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Autore: Screec_94_    04/02/2012    8 recensioni
Si, erano stati a letto insieme qualche volta, ma niente di serio, o almeno così pensava la detective.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lanie Parish | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Falling

 

Capitolo 8

                                                                      
La forte luce del lampadario illuminava la camera d'albergo di Richard Castle mentre questo si preparava per una delle sere più importanti della sua vita. Il silenzio surreale che si era venuto a creare fu interrotto dalle note di una dolce e allegra melodia che proveniva dal suo computer portatile. Lo scrittore, cercando di decidere quale cravatta indossare davanti allo specchio, iniziò a canticchiare il testo simpatico della canzone.
- When the moon hits you eye like a big pizza pie, that's amoreeeee - provò la cravatta che teneva nella mano destra - When the world seems to shine like you've had too much wine , that's amoreeee - no, quella cravatta viola era troppo sgargiante, aveva bisogno di qualcosa che non dicesse "Guardatemi, sono uno scrittore famoso, venite a rovinarmi la serata"- Bells will ring ting-a-ling-a-ling, ting-a-ling-a-ling and you'll sing "Vita bella" - decise di tentare con la cravatta blu - Hearts will play tippy-tippy-tay, tippy-tippy-tay like a gay tarantella – soddisfatto della sua scelta, si ammirò allo specchio when the stars make you drool just like a pasta fazool, that's amoreeeeee- stava decisamente bene, l'abito blu notte con righine grigie e la camicia azzurra gli donavano molto e la cravatta era un tocco di classe, era elegante ma non troppo, insomma, perfetto per un'uscita del genere, però mancava qualcosa, un tocco "alla Castle", sapeva che molto probabilmente durante e dopo la cena avrebbero parlato di argomenti seri e cercato di risolvere questioni importanti, gli serviva qualcosa per sdrammatizzare. Voltandosi verso l'armadio aperto, vide spuntare da un cassetto un fazzoletto da taschino, un regalo di Alexis, ovviamente non era un semplice lembo di stoffa, era quello che gli serviva, ora l'abito aveva la sua firma.


Quando aveva accettato l'invito a cena di Castle, era talmente ipnotizzata dalle sue parole e dal suo sguardo che aveva dimenticato un "piccolo dettaglio", non si era portata nessun vestito elegante, in fondo doveva stare via solamente due giorni, pensava che non le sarebbe servito.
Aprendo il piccolo trolley che si era portata, notò, piegato in maniera impeccabile, un capo che non si ricordava di aver portato. Tirandolo fuori e posandolo sul letto, si rese conto che altro non era che un lungo abito da sera nero, quell’abito che lui gli aveva regalato poco prima di partire, quando aveva accettato di accompagnarlo alla festa per la presentazione dell’ultimo libro della serie di Nikky Heat, festa che poi era stata cancellata e sostituita con il tour per il Paese.
Tornando con lo sguardo alla valigia, notò un bigliettino per terra, probabilmente si trovava dentro in mezzo al vestito ed era caduto quando l’aveva poggiato sul letto. Poté riconoscere la calligrafia ordinata della dottoressa Parrish, ovviamente era stata lei a mettere di nascosto il vestito in borsa! Scosse la testa e iniziò a leggere: “ pensavi veramente che ti avrei fatto incontrare il tuo scrittore senza un abito elegante a portata di mano? Chiamala intuizione, ma penso che ti sarà utile! PS. Ricordati che mi dovrai raccontare tutto appena tornata a New York!”. Sì, era proprio nello stile di Laine e in questo caso aveva avuto ragione, fortunatamente ci aveva pensato lei. Terminò di prepararsi quando ormai mancavano pochi minuti alle otto. Il cellulare squillò, aveva ricevuto un messaggio da Richard “Sto uscendo adesso dal mio albergo, vuoi che ti aspetti fuori o che ti faccia chiamare in camera quando arrivo?”, rispose velocemente che l’avrebbe aspettato fuori. Prese la giacca e la pochette e uscì dalla camera, sperando che andasse tutto bene.

Prima di scendere dall’elegante automobile che aveva affittato per la sera, Rick riconobbe la figura della sua Musa che lo aspettava davanti all’ingresso della hall. Era splendida come sempre e quando si avvicinò non poté fare a meno di rimanere senza parole. I capelli lunghi e mossi erano lasciati sciolti e le scendevano dolcemente sulle spalle, anche se la giacca copriva in parte il suo vestito, lui l’aveva perfettamente riconosciuto e si ricordava benissimo il modello e poteva già immaginarsi come il corpetto l’avrebbe fasciata e come il tessuto sarebbe caduto dolcemente dalla vita in giù. Quando la donna si voltò vedendolo, uscì dall’auto e le si avvicinò sorridendole, una volta davanti a lei le accarezzò la guancia e poi, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio le diede un casto bacio a fior di labbra.
-Sei davvero fantastica Kate… - le disse, guardandola negli occhi.
-Anche tu non sei male Castle- rispose sorridendo la detective.
-Oh no, non Castle, non siamo al distretto, non siamo qui come Castle e Beckett, siamo solo Rick e Kate, tu ora non sei una detective e io non sono uno scrittore, siamo solo due persone che si amano che vanno a cena insieme, beh, facciamo due e mezzo.- aggiunse accarezzandole il dorso della mano- Per te va bene?- chiese infine.
-Più che bene, Rick. Sai qualche volta mi dimentico quanto dolce tu possa essere.-.
-Il mio obbiettivo d’ora in poi sarà non fartelo dimenticare mai più. Da oggi per sempre. O almeno fino a quando non mi sparerai perché no mi sopporti più!- disse, guadagnandosi un colpo sul petto da Kate.- Bene, ora che abbiamo rotto un po’ il ghiaccio, le dispiacerebbe seguirmi fino alla nostra vettura, signorina?- chiese lui con fare cavalleresco.
- Oh mio bel cavaliere, la seguirò con molto piacere.- scherzò lei, porgendogli la mano.

Più la sera andava avanti, più i due amanti riuscivano a ritrovarsi, ripresero a scherzare tra di loro, a flirtare come loro solito, sempre però avendo ben presente l’obbiettivo della serata.
Il ristorante dove avevano consumato la cena era uno dei più eleganti di Denver, il servizio era ottimo e grazie a uno dei suoi contatti Rick era riuscito a farsi riservare un tavolo in disparte, in modo che potessero passare una serata tranquilla, senza essere disturbati. Più la cena andava avanti, più gli argomenti che affrontavano erano personali e dovevano essere trattati con le pinze, quindi, se mentre mangiavano gli antipasti, Rick aveva chiesto notizie dei ragazzi e di Laine, quando erano ormai arrivati al dolce, parlavano del periodo passato da quando Kate aveva scoperto del bambino, fino alla sua decisione di raggiungerlo a Denver. Molte delle ferite che si erano inferti vennero ricucite quella sera e molte decisioni vennero prese. Rick ribadì le sue intenzioni, voleva essere lì per Kate e per il loro bambino e i suoi occhi lo dimostravano brillando ogni volta che ripensava al bambino che la detective portava in grembo, il loro figlio, suo e della donna che amava. Rimase sorpreso quando, mentre aspettavano il conto, lei gli fece scivolare tra le mani la sua prima ecografia, una lacrima scivolò sulla guancia di Rick, seguita da un’altra e un’altra ancora, mentre tracciava il piccolo profilo dell’immagine con un dito.
-E’ così piccolo- disse lo scrittore guardando Kate- così piccolo ma così vero. Sarei voluto essere lì con te.- aggiunse.
-La prossima volta, se vorrai, ci sarai, nel frattempo puoi tenerla se vuoi, ne ho una copia a casa.- gli sussurrò, poi prendendogli il fazzoletto dal taschino, gli asciugò le lacrime. Guardando bene il pezzo di tessuto azzurro, rise.
- Pinguini, Rick? Ti facevo tipo da orsetti- disse facendolo ridere.
-No, gli orsetti si abbinano solo con l’abito marrone e gli alieni con quello nero, sai, sono un regalo di Alexis, come hai notato, sono molto utili per sdrammatizzare!-.
Così si concluse la loro cena, con risate e amore, come dovrebbe sempre essere quando due persone che si amano si incontrano.

L’indomani la detective Beckett tornò a New York, ma questa volta non era sola durante il viaggio in aereo, aveva al suo fianco l’uomo che amava.

 

NA O mio Dio, non ci posso credere, ho finito!!! Cosa posso dire? Questa ff è nata dalla scena di Rick che canta “That’s amore”, si, io ho scritto una long di 8 capitoli per inserire questa scena, lo so, non sono normale…

Iniziamo con i ringraziamenti: ovviamente grazie a Rebecca, anzi, se la storia vi è piaciuta, dovete ringraziarla anche voi, probabilmente senza il suo aiuto non l’avrei mai postata, quindi davvero grazie!

Grazie anche a dilpa93, Carola_29,  angelad,  valeeeP e per ultima, ma non per importanza a  madeitpossible spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto e scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, sono stata malata tutta la settimana…

Grazie mille a chiunque sta leggendo questa nota, a chi ha recensito, a chi ha aggiunto questa storia tra le preferite o le seguite e anche a chi ha solo utilizzato qualche minuto del suo tempo per leggerla.

 Con cosa vi lascio? Con una piccola conversazione tra me e una delle mie migliori amiche, stavamo “discutendo” su dove avrebbe trovato il vestito Kate, mi ringrazierete per aver fatto intervenire Laine!

Io: Scusa, ma tu per due giorni, metteresti in valigia un abito da sera? Mica ti puoi portare tutto l’armadio in viaggio!

Lei: magari chiede a hermione come si fa l’incantesimo che ha usato per la borsa nel settimo libro ed è a posto

Io: O si fa prestare i topini di cenerentola

Lei: Anche o chiama le fate di aurora

Io: E ma poi litigano sul colore

Lei: Si allora solo serena

Io: E se glielo facesse recapitare Castle?

Lei: Naa ma che cavolo! Deve essere una sorpresa! Io dico che le deve arrivare in un pacco col paracadute … si si mi piace

Io: Ahahah e chi lo manda?

Lei: Mah… molly weasley? Magari con una strillettera

Io: xD oppure Laine si catapulta lì xD

Lei: Si, con una strillettera!

Io:  Ma così si prende un colpo!

Lei: Naa ma è una detective! Non si può spaventare così! Eh.. è solo una lettera volante e parlante, che cavolo..

Io: Rimango dell’idea che sia meglio far atterrare Laine con il paracadute

Lei: Ma è troppo banale!

Io: E se insieme a Laine e la strillettera arrivassero anche serena e i topini?

Lei: Tombola… visto che ci sei fai partorire Kate,chiama il bimbetto Harry e fai arrivare Voldy…

Io: E ma è presto, al massimo faccio resuscitare la madre di Kate

Ah, l’arte di mischiare i fandom! Comunque io sono scusata, avevo la febbre!

Va bene, ora vi lascio veramente, ma  non vi libererete di me così facilmente, sentirete ancora parlare di me su questo fandom, magari a proposito di piume, alcol, divani e panna spray.

 

 

   
 
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