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Autore: CrazyMind    04/02/2012    1 recensioni
Al ritorno da un programma che li vede vincitori arriva sul cellulare di uno degli SHINee uno strano messaggio... di chi sarà? Che cosa vorrà? Saranno al sicuro i nostri cantanti? Renata... una ragazza italiana che conoscerà gli SHINee... che legame avrà con il resto della storia? Lascio a voi il piacere di scoprirlo! ;) Mi raccomando: RECENSITE IN MOLTI, mi servirà molto il vostro parere! ;) BUONA LETTURA!
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Per tutto il tempo che il poliziotto aveva parlato ero rimasto in silenzio, shoccato. Eccolo. Il gioco stava continuando e il pazzo aveva fatto un'altra vittima… adesso mancava solo Minho. Renata mi scosse il braccio vedendo che ero rimasto paralizzato e mi fece ritornare alla realtà.
-S-si, arrivo subito.- e ci avviammo verso la SM. Mentre ci dirigevamo lì, spiegai a Renata l’accaduto che mi guardò con gli occhi sbarrati e chiamai anche il resto della band. Arrivammo e vedemmo che gli altri non erano ancora arrivati. Mi avvicinai ad un agente e gli chiesi cosa fosse successo esattamente e dove fosse Jonghyun.
-Il suo amico ha avuto un problema con i freni. Sembra siano stati manomessi-
Ovvio che erano stati manomessi! È stato quel pazzo a fare questo casino!
-Ma lui, dov’è?- gli chiesi con insistenza.
-Ah, è laggiù, vicino alla scalinata. Gli hanno fasciato la testa per fermargli il sangue ma ne sta perdendo parecchio.-
-Grazie mille!- e mi diressi verso Jonghyun. Quando lo vidi il sangue si raggelò. Era tutto bianco e rosso. Il sangue gli usciva dalla testa a fiotti pur avendo una “benda” improvvisata, aveva delle ferite profonde anche sul corpo. Intanto sentivo dietro di me piangere. Era Renata. Non avevo tempo per calmarla però. Dovevo aiutare Jong in quel momento. Mi avvicinai verso di lui e lo chiamai. Dopo cinque o sei volte si svegliò e mi rispose.
-O-onew…- e risvenne. Intanto vidi che erano arrivati anche gli altri componenti della band.
-Onew, che è successo?-
-Mi hanno detto che gli hanno manomesso i freni della moto ed è andato a sbattere contro un muro.-
-Oh cazzo! E chi è stato?-
-N-non lo so Tae.- e i miei occhi si riempirono di lacrime.
-Possiamo mandar via tutte queste telecamere per favore?- chiese Key a degli agenti e loro iniziarono a far allontanare i giornalisti.
-Grazie Key. Se non lo avessi fatto tu ci sarei andato io! Non li sopporto quando s’impicciano di cose così delicate!-
-Verissimo ma… quando arriva l’ambulanza?!- Appena dissi quella parola si sentirono delle sirene. Finalmente stava arrivando!
Si fermò di fronte a noi e subito ne scesero due medici che caricarono Jonghyun sul veicolo e si avviarono verso l’ospedale. Intanto, si avvinò un poliziotto che mi chiamò a sé. Mi disse che se volevamo ci poteva portare lui con la macchina della polizia dato che era un nostro grande fan e vista anche la situazione. Accettai e andai a dire agli altri la proposta. Non feci in tempo a finire la frase che si precipitarono in macchina. Durante il tragitto vedevo Minho sempre più agitato. Avevo capito benissimo cosa stava pensando. Sapeva che il segreto che stavo nascondendo aveva portato anche a questo “incidente”. Dopo due minuti cominciò a discutere.
-Ne parliamo dopo Minho.- troncai il discorso perché, primo, c’era Renata che non sapeva niente e, secondo, perché eravamo arrivati. Scendemmo dalla macchina e vedemmo Jonghyun che veniva portato dentro l’ospedale con la barella. Era sempre più bianco e questo non mi confortava molto. Entrammo anche noi e solo quando non riuscì a chiudere la porta notai che non c’eravamo solo noi. Era pieno di giornalisti!
-Ancora?! Ma non li avevamo cacciati via?-
-Sai come sono! Sono degli avvoltoi: appena c’è una preda la rincorrono finché non la prendono.- Fortunatamente insieme a noi erano venuti anche delle scorte sapendo il casino che era scaturito e riuscimmo ad andare via per chiedere notizie.
Incontrammo una dottoressa a cui chiedemmo di Jonghyun e ci disse che gli stavano mettendo dei punti alla testa perché aveva una ferita profonda e gli avevano dovuto fare delle lastre e, dai risultati era venuto fuori che, per sua fortuna, aveva solo un braccio slogato. Ringraziammo la dottoressa e ci dirigemmo verso la stanza di Jonghyun. Dopo all’incirca una mezz’ora, lo portarono in camera. Era ancora svenuto ma fortunatamente aveva ripreso un po’ di colore. Quando mi avvicinai a lui notai che nella tasca del suo giubbotto aveva un biglietto rosso. Avevo un brutto presentimento e infatti c’era scritto: “Your worst nightmare -1”. Eccolo! Il penultimo messaggio… adesso mancava solo Minho. DANNAZIONE!
Non feci in tempo a mettere via il biglietto che Minho mi aveva preso per il collo. Mi sbatté al muro e cominciò ad inveirmi contro.
-Ora possiamo parlare? Che ne dici? Vuoi far passare altro tempo?- mi disse con tutta la rabbia che aveva riservato fino a quel momento.
-Hyung! Cosa stai facendo?- Taemin andò verso Minho cercando di trattenerlo ma non ci riuscì. Allora ad aiutarlo venne Key ma nemmeno lui riuscì ad ottenere qualche risultato. Intanto sentivo che piano piano l’aria veniva a mancare.
-Yah! Minho, che stai facendo? Lascia stare Jinki!- era Renata ma lui non diede ascolto nemmeno a lei.
-Mi-Minho… mi… manca… il resp…piro! Lasciami…. cos…sì potr…emmo… parla…re!- cercai di allontanare le sue mani. Sentivo la sua presa farsi più leggera finché non mi mollò completamente. Tossì cercando di prendere fiato. I ragazzi e Renata corsero verso di me per aiutarmi a rimettermi in piedi.
-Allora?- continuò Minho che non si era mosso di un millimetro –Mi dici che cazzo sta succedendo?-
Non risposi. Cercai di mettermi il biglietto in tasca ma Minho fu più veloce di me e me lo strappò dalle mani.
-Che cos’è?-
Rimasi in silenzio a fissare i suoi occhi. Non sapevo cosa dire!
-Onew… che cos’è?-
-…-
-LEE JINKI DIMMI CHE COS’È O QUI FINISCE MALE!-
-Non… non te lo posso dire.- Le lacrime stavano per venire, lo sentivo. I miei occhi pizzicavano sempre di più.
-Scusate ragazzi… so che è tutta colpa mia… cercherò di fare del mio meglio per rimediare. Ve lo prometto!- e cercai di avvicinarmi a Minho tendendogli una mano in segno di pace che lui però scansò con uno schiaffo.
-Io non voglio un rimedio dopo che è successo un qualcosa di grave. Io voglio un rimedio adesso! E per averlo, per prima cosa mi devi dire che cos’è questo. Perché c’è scritto “Your worst nightmare” e subito dopo un “-1”? cosa vuol dire? Dovrò aspettarmi qualcosa anch’io?-
-Minho io…-
-Ascoltami Jinki- la sua voce si era calmata ma dal modo in cui mi aveva chiamato capì che era ancora più arrabbiato di prima.
-Jinki… Key è quasi morto per un anestetico letale; Taemin è stato picchiato a sangue e adesso a Jonghyun gli si sono stranamente rotti i freni della moto facendolo ricoverare in ospedale. Che cosa vuoi fare? Aspettare che ci scappi il morto?-
-Farò tutto il possibile per far in modo che ciò non accada.- dissi arrabbiandomi e velocemente presi il biglietto dalle sue mani e corsi via sbattendo la porta. Non volevo ascoltare nient’altro perché sapevo benissimo che aveva ragione ma io non potevo fare niente adesso. Appena uscì fuori scoppiai in un pianto liberatorio. Sapevo che non era da uomini ma era l’unico modo per sfogarmi. Certo non potevo mica mettermi a spaccare i mobili!
Dopo un po’ mi arrivò un messaggio: Manca poco… ;) Y.w.n.”
All’improvviso cacciai un urlo talmente forte che i medici vennero verso di me intimandomi di stare in silenzio altrimenti mi avrebbero cacciato fuori. Non me lo feci ripetere due volte e me ne andai. Cominciai a pensare che forse stavo impazzendo. Prima sarebbe finita questa cosa prima sarei stato felice… se ci sarebbe stato un poi…

Dopo quell’episodio in ospedale non tornai più a casa o meglio, prima che gli altri tornassero dall’ospedale, ero andato a prendere dei vestiti, dei soldi, avevo scritto un messaggio dicendo che sarei tornato a casa quando avrei sistemato le cose e poi mi ero diretto verso un albergo non molto lontano da lì. Sapevo di non poterli lasciare da soli ma avevo bisogno di stare da solo. Decisi che ogni tanto sarei andato a controllarli. Vidi che il giorno dopo all’incidente, Jonghyun era tornato a casa e stava abbastanza bene ma era triste, come tutti gli altri… Ogni tanto mi capitava di ricevere messaggi sul cellulare che mi chiedevano dove stavo e come stavo ma non risposi. Volevo isolarmi completamente e guardarli da lontano senza farmi notare.
Erano passati quattro giorni e la fine dell’anno si faceva sempre più vicina. Vedevo tante famiglie in giro felici con i volti sorridenti e mi fecero ripensare alla mia famiglia… quanto mi mancavano. Quel pomeriggio, ricevetti come al solito una chiamata sul cellulare. Era Minho. Strano… da quando me ne ero andato, lui era stato l’unico a non chiamarmi ne a mandarmi messaggi. Magari era successo qualcosa perciò decisi di risponedere.
-Pronto?-
-H-hyung… aiuto… acq…ua…iume… pont…- e la chiamata si chiuse. Oh no! Era arrivato il momento dell’ultimo “gioco”!
-Merda!- Cominciai a correre verso casa mia e bussai violentemente alla porta. Mi aprì Taemin che mi si buttò addosso.
-Tae non è il momento! Minho è nei guai! Andiamo!- e corsi verso l’uscita del palazzo seguito da quattro ragazzi con una faccia sconvolta e straniti. In qualche secondo ci ritrovammo sulla strada.
-Ragazzi, per caso Minho vi ha detto dove sarebbe andato e che cosa avrebbe fatto?- chiesi con l’ansia che saliva sapendo Minho in pericolo.
-Ha detto che andava a fare jogging vicino ad un fiume con un ponte dove lui, con i genitori andava da piccolo. Mi pare abbia detto che si trovi vicino alla Piazza del Municipio.-
-Ok. Grazie Key. Andiamo lì! Immediatamente o sarà troppo tardi.-
Iniziai a correre quando vidi la nostra macchina e mi ci fiondai. Fortuna che portavo sempre con me le chiavi! Accesi il motori e intimai ai ragazzi di salire velocemente così, partimmo. Durante il tragitto i ragazzi mi tempestarono di domande su dove ero stato, sulla storia degli “incidenti” ma rimasi in silenzio concentrandomi sul posto dove Minho aveva detto che sarebbe andato e intanto pregando che quel pazzo non gli avesse fatto troppo male. Dopo cinque minuti buoni arrivammo alla Piazza del Municipio con l’enorme albero di Natale che pochi giorni prima avevo visto con Renata e… i fan! Merda, non ci avevo pensato! Appena scendemmo dalla macchina ci vennero incontro facendo gridolini ma non avevamo tempo né per autografi né per delle stupide foto. Cacciai un urlo e tutti si ammutolirono.
-Miei care fan! In questo momento non possiamo assolutamente fare niente per voi. Quindi non chiedeteci foto, video, autografi e chi più ne ha più ne metta. Un nostro carissimo amico potrebbe essere stato ferito gravemente da un… ladro. Adesso lasciateci passare!-
Le fan mi guardarono con gli occhi sgranati e rimasero imbambolate. Io amo le mie fan ma quando fanno così non le sopporto! Ma parlo la loro lingua o no?!
-Ho chiesto se ci fate passare, per favore!-
Dopo questa seconda volta sembrarono ritornare in sé e ci fecero largo rimanendo sempre con gli occhi sgranati. Ci stavamo allontanando sempre di più. I ragazzi, vedendo come ero nervoso, non osarono farmi domande per tutto il tragitto finché non arrivammo al fiume che aveva indicato Minho. Ci dividemmo e guardammo dappertutto ma di lui nessuna traccia finché non mi misi in acqua e vidi, sotto al ponte immerso nel fiume, un corpo che cercava di tornare a galla ma era bloccato da qualcosa.
-MINHO! RAGAZZI! È QUI!- e andai nuotando verso di lui per liberarlo. Cercai di tirargli fuori la testa ma non ci riuscì. Era legato da qualcosa. Allora mi immersi per capire come era stato legato.
Vidi che aveva le mani legate dietro la schiena e la corda che era attaccata ad un gancio sott’acqua. Minho era svenuto. Voleva dire che avrei dovuto fare in fretta o sarebbe morto. Riaffiorai poi mi rivolsi ai ragazzi.
-Yah, c’è qualcuno di voi che ha una lama? Un qualcosa per tagliare una corda?- chiesi in preda al panico.
-Io! Ho una lametta e un forbice per unghie- e Key tirò fuori l’occorrente. Dato che Jonghyun era con un braccio fuori uso e Taemin ancora non si era completamente ripreso dalle botte subite chiesi a Key, che era quello messo meglio di tutti, di aiutarmi.
-Sbrighiamoci! Minho sta soffocando!- e ci immergemmo tagliando le corde. Dopo poco tempo ci riuscimmo e portammo Minho sulla riva. Gli feci la rianimazione. Fortunatamente, quando andavo a scuola, c’era anche un corso sulla sopravvivenza ai casi d’emergenza tra cui la rianimazione. Iniziai a premere il suo petto cercando di fargli cacciare fuori l’aria.
-Uno! Due! Tre! Quattro! Cinque! Sei! Sette! Otto! Nove! Dieci!- e gli mandai aria nei polmoni. Subito dopo ricominciai con la pressione sul petto e poi di nuovo con l’aria.
-Chiama il *119! Sbrigati a far venire qui il pronto soccorso!- intimai a Jonghyun vedendo che Key era senza forze.
-Subito!- e iniziò a comporre il numero. Dopo qualche secondo cominciai a sentire anche le mie forze venirmi a mancare. No! Non potevo cedere! Minho aveva bisogno di me altrimenti sarebbe morto! Così, mi feci forza continua a premere sul suo petto. Stava cominciando a girarmi la testa ormai imperlata di sudore quando Minho iniziò a tossire e a sputare acqua riaprendo gli occhi.
-Minho!- esclamammo tutti. Lui, per tutta risposta, continuò a tossire. Lo misi a quattro zampe in modo tale da sputare più acqua e farlo respirare meglio.
-Sta arrivando un’ambulanza.- disse Jonghun.
-Perfetto. Grazie mille. Minho? Come ti senti? Ce la fai a parlare?- Lui mi accennò con la testa un no, così lo facemmo sedere con la schiena appoggiata ad un tronco di un albero. Dopo qualche minuto arrivò l’ambulanza e da lì scese un medico che andò a visitare Minho. Poi ci venne incontro e ci informò sullo stato di salute del nostro amico.
-Allora?- gli chiedemmo.
-Sta bene. È stato fortunato che avete saputo fare la rianimazione altrimenti sarebbe già deceduto. Ha bisogno soltanto di riposo e, due volte al giorno per una settimana, deve prendere queste medicine.- disse dandomi un pacchetto.
-D’accordo, grazie dottore. Adesso lo possiamo portare a casa?-
-Si, si… a meno che non volete che sia portato in ospedale.-
-Aspetti un attimo che consulto gli altri. Mi scusi.- e mi diressi verso Minho e i ragazzi che si erano avvicinati verso di lui per aiutarlo ad alzarsi.
-Minho, il medico ha detto che se vuoi puoi andare a casa oppure in ospedale. Cosa preferisci fare?-
-Casa.- riuscì a dire a malapena. Avuta la risposta la riferì anche al medico che ci lasciò subito dopo. Mi riavvicinai ai ragazzi.
-Ragazzi… portiamo a casa Minho, aiutatemi a trasportarlo fino alla macchina.- e così facemmo. Stranamente e fortunatamente per noi, non c’era nessuno nei paraggi e così montammo in macchina senza problemi con i fan. Tornammo a casa e mettemmo Minho a dormire mentre noi ci mettemmo in sala a vedere la televisione aspettando che Minho si svegliasse. Vedemmo anche il servizio su Jonghyun portato all’ospedale e anche un mini servizio in cui parlavano di me che sbraitavo contro le fan. Dopo due ore Minho si svegliò e ci raggiunse in salone.
-Come va?-
-Insomma… ma almeno sono vivo. E questo lo devo tutto grazie a voi! Grazie mille ragazzi. Non voglio nemmeno pensare a cosa mi sarebbe accaduto se non foste intervenuti in tempo.- e ci venne ad abbracciare.
-Non è niente. Tu avresti fatto lo stesso per noi.- dissi, e gli altri acconsentirono. Dopo un po’ dovetti andare al bagno urgentemente: avevo un dolore allo stomaco fortissimo.
-Scusate un attimo.- e mi avviai verso il bagno.

Key
Onew corse verso il bagno toccandosi la pancia e facendo una faccia strana. Immediatamente dopo, il mio telefono, quello di Jonghyun, quello di Minho e quello di Tae, presero a squillare insieme, come la scorsa volta. Che fosse lo stesso tizio? Ci guardammo e, dai nostri sguardi, capimmo che stavamo pensando la stessa cosa. Decidemmo di rispondere come la volta precedente. Il primo a rispondere questa volta fu Jonghyun perché Minho non stava ancora completamente bene.
-Si?-
-Vi ricordate di me?- ci chiese la voce trasformata dall’altra parte della cornetta.
-Si.-
-E vi ricordate anche il nostro accordo, vero?- Jong deglutì.
-Si.-
-Benissimo. Adesso fate quello che vi dirò. Fra poco il vostro amico uscirà di casa. Voi seguitelo avendo sempre il telefono acceso vicino al vostro orecchio e sentirete una conversazione che chiarirà tutti i vostri dubbi.- e la voce sparì lasciando spazio al suono che di solito si sente in una composizione di un numero di telefono. Improvvisamente iniziò a squillare e rispose la voce di Onew.
-Pronto?-
-Sono io.- rispose la voce deformata.
-Ancora tu?! Ma non ti sei ancora divertito abbastanza?-
A quella risposta ci guardammo. Quindi Onew conosceva la persona con cui stava parlando ma, evidentemente non erano in buoni rapporti.
-Puoi uscire da casa tua che ti devo parlare in privato?-
-Ok.- e sentimmo la porta del bagno aprirsi. Arrivò in sala Onew che ci disse che doveva uscire un attimo e noi, come ci aveva detto la voce, lo seguimmo senza farci notare. Stavamo facendo la cosa giusta?

Onew
Era arrivata di nuovo la chiamata di quel pazzo. Che cosa voleva ancora da me? Non aveva fatto già abbastanza?
-Sono fuori. Che altro vuoi?! Non hai fatto abbastanza male ai miei amici?- chiesi sempre più infuriato.
-Ti ricordi che non devi parlare vero? Altrimenti il gioco finirà prima del previsto!-
Strinsi i pungi e digrignai i denti.
-Come sarebbe a dire che “il gioco finirà prima del previsto”?!? Non ti sei divertito abbastanza?-
-Jinki… il gioco finirà solo quando tu sarai finito! Il motivo lo dovresti già conoscere ma probabilmente lo hai rimosso completamente da quella testolina vuota che ti ritrovi perciò, ti verrà rivelato a tempo debito.-
-Smettila di prenderti gioco di me! Voglio delle risposte! A me non interessa ciò che puoi fare a me ma non ti devi azzardare a toccare i miei amici ancora una volta altrimenti te la vedrai direttamente con me!-
-Ohhhh… il nostro sentimentalone. Tu non sai come ci si sente quando delle persone care vicino a te scompaiono per sempre, vero? Pensa: quello che stai provando è solo una parte di quello che ho provato io quando mio fratello è scomparso per colpa tua!-
-C-colpa mia? Non so nemmeno chi sei! Come fai a dire che è colpa… mia… Non mi dire che… conosco tuo fratello?- chiesi shoccato.
-Si. Vediamo un po’ se ti viene in mente se ti dico: sette anni fa.-
-Sette… sette anni fa? Ma cosa è accaduto sette ann…i…- poi pensai al mio amico di scuola e di quello che era successo: era accaduto sette anni fa!
-Kim Tung! Sei il fratello di Kim Tung? Ma… lui, non è morto… si è trasferito per il lavoro del padre!-
-Come ti sbagli… io mi chiedo di che razza di imbecille si era innamorato mio fratello! Lui… è morto e per colpa tua! Per questo la devi pagare, iniziando a farti soffrire come ho sofferto io: facendo del male ai tuoi amici! Ahahahah!!-
-Senti, forse non mi sono spiegato bene. I miei amici non li devi toccare! Fai quello che vuoi a me ma loro non li devi toccare! Hanno tutto il diritto di vivere e se c’è qualcuno che deve pagare per un mio errore quello sono solo io.-
-Ok, se continuo a rimproverarti non si finisce più. Andiamo subito al sodo. Ragazzi! Venite fuori! Jinki… girati.- Ebbi un brutto presentimento. Mi girai lentamente con gli occhi che erano già pieni di lacrime di rabbia e quando vidi i miei migliori amici dietro di me che mi guardavano con gli occhi colmi di lacrime anch’essi, rimasi immobile.
-Ragazzi… che ci fate qui?- riuscì a dire shoccato.
-Scusaci… noi… non abbiamo scuse… perdonaci.-
-È stato lui, vero?! Vi ha ingannati in qualche modo? Come hai potuto?- dissi prima ai ragazzi e poi alla voce del telefono. Quella rispose.
-E non è tutto!-
-Che altro succ…- ma non riuscì a finire la frase che sentì una fitta dolorosissima alla testa. Qualcuno mi aveva dato una bastonata in testa che mi fece accasciare a terra ancora cosciente. Riuscivo a sentire le voci degli altri che mi chiamavano.
-Hyung!-
Ad un certo punto il loro tono di voce cambiò. Era spaventato e oltre al mio nome chiedevano aiuto. Aprì gli occhi e cercai di alzarmi. Li stavano rapendo e sotto ai miei occhi! Non potevo permetterlo!
-Lasciateli!- e mi diressi verso i rapitori cercando di colpirli mentre facevano entrare i ragazzi nella macchina. All’improvviso sentì di nuovo quella fitta: un altro colpo. Mi portai la mano sul punto in cui mi avevano colpito: usciva molto sangue. La mia vista si faceva sempre più sfocata ma cercavo in tutti i modi di salvare i miei amici, la mia famiglia. Non doveva andare così. No! Aprì una portiera e cercai di tirare fuori Tae ma un uomo mi venne addosso allontanandomi e dandomi subito dopo un’altra botta con un bastone.
-Hyung! Hyung!- Erano le voci dei miei amici che piano piano si affievolivano. Intanto gli altri uomini mi stavano picchiando e continuarono finché non persi i sensi.
Mi risvegliai sul letto di camera mia. Non c’era apparentemente nessuno. Sulla scrivania c’era il mio cellulare con il display acceso. Mi avvicinai e lo presi in mano. Avevo un messaggio non letto. “Vieni al vecchio edificio abbandonato vicino al mare se vuoi provare a salvarli. Y.W.N.”


*In Corea del Sud, per chiamare i vigili del fuoco e il pronto soccorso si compone il 119 mentre per la polizia il 112.

Angolo autrice: ed ecco il 6° capitolo!!!!! è un pò lunghetto ma non importa perchè a me piace scrivere capitoli luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunghi!! ;) Cmq... che ve ne pare?! Ora mi chiedo una cosa... come faccio a saperlo se mi recensisce sempre una sola persona?!? Regà!!!! RECENSITE!!!! Mica mordo!!! :D Cmq.. finalmente si è scoperto che tipo d'incidente ha fatto Jong (che, se devo essere sincera non è una mia idea ma di una mia amica di nome Flavia, ma che io chiamo FIABA ù.ù, e che ringrazio moltissimo per questo altrimenti la storia sarebbe ancora agli inizi.... *si prostra davanti a lei*), Minho, che è sempre più incazzato e... vabbè... vi lascio altrimenti domani oltre alla neve mi trovo la carta igenica sulla casa... ^_^ Bye!!!
Chu <3 

   
 
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