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Autore: _Valchiria_    04/02/2012    1 recensioni
Un ragazzo, alle prese con un libro da pubblicare.
Un gruppo di amici, scanzonati e pronti a divertirsi.
Una città, scenario della festa più colorata e allegra dell'anno e di un'amore pronto a sbocciare.
DAL CAPITOLO 4:
"Sai, sono due giorni che salgo su queste gondole e mi chiedo il significato delle canzoni che intonano i gondolieri!" rise Ludwig.
"Beh, non hanno sempre lo stesso significato. A volte si canta dell'amore e della propria amata, altre delle città e delle sue luci." Mentre Feliciano parlava, gli ultimi raggi di sole di quella giornata gli illuminavano il profilo e Ludwig si scopri incantato da quel viso così dolce.
"E ora, quest'uomo cosa sta cantando?"
Feliciano si girò a guardare Ludwig. I loro sguardi si incatenarono. Feliciano gli sorrise.
"Adesso sta parlando d'amore, Ludwig. Tu ci credi nell'anima gemella?"
"Penso di sì"
"Io si e credo anche nel colpo di fulmine"
Fra i due cadde il silenzio. Era però, un piacevole silenzio, non imbarazzante, ma quasi complice di quella conversazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo secondo: Viva la bella Italia!

Il viaggio in aereo fu abbastanza tranquillo, anche se i continui battibecchi fra i tre amici non mancarono.
Gilbert non faceva altro che rinfacciare ad Antonio e Francis il loro "terribile" ritardo e questo non piaceva ai due ragazzi.
Ludwig cercava invece di rilassarsi e meditare su cosa avrebbe scritto nel libro.
Arrivarono in Italia in serata. Avevano scelto di recarsi subito in albergo, cosicchè da disfare i bagagli e riposarsi.
Nei giorni seguenti, avrebbero avuto tante occasioni per divertirsi, poichè il carnevale era alle porte.
Seppur Ludwig sentiva il bisogno di tranquillità e di zero distrazioni, un pò era curioso di partecipare a questa festa fatta di colori e risa.
Sorrise, mentre la signorina alla reception consegnava al fratello le chiavi per la camera.
Con tutti i risparmi che avevano accumulato (e l'aiutino di Francis, che era il ricco dei tre) erano riusciti a prenotare un albergo lussuoso. Avevano optato per una grossa suite e avevano deciso di condividerla "da persone civili" (anche se Ludwig temeva il contrario).
Antonio era il "mediatore" del gruppo. Era l'unico che un pò masticava l'italiano, grazie al suo "adorabile" Lovinito, che gli aveva insegnato qualcosina.
Lovino era il ragazzo di Antonio. Era un tipo scontroso e Ludwig aveva sentito che spesso si era trovato al fresco per qualche rissa. Sapeva anche che aveva un fratello, l'opposto di lui.
Ed era stato Lovino a far "rischiare la vita" ad Antonio. Grazie ad una sua telefonata (fatta prima di partire per sapere più o meno a che ora sarebbero arrivati in Italia) Gilbert stava per ammazzarlo.
Per fortuna, tutto si era sistemato.
Entrarono in camera, ed i tre amici iniziarono a bisticciare su chi avrebbe preso la stanza con il balconcino.
La suite era davvero bellissima. Era arredata lussuosamente. L'ingresso era un delizioso salotto stile Vittoriano, con poltroncine di velluto rosso ed un tavolino basso di mogano. Un enorme tappeto abbracciava il pavimento, e di fronte al tavolino c'era un caminetto già acceso.
Le stanze erano due matrimoniali, arredate con gran gusto.
Ovviamente, Gilbert reclamava la stanza con il balconcino, perchè ad un essere meraviglioso le finestre non vanno bene.
"Non ho ragione, West? Io e te ci prendiamo la stanza con il balconcino, mentre voi due ritardatari vi prendete l'altra!"
"Per me è lo stesso. Anzi, adesso vado a frami una doccia. Fatemi sapere chi vince questa disputa fra bambini!" disse Ludwig, avviandosi verso il bagno.
"Non dire assurdità, Beillschmidt! Lo sai bene che a me piacciono le stanze luminose, fresche e belle come me! Ho bisogno d'aria frescha e di affacciarmi al chiaro di luna, mentre leggo le mie poesie di Baudelaire." disse Francis, passandosi nervosamente un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"Ha ragione Francis. Non puoi sempre accalappiarti le cose migliori! Stavolta la stanza è nostra!"
Il litigio (o meglio, la discussione da infantiloidi) durò per una bella mezz'ora.
Alla fine si accordarono e la stanza con la finestra andò ai "perdenti", quali Francis ed Antonio.
Anche la serata passò velocemente. Prima, scesero a far cena, poi tutti e quattro iniziarono a disfare i propri bagagli.
"Già mi piace questa Venezia"
"Come fai a dirlo, se hai visto solo la stanza di un albergo?" chiese Ludwig, riponendo una camicia su di una gruccia.
"Beh, se questo albergo è così lussuoso, figuriamoci la città. E poi io sono magnifico e queste cose me le sento!"
"D'accordo. A proposito, come hai convinto Francis ed Antonio a cedere?"
"Semplice!"- scattò in piedi Gilbert, alzandosi dal letto- "Ho detto ad Antonio che la prima cosa che domani faremo, sarà andare a trovare i fratelli Vargas!"
"Sarebbero?"chiese Ludwig, chiudendo la valigia e riponendola nell'armadio.
"Lovino e Feliciano."
"Ah, ora capisco. Gli hai promesso che andremo a trovare il fidanzato!" soffiò Ludwig, iniziando a spogliarsi per la notte.
"Esattamente. Io ho i mei assi nella manica, West!" fece l'occhiolino Gilbert, stendendosi di nuovo sul letto.
"E come hai convinto Francis? Non credo che a lui importi tanto di quei due italiani"
"Beh, a lui ho promesso di non usare più il suo dentifricio!" fece spallucce Gilbert.
"Sei tremendo!"
"Ti ringrazio, fratello" e detto questo risero entrambi.


La mattina seguente, l'allegra comitiva non fu molto mattiniera. L'unico a svegliarsi ad un orario decente (e soprattutto consono ad una colazione) fu Ludwig. Infatti, scese da solo e mangiò in tutta calma, portandosi dietro una penna ed un foglio. Nella notte aveva avuto un'idea brillante. Aveva deciso di abbandonare i racconti fantastici ed aveva iniziato a scrivere le prime righe del suo libro incentrandole sul loro viaggio. Una sorta di biografia? Forse, ma per ora doveva dirlo ad i suoi amici e doveva chiedere loro il permesso per pubblicare qualcosa che li riguardava.
Il trio saltò la colazione e si prepararono per iniziare il loro giro turistico in Italia.
"Oggi conoscerete il mio amato Lovinito! E' così grazioso e dolce e poi.."
"Piantala, Antonio! Sappiamo tutti che il tuo adorato Lovinito è una bestia in forma umana!" disse Francis, finendo di fare il fiocco al suo codino.
"Ma cosa dici, Francis! Come si vede che non lo conosci!" e conclusa la frase, cacciò dalla tasca dei suoi pantaloni un telefono ed iniziò a digitare qualcosa.
"Cosa starà facendo?" chiese Gilbert, ridendo.
"E chi lo sa! Forse starà messaggiando con il suo Belva Lovinito?" disse Francis, unendosi alla risata di Gilbert.
Tutti e quattro si incamminarono verso una caretteristica gondola, che avrebbe accompagnato la simpatica comitiva a casa degli italiani.
Ludwig si trovò ad ossevare esterefatto la bellezza di quella città. Aveva ragione il fratello, era davvero molto bella.
E mentre il tedesco osservava rapito le belle balconate che si affacciavano sul canale della città, il gondoliere intonava qualche romantica canzone in italiano, mentre il resto dei suoi amici parlottavano fra loro allegramente.


*Angolo dell'autrice*
Bene, bene, bene. Sono dunque arrivati in Italia! *povero bel Paese xD* Questo capitolo è stato piuttoso corto, poichè era solo di transito. Insomma, che diamine poteva accadere durante un'arrivo? *sottovaluta il Bad Trio xD*
Mi scuso in anticipo per quanto riguarda le strade ed i canali di Venezia. Adoro questa città ma mio malgrado non ci sono mai stata *piange* Quindi, ho usato un pò la fantasia! :D Se c'è qualcuno di voi, di Venezia o meno, e sa meglio come è organizzata la città, che me lo dica! Non mi offendo mica! :)
Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno, recensiranno e metteranno fra seguite ect! Mi riempite il cuore! *elargisce baci e coccole*
Un abbraccio

_Valchiria_

  
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