Falling
Capitolo 8
La forte luce del lampadario illuminava la camera d'albergo di Richard Castle mentre questo si preparava per una delle sere più
importanti della sua vita. Il silenzio surreale che si era venuto a creare fu interrotto
dalle note di una dolce e allegra melodia che proveniva dal suo computer
portatile. Lo scrittore, cercando di decidere quale cravatta indossare davanti
allo specchio, iniziò a canticchiare il testo simpatico della canzone.
- When the moon hits you eye
like a big pizza pie, that's
amoreeeee - provò la cravatta che teneva nella mano
destra - When the world seems
to shine like you've had
too much wine , that's amoreeee - no, quella
cravatta viola era troppo sgargiante, aveva bisogno di qualcosa che non dicesse
"Guardatemi, sono uno scrittore famoso, venite a rovinarmi la
serata"- Bells will
ring ting-a-ling-a-ling, ting-a-ling-a-ling
and you'll sing "Vita bella" - decise di tentare con la
cravatta blu - Hearts will
play tippy-tippy-tay, tippy-tippy-tay
like a gay tarantella – soddisfatto della sua scelta,
si ammirò allo specchio when the stars
make you drool just like a pasta fazool, that's amoreeeeee- stava decisamente bene, l'abito blu notte con
righine grigie e la camicia azzurra gli donavano molto e la cravatta era un
tocco di classe, era elegante ma non troppo, insomma, perfetto per un'uscita
del genere, però mancava qualcosa, un tocco "alla Castle",
sapeva che molto probabilmente durante e dopo la cena avrebbero parlato di
argomenti seri e cercato di risolvere questioni importanti, gli serviva
qualcosa per sdrammatizzare. Voltandosi verso l'armadio aperto, vide spuntare
da un cassetto un fazzoletto da taschino, un regalo di Alexis, ovviamente non
era un semplice lembo di stoffa, era quello che gli serviva, ora l'abito aveva
la sua firma.
Quando aveva accettato l'invito a cena di Castle,
era talmente ipnotizzata dalle sue parole e dal suo sguardo che aveva
dimenticato un "piccolo dettaglio", non si era portata nessun vestito
elegante, in fondo doveva stare via solamente due giorni, pensava che non le
sarebbe servito.
Aprendo il piccolo trolley che si era portata, notò, piegato in maniera
impeccabile, un capo che non si ricordava di aver portato. Tirandolo fuori e
posandolo sul letto, si rese conto che altro non era che un lungo abito da sera
nero, quell’abito che lui gli aveva regalato poco prima di partire, quando
aveva accettato di accompagnarlo alla festa per la presentazione dell’ultimo
libro della serie di Nikky Heat,
festa che poi era stata cancellata e sostituita con il tour per il Paese.
Tornando con lo sguardo alla valigia, notò un bigliettino per terra,
probabilmente si trovava dentro in mezzo al vestito ed era caduto quando
l’aveva poggiato sul letto. Poté riconoscere la calligrafia ordinata della
dottoressa Parrish, ovviamente era stata lei a
mettere di nascosto il vestito in borsa! Scosse la testa e iniziò a leggere: “
pensavi veramente che ti avrei fatto incontrare il tuo scrittore senza un abito
elegante a portata di mano? Chiamala intuizione, ma penso che ti sarà utile!
PS. Ricordati che mi dovrai raccontare tutto appena tornata a New York!”. Sì,
era proprio nello stile di Laine e in questo caso
aveva avuto ragione, fortunatamente ci aveva pensato lei. Terminò di prepararsi
quando ormai mancavano pochi minuti alle otto. Il cellulare squillò, aveva
ricevuto un messaggio da Richard “Sto uscendo adesso dal mio albergo, vuoi che
ti aspetti fuori o che ti faccia chiamare in camera quando arrivo?”, rispose
velocemente che l’avrebbe aspettato fuori. Prese la giacca e la pochette e uscì
dalla camera, sperando che andasse tutto bene.
Prima di scendere dall’elegante automobile che aveva affittato per la sera,
Rick riconobbe la figura della sua Musa che lo aspettava davanti all’ingresso
della hall. Era splendida come sempre e quando si avvicinò non poté fare a meno
di rimanere senza parole. I capelli lunghi e mossi erano lasciati sciolti e le
scendevano dolcemente sulle spalle, anche se la giacca copriva in parte il suo
vestito, lui l’aveva perfettamente riconosciuto e si ricordava benissimo il
modello e poteva già immaginarsi come il corpetto l’avrebbe fasciata e come il
tessuto sarebbe caduto dolcemente dalla vita in giù. Quando la donna si voltò
vedendolo, uscì dall’auto e le si avvicinò sorridendole, una volta davanti a
lei le accarezzò la guancia e poi, spostandole una ciocca di capelli dietro
l’orecchio le diede un casto bacio a fior di labbra.
-Sei davvero fantastica Kate… - le disse, guardandola
negli occhi.
-Anche tu non sei male Castle- rispose sorridendo la
detective.
-Oh no, non Castle, non siamo al distretto, non siamo
qui come Castle e Beckett, siamo solo Rick e Kate, tu
ora non sei una detective e io non sono uno scrittore, siamo solo due persone
che si amano che vanno a cena insieme, beh, facciamo due e mezzo.- aggiunse
accarezzandole il dorso della mano- Per te va bene?- chiese infine.
-Più che bene, Rick. Sai qualche volta mi dimentico quanto dolce tu possa
essere.-.
-Il mio obbiettivo d’ora in poi sarà non fartelo dimenticare mai più. Da oggi
per sempre. O almeno fino a quando non mi sparerai perché no mi sopporti più!-
disse, guadagnandosi un colpo sul petto da Kate.-
Bene, ora che abbiamo rotto un po’ il ghiaccio, le dispiacerebbe seguirmi fino
alla nostra vettura, signorina?- chiese lui con fare cavalleresco.
- Oh mio bel cavaliere, la seguirò con molto piacere.- scherzò lei, porgendogli
la mano.
Più la sera andava avanti, più i due amanti riuscivano a ritrovarsi, ripresero
a scherzare tra di loro, a flirtare come loro solito, sempre però avendo ben
presente l’obbiettivo della serata.
Il ristorante dove avevano consumato la cena era uno dei più eleganti di
Denver, il servizio era ottimo e grazie a uno dei suoi contatti Rick era
riuscito a farsi riservare un tavolo in disparte, in modo che potessero passare
una serata tranquilla, senza essere disturbati. Più la cena andava avanti, più
gli argomenti che affrontavano erano personali e dovevano essere trattati con
le pinze, quindi, se mentre mangiavano gli antipasti, Rick aveva chiesto
notizie dei ragazzi e di Laine, quando erano ormai
arrivati al dolce, parlavano del periodo passato da quando Kate aveva scoperto
del bambino, fino alla sua decisione di raggiungerlo a Denver. Molte delle
ferite che si erano inferti vennero ricucite quella sera e molte decisioni
vennero prese. Rick ribadì le sue intenzioni, voleva essere lì per Kate e per
il loro bambino e i suoi occhi lo dimostravano brillando ogni volta che
ripensava al bambino che la detective portava in grembo, il loro figlio, suo e della
donna che amava. Rimase sorpreso quando, mentre aspettavano il conto, lei gli
fece scivolare tra le mani la sua prima ecografia, una lacrima scivolò sulla
guancia di Rick, seguita da un’altra e un’altra ancora, mentre tracciava il
piccolo profilo dell’immagine con un dito.
-E’ così piccolo- disse lo scrittore guardando Kate-
così piccolo ma così vero. Sarei voluto essere lì con te.-
aggiunse.
-La prossima volta, se vorrai, ci sarai, nel frattempo puoi tenerla se vuoi, ne
ho una copia a casa.- gli sussurrò, poi prendendogli
il fazzoletto dal taschino, gli asciugò le lacrime. Guardando bene il pezzo di
tessuto azzurro, rise.
- Pinguini, Rick? Ti facevo tipo da orsetti- disse facendolo ridere.
-No, gli orsetti si abbinano solo con l’abito marrone e gli alieni con quello
nero, sai, sono un regalo di Alexis, come hai notato, sono molto utili per
sdrammatizzare!-.
Così si concluse la loro cena, con risate e amore, come dovrebbe sempre essere
quando due persone che si amano si incontrano.
L’indomani la detective Beckett tornò a New York, ma questa volta non era sola
durante il viaggio in aereo, aveva al suo fianco l’uomo che amava.
NA O mio Dio, non ci posso credere, ho finito!!!
Cosa posso dire? Questa ff è nata dalla scena di Rick
che canta “That’s amore”, si, io ho scritto una long di
8 capitoli per inserire questa scena, lo so, non sono normale…
Iniziamo con i ringraziamenti: ovviamente grazie a
Rebecca, anzi, se la storia vi è piaciuta, dovete ringraziarla anche voi,
probabilmente senza il suo aiuto non l’avrei mai postata, quindi davvero
grazie!
Grazie anche a dilpa93, Carola_29, angelad,
valeeeP e
per ultima, ma non per importanza a madeitpossible
spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto e scusate se non ho
risposto alle vostre recensioni, sono stata malata tutta la settimana…
Grazie mille a
chiunque sta leggendo questa nota, a chi ha recensito, a chi ha aggiunto questa
storia tra le preferite o le seguite e anche a chi ha solo utilizzato qualche
minuto del suo tempo per leggerla.
Con cosa vi
lascio? Con una piccola conversazione tra me e una delle mie migliori amiche,
stavamo “discutendo” su dove avrebbe trovato il vestito Kate, mi ringrazierete
per aver fatto intervenire Laine!
Io: Scusa, ma tu per due giorni, metteresti in
valigia un abito da sera? Mica ti puoi portare tutto l’armadio in viaggio!
Lei: Bè
magari chiede a hermione come si fa l’incantesimo che
ha usato per la borsa nel settimo libro ed è a posto
Io: O si fa prestare i
topini di cenerentola
Lei: Anche o chiama le fate
di aurora
Io: E ma poi litigano sul
colore
Lei: Si allora solo serena
Io: E se glielo facesse recapitare
Castle?
Lei: Naa
ma che cavolo! Deve essere una sorpresa! Io dico che le deve arrivare in un
pacco col paracadute … si si mi piace
Io: Ahahah
e chi lo manda?
Lei: Mah…
molly weasley? Magari con
una strillettera
Io: xD
oppure Laine si catapulta lì xD
Lei: Si, con una strillettera!
Io: Ma così si prende un colpo!
Lei: Naa
ma è una detective! Non si può spaventare così! Eh.. è solo una lettera volante
e parlante, che cavolo..
Io: Rimango dell’idea che
sia meglio far atterrare Laine con il paracadute
Lei: Ma è troppo banale!
Io: E se insieme a Laine e la strillettera
arrivassero anche serena e i topini?
Lei: Tombola…
visto che ci sei fai partorire Kate,chiama il bimbetto Harry e fai arrivare Voldy…
Io: E ma è presto, al
massimo faccio resuscitare la madre di Kate
Ah, l’arte di mischiare i fandom! Comunque io sono scusata, avevo la febbre!
Va bene, ora vi lascio
veramente, ma non vi libererete di me
così facilmente, sentirete ancora parlare di me su questo fandom,
magari a proposito di piume, alcol, divani e panna spray.