmente carico di parole ed oggetti incollati da non restare quasi più chiuso. I ricordi della vita umana di mia madre.

Adesso basta Renesmee, la tua curiosità è stata soddisfatta, questo è tutto il grande segreto che tua madre celava. E’ semplicemente la vita che ha deciso di abbandonare per seguire tuo padre, il suo grande ed unico amore. Non andare oltre, mi urla quasi terrorizzata una parte di me, non c’è nient’altro che devi sapere. Eppure un'altra parte vuole ignorare quel richiamo. Afferro il plico di fotografie, levo l’elastico, lo arrotolo al mio polso ed inizio a scorrerle una ad una.

Nella prima c’è mia madre, in braccio a mio Nonno e a mia Nonna Reneé, giovani come non li avevo mai visti; e poi di nuovo mia madre, questa volta più grande, credo che abbia sei anni. E’ sulla spiaggia di First Beach ed ha il visino bianco sporco di sabbia. Sorride, accanto a lei un bimbo più piccolo con una palletta in mano che la guarda quasi incantato… e sono sicura di conoscerlo.

È Jake, il mio Jake, ma quello che non riconosco di lui è proprio lo sguardo. Non ho mai visto sul suo viso quell’espressione così innocente e allo stesso tempo consapevole, non ho mai visto quegli occhi così dolci così profondi e luminosi. Gli occhi che conosco io non sono mai stati illuminati da questa luce.

Continuo a guardare le foto, adesso il tempo è passato. Mia madre è più grande con quelli che devono essere i suoi compagni di liceo. Non me ne ha mai parlato molto. Sorridono appoggiati ad una macchina, nel cortile della scuola. Trovo una foto dei miei zii, Alice e Jasper, perfetti e bellissimi, e finalmente di nuovo mia madre e questa volta accanto a lei mio padre. C’è qualcosa che stano però, non è questa l’immagine che ho sempre avuto di loro: mio padre le cinge il fianco con amore ma è troppa la differenza fra loro due. Forse perché lei è ancora umana e lui è già perfetto nella sua immortalità?

Prendo l’ultima foto: è una di quelle diapositive da foto delle macchinette del centro commerciale. Una fila di quattro. Non avrei mai immaginato che mia madre potesse avere una di queste foto, lei così timida, come tutti mi hanno sempre detto, stretta nel piccolo spazio di quelle cabine quasi claustrofobiche. Il mio cuore accelera la corsa quando metto a fuoco che quello vicino a lei è di nuovo Jacob. Il mio cuore si ferma.

L’espressione del viso di Jacob è la stessa del bambino sulla spiaggia, anche se gli anni sono passati. Mia madre gli è seduta in braccio ed i miei occhi vorrebbero smettere di vedere eppure sono incollati a quelle immagini. Le scorrono fameliche… ed è come se qualcosa mi colpisse con la forza di mille cubetti di ghiaccio e mi facesse aprire gli occhi su quello che ho sempre avuto davanti ma non hai mai visto realmente. Non è come la foto con mio padre, qua finalmente mia madre sembra a sua agio e la sua felicità appare così genuina che i loro sorrisi fanno male, perché mai ho visto mia madre sorridere così.

Nella prima nessuno dei due guarda la telecamera, forse non si sono neanche accorti che la foto stava per essere scattata. Mia madre ha le guance colorate di rosso, il suo imbarazzo è tangibile mentre Jake le sta sistemando una ciocca dietro le orecchie. E poi un altro scatto, questa volta sorridono entrambi, più rilassati e poi… la terza foto, ed è come se la loro risata uscisse dal tempo, stanno facendo la linguaccia e sembrano così giovani… molto più di ora, anche se so che sono congelati per sempre nella loro adolescenza ed il loro aspetto fisico non è veramente cambiato. È la loro spensieratezza a renderli diversi, una spensieratezza che ora non hanno più. Ed infine… la quarta immagine, che mi squarcia il petto. È come se il mio mondo venisse capovolto mentre vedo le labbra di Jake posate sulla tempia di mia madre e noto gli occhi chiusi di lei sotto quel tocco che so essere così caldo e confortante.

Non capisco, mi porto una mano al petto dove il mio cuore ormai batte impazzito, ricerco la foto con mio padre e la accosto a questi fotogrammi. Le osservo entrambe, cos’è che mi turba? Non hanno mai nascosto la loro amicizia. Ho sempre saputo che Jake è stato ed è ancora il suo migliore amico. So anche come, in quei momenti in cui mia madre si corazza dietro un silenzio impenetrabile, lui sia l’unico che riesca ad avvicinarla. Ho sempre creduto che fosse per via di quell’amicizia di vecchia data. Ma questa foto sembrano dire altro. Non è amicizia quella nei loro sguardi, posso notarlo in quello di Jake, uno sguardo che amo e che credevo di conoscere così bene. È completamente diverso da quello che dedica solo a me. Ed è in questa frazione di secondo, in cui rivedo con la mente gli occhi del mio Jacob che si posano su di me, che decido di andar fino infondo. Prendo il diario di mia madre ed inizio a scorrere le pagine, perché so che lì c’è qualcosa che forse sarebbe meglio rimasse segreta, ma che io non posso più ignorare: la verità. E ora so anche che farà male.

Non riesco a bloccare il tremore delle mie mani quando trovo una pagina macchiata dai segni delle lacrime, sotto di esse riesco ancora a scorgere il nome di Jacob. Ed è un nome carico di dolore.

“Jake mi ha lasciato. E’ la secondo volta che oggi mi trovo ad usare questa parola, dovrebbe suonare ridicola, eppure è l’unica che trovo per dare un senso a questo dolore che mi sta uccidendo. Di nuovo.

Io e Jake abbiamo viaggiato sempre su una linea di confine così incerta che non mi sembra strano esprimermi in questa maniera. Lui si è stancato di me. Lui che ormai è diventato il mio tutto, la mia aria, il mio sole, la mia ragione per non lasciarmi andare e… se n’è andato. E mi chiedo come farò ora a sopravvivere. Chi curerà la mia ferita? Chi riuscirà ancora a far nascere sul mio viso un sorriso? Perché l’unica cosa bella che era rimasta nella mia vita inutile è andata via da me ed io non so come andare avanti? Com’è stato possibile che il mio cuore già spezzato riuscisse a rompersi in pezzi ancora più piccoli? Lo so, ma ho paura di dirlo.”

Continuo a leggere e tutta la loro storia prende forma sotto i miei occhi e nella mia mente. Capisco come lui, il mio Jake, si sia preso cura di mia madre quando il dolore per mio padre aveva minacciato di sopraffarla, capisco come lui sia diventato importante. Capisco il suo amore per lei. Vedo attraverso le parole di mia madre come lui, per mantenere una promessa, andò contro tutto e tutti e la rese partecipe del suo segreto, capisco con quanta caparbietà lottò per lei. Quasi non respiro più quando arrivo a questa pagina.

“Sono innamorato di te Bella. Bella ti amo. E voglio che tu scelga me invece che lui.”

Dio, come ha potuto dirmi queste parole? Chi gli ha dato il diritto di dirmi che è innamorato di me? Credevo che fosse il mio migliore amico. Perché ha voluto rovinare tutto? E come cavolo ho fatto a essere così stupida da tirare un pugno ad un licantropo? Questa dannata mano mi fa un male insopportabile, mi fa male quasi quanto la testa, a furia di pensare a quel bacio che ho rifiutato con tutta me stessa. Non voglio scrivere di questo, voglio solo dimenticarlo, perché ho tremato quando le sue labbra hanno toccato la mie. Ho tremato, stretta lui, e l’unica cosa che posso fare è negare. Negare a me stessa un sentimento che mi lascerebbe lacerata. L’unica certezza a cui voglio credere è che odio Jacob Black”

Se non fosse quasi una tragedia riderei della personalità di mia madre che traspare da queste pagine. Riderei di come cerchi di negare a se stessa un sentimento che invece a me appare nitido come una giornata di sole. Riderei di come abbia cercato con tutte le sue forze di mettere a tacere un amore che invece riscaldava ogni cellula del suo corpo. Ed invece di ridere… inizio a versare lacrime.

“Due giorni al mio matrimonio. Fra due giorni diventerò la signora Cullen. Come dovrebbe sentirsi una sposa quando manca così poco alle sue nozze? Nervosa, agitata, felice? Io so solo che mi manca Jake.

È più di un mese che non ho suo notizie. Starà bene? Perché è andato via? Lo vedrò ancora?

Ho bisogno di dirgli addio. Non può essere l’immagine di lui sofferente, in quel letto troppo piccolo, mentre gli spezzo il cuore, l’ultima che ho di lui.

Ho bisogno ancora di te, Jake. Ho bisogno ancora di un tuo abbraccio caldo. Ho bisogno della tua presenza in queste ultime ore della mia vita che mi restano, perché spezzando il tuo cuore ho lacerato anche il mio.

Ti ho regalato l’ultimo soffio della mia anima, l’ultimo battito del mio cuore… ma ora ho bisogno di sentirlo ancora, ancora un’ ultima volta.”

Oramai singhiozzo senza ritegno, alla fine l’aveva fatto. Aveva ammesso di amare Jake. Non posso fare a meno di chiedermi se mio padre sapesse questo. Se era consapevole di questo amore che la spaccava a metà. Se era al corrente del fatto che, a due giorni dalle sue nozze, c’era un unico nome che vagava nella mente di mia madre e non era il suo.

“Ho convinto Edward ad andare a caccia, oggi. Lo so, al parto dovrebbe mancare veramente poco, ma da quando abbiamo scoperto che cosa serve al bambino sto molto meglio. Volevo solo qualche ora per stare da sola e pensare. Ho fatto un sogno stanotte…ed i sensi di colpa mi stanno portando alla pazzia. Ho sognato la mia gravidanza ma era tutto normale, sembrava tutto così diverso e tutti erano felici, soprattutto Jake, perché in grembo portavo suo figlio.

Era solo un sogno. Ma una parte di me, una minuscola e fastidiosa parte di me, avrebbe voluto che fosse realtà. Mi maledico per questo, perché amo Edward ed il nostro bambino più di me stessa. Ma quella parte di me legata a Jake non riesce a non soffrire ancora per quella vita che non avremo mai.

Vorrei solo liberarlo. Vorrei che andasse via, vorrei che smettesse di sorridermi in quel modo, vorrei che smettesse di guardarmi trasmettendomi tutto il suo amore, perché io non lo merito. So che lo sto distruggendo di nuovo, ma non riesco a fare a meno della sua presenza. Ancora, sempre, comunque. “

Non c’è più niente dopo questa pagina e non mi serve leggere altro. Quello che è avvenuto dopo lo conosco, è la mia storia. La mia nascita, la morte di mia madre, l’imprinting.

Imprinting.Ho sempre accarezzato questa parola nella mia mente, era qualcosa che forse non riuscivo a spiegare del tutto ma che consideravo una benedizione. Mi ero fidata delle parole che Jake aveva pronunciato dopo il nostro primo bacio.

“La magia più potente che possa esistere. Quando due anime gemelle si incontrano per la prima volta, la potenza che nasce da quel incontro diventa una forza che li legherà per la vita o nel nostro caso per l’eternità”

Ora non vedo più niente di unico e speciale nel nostro legame. All’improvviso mi tornano alla mente altre parole pronunciate da lui.

“I tuoi occhi, Nessie. Sono la cosa che amo di più di te.”

I miei occhi… lui ama i miei occhi… gli occhi di mia madre.

Mia madre aveva negato l’amore per Jake ma entrambi erano convinti che in un mondo senza magia e soprannaturale sarebbero state anime gemelle. Non eravamo io e Jake ad essere speciali. Lui e mia madre lo erano. Io sono solo il suo stupido contentino che il destino beffardo e crudele ha deciso di dargli. Io ho gli occhi di mia madre. Io sono l’unica cosa di lei che continua a vivere.

Il mio cuore batte troppo forte ed i miei pensieri vorticano nella mia testa impazziti, i mei occhi continuano a vedere, a rivivere ogni bacio, ogni sguardo, ogni carezza di Jake. Ma non è ancora abbastanza. La mia mente crudele mi fa vedere anche lei, mia madre. La vedo dietro ogni gesto, dietro ogni sospiro. Rivedo il loro amore. Rivedo quelle foto e quelle espressioni felici. Rivedo me e lui, mia madre e mio padre, ma quei sorrisi non ci sono.

Rivedo giorni vissuti che non avevano niente di speciale e che oramai appaiono come tessere fondamentali di un puzzle.

Rivedo un impercettibile movimento delle ciglia di mia madre, a cui nessuno dà realmente importanza. Rivedo la mano di Jake che si ferma a pochi millimetri dalla sua guancia, la vedo rimanere sospesa una frazione di secondo per poi ricadere lungo il suo fianco. Rivedo quel gesto negato, non una, ma mille volte. E all’ improvviso mi rendo conto che non li ho mai visti sfiorarsi, li vedo cercarsi con gli occhi e distogliere lo sguardo, vedo mani avvicinarsi ed allontanarsi, vedo mio padre irrigidirsi e chiedere a mia madre a cosa stia pensando quando io e Jake siamo mano nella mano a guardare uno stupido programma in tv.

Appoggio la fronte contro il pavimento, cerco così di bloccare il senso di nausea che ha colpito il mio stomaco. È la prima volta che sto male da quando sono nata. Chiudo gli occhi alla ricerca di un sollievo anche solo momentaneo, ma lacrime solcano ancora le mie guance. Non so quanto tempo rimango qua. Ferma immobile con solo il rumore del pianto.

“Nessie.. amore.. sei qua. Io e tua madre ti cerchiamo da tutto il pomeriggio.”

Sento due mani forti afferrarmi per le braccia e costringermi a rimettermi in piedi. Mantengo gli occhi chiusi, non voglio vedere il suo volto. Ma passa il suo dito sotto il mio mento portando il mio viso ad incontrare il suo… e so che non posso negarmi. Perché nonostante tutto, io lo amo ed ho bisogno di perdermi in lui. Apro gli occhi ed incontro i suoi, preoccupati, e mi sembra un maledetto controsenso.

“Che succede? Stai bene?” Mia madre sopraggiunge dietro di lui e allora non riesco più a trattenermi. La mia mano si alza e prima che lui riesca a capire che cosa succede e abbia il tempo di bloccarmi, il mio palmo aperto lo colpisce in pieno viso. Ed il rumore che produce quello schiaffo è il rumore della mia anima, delle mie illusioni, del mio amore puro per lui che si infrange e si spezza.

Vedo i suoi occhi sgranarsi per la sorpresa e accendersi d’ira mentre con il braccio blocca la mia mano pronta a colpire ancora.

“Che cazzo ti prende.. sei impazzita?”

Mi divincolo da lui con tutte le mie forze, raccolgo il diario ai miei piedi e glielo lo scaglio addosso.

“Mi prende questo, Jake. Sai cos’è? È il suo diario. È la vostra vita. È la mia vita. La nostra vita. E’ tutto una bugia.”

Vedo mia madre sussultare, riflessi incondizionati di una vita umana che non le appartiene più. Vedo la bocca di Jake aprirsi e poi richiudersi, è troppo sconvolto per trovare parole adatte.

“Perché non mi avete mai detto niente? Che cosa credevate? Di poter portare avanti questa farsa per sempre? Cosa c’è di vero in noi, Jake? Dimmelo… ho bisogno di sapere chi siamo io e te.”

“Nessie. Hai bisogno di calmarti, ora sei sconvolta. Non c’è niente di così drammatico…”

“Tu amavi mia madre. Come faccio a calmarmi? Tu eri innamorato di lei. E probabilmente non mi amerai mai come hai fatto con lei.”

“Tesoro…non è vero – la voce di mia madre – eravamo giovani, non sapevamo davvero che cosa…”

“Io darei la mia vita per te, Nessie… non puoi dire che non ti amo.”

Ma come fanno a continuare a riempirmi di bugie? Come fanno a guardarmi negli occhi e a continuare a negare? Chi sono queste persone che mi trovo davanti? Sono due estranei. Non possono essere mia madre e Jacob. Non possono essere le persone di cui mi fido di più al mondo.

“Tu saresti obbligato a dare la mia vita per me… non avresti altra scelta. Cazzo. È lei la tua scelta, nessuno ti ha costretto ad amarla. Nessuno.”

Ricomincio a piangere, inginocchiandomi a terra. In automatico porto le mie braccia a cingermi il petto. Ora che anche la furia mi ha abbandonato, mi sento svuotata di tutto. Jake e mia madre si guardano. E io vorrei scomparire, vorrei correre via e non vedere tutte le parole che passano in quello sguardo muto. Ma sono congelata, tremante sul posto.

Entrambi si avvicinano a me, Jake si inchina e blocca il mio viso tra sue mani. Posso scorgere la paura nei suoi occhi.

“Nessie io ti…”

“Cosa, Jake? Mi ami? È questo che vuoi dirmi? Perché se è questo per favore non farlo. Non voglio mai più sentirtelo dire. Mi ricorderebbe solo di tutte le volte che l’hai detto a lei. E no, non ti lascerò. Non potrei neanche se volessi. Perché anche io ho avuto il mio fottuto imprinting. E sai quel è? Sai qual è, Jake? Sono incinta. Sto aspettando il tuo bambino. Ora sono legata a te per sempre.”

Una mano si sposta protettiva sul mio ventre ancora piatto. Alla fine l’ho detto. Il segreto che mi portavo dentro da qualche settimana, aspettando il momento giusto, alla fine è venuto fuori. E non ci sarà mai più nessun altro momento perfetto.

Osservo ancora loro, per la prima volta vedo il volto di Jake diventare pallido. Osservo mia madre immobile, con gli occhi attraversati da un ombra. Allora mi alzo in piedi. Punto i miei occhi, che una volta erano i suoi, verso di loro. E dico l’unica cosa che in questo momento mi sembra avere senso.

“E’questo, mamma, quello che volevi per tutti noi? Un eternità di rimpianti? È questo il lieto fine che avevi tanto cercato? Beh lascia che ti apra gli occhi, come oggi le tue parole hanno fatto con me. Non ci sarà mai nessun lieto fine per noi.”

Ora posso farlo. Ora scappo via. In un attimo sono fuori dalla porta. Li lascio lì, da soli. Corro ma so che tornerò, perché questa è la nostra condanna.

Tutti noi, eternamente privati del lieto fine, per una scelta sbagliata.

 

If I pretend that nothin’ ever went wrong, I can get to my sleep
I can think that we just carried on…

…No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it’s forever

 

 

 

NOTE AUTRICE

Di nuovo qui…

Prima di tutto ringrazio con tutto il cuoreaniasolaryche ha betato questa storia e che nella ultime settimana si è rivelata una preziosissima amica e consigliera eccezionale. Nonché fantastica scrittrice.

Non so come nasca questa shot… so solo che ogni volta che leggevo le storie post bd chi chiedevo: ma sarà veramente così? Davvero vissero per sempre tutti felici e contenti? La mia risposta è no. Credo che fra tutti loro ci sia troppo passato per riuscire a voltare pagina del tutto.

Questa è la mia personale versione dei fatti un po’amara. Non me ne vogliano gli amanti della coppia Jake/Nessie. Non ho niente contro di loro.. anzi. Per me è semplicemente una coppia poco realistica.

Alla prossima storia.

   
 
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